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Autore: alpha_omega    14/12/2012    2 recensioni
Questa è una cross-over basata sulla saga degli hunger games di Susan Collins.
Opal Koboi è diventata padrona del mondo e per far capire alla gente che qualsiasi tentativo di ribellione è inutile ha creato gli hunger games.
Ogni anno un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciott'anni di ogni specie verranno estratti a sorte e dovranno sfidarsi in un arena per un combattimento sena regole all'ultimo sangue fra di loro in un macabro reality show dove dovranno accapparrarsi il favore degli sponsor, la casta sociale privilegiata da Opal che potranno mandare loro viveri e mezzi per sopravvivere nell arena .
Solo uno potrà ritornare a casa a riabbracciare i suoi cari.
Ma per farlo dovrà rinunciare a tutto ciò che lo rende uomo.
PS Artemis e CO non hanno mai vissuto alcuna avventura, I personaggi non si sono mai incontrati , e la guerra è stata fatta datutte le creature del popolo(umani compresi) contro una despota.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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SETTORE 10

Raponzo Tubero avanzò cauto verso l’entrata della clinica; si vedeva che l’avevano costruita da poco: le pareti candide del lungo corridoio che dava sulle camere dei pazienti erano fresche di intonaco, e le piastrelle di ceramica erano così lucide che riflettevano la luce diretta delle lampade a neon, spargendola tutto intorno; il tutto rendeva asettico e surreale l’ambiente sotterraneo che si espandeva a settecento metri di distanza dalla superficie: si riuscivano a scorgere le particelle di polvere che danzavano nell’aria. L’elfo era fermo davanti alla porta dell’unica stanza occupata; c’era una piccola targhetta “PAZIENTE 001 IN OSSERVAZIONE; VIETATO ENTRARE AI NON ADDETTI” guardò l’orologio; era ancora nell’orario delle visite: rimase per una decina di secondi buoni col pugno alzato a mezz’aria, indeciso tra il bussare e l’andarsene senza lasciare traccia del proprio passaggio; optò per la prima; e anche sapendo che al 99% dei casi se ne sarebbe pentito girò la maniglia e spinse. Nella stanza c’erano due persone l’uno di fronte all’altra, chine su un tavolino, intente a giocare a scacchi; suo figlio era girato di spalle, e davanti a lui c’era una ragazza bionda; dovevano proprio essere concentrati sulla partita, perché si accorsero della sua presenza solo quando si richiuse la porta alle spalle. Come a rallentatore vide Orion girarsi; la somiglianza tra loro due era palese; stessi capelli neri e sottili; ideali da lasciar crescere lunghi, stessi lineamenti appuntiti, e la stessa aria scaltra e ottimista che neanche un anno nelle prigioni aveva cancellato. Ai propri lineamenti sovrappose quelli della moglie; il taglio degli occhi aveva un che di delicato e dolce, il mento appuntito era mitigato da una fossetta che gli dava un che di innocente , le sopracciglia descrivevano due archi perfetti che gli davano un’aria ribelle e fiera allo stesso tempo; capì solo in quel momento quanto il figlio gli era mancato. Stessero a guardarsi negli occhi per quelle che sembravano ore; poi Raponzo si decise a parlare: -Mi dispiace-. Con quelle parole voleva intendere tutto; gli dispiaceva per non averlo seguito, gli dispiaceva di non esserci mai stato quando lui aveva avuto bisogno di qualcuno che gli stesse accanto. Gli dispiaceva di non essere mai stato all’altezza del ruolo di padre. Il ragazzo non sembrava contento di vederlo: anzi, la sua faccia era inespressiva, le iridi cremisi puntate su di lui gli davano l’impressione che Orion gli stesse leggendo l’anima. -Che ci fai qui?- la voce era atona e priva di emozioni; era solo curioso, nient’altro. Tubero si schiarì la voce –Sono uno degli infiltrati, mi sono arruolato qualche mese fa quando…- -Mia madre è morta- disse Orion –lo so, me lo avevano già detto- nella sua voce c’era una nota di dolore che però si era affrettato a nascondere subito –In prigione mi hanno comunicato che ha avuto un infarto, ma sono sicuro che non è stato così; che le è successo?- -Uccisa- mormorò l’uomo, -le hanno sparato da sopra un edificio mentre usciva dalla sede del consiglio, Opal ha messo tutto a tacere solo perché si trattava di un ex vincitrice-. Lui chinò il capo, come per un segno di lutto; poi tornò a guardarlo -c’è qualcun altro oltre a te che lavora per la resistenza?- -Si- disse lui, lieto di cambiare argomento –Lo abbiamo appena contattato, è Domovoi Leale: è un ex vincitore del settore nove-. A quelle parole la ragazza scattò in piedi preoccupata –Che cosa è successo a mio fratello?-. L’elfo sorrise –Sta bene: verrà trasferito qui tra qualche giorno; tu devi essere Juliet, la stilista che ha dato il via a sto’casino, vero?-. Stavolta fu lei a sorridere –Si, hanno salvato me e Orion un paio di giorni fa; e abbiamo deciso che vivremo in stanze vicine in caso di bisogno-. Prima di andarsene Raponzo lanciò un’occhiata a suo figlio, non lo vedeva così felice da anni. Mentre ripercorreva il corridoio si asciugò una lacrima così velocemente che chiunque lo avesse visto avrebbe dubitato dei propri occhi.

Quello non era il momento per piangere.


ARENA N1
scrutò ansioso il cielo: mancavano poche ore al tramonto–Quanto credi che manchi alla fine dell’arena?- chiese ansioso. La ragazza scosse il capo, non ne aveva idea, ma era confortante sapere almeno dove voleva andare –Non lo so, ma se vogliamo trovare un corso d’acqua allora dobbiamo scendere a valle, e il sentiero a nord è quello più in pendenza e quin…DOBBIAMO ANDARE VIA DI QUI!- il piede della ragazza si era incastrato nell’aria; l’arena era come un grande triangolo protetto da un campo di forze, non circolare, ma triangolare, un triangolo isoscele per la precisione: e pendeva verso la punta, quello era il limite estremo dell’arena; durante la lezione di addestramento Vinyaya aveva spiegato molto bene le regole per sopravvivere, e gli strateghi avevano approfittato di una semplice necessità: trovare l’acqua, e a giudicare dal sole cocente avrebbero avuto compagnia molto presto. Ogni singolo partecipante era in cammino per raggiungere il limite estremo dell’arena.


ANGOLO AUTRICE
Prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo, so benissimo che avevo promesso che avrei aggiornato regolarmente, ma ho avuto un contrattempo che mi ha rallentato parecchio, spero di aver fatto lo stesso un buon lavoro. A presto Alpha_omega.
  
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