AMARA VITTORIA
Qualcuno stava sistemando
dei fiori nel vaso posato sul comodino di Ron.
Il fatto che fossero le due
di notte non stupì più di tanto Harry,
che in quel momento si sfregava le palpebre rimproverandosi tra sé di esser stato
sul punto di chiuderle, di caderci di nuovo.
Non
voleva, non doveva addormentarsi.
Si concentrò sui gesti pacati
di Madama Chips. Le mani delicate armeggiarono sicure
con forbici e piccoli rami di felce, fino a che la medi-maga non si accorse delle attenzioni di Harry.
“ Scusami, Potter
” sussurrò per non rompere la quiete dei degenti, “ non
volevo disturbare. ”
Harry scosse la
testa, con un triste sorriso. “ Non dormivo. ”
La donna sembrò sul punto di dire
qualcosa, poi desistette e se ne andò in punta di
piedi tra le due file di letti. Letti che ospitavano da
troppi giorni le stesse persone.
Harry lo
sapeva: era ancora dispiaciuta per aver dovuto dare a lui e ad
Hermione quelle notizie tutt’altro
che positive sulla salute di Ron.
“ Che razza di
Natale! ” si sfogò con amarezza Harry.
Mai lo avrebbe immaginato in quelle tinte
fosche, il ritorno ad Hogwarts
dopo la distruzione di Voldemort. Soprattutto, mai
avrebbe pensato di dover notare in se stesso una paura ancora maggiore di
andare incontro al sonno. Dopo gli ultimi tre anni passati a temere di
svegliarsi e scoprire di aver attaccato i suoi amici…dopo gli innumerevoli
incubi che avevano riguardato i suoi genitori, Sirius…
Era Natale, e proprio quel Natale che avrebbe dovuto essere doppiamente festeggiato, sarebbe stato
il più triste di tutti.
Gli si era
stretto il cuore in una morsa, quando due notti prima aveva dovuto assistere
alla crisi di Hermione. Si trovava nello studio di Lupin, quando la McGrannitt aveva
mandato a chiamarlo. Dopo una notte di totale incoscienza e delirio – in cui
era caduta ancora prima di esser liberata – Hermione si era svegliata in preda ad incubi
angoscianti. Sapendo che descriverglieli non avrebbe potuto aiutarla, Harry l’aveva abbracciata, ripetendo senza sosta. “ Sono qui…sono qui. ”
L’aveva vista calmarsi solo dopo averla
tenuta abbracciata per più di un’ora.
Tom Riddle era solo un ricordo…ma i dolori che straziavano il
suo corpo, così come quello di Ginny, quelli erano
terribilmente reali, e portavano il marchio della follia di Malfoy
e di MacNair.
“ Resta qui, stanotte. ” l’aveva pregato
lei, asciugandosi in fretta le lacrime, dominandosi perché i suoi singulti non
svegliassero Bill.
“ Resto qui, Hermione.
”
Per superare l’ennesima nuova ondata di angoscia portata da quel ricordo, Harry
aprì quasi meccanicamente il biglietto pinzato al mazzo di fiori destinato a Ron. “ Hai cantato
forse per l’ultima volta come fenice, ma non importa se non dovessi confermarti
un Animagus. Sei la migliore fenice che abbia mai incontrato. ”
Era firmato Ninfadora.
Tonks era
tornata ad Hogwarts.
Nessuno l’aveva vista andare via, e Tonks si era limitata a lasciare un messaggio scritto nella
mantella logora di Minerva McGrannitt, quando uno
dopo l’altro tutti erano ritornati nella Sala Grande. Fanny e Ron li avevano guidati non senza difficoltà attraverso
l’unico varco possibile, ma fare ritorno al castello si era rivelato ancora più
difficile.
Tonks si era
guardata attorno colta da lunghi brividi. Coloro che
tornavano erano la metà di quelli che si erano ritrovati in quella dimensione,
come prigionieri o salvatori. La metà.
Il groppo in gola non l’aveva lasciata
respirare per un paio di secondi.
Silente era morto. Kingsley
era morto.
Madama Chips
li stava coprendo con un lenzuolo. Tonks non ce l’aveva fatta, proprio non era riuscita a restarsene lì,
aggredita dai freschi ricordi della battaglia, dal folle ghigno di Voldemort nel momento in cui aveva deriso Silente per
l’ultima volta…al corpo di Kingsley tra le sue
braccia.
Se ne era andata,
senza avere una meta se non il “più lontano possibile”.
Egoista…e codarda, anche. Non era stata in grado
neanche di affrontare i ricordi. Che importanza aveva l’essere stata lei a immobilizzare Lucius Malfoy e a permettere la sua cattura? Era riuscito comunque a strappargli Kingsley.
Fu grata a se stessa per non aver ceduto
del tutto allo sconforto e alla mezza idea di fare una
visita al detenuto Lucius Malfoy.
Ora che l’ondata di pazzia se n’era andata, si rendeva conto che in quel modo
avrebbe fatto solo il gioco del Mangiamorte. Gli avrebbe dato occasione di vederla soffrire una volta di più,
avrebbe schernito Kingsley una volta di più.
No, non c’era andata e aveva fatto bene.
“ Tonks. ”
La giovane Auror
strinse le mani a pugno e si allontanò dalla finestra del corridoio. Harry era a pochi passi da lei, gli occhi verdi infiammati
dalla stanchezza e dalla preoccupazione…non molto diversi dai suoi, quindi.
“ Ciao, Harry.
”
“ Cosa significa
questo biglietto? Te ne andrai di nuovo? ”
Tonks diede le
spalle alla fredda notte invernale. “ Forse no, questa volta no ”.
Per lunghi istanti i due rimasero in
silenzio.
Poi Harry
inspirò a fondo. “ Mi dispiace, Tonks ”. Aveva le
lacrime agli occhi. “ Mi dispiace per Kingsley. ”
Prima di rendersene veramente conto, Tonks ebbe tra le braccia il bambino sopravvissuto. E in quel momento era davvero poco più di un bambino, puro
come un bambino.
“ Non sono puro, Tonks.
” sussurrò lui, interrompendo l’abbraccio.
Legimanzia…
“ Harry, tu mi
hai…letto nel pensiero. ”
Il ragazzo non diede importanza alla sua
osservazione. “ Sono tutt’altro che puro. ”
“ Su questo ti sbagli, Harry. ”
“ Tonks, hai
visto quello che stavo per combina…”
“ Io ti ho visto prendere la bacchetta
di Silente e liberarci tutti da Voldemort. ”
“ Dimentichi di avermi visto usare la Cruciatus sui Malfoy…e di avermi visto
riempire la Stanza del Velo di tutte quelle Ombre. Unicamente per vendicarmi. ”
“ Le tua parole
dimostrano che hai capito l’errore. ”
“ Se fossi certo di averle
volute trattenere per loro, Tonks…per dare a quelle
Ombre una seconda possibilità, ti darei ragione. Ma io
volevo ancora che distruggessero i Mangiamorte, che
li ingoiassero tutti. Volevo che soffrissero, e lo voglio
ancora. ”
“ Forse volevi ancora di più che alcune
di queste Ombre restassero con te…o sbaglio? ”
Harry fissò il
manto plumbeo che oscurava la luna. “ Anche Kingsley meritava questa possibilità…”
Tonks scosse la
testa. “ Sapevamo tutti a cosa andavamo incontro, Harry.
Kingsley è stato uno dei migliori Auror,
e lui vi voleva liberi. ”
Harry distolse
da lei uno sguardo ancora più umido.
Tonks gli prese
il mento, spingendolo a voltarsi. “ Guardami. Harry,
guardami. Kingsley ti stimava. E
se ora tu potessi richiamare la sua Ombra da quell’Arco,
sarebbe lui a dirtelo. Credi di averlo deluso? ”
“ No, fortunatamente non mi ha visto nel
momento in cui usavo la Crucia…”
“ Harry! ” Tonks lo scosse. “ Nessuno di noi, vivi o morti, ti incolperà mai per quello che hai fatto. ”
“ Questa volta è stato diverso, Tonks. Non ero posseduto da Voldemort,
in quel momento. Quell’odio era tutto mio. Tutto…mio.
”
Cercò di nuovo il suo abbraccio, e Tonks glielo offrì. Lo accolse come una sorella, come aveva
fatto quel giorno al cimitero, davanti alle lapidi dei suoi genitori.
“ Quell’odio
lo hai messo da parte, lo hai confessato a Silente, ti ho sentito. Nessuno ti
condannerà mai, non farlo tu stesso. Le tue energie usale per stare accanto a Hermione e a Ron. ”
Restarono abbracciati a lungo.
Tonks percepì
alle spalle i passi zoppi del custode Gazza e quelli felpati della sua Miss Purr. Percepì voci lontane e indistinguibili, sentì il
verso di una civetta dalla torre dei Grifondoro.
Infine, Harry si
scostò da lei. “ Parlami di lui, Tonks. ”
“ Parlarti di…”
“ Parlami di Kingsley.
”
Rimase per un attimo
interdetta, poi il ricordo le diede la forza di sorridere.
“ Ci siamo conosciuti durante una
punizione, al mio primo anno del Master da Auror. Anche lui doveva scontare una punizione, ma dal suo sguardo
qualcuno avrebbe potuto dire che lui fosse quello che mi stava punendo.
“ Diceva sempre che un giorno o l’altro mi
sarei cacciata in seri guai, e che lui avrebbe dovuto
pararmi il culo...Sì, beh…non usava parole simili,
lui. Non so dirti come mi considerasse, e non mi
importava. Lui c’era per me, sempre. E non solo per
proteggermi dai Mangiamorte o da me stessa.
“ Ricordi quando Caramell
e la Umbridge pensavano di
aver incastrato Silente? ”
Harry annuì,
come avrebbe potuto dimenticare gli attimi di terrore in cui Silente aveva
quasi pagato cara la fiducia che riponeva in lui? L’ES era stato scoperto, e
lui se ne era assunto la piena responsabilità,
consegnandosi ad una vita di fuga dal Ministero.
Mentre Caramell
e la Umbridge accarezzavano
l’idea di poterlo arrestare, il Preside si era smaterializzato, ma solo dopo
averlo affidato alla McGranitt…e a Kingsley.
“ Io e Kingsley dormivamo a Grimmauld Place, in quei giorni. Quando
sentii sbattere la porta con violenza, ero sola in casa. Kingsley
se ne andò in salone e ignorò le urla della madre di Sirius. Non ricordo di averlo mai visto così furente. ”
“ Era furioso con noi dell’ES, vero? ”
“ No, Harry.
Tutte le imprecazioni che non gli avevo mai sentito
dire le mise tutte in quel suo sfogo, ma non contro voi ragazzi. Quando lo convinsi a parlare con me, immagino che a Caramell saranno fischiate parecchio le orecchie.
“ Sai cosa disse, Harry?
”
Il ragazzo non riuscì a rispondere nulla,
il magone lo bloccava.
“ Disse che comprendeva perché Silente
riponesse in voi tanta fiducia. Disse che sareste diventati degli ottimi Auror, se solo questa guerra fosse terminata e voi aveste
avuto la possibilità di applicarvi. Disse che Silente poteva sembrare a molti
un ingenuo, ma che ancora una volta aveva visto giusto. ”
Harry deglutì,
la voce di Silente che gli sussurrava nella mente appena prima di spegnersi.
“ Kingsley era
fatto così. Quello che ti disse in quel bar babbano, il giorno che ti accompagnammo a visitare le
lapidi dei tuoi e poi a Privet Drive…quelle parole
non erano dettate dalla rabbia. Ti stimava, e voleva scuoterti. Con me
ormai aveva quasi rinunciato…” terminò Tonks con un sorriso.
“ Non credo, Ninfad…Tonks. ”
“
Vai da loro, Harry. Insieme siete
la vostra forza. ”
“ E tu che
farai? ”
La giovane Auror
recuperò una delle sue espressioni più buffe. “ Mi toccherà andare dalla
Preside. A quanto pare sono stata convocata…Io ho
paura di quello studio. Ci sono troppe cose che potrei rompere da un momento
all’altro! ”
Si salutarono davanti alla porta dell’infermeria,
e quando Harry rientrò, affiancò subito il letto di Hermione.
Si chiese se avesse interpretato bene una della parole di Tonks, a proposito
di quello che Kingsley doveva provare per lei. Quei
due erano amici, ma forse avevano custodito nella segretezza del loro cuore
sentimenti reciproci via via più profondi. Proprio come, per anni, era accaduto a lui ed Hermione.