Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Tomi Dark angel    14/12/2012    8 recensioni
-In realtà avrei bisogno del vostro aiuto, tesorini. O meglio, non io, ma Castiel.- spiegò.
Dean sbarrò gli occhi e sentì una punta di apprensione farsi spazio nel suo petto. –Castiel? Che è successo?-
Gabriel spostò il peso del corpo da una parte all’altra, a disagio.
-C’è stato un incidente durante un combattimento con i demoni e…
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-GABRIEL!!! GABRIEL!!!!!-urlò Sam, dibattendosi contro la forza invisibile che lo incatenava al muro.
Gabriel si accasciò ai piedi di Raphael, le ali scosse dai tremiti e gli occhi spalancati in un’espressione di sorpresa. Sembrava non capire cosa stesse accadendo o perché fosse stramazzato al suolo in un lago di sangue sempre più largo. Non vi era più traccia di allegria in lui, nessun sorriso ammiccante o battuta arrogante sulle labbra. Del vecchio Gabriel, adesso prostrato ai piedi di Sam e di Raphael che si ripuliva la spada angelica sui jeans, non restava nulla.
Fu allora che Sam ricominciò a gridare, gli occhi sbarrati impossibili da allontanare dalla figura immobile dell’arcangelo. Il cacciatore rivisse l’ultima volta che si erano incontrati, la semplicità puerile con la quale Gabriel aveva parlato delle stelle e dell’uomo e il modo in cui aveva coperto per la seconda volta le spalle tremanti del suo protetto. Sam non poteva credere che tanta bellezza, tanta giustizia, si potessero spezzare in quel modo davanti ai suoi occhi.
Aveva bisogno di Gabriel e non gliel’aveva mai detto.
Avrebbe voluto baciarlo ed accarezzarlo, e non l’aveva mai fatto.
Adesso era tardi. Gabriel se n’era andato.
Sam singhiozzò mentre Dean e Bobby fissavano atterriti l’arcangelo abbattuto.
Raphael si chinò sulle ginocchia, sorridendo.
-A quanto pare sei più resistente di quanto mi aspettassi, vero? Mi toccherà rimediare.- disse, sollevando ancora una volta il pugnale. Sam gridò più forte, dimenandosi, ma quando Raphael abbatté lo stiletto sul corpo esanime di Gabriel, quello sparì.
-Ma cosa…-
-Ehi… bastardo!-
 Raphael si voltò verso Castiel il quale, comparsogli praticamente addosso, sbatté con forza le ali, facendolo arretrare di qualche passo.
-Ciao, tesoruccio.-
Raphael sbarrò gli occhi verso un Gabriel che sorrideva trionfante mentre lasciava cadere per terra l’accendino. Le fiamme divamparono in un cerchio intorno al corpo di Raphael, il quale lanciò un ruggito di rabbia.
-Come è possibile?! Ti ho impalato con le mie mani!-
-Se avessi prestato un po’ di attenzione, Sherlock, ti saresti accorto che ho sfilato il mio vero tramite dall’illusione ottica all’ultimo momento. Santo cielo Raphi, sei così… maldestro.-
Gabriel si posò una mano sulle tempie con fare teatrale prima di tornare a guardare Castiel, il quale reggeva tra le dita una molotov di fuoco santo. Gabriel inclinò il capo di lato e agitò la mano in un saluto.
-Bye bye, cherì.- disse un attimo prima che Castiel tirasse la molotov su Raphael. L’arcangelo urlò, il corpo avvolto dalle fiamme e il vibrare cristallino della sua vera voce fece gemere i tre umani presenti nella stanza. Castiel piegò prontamente le ali per avvolgerli nel soffice bozzolo di piume che li sottrasse ad ogni suono o spettacolo indesiderato che non fosse un mare di soffici penne argentate.
Castiel scansò le ali mentre Sam, Dean e Bobby crollavano al suolo, tossendo. Gabriel comparve davanti al più giovane di Winchester e lo costrinse a sollevare il viso con la forza dell’indice e del medio. Occhi verdi e occhi dorati si scontrarono in uno spettacolare gioco di colori.
-Stai bene, Sam?- chiese Gabriel, per la prima volta serio. Sam boccheggiò e l’arcangelo sorrise con una tenerezza che faceva a pugni col suo solito atteggiamento da perdigiorno scanzonato. –Sì, stai bene.-
Gabriel piegò il viso per poggiare le labbra sulla fronte sudata di Sam, il quale senza accorgersene chiuse gli occhi, rilassandosi. Per quanto fosse irreale che per la prima volta qualcosa nella loro vita fosse andata per il verso giusto, Sam si sforzò di crederci: andava tutto bene.
-Gabriel.- chiamò Castiel, dando le spalle a Dean, il quale non smetteva di fissarlo. Gabriel si allontanò da Sam e si alzò in piedi. –Resta tu con loro. Finché Raphael non sarà distrutto, potrebbe cercare ancora di ucciderli.-
Dean si fece avanti. –E tu cosa farai, invece?- domandò con una punta di risentimento. Castiel non lo guardò.
-Perlustrerò la zona.-
-Non se ne parla! C’è un arcangelo a piede libero da queste parti e tu sei un semplice angelo! Raphael ti farebbe a pezzi, senza contare che sei stato tu a dargli fuoco! Vorrà vendicarsi!-
Castiel non si mosse, ma le sue ali vibrarono. Non potendo guardarlo in faccia, Dean suppose che l’espressione dell’angelo fosse tutta un programma o quantomeno doveva essere un miscuglio di confusione e forse paura.
-Me la saprò cavare, Dean. Resta qui.-
-Non questa volta. E guardami quando ti parlo!-
Dean afferrò Castiel per la spalla, costringendolo a voltarsi. Per tutta risposta, l’angelo gli fece lo sgambetto e, spintolo a terra, lo inchiodò sul pavimento con un ginocchio premuto sullo stomaco e una mano alla gola. I suoi occhi blu splendevano di rabbia repressa e l’aria crepitò intorno a loro. Alcuni vetri si spaccarono, dei fogli volarono via.
-Lo capisci in che guaio vi trovate? Ne hai la più pallida idea? I nostri fratelli vi danno la caccia, sanno che siete qui, e nemmeno il più elaborato marchio enochiano può nascondervi agli occhi di un arcangelo! Io posso morire, sono solo una stupida pedina, ma voi… voi avete grandi cose da compiere e dovete vivere. Dobbiamo proteggervi…-
-Per ordine di chi? Cos’è, il vostro papino ha deciso di divertirsi un altro po’ a vedervi scannare? L’apocalisse non basta, adesso deve pure generare una guerra intestina in famiglia? Stai di nuovo eseguendo gli ordini, Castiel! Ottimo, volevi essere un soldato a tutti gli effetti? Adesso lo sei e vista la tua smania di farti ammazzare, vai pure e non farti più vedere!-
Dean capì di averla detta grossa solo quando vide gli occhi di Castiel farsi grandi per la sorpresa e le sue ali tremare e poi accasciarsi come un peso morto dietro di lui, invadendo il pavimento dell’intero salotto. La luce emessa dalle piume scemò fin quasi a dissiparsi e in un violento battito d’ali che incise le pareti della stanza, Castiel sparì.
-Cass!- chiamò Dean rialzandosi, ma l’angelo non rispose, non riapparve come aveva sempre fatto in passato ad ogni sua richiesta di aiuto. Gabriele sospirò con fare teatrale.
-Se non temessi di rovinare il tuo bel culo, ti prenderei a calci fino ad ammaccarti le chiappe, zuccherino.- disse Gabriel con tono morbido. Si avvicinò a Dean e gli rifilò uno scappellotto sulla nuca con abbastanza forza da farlo incespicare.
-Ahi! E che cazzo, Gabriel!- si lamentò Dean, ma sentiva di esserselo meritato: non avrebbe dovuto parlare in quel modo a Castiel, soprattutto pochi istanti dopo che quest’ultimo gli aveva salvato la vita rischiando la sua… per l’ennesima volta.
Gabriel scosse il capo e stiracchiò le braccia. –Visto che sei stato tanto geniale da farmi scappare occhioni blu, sarà meglio che ti abitui alla mia presenza, dolcezza, perché né io né voi ci muoveremo da qui.- asserì, annuendo. Sam trasalì.
-Gabriel, non possiamo…-
-Potete eccome, tesorino, e lo farete. Non mi sono quasi fatto accoppare per niente, spero di essere stato chiaro.- disse in tono talmente deciso che nessuno dei presenti si sentì in vena di obbiettare. Gli occhi di Gabriel si incatenarono a quelli di Sam, il quale tremò ma non si arrischiò a dare altri segni di debolezza davanti all’arrogante arcangelo.
Gabriel sorrise lievemente, poi uscì, lasciando i presenti al tumulto dei loro pensieri.
 
L’arcangelo passò tutto il giorno seduto in veranda, dapprima sotto il sole che faceva risplendere le sue ali come migliaia di diamanti, poi sotto la luna, i cui fasci d’argento ricordavano ai cacciatori il brillare delle piume di Castiel.
Già, Castiel. Cass.
Dean non poteva impedirsi di pensare all’angelo dalle ali argentate. Ogni volta che chiudeva gli occhi, il buio delle sue palpebre ricostruiva con dovizia di particolari il corpo scolpito e slanciato dell’angelo immerso fino ai fianchi nelle acque di chissà quale laghetto di chissà quale radura. Se Dean pensava che a quell’ora Castiel poteva giacere al suolo, spezzato da Raphael nel peggiore dei modi e magari con entrambe le ali spezzate gli veniva una gran voglia di correre fuori, montare sull’Impala e correre a cercarlo.
Dean uscì sulla veranda, troppo sveglio per riuscire ad addormentarsi. A furia di pensare a Castiel gli era venuto un gran mal di testa.
-Dannazione…- borbottò, massaggiandosi le tempie con entrambe le mani.
-Nottataccia, eh, pasticcino?- disse Gabriel, con le ali distese intorno a lui a formare un cerchio protettivo e brillante dal diametro esagerato. I suoi occhi dorati, abbandonata la solita ostentata spavalderia, lo guardavano con curiosità.
-Niente affatto, pennuto.-
-Oh, ceeeeeerto, e io sono un demone. Vieni a sederti e parlami dei tuoi problemi, mon cherì.-
-Piuttosto mi taglio la lingua!-
-Piuttosto Bobby ti taglierà qualcos’altro se urli di nuovo e lo svegli.-
Dean si guardò alle spalle preoccupato, ma non avvertì nessun rumore provenire dalla casa silenziosa di Bobby. Alla fine il giovane cacciatore sospirò e si diresse verso Gabriel proprio mentre questo spostava un’ala per lasciarlo sedere, ma facendo in modo che questa fungesse da semicupola per entrambi. La luce dorata irradiata dalle piume ricordava a Dean i raggi del sole, ma la cosa lo infastidiva leggermente, anche perché gli venne naturale paragonare le ali di Gabriel a quelle di Castiel. Per Dean, non c’erano paragoni, ma non l’avrebbe mai detto ad alta voce correndo il rischio di sembrare smielato.
-Allora, tesoruccio, cosa ottenebra codesto cervello, impedendogli il tanto agognato sonno?-
-Fatti i cazzi tuoi.-
-Lui sta bene.-
Dean girò la testa così bruscamente che il suo collo scricchiolò e il cacciatore si trovò a gemere, toccandosi la nuca con delicatezza. Gabriel sorrise leggermente, ma non distolse gli occhi dalla luna ancora alta nel cielo.
-Chi ha… chi ha detto che io…- cominciò Dean, ma l’arcangelo lo zittì dicendo:
-Te lo si legge in faccia, biondino col cervello da criceto. Ti rendi minimamente conto dell’espressione ebete che hai quando guardi mio fratello, per non parlare di quando gli fissi le ali?- sbottò, perdendo del tutto la sua solita spensieratezza. Dean si zittì, consapevole che ribattere sarebbe stato solo un buon modo per farsi prendere a calci in culo.
Gabriel continuò, stavolta con maggior leggerezza: -Conosco Castiel dall’alba dei tempi; si può dire che siamo praticamente nati e cresciuti insieme. L’ho visto nascere e sbattere le ali per la prima volta. Allora la sua anima era fragile e innocente come uno dei miei dolci più buoni, ma poi… poi la guerra l’ha cambiato. Alcuni diventano soldati per scelta, mentre altri, come i Cupidi, sono gli addetti alla pace. Castiel entrò nella prima cerchia di soldati fin dalla nascita e fece il possibile per annientare se stesso per ubbidire a papà, per non deluderlo nonostante la sua totale assenza. Castiel è cresciuto cercando di accontentare Dio, facendo quello che ci si aspettava da lui. Questo non ti dice niente?-
Gabriel guardò Dean con un accenno di ilarità, ma il cacciatore non ricambiò lo sguardo. I suoi occhi di giada erano inchiodati a terra, pensierosi, perciò Gabriel ricominciò a parlare.
-Quando crebbe, Castiel cominciò a pensare, a farsi delle domande. La sua fede in Dio cominciava a vacillare e il motivo per il quale combatteva era semplicemente inesistente. Forse fu questo a spezzare definitivamente Castiel, a renderlo inerme come un burattino nelle mani degli angeli suoi superiori. Pensavo di averlo perso, sai?
-Poi, dal nulla, sei sbucato tu, piccolo umano insignificante. Castiel si è fatto in quattro per riportarti indietro, rispondendo all’ennesimo ordine impartitogli, ma quando ha iniziato a seguirti, a proteggerti travisando ogni ordine… be’, il suo cerchio di monotonia si era semplicemente spezzato. I suoi occhi hanno ricominciato a vivere e la sua Grazia… santo cielo, la sua Grazia era sempre più bella ad ogni sacrificio che compiva per salvarti o semplicemente per esserti di sostegno. Era incredibile: lui menomava la sua anima e questa appariva ogni istante più bella, forse proprio perché rattoppata. Forse chi ha un’anima intatta è orrendo proprio perché è lampante che questi non abbia mai donato un pezzo di se stesso a chi ama; o almeno, grazie al suo comportamento, Castiel mi costrinse a pensarla così. Far rinascere un angelo semplicemente respirando! Voi umani vi mostrate più sorprendenti ogni giorno che passa!-
Gabriel sorrise e batté le mani una volta, spensierato.
Dean non poteva credere alle sue orecchie. Gli sembrava di vedere Castiel tra le pieghe del racconto di Gabriel, ma era impossibile che l’ultima parte combaciasse: Cass, dargli un pezzo della sua anima? Ferirla e poi rattopparla per lui? Era un ipotesi irreale, ma per qualche motivo Dean non se la sentiva di scartarla, soprattutto se detta da un Gabriel così terribilmente serio.
-Io… Gabriel, è impossibile che…-
-Gli hai toccato le ali, vero? Lui te l’ha lasciato fare?-
Dean sbatté le palpebre, sorpreso da quel brusco cambio di argomento. Inconsapevolmente chiuse gli occhi, ricordando il tocco vellutato delle piume di Castiel sulla pelle. Cass gli aveva afferrato il polso e poi l’aveva spinto a toccare le penne come Dean aveva desiderato fare, seppur in cuor suo. Già… ma cos’era successo dopo? Da allora Castiel era diventato freddo, distante al punto che sembrava quasi riottoso a toccarlo e Dean non riusciva a capirne il motivo. Forse qualcuno poteva aiutarlo, e quel qualcuno era lì accanto a lui.
-Sì, l’ho fatto. È stato lui ad avvicinarmi alle piume.- ammise debolmente, scatenando un risolino in Gabriel.
-Ora capisco perché tutti vogliano fargli il culo! Zuccherino mio, se sapessi cosa hai fatto… aaaaaaah, l’amour!- gongolò, facendo dondolare il busto e la testa a destra e a sinistra con un’espressione ebete in volto. Dean strinse pericolosamente gli occhi.
-Che cazzo stai dicendo?-
-Sto dicendo, mio inguaribile romanticone, che tu e Castiel vi siete praticamente baciati.-
Sarà inutile specificare che la reazione di Dean fu tutt’altro che moderata: il povero cacciatore si strozzò con la sua stessa saliva e cominciò a tossire forte, il viso rosso per la mancanza d’aria e l’imbarazzo. Pregò un Dio nel quale non credeva di aver sentito male, giurandogli che se fosse stato così avrebbe cominciato ad andare in chiesa tutte le domeniche, ma ovviamente se Dio esisteva davvero, era chiaro che si divertisse più del dovuto alle spalle di Dean perché Gabriel anziché negare, rincarò la dose.
-Ooooooh, il mio Cassie Kiss è cresciuto! Dimmi un po’, l’avete anche fatto? Chi stava sopra? Non dirmi Castiel perché potrei seriamente pensare di ammazzarti solo per portarti in paradiso e rinchiuderti in una stanza piena di piccoli me che ti ridono in faccia… cavolo, questa sì che è un idea! Mi ricorda tanto quella di Crash Bandicoot, hai presente? Quando Cortex entra nella sua testa e…-
-GABRIEL, FINISCILA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
L’urlo di Dean fu fortissimo, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che generasse un effetto domino catastrofico.
-Che succede?!- urlò Bobby, lanciandosi oltre la porta con la pistola in pugno, ma si fermò così di botto sulla veranda che Sam, imbacuccato in un pigiama con su stampato un motivo di orsetti davvero comico, gli andò addosso e i due rotolarono a terra in un mare di polvere e armi alle quali pregarono di non aver tolto la sicura o sicuramente sarebbe partito il classico sparo che in tutta la sua sfiga avrebbe come minimo azzoppato uno dei presenti.
Contemporaneamente un Castiel dall’aria trafelata apparve alle spalle di Dean stringendo tra le mani una spada angelica e le sue ali sbatterono tanto forte da atterrare il più grande dei Winchester che intanto si era alzato e adesso si trovava gambe all’aria. Insomma, l’unico rimasto illeso dopo la catastrofe fu Gabriel, il quale non aveva niente da obbiettare vista l’ottima visione del fondoschiena di Sam che la situazione gli offriva.
-Cassie, che ci fai qui?- esclamò Gabriel, staccando gli occhi da Sam una volta che questi si fu rialzato. Castiel si guardò intorno perplesso, le ali ripiegate dietro la schiena che strusciavano abbondantemente sul terreno senza sporcarsi.
-Mi hai chiamato tu, Gabriel.- rispose questi, guardando Bobby che si rimetteva in piedi e lanciava la pistola a indirizzo di Dean, il quale si scansò per puro miracolo e istinto di sopravvivenza.
-IDIOTA!!! Volevi farci venire un infarto?! Eh?- ruggì il vecchio cacciatore, ma Gabriel intervenne in aiuto di Dean.
-Va tutto bene, vecchiaccio, stavamo solo scambiando due parole sulle esp…- cominciò, ma Dean gli saltò addosso così all’improvviso che le ali di Gabriel per poco non sbatterono. Il ragazzo tappò la bocca dell’arcangelo guardandolo con aria omicida, ma quello rispose leccandogli la mano, che Dean fu costretto ad allontanare con un imprecazione.
-Ma porca…-
-Guardate…-
Dean, richiamato dalla voce di Sam si voltò verso Castiel, il cui sguardo assorto era rivolto a un falco che calava in picchiata su di loro. Bobby indietreggiò, stringendo forte la pistola tra le mani, ma Gabriel si affrettò a fermarlo.
-Non ci farà del male. Aspetta.- disse, tornando a fissare suo fratello con una punta di trepidazione.
Castiel sollevò un braccio, mormorando parole che sembravano enochiane e il rapace calò su di loro sbattendo le ali poderose maculate di grigio e bronzo. Allungò gli artigli e li avvolse intorno al braccio di Castiel, ma non strinse la presa, come se avesse paura di ferirlo. L’angelo piegò un ala, subito imitato al falco che distese una delle sue per lasciarsi sfiorare dalle piume argentate in una carezza confidenziale. Era uno spettacolo magnifico, intimo, che sapeva di magnificenza e grazia. Due volatili si conoscevano, rispettandosi a vicenda nelle loro diversità. Dean sentiva il cuore scoppiargli nel petto.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Castiel si volse e lo guardò. Quel gesto bastò a riattivare Gabriel e il suo zelo.
-Non c’è niente da vedere qui, gente! Chi ha voglia di una tazza di camomilla prima di tornare a letto?- poi, rivolgendosi a Sam: -O preferisci qualcosa di più forte, zuccherino? Magari un altro tipo di dolce?-
Sam avvampò.
-Piantala!-
-Oh, sei delizioso quando arrossisci!-
-Ti ho detto di darci un taglio!-
-L’hai detto ma non lo pensi.-
-Sì che lo penso!-
-Noooo…-
-Sìììììììì….-
-FINITELA, TUTTI E DUE!!!-
Bobby li afferrò entrambi per il bavero della maglia del pigiama e della giacca e li trascinò dentro, facendo attenzione alle ali di Gabriel che rischiavano di farlo inciampare.
Dean guardò la porta socchiudersi e le figure di tre sparire alla vista prima di tornare a rivolgersi a Castiel, che intanto non gli aveva staccato gli occhi di dosso. Il rapace sul suo braccio aveva chinato il capo e chiuso gli occhi.
-Dovresti andare anche tu, Dean. Devi riposare.-
-Ma sentiti, adesso fai la mammina?-
-Non era mia intenzione.-
Castiel distolse lo sguardo da Dean, cosa che ferì il cacciatore come una ferita fisica. Dean ripensò a quello che aveva detto Gabriel riguardo suo fratello, e solo allora gli sembrò che ogni cosa, ogni pezzo di Castiel scivolasse al proprio posto. La vita dell’angelo, per quanto sconosciuta al giovane umano, era abbastanza semplice da decifrare: combattere e dubitare di se stesso e del Dio che non vedeva doveva essere stato un supplizio per Castiel, ma lui non si era mai arreso. Aveva continuato a seguire, anche se inconsciamente, degli ideali che non aveva mai tradito, difendendo fino all’ultimo non se stesso, ma l’uomo, l’opera più grande di suo Padre, e questo faceva di Castiel il più grande dei figli. Non c’era da stupirsi che Dio lo avesse resuscitato più volte in passato.
-Perché mi fissi?- domandò Castiel all’improvviso, destandolo dai suoi pensieri. Dean scosse il capo.
-No, niente.- disse, poi aggiunse: -Come mai quel rapace si comporta così?-
Castiel lanciò un’occhiata al falco assopito prima di rivolgere a Dean un inaspettato sorriso. A sorpresa, gli tese una mano.
-Vieni.-
-Cosa?-
Dean indietreggiò, ma Castiel si sporse e lo afferrò per un polso, strattonandolo verso di sé. Per poco Dean non gli andò addosso, e questo trasformò il suo stomaco in un ginnasta di atletica leggera.
-Cass, che cazzo stai facendo?- inorridì Dean appena vide che Castiel stava spingendo la sua mano verso la testa del falco. Proprio in quel momento il rapace aprì gli occhi e guardò Dean con uno sguardo di avvertimento, facendo schioccare pericolosamente il becco. Dean cercò di ritrarre la mano, ma Castiel non glielo permise.
-Stai tranquillo, avverte il tuo nervosismo.-
-No, il pennuto mi sta avvertendo che tra poco avrò una mano in meno a cui badare! Molla l’osso, Cass!-
-Ti fidi di me?-
Dean si congelò sul posto, travolto in pieno dallo sguardo intenso di Castiel. L’angelo aveva inclinato la testa in quella sua tipica e spiazzante postura da bambino innocente alla quale Dean non riusciva a resistere.
-Figlio di… e va bene, ma se questo coso mi fa un solo graffio ti prendo a calci in culo.- acconsentì infine Dean, scatenando in Castiel un sorriso ancora più largo che gli illuminò gli occhi di una nuova, bellissima luce. Dean non si accorse di essere rimasto incantato da quella visione, ma quando Castiel gli accostò la mano al becco del falco, il cacciatore si riprese.
Castiel sussurrò delle parole in enochiano e come per magia il falco strusciò la testa piumata contro il palmo di Dean. Il cacciatore era esterrefatto.
-Come ci sei riuscito?- si stupì, ma fu interrotto dal picchiettio di qualcosa di bagnato sul braccio. Dean abbassò gli occhi prima di alzarli sul cielo un attimo prima che cominciasse a venire giù un vero e proprio acquazzone.
Castiel inarcò un’ala e tanto bastò a proteggerli tutti e tre dall’acqua. Dean guardò l’angelo, il quale però osservava il falco con una sorta di muto interesse che si stava rivelando in realtà un buon modo per concentrare l’attenzione su qualcosa che non fosse Dean.
-Cass, io…-
-Va tutto bene.-
Finalmente Castiel guardò Dean e con sua grande sorpresa gli appoggiò una mano sul capo in un gesto affettuoso. Stranamente, il cacciatore non si ribellò ma al contrario chiuse gli occhi mentre intorno a loro il picchiettio dell’acqua aumentava.
Toccare le ali di un angelo equivaleva a baciarlo, aveva detto Gabriel. Dean ci pensò un attimo prima di allungare una mano e farla scivolare lungo il torace di Castiel, cingendolo infine in un abbraccio che culminò con entrambi i palmi del cacciatore appoggiati sulla base delle ali dell’angelo. Castiel sbarrò gli occhi e il falco lanciò un lungo stridio prima di spalancare le ali e spiccare il volo, lasciando Cass col braccio ancora sollevato e un’espressione inebetita sul volto.
-Dean…-
Ma Dean non parlò, limitandosi per una volta a lasciar cadere ogni freno inibitore, affondando il volto nell’incavo del suo collo per inspirare un profumo che sapeva di incenso e vaniglia.
-Non volevo capire, va bene?- soffiò sulla pelle di Castiel, facendolo rabbrividire. –Non volevo accettare che toccasse a te combattere per tutti noi, non volevo che portassi anche il mio peso. Credevo di essere in grado di cavarmela da solo ma… non mi ero reso conto che le tue ali fossero state sempre qui come ora. Non hai mai smesso di proteggermi, di coprirmi quando non me ne accorgevo. Tu hai sempre portato una parte del mio peso e io non l’ho mai capito.-
Castiel si sentì sciogliere davanti a tanta semplicità e a tanta riconoscenza. Dean aveva capito e accettava quella parte di lui che sarebbe sempre stata lì a fargli da scudo. Gli cinse i fianchi con un braccio, pensando che quel momento valeva mille ferite inferte da qualsiasi arcangelo contrario al suo silenzioso amore per un semplice essere umano. Ma per Dean, lui era solo un buon amico.
Dean non avrebbe mai conosciuto i veri sentimenti dell’angelo perché Castiel non poteva permettersi che il cacciatore lo rifiutasse, spezzandogli definitivamente il cuore. Per questo, mentre la pioggia infuriava e Gabriel scostava le tendine della cucina per scrutare fuori, una lacrima scivolò sul viso dell’angelo e l’ala che aveva lasciato ripiegata alle sue spalle cadde nel fango come un peso morto e ormai inutilizzabile.
Gabriel sentì una forte ondata di dolore provenire dalla Grazia di Castiel, un agonia talmente forte che l’arcangelo sentì le ginocchia cedergli. Gabriel si coprì gli occhi con una mano, chinando il capo sconfitto mentre a pochi passi da lui, Dean abbracciava Castiel come un fratello, uccidendolo definitivamente. Le ali di Castiel persero lucentezza e Gabriel sapeva che avrebbero concesso al loro indebolito padrone solo un ultimo volo prima di spezzarsi insieme alla sua Grazia e lasciarlo morire per un amore che era servito solo a distruggerlo nell’unico modo in cui si poteva uccidere un angelo: negandogli il suo unico e vero amore.
 
Angolo dell’autrice:
Coff, coff… va bene, qui sembra un mattatoio di angeli anziché una fiction, ma che ci volete fare, io…
Dean: un mattatoio?! Li stai facendo fuori uno dopo l’altro! E io non sono così sdolcinato!
Tomi: Dean, non costringermi a ricordarti quell’orsacchiotto di peluche che hai nel bagagliaio dell’Impala insieme alle armi…
Dean: non è un orsacchiotto, è un panda! Cazzo, ha un occhio nero! E guarda quanto è dolce lui! Fufy, dov’è papino? Dov’è papino, Fufy? Oooooooh, guarda che occhioni, sembrano due marshmallow, e io adoro i marshmallow, per non parlare della gommose e…………………………..
Tomi: Sam… dimmi che Ruby ha qualche cerbero da prestarmi…
Sam: aspetta che controllo se ne ha uno di scorta (prende il cellulare)
Ehm, dicevo? Ah sì, ebbene care lettrici, passiamo all’angolo delle offertone, a te la parola Gabriel!
Gabriel: grazie Tomi. Dunque, affrettatevi cari amici lettori, poiché l’offerta è valida solo per qualche giorno! Chi recensisce il capitolo avrà in regalo un favoloso cerbero da compagnia o un Sam di peluche e… E TU VUOI DARE IL MIO PELUCHE DI SAM IN REGALO??????? NON SE NE PARLA!! MIIIIIIIO!!!!!!
Va bene, diciamo che… insomma, avete capito, l’offerta sarà valida finché Gabriel non farà a pezzi la dispensa di orsacchiotti. Dunque, passiamo ai ringraziamenti!

sasosasosaso: come puoi vedere non c’era nessun errore di battitura, era davvero Gabriel ad esserci finito in mezzo e Sam ad urlare come un coyote rincoglionito XD beh, grazie comunq            ue del commento!
 

Blacasi: Gabriel è un genio del male sul serio, ho come la sensazione che l’abbia fatto apposta a combinare tutto quel casino, svegliando mezzo mondo e chiamando Castiel XD non si può mai dire cosa sia casuale per quel gallinaceo da strapazzo! E ne ha ancora tante da combinare! Eh sì, ti ho fatto venire un infarto per niente, Gabriel PURTROPPO è vivo e ci vuole più di un Raphael incazzato per far fuori il Dio degli scherzi. Per me lui rimane sempre il trickster, non dimentichiamocelo! Ahahahah, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e spero tanto di sapere presto cosa ne pensi! A presto e grazie ancora per la tua gentilezza!
 

xena89: no, tranquilla, Gabe è ancora vivo e vegeto, altrimenti credo che Sam avrebbe combinato un casino per riportarlo indietro in qualche modo! Che dici, ad ogni capitolo metto un’avvertenza che segnala eventuali scene da infarto? XD ci piazzo un segnale di pericolo e non ne parliamo più, anche perché penso che prossimamente le cose potrebbero… ehm… surriscaldarsi e non prometto la totale sanità mentale dei lettori XD va bene, mi aspetto più di una denuncia, o forse faccio prima a espatriare! Tranquilla, anche grazie alle tue favolose recensioni per ora la storia continuerà, e lo farà finché sarete voi a volerlo! Grazie ancora e a presto!
 
 

 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Tomi Dark angel