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Autore: Peroniana    14/12/2012    1 recensioni
Il primo impatto con ff non è stato dei migliori:cercavo delle idee per dei personaggi fantasy e me li ritrovavo sempre davanti!a un certo punto mi son detta: e se facessero davvero parte di una storia fantasy? ed ecco che parte la ricerca del cattivo di turno, un essere avvolto dal mistero che viene chiamato il Sagittario. le sue malefatte hanno messo in ginocchio alcuni regni, tra cui quello di Nèalbadh, luogo in cui fa ritorno il protagonista: lo stregone, Cloud!
la trama non ha nulla a che vedere col gioco e alcuni personaggi sono stati davvero stravolti (per favore non odiatemi!). le "vicende narrate" partono 150 anni dopo la fine di una mia storia (originale) rigorosamente fantasy. spero di riuscire almeno ad incuriosire, buona lettura! ^_^
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Un po' tutti, Zack Fair
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Capitolo 6 – Preludio. Il maltempo perdurò diversi giorni. Quando il cielo è così grigio emana una freddezza quasi opprimente. Angeal era in piedi di fronte ad una delle enormi finestre del castello, i vetri erano decorati da semplici rombi col bordo nero e circondate da quelle mura dalla tonalità leggermente più scura del cielo di quel pomeriggio. Guardava l’orizzonte con le braccia incrociate e sospirava ripetutamente. “Sir Angeal.” lo richiamò, stranamente titubante, Yuffie (di solito attirava l’attenzione in maniera molto più euforica). L’uomo si voltò, sforzandosi di sorridere, ma senza grandi risultati “allora, com’è andata?” “nel modo peggiore, naturalmente.” “l’ha condannato a morte?” La ragazza fece cenno di no. “e quindi? Cosa ha deciso il re?” “di assumerlo.” “COSA? Ma è impazzito?! Ha davvero intenzione di armarlo?” “n-no…non subito.” Angeal si avvicinò alla principessa, i suoi passi marziali rimbombavano nell’enorme stanza illuminata da un camino acceso “come sarebbe a dire? Che ha in mente di fare??” Le fiamme sembravano agitarsi all’ingrossare della sua voce. “Addestrarlo.” Rispose atona la fanciulla. Nel vedere la perplessità crescere nelle movenze del Capitano Generale, puntualizzò “sarò io a farlo.” Il silenzio che seguì per alcuni secondi era pieno di commenti censurati. Dopodiché, Angeal scoppiò in un gran riso “voi lo addestrerete?? Ahahahahah!!!! Ma davvero?? Questa sì che è una situazione insolita!! Ahaha!!” “dite pure ‘imbarazzante’. Credo sia questo il termine esatto.” E incrociò le mani al petto sbuffando. “Come…hahha…come gli è venuta un’idea del genere?” “E’ per colpa di quella stupida Lacrima! Dice che sarebbe un ottimo acquisto in tempi…” “…difficili come questi. Sìsì…lo immagino. Bhè…effettivamente non ha tutti i torti. Spero che almeno non gli conceda subito la sua arma.” “No…almeno questo… Dovrà prima completare il suo addestramento e giurare fedeltà al nostro regno.” “Non mi sorprende che abbia scelto proprio voi, principessa Yuffie: saprete sicuramente tenerlo a bada. ” trattenere un’altra risata fu davvero difficile! La ragazza batté i piedi a terra in preda ad una crisi di nervi che terminò col solito broncio e le braccia incrociate al petto. Non ce l’aveva con Angeal, ma con la decisione di suo padre: aveva idea di cosa potesse significare per lei passare ore e ore con…quel…Vincent (era riuscita a sapere il suo nome)? Una persona così sgradevole, che le urtava il sistema nervoso al solo sguardo? No, non l’aveva. Quando mise da parte le sue preoccupazioni, si concentrò su Angeal: erano passati alcuni giorni, precisamente da quando i suoi figli avevano fatto ritorno, in cui aveva un po’ perso la sua pacatezza. Lo sentiva distante, gli pareva perfino triste e tutte quelle sue congetture avevano trovato conferma proprio qualche minuto prima, quando lo aveva visto fermo alla finestra a fissare l’orizzonte. Già…’fermo’, non era certo da Angeal stare senza far niente! Ad ogni modo, sentirlo ridere rallegrò anche il suo spirito. Yuffie non poteva sapere della notizia che aveva ricevuto dai suoi figli al loro ritorno: avevano trovato la tomba…quella tomba! Per quanto la donna fosse morta da anni, il ricordo della sua scomparsa portava in sé infinita tristezza nel cuore del Capitano Generale ma, almeno per ora, lo lasciò in pace. Alla spiaggia, Zack si allena e tira un fendente verso il mare. Sulla lama dell’arma vi è incastonata una Lacrima dell’ Essenza del Fulmine, quindi, diventa essa stessa un fulmine e, quando il colpo viene inferto, questa luce ‘rumorosa’ divide letteralmente le acque e si propaga per molte molte molte molte molte…miglia. Zack si sorprende dell’effetto quasi catastrofico del suo potere. “Devi imparare a controllarlo, altrimenti è inutile, Zack.” “Cloud! Ma buon giorno! Mi stavo giusto chiedendo quando avessi intenzione di farti vivo, pelandrone!” Lo stregone si avvicinò al fratello strofinandosi gli occhi con aria assonnata “dah…sto dormendo malissimo…quel poco che dormo.” “ahah! Questa storia dell’astro-qualcosa ti sta uccidendo.” “non più di certe notizie…” Lo sguardo di Zack si fece attento “hai novità su quel Vincent? Gira voce che sia stato scagionato, il popolo è incazzato ner…” “il re ha intenzione di arruolarlo nel proprio esercito.” La notizia lasciò il guerriero senza parole, cosa più unica che rara. “intendi…addestrarlo?” “è per via della sua arma di Lacrima.” “credi che me ne debba occupare io o nostro padre?” “no… E qui arriva il bello…” la curiosità di Zack era alle stelle. “sarà la principessa Yuffie ad addestrarlo.” “Pfhuahuahahahhahahaha!!!!!!” fu il commento di Zack, si piegò in due dalle risate e non gli riusciva di smettere. “…effettivamente….ahahaha….non ci sono punizioni peggiori..ahahah!!!” Cloud era divertito dallo ‘sbellicamento’ del fratello, pareva si fosse risvegliato in quel momento “è stato anche condannato ai lavori forzati…ma questo sembra essere quasi irrilevante!” Zack stava riprendendo fiato e si asciugava le lacrime “bene…grazie a te…vengo a sapere sempre belle notizie!” “Anch’io vorrei venire a sapere qualche bella notizia, di tanto in tanto.” li interruppe una terza voce alle loro spalle. “Buon giorno, principessa Tifa.” Si sbrigò a inchinarsi Zack. La principessa raggiunse i due ragazzi sollevando la sabbia della spiaggia a ogni passo: sembrava che camminasse sulle nuvole. Si inchinò e ricambiò il saluto “Buon giorno, Capitano. Ciao, Cloud.” Quando le donne assumono quel tono di voce, si preannuncia un’apostrofata con tutti gli attributi; è come il silenzio che si interpone tra il lampo e il tuono. Cloud, preoccupato per quello che gli aspettava, ricambiò il saluto con un inchino. “Dormito male anche voi, principessa?” cercò di sdrammatizzare Zack. Ma lei non gli aveva dato retta e continuava a fissare Cloud accigliata. I bordi della bocca del guerriero si abbassarono, l’espressione del suo volto diceva al fratello ‘non vorrei essere nei tuoi panni’. Capì di doversi allontanare e lo fece di soppiatto. “Se non avevi la minima intenzione di svelarmi ‘gli arcani segreti della tua Arte’…” e fece un gesto plateale ad indicare una cosa che si ritiene importantissima e complicatissima quando poi non lo è affatto “dovevi risparmiarmi le tue promesse da marinaio! Credi che sia stupida? O ritieni che sia un’inetta ma non avevi il coraggio di farmelo notare? No perché, se pensavi che evitandomi mi sarei dimenticata delle tue parole devi ritenermi per forza una stupida o un’inetta. Devi dirmele in faccia certe cose! Su, avanti! Dimmelo!” “Ma cosa ti viene in mente??” “Dimmelo tu allora cosa deve venirmi in mente che non ho ancora compreso…su, fammi sentire!” “Non è come la pensi tu, Tifa. Non ti sto evitando, sto solo sbrigando il lavoro a casa. E non è che sei un’inetta o una stupida, sono io a non avere del tempo libero per insegnarti…” “Tu non hai tempo? Ma fammi il piacere! Lo sai, vero? la gente che lavora a corte ad un certo punto SMETTE, e si ritrova a passare la notte nelle locande.” “Ascolta. Siamo in emergenza, abbiamo molti preparativi da fare in poco tempo.” “Ma la Cerimonia degli Sciamani è tra 5 giorni…” “E ce ne vogliono tre per arrivare a destinazione. Capirai che siamo in procinto di partire perché NON sei stupida.” “Sì, ma…” Tifa sembrava una bambina alla quale è stata negata la cioccolata “…potevi pensarci anche qualche giorno fa!” disse poi soddisfatta di aver vinto quello scontro. Dopo che Cloud ebbe sospirato pensieroso, esordì “hai ragione.” La principessa sembrava sbalordita. “Avrei dovuto almeno dirtelo che non avrei potuto mantenere la mia promessa in questo periodo.” Il cuore della ragazza si sciolse: Cloud era così dolce, un ragazzo assolutamente privo di malizia, quelle sue parole saranno state sicuramente sincere. “Però anche tu potevi fare uno sforzo per capirlo! In una situazione come questa… E’ il tuo regno, dico!” Tifa si stizzì talmente da spintonare lo stregone in malo modo, prima di andare via. “dah…” Cloud raggiunse il bagnasciuga e si sedette ad ammirare il mare che si stendeva infinito davanti a lui. Fu raggiunto quasi subito dal fratello “è andata male, eh?” “lasciamo perdere…” “ma che le hai fatto per farla incazzare in quel modo? Non dirmi che le hai parlato di Aerith? Alle ragazze da molto fastidio che si parli di un’altra ragazza.” Poi fissò anche lui l’orizzonte “soprattutto quando quest’altra è la creatura più bella che abbia mai…” “Perché non le hai detto che vi sareste rivisti alla Cerimonia?” “Le donne adorano le sorprese! Immagino già la sua faccia quando mi rivedrà…cadrà tra le mie braccia…” “Sembri saperne molto dell’altro sesso tu…Perché non scrivi un manuale?” “Saresti tra i lettori più accaniti, vero fratellino?” Cloud rise. “Andiamo, hai un bel visino! Farai sicuramente tanta esperienza! Sempre che non ti vada di rinchiuderti tra le mura del castello. E sai a chi mi riferisco…” “Smettila.” “Non sono degno della grazia del reee!!!! Datemi voi la pena capitale!! Uccidetemi quiii, adessoo. Per favoreeee!!!” Vincent si dimenava nel vano tentativo di liberarsi dalla presa delle due guardie che lo stavano conducendo in un'altra ala del castello. “Quanto frignare! Ma non ti vergogni? Comportati da uomo e affronta la tua pena!” “Non lo avete capito che avrei affrontato anche la morte pur di …” “Adesso, basta.” Disse in modo deciso e solenne la principessina che si era posta avanti a loro in abiti ‘da battaglia’. Aprì la porta a doppio battente che era alle sue spalle e poi si fece da parte “buttatelo qui dentro.” I due soldati gli diedero un poderoso spintone, l’elfo si ritrovò catapultato nella stanza; fu seguito dalla principessa e dai due che sarebbero stati poi di guardia. Vincent si era appena messo in ginocchio per rialzarsi, quando Yuffie lo prese per il colletto e lo sollevò alla sua altezza (quindi, tecnicamente, ‘sollevare’ è una parola grossa) “guardati intorno.” Alle pareti vi erano poste ogni arma concepibile per il combattimento corpo a corpo: spade, bastoni, martelli, asce, pugnali… “Sai usare almeno una di queste?” Lui si liberò dalla presa di Yuffie in malo modo e, con fare sfacciato le rispose “sono un ladro, io. Cosa credi? Certo che non ne so usare nemmeno una.” Per tutta risposta, la ragazza gli sferrò un pugno ben assestato allo stomaco “se, vuoi restare intero fino alla fine dell’addestramento, devi cambiare tono con me, e chiamarmi…signor capitano. Capito?” “Ma è ridicolo!” gomitata nello stomaco “ah…sì, signor capitano.” “Bene. Cominceremo da zero con te.” In quel momento, Vincent maledisse il giorno di essere nato e di aver fatto tutto quello che aveva fatto per poi ritrovarsi in quella situazione così detestabile. La ragazza, invece, stava tentando in tutti i modi di nascondere un nervosismo senza pari. A quanto pare, stava facendo un ottimo lavoro! Dopo aver salutato gli ultimi maghi che stavano tornando a casa, Cloud rimase solo nella sala del castello nella quale lavoravano. Stava mettendo alcuni amuleti in un sacchetto, per poi portarli con sé, ma quando aprì la porta per uscire trovò qualcun altro che intendeva entrare “Tifa!” La ragazza non rispose e abbassò lo sguardo imbarazzata. Ma poi si decise ed entrò nella stanza “pensavo non saresti venuto, oggi.” “Stiamo partendo.” “Che cosa? Partite di notte?” Il ragazzo fece segno di no con la testa “Domani all’alba.” Silenzio. “Tifa…ascolta…mi dispiace veramente…insomma. Odio questa situazione, vorrei tornasse tutto come prima, ecco.” “E’ facile a dirsi.” “Voglio rimediare, davvero.” Di nuovo quella dolcezza, quell’ingenuità…nessuno mai avrebbe immaginato che questo genere di cose avrebbero fatto breccia nel cuore di una come Tifa. “Farei qualsiasi cosa.” Era troppo, non poteva più recitare il ruolo di quella ‘adirata’. “Per ora, torna sano e salvo.”gli sorrise. Cloud si sentì sollevato, come se gli avessero tolto un macigno dalle spalle e ricambiò il sorriso. Non si capiva chi dei due fosse più perso nello sguardo dell’altro. Tifa tornò a reinterpretare il suo ruolo, molto meno innocente della bambina viziata di quel pomeriggio. “Devi andare via subito?” Lo stregone, un po’ titubante, fece cenno di no. “Stai mentendo.” “Non ti si può nascondere proprio nulla,eh?” La ragazza si ritrovò davanti allo stregone e gli prese il viso con entrambe le mani. Avvicinò il suo volto a quello di Cloud e quando i loro nasi si sfiorarono lei deviò e gli parlò all’orecchio “buon viaggio, Cloud.” Lui, per tutta risposta…non rispose! Tifa non accennava a ‘mollare la presa’: lasciò scivolare una mano sul petto di lui e l’altra dietro al collo, dividendogli i capelli con le dita. Cloud gemette quando la ragazza strofinava dolcemente il naso contro la sua guancia fino a quando si ritrovarono faccia a faccia ‘pericolosamente’ vicini. Cloud oramai, aveva lasciato questa terra! Tifa fece pressione nella mano che aveva dietro il collo del ragazzo per spingerlo a sé; e dopo che le loro labbra furono tanto vicine da baciarsi, toccò al resto del corpo. La principessa accarezzò con l’altra mano il petto di Cloud fino alla spalla per stringerlo sempre a sé. Cloud, dopo non poca esitazione, si decise a cingere i fianchi di lei per poi far risalire le mani fino alle spalle e poi per tutta la schiena. Era uno di quei baci lunghi e passionali che ti bruciano dentro.
  
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