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Autore: PrincipessaLes    14/12/2012    5 recensioni
Dominique ha 14 anni ed un grosso problema: il suo carattere impulsivo e vivace non corrisponde alle aspettative della madre e della nonna. La sua vita è diventata una continua lotta, ma, in questa guerra ha un'alleata preziosa, la sua zia Gabrielle. Riuscirà Dominique a far valere le sue ragioni?
La storia ha partecipato al contest "Non sono mio padre! Non sono mia madre!" indetto da Teresa.Elisir 86 sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Dominique Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Buonasera bella gente!!!
Due parole su questa storia: questa one-shot ha partecipato al contest "Non sono mio padre! Non sono mia madre!". Il contest era dedicato alla nuova generazione e il/la protagonista della storia doveva essere messo in una condizione tale da pronunciar ela frase che dà il tiolo al contest. La protagonista della storia è Dominique Weasley e la storia si basa su un preciso prompt: intelligenza.
Nel testo ho utilizzato dei termini francesi, di cui inserirò per correttezza la traduzione nelle note dell'autrice, in fondo alla storia.
Detto questo, vi auguro buona lettura e spero sia di vostro gradimento.



“Ninì! Dove sei? È ora di rientrare.”
Sentendo la voce della zia che la chiamava, Dominique sospirò. Quel pomeriggio di perfetta tranquillità era finito…
Si avviò verso la caletta dove avevano lasciato tutte le loro cose, trascinando stancamente i piedi nell’acqua e nella sabbia della battigia.
“Non fare così, Ninì. Cos’è quella faccia scura? Non ti sei divertita oggi?”-le chiese la zia, mentre le veniva incontro.
“Certo, tata Elle, mi sono divertita molto, questo pomeriggio.”-rispose Dominique, sospirando di nuovo.
Gabrielle notò subito il modo in cui la ragazzina aveva enfatizzato le ultime due parole. Sapeva benissimo cosa intendeva dire. Si era certamente divertita quel pomeriggio, ma sapeva che si sarebbe divertita molto meno, una volta rientrata a casa dei nonni.
 
Da bambina, Dominique attendeva con impazienza le vacanze estive, per poter andare dai nonni e, quando le vacanze finivano, non voleva mai tornare a casa. Le piaceva stare dai nonni: era molto legata alla nonna Apolline, che la coccolava e la viziava, adorava il nonno, che la faceva divertire e stravedeva per la zia Gabrielle, che, al contrari di sua madre, non sottolineava i suoi difetti e valorizzava i suoi pregi.
Con il passare del tempo, però, le cose erano cambiate. Dominique era molto diversa dalla sorella Victoire e, crescendo, questa differenza era diventata quasi un vuoto incolmabile. Victoire era una ragazzina seria, posata ed elegante e queste caratteristiche l’avevano resa la “cocca” della madre, che, forse in conseguenza a questo, era diventata sempre più critica nei confronti di Dominique.
Forse proprio in risposta alle sue critiche, Dominique aveva deciso di ribellarsi, sviluppando sempre più quelle caratteristiche che alla madre davano più fastidio. Crescendo, era diventata una ragazzina simpatica ed intelligente, ma anche molto vivace e dispettosa, insomma,  un vero e proprio “maschiaccio”, o, come la chiamava affettuosamente nonno Jacques, una piccola “gamine”.
Questi tratti del suo carattere, purtroppo, però, non erano mai piaciuti nemmeno alla nonna Apolline, che, di conseguenza, aveva cominciato a sottolineare ogni suo più piccolo errore o imperfezione, paragonandola sempre più spesso alla sorella e ricordandole in continuazione che sua madre non si sarebbe mai comportata così.
Inizialmente, nonno Jacques, che le era molto affezionato, la difendeva sempre, ma, con il passare del tempo, si era affezionato sempre di più al piccolo Louis, l’unico nipote maschio, e riservava sempre meno attenzioni a Dominique, che si sentiva spesso lasciata in disparte.
L’unico legame che non era mai cambiato era quello con Gabrielle, la sua adorata “tata Elle”, come la ragazzina la chiamava, usando lo stesso nomignolo affettuoso che aveva imparato da bambina.
 
“Non fare così, chèrie.”-cercò di consolarla Gabrielle-“La nonna ti vuole bene, lo sai, l’unico problema è che…”
“Che per lei sono una completa delusione, come per la mamma, del resto.”-completò Dominique, sospirando.
Dominique era sull’orlo delle lacrime. Solo con la zia riusciva a parlare di questo suo “problema”, ma quasi mai riusciva a spiegare quanto ne soffrisse in realtà. Fingeva di non esserne toccata, ma, in realtà, le faceva male dover combattere in continuazione questa guerra sfiancante contro la madre e la nonna, due tra le persone a cui voleva più bene in assoluto. A volte, pensava di odiarle, ma, in realtà, non avrebbe mai potuto smettere di provare affetto per loro, e proprio per questo soffriva molto.
 
La prima volta che ne avevano parlato, Gabrielle era rimasta colpita da quei ragionamenti, che le sembravano incredibilmente profondi per una ragazzina dell’età di Dominique.
Del resto, Dominique, nonostante il suo carattere vivace e frizzante, era sempre stata molto riflessiva. Forse non era la ragazzina elegante e posata come la sorella, ma non per questo meritava tutti quei rimproveri. No, Dominique meritava più complimenti che rimproveri, meritava che i suoi pregi fossero valorizzati.
Suo padre diceva sempre che era come un terremoto, aveva un’energia inesauribile e la sua prorompente voglia di vivere era contagiosa. Proprio per questo, andava molto d’accordo con i suoi cugini James e Fred, che erano sempre stati due piccole pesti e, crescendo, erano diventati dei combina guai impenitenti.
Ma Dominique non era solo una ragazzina vivace e combina guai. In realtà, anche se era quasi sempre in compagnia dei due cuginetti e con loro si trovava molto bene, crescendo aveva sviluppato altri lati del suo carattere, che la rendevano molto differente da loro. Ginny diceva sempre che Fred e James non erano capaci di stare tranquilli nemmeno quando dormivano. Dominique, invece, pur essendo vivace come loro, a volte trovava dei momenti di calma.
“Se vuoi vedere Dominique ferma e tranquilla per più di cinque minuti, dalle in mano un libro.”-diceva sempre Bill.
Effettivamente, Dominique adorava leggere e, quando prendeva in mano un libro, si perdeva in un mondo tutto suo, da cui non avrebbe mai voluto uscire. No, lei non assomigliava più così tanto ai due “nuovi Malandrini”(così li aveva soprannominati Harry). Tra tutti i suoi cugini, quella con cui ora aveva più affinità era la piccola Rose. Non era un caso che appartenessero alla stessa casa ad Hogwarts. E nessuno aveva trovato strano il fatto che fossero state smistate entrambe a Ravenclaw, la casa che accoglieva “svegli e pronti di mente”.
 
Sì, Ravenclaw era la casa adatta a Dominique, che era una ragazzina incredibilmente brillante ed intuitiva, ma anche curiosa e desiderosa di scoprire sempre cose nuove.
Dominique non si accontentava mai di quello che sapeva, voleva sempre conoscere qualcosa in più, perché ogni cosa nuova che scopriva le mostrava l’immagine di cento altre cose che non conosceva. La sua sete di conoscenza era incredibile, aumentava ogni giorno di più e ogni giorno le permetteva di allargare ancora i suoi orizzonti, di aggiungere una nuova pennellata di colore al quadro delle sue esperienze.
Dominique aveva tanti pregi, ma, sicuramente, la sua mente “acuta e sensibile” era quello più evidente. Gabrielle era sicura che proprio questa sua qualità l’avrebbe aiutata a realizzarsi nella vita, guadagnando tutta l’ammirazione che meritava.
Dominique  era destinata a grandi cose, ma non lo sapeva ancora. Doveva solo trovare la sua via e avrebbe raggiunto magnifici traguardi. Quando ciò sarebbe successo, sicuramente sua madre e sua nonna sarebbero sicuramente rimaste stupite più di chiunque altro.
Forse non sarebbe mai diventata raffinata, elegante  e posata come la sorella, ma cerano mille altre cose per cui avrebbe potuto suscitare l’orgoglio della sua famiglia. Era come una farfalla, anzi una crisalide, strettamente chiusa nel suo bozzolo. Bisognava solo avere la pazienza necessaria per aspettare il momento in cui questo si sarebbe rotto per lasciar uscire quel capolavoro che la Natura aveva silenziosamente costruito per così tanto tempo.
Sì, Gabrielle lo sapeva, lo sapeva da sempre. Dominique non era sbagliata, era solo diversa, anzi no, era speciale e un giorno tutti quanti l’avrebbero capito.
“Non devi dire così, Ninì. Forse, ora sei diversa da quello che loro si aspettano, ma sono sicura che un giorno darai loro un motivo per essere fiere di te. Tu sei speciale, Ninì, non dimenticarlo mai.”
 
“Raccogli quei capelli, Dominique, o finiranno per entrare nel piatto mentre mangi. Perché devo sempre ripeterti le stesse cose? Sono stufa, sai, a volte, mi sembra di parlare con il muro.”
Dominique sospirò. Ogni giorno sentiva sempre gli stessi rimproveri e gli stessi commenti sferzanti da parte della nonna. E ogni volta doveva sforzarsi per non rispondere a tono. Era difficile, ma sapeva che non poteva permettersi di litigare per ogni singola frase. Inizialmente, non riusciva a trattenersi, ma poi aveva capito che ogni risposta non faceva altro che peggiorare la situazione.
“Insomma, maman, non capisco perché tu debba trattare sempre Ninì come una bambina piccola. Forse non te ne accorgi, ma lei ci sta male.”
Ancora una volta, Gabrielle cercava di difenderla. Solitamente, però, questi suoi tentativi ottenevano scarsi risultati.
“Ci sta male? Io non penso proprio che sia così. Del resto, sembra quasi che si diverta a provocarmi.”
“Non è vero!”-intervenne Dominique, stanca di subire in silenzio-“Io non mi diverto a provocarti, anzi non ti provoco affatto. Tu dici che, crescendo, io sono peggiorata, sono diventata ribelle e disobbediente…ma tutto questo non è vero. Io non sono per niente cambiata, sono sempre la stessa, faccio le stesse cose che facevo prima. Non sono diversa, eppure mi sembra di essere sbagliata…”
Dominique era sull’orlo delle lacrime. La nonna cercò di intervenire, ma lei la zittì con un gesto nervoso.
“ No, lasciami parlare. Ti devo ascoltare tutti i giorni, quando mi rimproveri e mi paragoni a mamma o a Vic. Ti ascolto sempre, ma ora sarai tu ad ascoltare me. Mi rimproveri continuamente: non sono abbastanza femminile, mi comporto come una selvaggia, mi vesto come un maschiaccio…è sempre la stessa solfa! Io ti voglio bene, nonna, ma non ce la faccio più. Non ce la faccio più a sopportare questo clima, mi sembra di essere continuamente in guerra e io non voglio stare in guerra con una persona a cui voglio così tanto bene!”
 
Gabrielle rivolse uno sguardo stupito alla nipote. Non pensava che avrebbe mai trovato il coraggio di dire quelle cose. Ormai, si era abituata a soffrire in silenzio. Eppure, quel giorno si era confidata completamente con lei, come non aveva mai fatto. Forse, era proprio grazie a questo che aveva trovato la forza di mettere la parola fine a quella continua lotta.
Doveva armarsi di molta pazienza e forza d’animo, se voleva riuscire ad ottenere dei buoni risultati da quella discussione.
Dominique aveva tante buone qualità, ma doveva ancora imparare a valorizzarle. Era certamente molto diversa dalla madre  e dalla sorella, ma non per questo aveva meno pregi di loro.
Dominique era una ragazzina fiera ed orgogliosa e poteva puntare molto in alto. Doveva solo trovare il coraggio per farlo, come le aveva detto una volta suo padre, paragonandola all’aquila, animale simbolo della sua Casa, Ravenclaw.
“Pensa al simbolo della tua Casa, l’aquila. Le aquile volano molto in alto ed anche tu puoi farlo. Tu sei come una giovane aquila, che può volare molto in alto, ma non ha ancora trovato il coraggio necessario per provarci. Devi cercare il coraggio dentro di te, Dom. Apri le ali e spicca il volo, stupirai tutti quanti.”
 
“Non vuoi stare in guerra con una persona a cui vuoi bene? Neanch’io lo voglio, Dominique. Eppure, è proprio perché ti voglio bene che, ho cominciato questa guerra, come la chiami tu. Forse, a volte, ti rimprovero in maniera esagerata, ma lo faccio per te, per il tuo bene, perché voglio che tu diventi una persona perbene.”
La voce della nonna si era addolcita, ma quell’ultima frase non piacque per niente a Dominique. La ragazzina avrebbe voluto ribattere, risponderle a tono ancora una volta, ma sapeva che avrebbe rischiato di rovinare tutto. Fortunatamente, Gabrielle intervenne al posto suo.
“Una persona perbene? E chi è secondo te una persona per bene? Ninì è una ragazzina educata, saluta sempre tutti, è gentile con le persone anziane e non alza mai la voce più del necessario. Secondo me, questo le basta per essere considerata una persona perbene, tu che ne pensi?”
Dominique sorrise. Quella domanda aveva lasciato completamente spiazzata la nonna. Per la prima volta, la vedeva esitare, incerta sulla risposta da dare. Anche quando, finalmente, trovo una risposta, aveva un tono insicuro, come se avesse paura di sbagliare.
“Certo, non si può dire che Dominique non sia una brava ragazza. Però, a volte, mi sembra che non si renda conto dei propri errori. Sono errori che potrebbero essere facilmente perdonati, se lei li notasse se avesse…se avesse il senso del limite…”
Questa volta, Dominique non riuscì a trattenersi.
“il senso del limite? Quindi, tu pensi che io sia una persona sguaiata, forse persino volgare, solo perché a volte non riesco a nascondere gli aspetti più irruenti del mio carattere o perché esprimo sempre quello che penso senza preoccuparmi della convenienza? Certo, forse questo può essere considerato un errore, ma potrei imparare a correggerlo, se mi venisse fatto notare con più delicatezza.”
Dominique non riusciva più a contenere la rabbia e la frustrazione che aveva accumulato per giorni. Mentre diceva queste cose, sentiva le lacrime sgorgarle dagli occhi a fiumi e scorrerle lungo le guance.
“ E, comunque, sono veramente stanca di essere sempre paragonata  a mia sorella e, soprattutto, a mia madre. Mia madre alla mia età non avrebbe mai osato comportarsi così, quante volte me l’hai ripetuto. Ormai, conosco a memoria questa storia. Io forse sbaglio a comportarmi così, a rifiutare ostinatamente di ascoltare i tuoi rimproveri e i tuoi consigli, ma anche tu sbagli. Sì, tu fai un grosso errore pensando che io possa e debba comportarmi sempre nello stesso modo in cui si comportava mia madre. Perché, forse, tu non hai ancora capito una cosa molto importante su di me: io NON SONO MIA MADRE!”
Pronunciò quelle ultime parole in un impeto di rabbia, picchiando un pugno sul tavolo. Poi, si alzò di scatto, con tanta forza da far ribaltare la sedia e si precipitò su per le scale, nella sua stanza, con le spalle scosse dai singhiozzi.
La nonna si alzò a sua volta, decisa a seguirla, per parlarle  e cercare di chiarire la questione, ma Gabrielle la fermò.
“Voglio parlarle, Elle. Ho capito di aver sbagliato e voglio parlarle, voglio chiarire tutto. Sento che devo porgerle le mie scuse e…”
“È più che giusto, maman”-commentò Gabrielle-“Ma non ora. Ti scuserai più tardi. La cosa migliore che possiamo fare, ora,  è lasciarla sola. Diamole il tempo per calmarsi e riflettere e tutto si sistemerà. Domani parlerete con calma. Ora è meglio non parlarne. Si è liberata di un grosso peso, ma è troppo presto per discutere di questo. Devi solo avere pazienza, vedrai che il tempo aggiusterà tutto. L’importante è che tu tieni sempre a mente CHI è Ninì, perché lei è speciale per quello che è.

Note dell'autrice

Come dicevo nell'introduzione, ho usato alcuni termini francesi. Il primo, il nomignolo con cui Dominique si rivolge alla zia(tata) è un vezzeggiativo del termine "tante"(zia), in italiano si potrebbe tradurre come "zietta." Il termine gamine, invece, significa monella.
Nella descrizione di Domonique sono presenti alcune frasi tra virgolette (svegli e pronti di mente, mente acuta e sensibile) . Queste frasi sono tratte dalle canzoni del Cappello Parlante, nelle parti in cui descrive la Casa di Dominqiue, Ravenclaw.
Penso di aver spiegato tutto cio che c'era da spiegare, ma, per qualsiasi dubbio, chiedete pure
Vi ringrazio per aver letto e spero che la storia vi sia piaciuta.

Di seguito riporto i giudizi del contest a cui la storia ha partecipato:


4° Classificata:

La guerra di Dominique
di pinklizzy94


Stile: 9,5/10
Trovo il tuo stile bello, ma la fanfic in alcuni tratti va a rilento, ritengo comunque che non rovinino il corso della storia per questo ti ho tolto solo 0,5 punti.

Originalità: 20/20
Dominque un maschiaccio: è la prima volta che lo sento, o meglio leggo! XD Trovo anche originale il fatto che sia ambientata in Francia a casa della nonna materna!
Complimenti

Caratterizzazione dei personaggi: 13,5/15
Dominque è caratterizzata benissimo. I suoi punti di vista, il suo modo di comportarsi, il suo lato Ravenclaw, e anche la sua complicità con sua zia!
Ti ho tolto 1,5 punti perché avresti potuto caratterizzare meglio Gabriell e la madre di quest'ultima! Nonostante ciò non ho voluto toglierti 2 punti perché la nonna, nonostante potesse essere più studiata, risalta parecchio le caratteristiche di Dominque.

Gradimento personale: 4,8/5
Nonostante mi piaccia il fatto che la fanfic tratti di una Dominque completamente diversa da come viene normalmente descritta e che sia tutto ambientato in Francia, il finale mi ha lasciato con un punto interrogativo.
Complimenti comunque perché oltre ad essere diversa Dominque mi sembra davvero umana, con tutti i suoi dubbi e quella rabbia che esplode solo verso la fine.

Punti Bonus: 2/2
Hai valorizzato la parola intelligenza.
Complimenti

Totale: 49,8/52 










  
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