Vi amo
Virginia stava correndo per i corridoi della sua scuola,
Hogwarts, alla ricerca di un ragazzo. Quel ragazzo. Si fermò di colpo non
appena lo intravide.
- Malfoy… - disse, intimorita. Virginia, infatti, non si
vergognava più di tanto di lui, ma aveva profondamente paura del suo
caratteraccio.
Lui si voltò. In un primo istante pensò che Virginia non si
stesse rivolgendo a lui, e che questi avesse solo immaginato che lei lo avesse
nominato; poi, però, notò che lei lo guardava, così le rivolse la parola.
- Ah, la Weasley. Che vuoi, sudiciume dei Purosangue? - .
Virginia abbassò la testa, insicura se rispondergli o dirgli
la verità. Infine, decise.
- Malfoy - gli disse. - Ti devo parlare… -
- Non ora, Weasley. Ho altro di meglio da fare, adesso - .
Poi, aggiunse, perfido: - Con Pansy - , e se ne andò.
Virginia si voltò, senza alzare la testa, e corse di nuovo
via, verso un’ Hermione carica di libri.
♀♂
Hermione era la migliore amica di Virginia; l’ ascoltò, ma
non molto comprensiva. Non condivideva le idee di Virginia che Draco fosse un
bravo ragazzo, in fondo.
Stavano ancora parlando quando lui arrivò al tavolo di
Grifondoro.
- Ehi, Weasley, come va? - si rivolse al fratello di Virginia,
Ron, che si trovava con Harry Potter e Neville Paciock insieme alle due amiche.
Virginia notò la copia de La Gazzetta del Profeta stretta nelle mani di Draco.
- Che vuoi, Malfoy? - chiese acido Ron a quest’ ultimo.
- Mi sembra che il tuo caro padre sia citato in un piccolo
articoletto sul giornale - rispose con un risolino Draco.
Ron afferrò il giornale. Suo padre era descritto come il
solito mago che ama i Babbani, e… l’ articolo parlava del suo litigio con il
figlio Percy.
Draco si riprese con un ghigno malvagio la sua copia del
Profeta ed ora guardava Virginia.
- Che cosa volevi dirmi, ieri sera, Weasley? - le domandò,
incuriosito.
- Io ieri sera non ero certo a cercare te! - gli rispose
meravigliato Ron.
Virginia abbassò lo sguardo, rossa in volto.
- La persona con cui sto parlando sa a chi mi sto rivolgendo
- disse infine Draco, voltandosi verso il tavolo di Serpeverde.
- Che cosa voleva…? - . Ron guardò Virginia, incredulo. -
Non stava per caso parlando con te? -
- Ma smettila! Come puoi pensare una cosa del genere? -
disse Virginia, cercando di scagionarsi.
Hermione non rispose. Questa volta, fu lei ad abbassare lo
sguardo.
♀♂
- Virginia! - chiamò una voce.
Virginia si voltò. Era Draco.
- Virginia! Io… io ti vorrei parlare - disse lui.
Lei lo fissò. Cosa voleva dire?
- Tu… tu avevi detto di volermi parlare… - proseguì
lentamente Draco. - Ebbene? - .
Improvvisamente ridivenne serio ed altezzoso come sempre.
Virginia si guardò le scarpe. E, adesso, cosa dirgli?
- Non hai bisogno di rispondermi - le disse dolcemente
Draco. - I tuoi occhi parlano per te… - .
Lui la fissò. Virginia arrossì: Draco aveva capito. Ricambiò
il suo sguardo. Sperava che lui la ricambiasse, che glielo dicesse… Ma, invece,
non glielo disse. Non poteva, perché le sue gelide labbra sfiorarono quelle
calde di Virginia. Lei sentì un enorme caldo salirle lungo il sangue, arrivarle
fino al cuore e scaldarlo… di passione.
Draco la lasciò andare. Fissò Virginia, e non disse nulla.
Poi fuggì via.
♀♂
Un gufo planò nella Sala Comune di Grifondoro mentre
Virginia parlava con Hermione, Harry, Ron e Neville. Le lasciò un biglietto.
Virginia lo aprì. C’ era scritto:
Cara Virginia,
ci
vediamo stasera alle 11 davanti alla Sala Grande.
Draco
Ci sarò, pensò lei.
Hermione cercò di leggere il biglietto, ma, quando Virginia
la scansò, capì che c’ era qualcosa che non andava.
♀♂
Virginia si presentò volentieri all’ appuntamento. Ma Draco
non c’ era ancora. Virginia era tesa. Cosa voleva da lei? Un altro bacio? O
qualcosa di più?
Rumori di passi. Si voltò: non era Draco, erano i suoi
scagnozzi, Tiger e Goyle.
- Dov’ è Draco? - chiese loro Virginia.
- Ti sta aspettando. Vuole che noi ti portiamo da lui -
rispose Goyle,
- Ma, prima, ti dobbiamo bendare - continuò Tiger.
Virginia annuì. La bendarono. La condussero lungo una scala,
in discesa. Pensò che stavano andando nei sotterranei.
I due ragazzi aprirono una porta, la richiusero e sbendarono
Virginia. Si ritrovò in una stanza molto buia. Non vedeva nulla. Tiger e Goyle
uscirono, e Virginia sentì qualcuno parlarle.
- Ben arrivata, Virginia - . Era la voce di Draco. - Come
va? -
- Perché mi hai fatta venire qui, Draco? -
- Ti devo far capire una cosa… -
- Cosa? -
- Quello che provo per te… -
Di nuovo due labbra, fredde e calde, si unirono. Nel buio
della notte si sarebbero unite infinite volte, creando un legame dolcissimo fra
i due teneri amanti.
Virginia sentì le fredde mani di Draco accarezzarle la pelle
sotto la magliette.
- Vuoi? - le chiese semplicemente lui, puntando i suoi occhi
grigi verso i neri di lei.
- Sì… - fu la risposta tanto sicura di lei.
E non solo le labbra, ma anche i loro due corpi si unirono
nella notte, formando un unico essere dolcissimo.
♀♂
La notte passò in fretta, veloce come il vento, ma Virginia
voleva che non finisse mai…
- Ehi, Virginia… - .
Virginia cercò il suo sguardo, ma era difficile trovarlo nel
buio della stanza.
- Draco? - lo cercò. - Dove sei? -
- Qui vicino… - rispose lui.
- Dai, Draco, vuoi giocare a nascondino? -
- Veramente, ho giocato tutta la notte, ma non a nascondino…
-
- Cosa vuoi…? - .
Una luce improvvisa illuminò la stanza. Virginia chiuse un
attimo gli occhi, accecata dal bagliore di luce, ma li riaprì subito…
No… Forse era maglio se non gli avesse aperti… Sicuramente
sarebbe stato meglio…
In quella stanza c’ era il peggiore spettacolo che Virginia
si sarebbe mai immaginata: sembrava che tutti i Serpeverde si fossero riuniti
nella stanza, ed ora ridevano a crepapelle. Ma, quel che era peggio, anche
Draco rideva, fra le braccia di una sgualdrinata Pansy Parkinson.
- Che deficiente! - disse questi a Virginia. - Credevi che
Draco ti amasse? Che sarebbe venuto a letto con te così velocemente dopo il
vostro primo bacio? Sei proprio patetica, Weasley! - .
Virginia non riusciva ad aprir bocca. Avrebbe voluto
rispondere a quella troietta di Pansy che, sicuramente, quest’ ultima lo
avrebbe fatto sicuramente con tutti, anche senza il primo bacio… Ma non
riusciva a parlare, già era uno sforzo enorme trattenere la sorpresa, e non vi
era nemmeno riuscita.
Draco la guardava, contorcendosi dalle risate.
- Credi proprio che io avrei amato te, Weasley? - si limitò
a dirle, prima di prorompere in un ennesimo attacco di risate.
Virginia non ne poteva più. Non voleva assolutamente
crederci. E fece una cosa che tutte le fragili ragazze avrebbero fatto in quel
momento: scappò via piangendo.
♀♂
Alcuni giorni dopo, la solita Virginia correva ancora per i
corridoi della scuola, come all’ inizio di questa storia, ma, stavolta, alla
ricerca della sua a,mica Hermione.
Già, l’ Hermione a cui Virginia non aveva mai voluto dare
ascolto, l’ amica che le suggeriva, molto saggiamente, di lasciar perdere
Draco… E Virginia, nel grosso guaio in cui si trovava ora, capì che avrebbe
dovuto darle ascolto fin dall’ inizio.
La trovò. Scoppiò in lacrime cadendole addosso.
- Virginia! Cosa… cosa c’ è? - le chiese lei per la
sorpresa. Hermione, infatti, era all’ oscuro della notte di Virginia con Draco.
- Her… Hermione… Sono… sono incinta - .
♀♂
Nero. Nero come la notte senza luna che si estendeva intorno
a lei. Nero come i mantelli degli uomini che la trascinavano. Nero era il
castello dei Malfoy, Malfoy Manor.
Virginia non sentiva né caldo né freddo, sentiva solo una
grande rabbia scorrerle dentro. I nudi piedi si ferivano sulla strada rocciosa
dove era trascinata, ma lei non ci faceva caso. I rossi capelli le volavano
davanti agli occhi neri, ma lei non li voleva scostare.
Entrarono nel castello. Virginia intravide flotte di
Mangiamorte di guardia. La trascinarono nella Sala del Trono. Lì, su di esso,
era seduto un ragazzo dall’ aria imperiale: Draco Malfoy. Vicino, i lisci
capelli biondi davanti alle spalle, come in una notte di alcuni anni prima, una
notte qualsiasi, per Draco, la notte della morte, per Virginia, appoggiata al
muro c’ era Pansy Parkinson.
Draco, quella sera, era al massimo del suo splendore: i
capelli lisci di un biondo platino gli arrivavano fin sotto la schiena, due
ciocche sbucavano da sopra le spalle; il viso pallido metteva bene in evidenza
la bocca carnosa ed i freddi occhi grigi; ma la cosa che più notò Virginia fu
la lunga e lucida veste nera che Draco indossava. L’ avambraccio non gli si
vedeva, era coperto dal vestito, ma Virginia sapeva cosa vi era inciso: come
sulle vesti delle sue guardie, come sul portone d’ entrata al suo castello, come
sul pavimento della sala, sull’ avambraccio di Draco vi era un teschio con un
serpente che gli usciva dalla bocca, il Marchio Nero, simbolo del Signore
Oscuro, Lord Voldemort.
- Bene, bene - disse Draco. - Vedo che, con le buone o con
le cattive, sono riuscito a farti arrivare fin qua, giovane Weasley - . Nella
mano destra rigirava una mela dal colore rosso sangue. - Sono esattamente… Uhm,
vediamo… tre anni che non ci vediamo, da quando ho finito la scuola? Correggimi
se sbaglio - .
Virginia non parlò. Continuò a guardare il pavimento, non
alzò mai la testa.
- Beh, chi tace acconsente, no? - continuò Draco. - Tre anni
sono pochi, ma ti ricordavo diversa, un po’ meno impertinente, Weasley - .
Morse con avidità la mela che aveva in mano. - Ma la tua bellezza è rimasta
intatta, non trovi? Tanta da colpire il cuore del giovane Harry Potter… So che
siete fidanzati ufficialmente, non è vero? Congratulazioni, mia piccola
Weasley. Finalmente sei riuscita a fare breccia nel suo cuore - .
Virginia strinse i pugni legati nelle catene. Nere.
- So anche che tu, il tuo grande amore, Hermione Granger,
tuo fratello Ron, la sua ragazza Luna Lovegood e Neville Paciock siete
diventati Auror… Sempre le mie più sincere congratulazioni, e sai io come sono
sincero… E siete alla ricerca del più fedele Mangiamorte del Signore Oscuro,
me. Davvero, Virginia, mi volevi morto? Credo che la risposta sia sempre un
aspettato sì. Strano, ho sempre creduto che provassi qualcosa per me… Ma, per
la prima volta nella mia vita, credo di essermi sbagliato, altrimenti non ti
saresti presa l’ incarico di essere tu a cercarmi, scovarmi ed… uccidermi, o,
peggio, condurmi ad Azkaban. Tentativo inutile, Virginia, le parti si sono
capovolte: sono stato io a scovare te, e, adesso, deciderò io cosa fare di te.
Vediamo… Potrei metterti in prigione, farti perire lì od ucciderti
direttamente… Tu che ne dici, Pansy, amore? -
Virginia notò come Draco sottolineò l’ ultima parola.
Pansy si erse in tutta la sua altezza.
- Credo - disse, altezzosa. - Che sarebbe meglio farle
decidere se vuole morire o… rinunciare alla carriera di Auror ed unirsi ai
Mangiamorte -
- Già, Pansy, ottima idea. Cosa preferisci, Virginia? - .
Virginia, finalmente, sempre con il viso rivolto al pavimento,
parlò.
- Primo: fatemi l’ estremo piacere di non chiamarmi per
nome, Malfoy -
- Lord Malfoy - la corresse con un ghigno malvagio lui.
- Secondo: io non rinuncerò mai ad essere un Auror per
unirmi a Voi, Lord Malfoy -
- Così, scegli la morte? --< Scelgo tutto, pur di non
unirmi a Voi -
- Come, vuoi tu, Weasley. Domani deciderò cosa fare di te -
. Poi, si rivolse ai Mangiamorte che avevano trascinato Virginia lì, Tiger e
Goyle: - Portatela via - .
♀♂
- Sicuro di aver fatto il giusto, Draco? - .
Draco si voltò verso Pansy.
- Sì - le rispose. - Ma non del tutto -
- Cosa intendi dire? -
- Virginia non era molto convinta -
- Nel negarti l’ offerta? -
- Di morire -
Pansy lo fissò. Draco non era mai stato in dubbio su niente,
né quando, cinque anni prima, aveva messo a punto quello scherzo a Virginia, né
quando decideva di far uccidere i suoi prigionieri.
- Credo sia meglio andare da lei -
Pansy fissò Draco andarsene, poi scoppiò in un pianto
disperato, capendo che Draco non l’ avrebbe mai amata.
♀♂
La porta della cella di Virginia si aprirono, lasciando
entrare Draco. Virginia lo guardò entrare, per poi ordinare ai suoi Mangiamorte
di andarsene.
- Ciao, Ginny - la salutò. - Come va? -
- Non chiamatemi in quel modo, Lord Malfoy - le disse in
risposta Virginia, sempre tenendo lo sguardo abbassato.
- E tu chiamami Draco, Ginny -
- Non chiamarmi in quel modo! - scattò lei.
Draco rimase meravigliato dal suo atteggiamento, ma non lo
diede a vedere.
- Virginia, perché sei così ostile nei miei confronti? - le
chiese.
- Mi chiedi perché? - disse lei. - La mia prima volta persa
in uno scherzo! Per non parlare, poi, di queste catene che mi tengono le mani
legate! -
- Non mi sembrava che non volessi la tua prima volta con me
- dichiarò Draco. - E, in quanto alle catene, possiamo rimediare subito - . Le
tolse con un gesto di bacchetta le catene.
- Draco, non è questo il punto - confessò, triste, Virginia.
- Tu hai lasciato qualcosa dentro di me, quella notte - .
Draco la fissò, meravigliato.
- Cosa vuoi dire? - le chiese. - Che cosa ho lasciato dentro
di te? Il mio ricordo? -
- In senso fisico -
- Eh? -
- Un figlio, Draco -
- Bella battuta -
- Non sto scherzando -
Non ti credo
- Fai pure - .
Virginia si voltò dall’ altra parte.
- No, aspetta - disse Draco, attonito. - Come fai fatto?
Voglio dire… Non lo hai partorito? -
- Sì >-
- Ma… ma come avresti potuto? Sì, è vero, c’ erano le
vacanze estive, ma, comunque, non avresti potuto partorire in soli tre mesi! -
- Mi ha aiutata Silente -
- Che vuoi dire? -
- Solo io ed Hermione lo sapevamo. Inizialmente, volevo che
nessuno sapesse della nostra notte insieme, ma, poi, quando ho scoperto di
essere… incinta - . Virginia deglutì. - pensai che fosse meglio chiederle un
consiglio. Lei mi suggerì di dirlo a Silente. Così, fummo in tre a saperlo. Mi
fece un incantesimo, ed il bambino si trasferì nel ventre di mia madre. Quando
nacque, le fu detto che il figlio era morto. Si sarebbero certo nutriti dei
sospetti circa il padre, se si fosse visto nascere un figlio biondo. Nostro
figlio fu dato in un orfanotrofio. Non sono più tornata a prenderlo. Ci vuole
un padre per farlo -
- Harry non sa niente? -
- Non gliene importerebbe. Lui ama Hermione, si vede. Sta
con me solo per farla ingelosire, lo so -
- E tu chi ami? -
- Mi sembra ovvio -
- Harry? -
- Ti credevo più intelligente, Draco - sorrise Virginia.
♀♂
Di nuovo due corpi, il bene ed il male, furono un’ unico
essere dolcissimo.
Ma, quando Virginia si svegliò la mattina, non vi era più
traccia di Draco.
Tiger e Goyle la ritrovarono come l’ avevano lasciata la
sera prima, seduta in un angolo della sua cella con le mani legate da una
catena di ferro.
La portarono nella Sala del Trono di Malfoy Manor. Draco era
di nuovo al suo posto, con Pansy vicino, in piedi. Strano, pensò Virginia,
sembra che abbia pianto.
- Salve, Weasley - la accolse Draco. Sembrava voler far
finta che tra loro, quella notte, non fosse accaduto niente. - Hai deciso?
Preferisci morire o diventare una Mangiamorte? -
- La mia risposta è sempre la stessa, Lord Malfoy -
- Quindi, vuoi morire? - . Draco deglutì.
- Non sarò mai una Mangiamorte, Lord Malfoy. Sono nata in
una famiglia di futuri Auror e morirò Auror -
- Più che giusto, sciocca Weasley. Domani decideremo come
farti morire -
- Un’ ultima cosa, prima di cessare di vivere - . Virginia,
finalmente, alzò la testa e fissò lo sguardo su Draco. - Lord Malfoy, Vi amo -
.
♀♂
- Quanto sei scema! Per poco non arrossivo davanti ai miei
Mangiamorte! - .
Draco aveva liberato Virginia, sicuro del sentimento che,
ormai, li legava. Erano fuggiti insieme lungo la campagna scozzese. Draco aveva
rinunciato volentieri al suo ruolo di Mangiamorte. Era sicuro che Voldemort, il
suo Signore, lo avrebbe cercato per vendicarsi ed ucciderlo, ma, ora, non gli
importava di niente: voleva solo fuggire via con Virginia, e sposarla.
- Adesso dove andremo, Draco? -
- Me lo chiedi? A riprendere nostro figlio, naturalmente! -
Erano felici, molto felici. Si amavano.
♀♂
Ma vi era qualcuno che li osservava, e non sembrava affatto
felice di vederli insieme.
Pansy Parkinson era triste. Amava Draco, ma lui l’ aveva
tradita.
- Draco… - disse, piano. - Tu non hai compreso i miei
sentimenti… Io avevo un cuore, non ero come una sgualdrina qualunque. Io ti
amavo. Virginia, come avrei voluto somigliarti: avevi degli amici ed un ottimo
futuro; io, al contrario, avevo solo seguito Draco, non sapevo quel che facevo.
Se, poi, fossi rimasta incinta, nessuno se ne sarebbe curato. Ma ora smetto di
rimpiangere tutta la vita che non ho mai avuto, perché muoio - . Si puntò la
bacchetta alla gola. - Addio, Draco, te che avrei voluto che fossi il mio
sposo. Addio, Virginia, che avrei voluto nascere tua sorella. Draco, Ginny, vi
amo - .