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Autore: Acinorev    15/12/2012    10 recensioni
«Ma sono qui – la interruppi. - Sono qui, con te. Ed è esattamente dove voglio stare.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
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I want you!

Capitolo 20

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“Ti piace?” chiesi a Kathleen, appena scesi dalla macchina.
Lei continuò a fissare la villa di fronte a noi: “Vi trattate bene, eh?” rispose retorica. Sì, in effetti più che una villa era un villone, enorme, sconfinato, in muratura bianca e infissi di mogano. Una specie di reggia fatta su misura per noi.
“Oh piccola, quanto mi sei mancata!” esclamò Louis, allargando le braccia verso la casa. Kath mi guardò come se stesse cercando di capire che strani problemi avesse il nostro amico, così le spiegai: “È innamorato di questa casa.”
“Innamorato è dire poco! – si intromise Niall, appoggiando a terra una valigia, - Quando dobbiamo ripartire è sempre una specie di trauma per lui.”
“Ma è solo una casa…” ragionò Leen, evidentemente stranita da quell’informazione.
“Kath, è un maschio. Che vuoi farci?” chiese Abbie, apparendo al suo fianco con un sorriso sarcastico sulle labbra. Ridemmo, mentre Niall precisava che non tutti i maschi hanno le rotelle fuori posto e mentre Louis ribatteva di non avere nessuna rotella fuori posto.
Io presi per mano Kathleen, reggendo nell’altra una delle nostre valige, e mi incamminai con lei verso l’entrata.
Avevamo una settimana di pausa: nessun impegno, nessuna intervista, concerto o quant’altro, nada. Per questo, avevamo deciso di concederci una piccola vacanza, tutti insieme, e la nostra casa a Brigthton, sul mare, ci era sembrata l’ideale. Certo, non era ancora tempo per bagni in acqua e tintarella sulla spiaggia, ma quel posto era un angolo di paradiso.
All’inizio avevamo dubitato del progetto, perché ci eravamo accorti di essere tutti in coppia tranne Harry: ci dispiaceva doverlo lasciare in mezzo a otto piccioncini. Ma, inaspettatamente, lui ci aveva corretti dicendo che non sarebbe stato solo. Eravamo rimasti colpiti da quella notizia: nessuno ne sapeva niente, nemmeno Louis. Certo, il dubbio ci era venuto, dato che usciva spesso senza dirci con chi e senza farsi beccare dai paparazzi in giro per Londra (mi chiedevo ancora come facesse). Aveva comunque insistito affinché conoscessimo la sua “accompagnatrice” il giorno della partenza. Sarebbe arrivato entro un paio d’ore, dato che la ragazza non poteva liberarsi prima.
Ero davvero curioso di sapere chi fosse.
“Quanto vi è costata una villa del genere?” chiese Kathleen, interrompendo i miei pensieri.
“Fidati, non vuoi saperlo.” risposi, ridendo e facendola sorridere.
Kathleen stava… meglio. Per quanto potesse essere un paradosso, stava decisamente meglio. Era passato quasi un mese dalla scoperta del suo peggioramento, ma ogni giorno che passava migliorava. Io davo il merito all’interruzione della chemioterapia, per cui Leen non doveva più fare i conti con i suoi effetti collaterali, e mi ritrovavo anche ad accettare sempre di più la sua decisione di non continuare le cure. Ero ancora convinto che non l’avrei mai accettata completamente, ma almeno lei stava meglio.
Anche io avevo attraversato il periodo più difficile: poco alla volta, ero riuscito a mettere da parte la mia paura e a vivere Kathleen nel modo migliore. Ci avevamo lavorato insieme, riuscendo ad accantonare in un angolo quello che era il nostro destino e vivendo secondo il famoso “Carpe diem”.
Eppure tutta quella “spensieratezza” e tutto quel “benessere” mi sembravano vacillare, come se fossero la calma prima della tempesta. Sapevo benissimo che le sue condizioni non sarebbero state quelle ancora per molto e che non saremmo riusciti a ignorare tutto per il resto del tempo, ma non volevo e non potevo pensarci. Non dovevo far altro che aspettare, aspettare che succedesse qualcosa che riportasse entrambi alla realtà di fatto, facendo dissolvere troppo presto la bolla di sapone dentro cui avevamo appena imparato a vivere.
“Ta daaaa!” esclamai, entrando nell’immenso ingresso e facendo spazio a Kathleen. I suoi occhi vagavano su ogni centimetro delle pareti color crema e sui mobili moderni che erano stati scelti con molta cura. Senza dire altro, si avviò verso il salotto, dove un grande camino dominava la stanza, circondato da tre divani in stoffa blu scuro.
“Ora capisco perché Louis ne è innamorato.” sussurrò, girando su se stessa per guardare meglio tutta la stanza.
“E non hai visto ancora niente!” la avvertii.
Incrociò le braccia al petto, sorridendo: “Che fai, ti vanti dei tuoi averi, signor Malik?” chiese divertita.
“La sua è tutta invidia, signorina Mason.” la presi in giro, atteggiandomi da uomo di gran classe.
“Dio, finalmente la terra ferma! - brontolò Liam, raggiungendoci in salotto con Danielle, - Non andrò mai più in macchina con Louis!” annunciò.
“Hey, cos’hai contro il mio modo di guidare?” si difese Louis, appena entrato.
“Tesoro, direi che vai un po’ troppo… veloce.” spiegò Eleanor, appoggiando una mano sulla sua spalla e sorridendogli.
Il ragazzo le fece una smorfia prima di lasciarle un bacio sulle labbra e io mi voltai verso Kathleen, che intanto si era avvicinata a me: “Mi fai fare un giro della casa?” mi chiese.
Accettai e diedi inizio al giro turistico: c’erano solo due piani, ma erano abbastanza grandi da poter essere considerati quattro. Al piano terra c’era il salotto, l’immensa cucina in legno bianco, due bagni, uno più piccolo e uno somigliante a quello di un palazzo reale, e la “sala dei giochi”, come la chiamavamo noi ragazzi: conteneva tutti i tipi di divertimenti che un ragazzo potesse desiderare, compreso un proiettore per i film e una piccola palestra. Il piano superiore, invece, era dedicato alle camere da letto, che ancora non ero riuscito a capire quante fossero, divise dagli altri due bagni. Non risparmiai nemmeno il cortile, dove Leen rimase a bocca aperta nello scorgere la piscina ovale che si estendeva per diversi metri, affiancata da un campo da beachvolley.
“Finito? O c’è ancora qualche altra stanza segreta?” chiese, una volta tornati in salotto.
“Finito!” la rassicurai, baciandola dolcemente.
“Peccato… Mi aspettavo qualcosa di meglio.” borbottò, fingendo nonchalance. Per un attimo la guardai stupito, poi scoppiai a ridere insieme a lei.
“Che ne dici di sistemarci in una stanza? Ho bisogno di farmi una doccia.” le dissi, allontanandomi.
“Va bene.”
Purtroppo, il nostro giro turistico della casa aveva dato un vantaggio ai nostri coinquilini, che si erano scelti ognuno la propria camera: noi, quindi, avevamo potuto scegliere tra le camere rimanenti.
La scelta era ricaduta su quella un po’ più piccola, ma con la vista direttamente sul mare di fronte casa.
Mentre Kathleen disfava le valige, io mi ero diretto in uno dei due bagni del piano: non vedevo l’ora di infilarmi sotto il getto dell’acqua calda, risentendo della stanchezza per il viaggio.
Ero nella doccia da qualche minuto quando Leen fece capolino nel bagno: “Aaaah, oh mio dio, sono nudo!” urlai, falsando la voce come quella di una ragazzina.
Lei rise: “Scemo, devo solo sistemare queste cose.” spiegò, armeggiando con spazzole e phon vicino al mobile del lavandino.
Feci scorrere le ante della doccia per potermi sporgere leggermente: “Che ne dici di unirti a me?” le chiesi, mentre mi dava ancora le spalle.
“Ho di meglio fare, Jawi.” rispose, scrollando le spalle.
“Ah, è così?” le chiesi, guardandola negli occhi attraverso il riflesso nello specchio. In un attimo uscii dalla doccia e la abbracciai alle spalle: “Zayn! Mollami! Zayn! Mi sto bagnando tutta!” urlò, cercando di divincolarsi dalla mia presa e non riuscendo a trattenere le risate. Io indietreggiai tenendola stretta tra le braccia: “Questa potrebbe essere una cosa positiva!” esclamai malizioso, trascinandola con me nella doccia.
“Sei un pervertito!” urlò ancora, ma non continuò, perché il getto d’acqua calda la fece zittire. Si limitava a tirarsi indietro i capelli per non averli appiccicati al viso.
“Ti odio, te lo giuro! Sei….”
Misi fine alle sue parole fiondandomi su di lei: cercai le sue labbra, mentre la facevo appoggiare con la schiena al muro.
“Ti odio lo stesso.” mormorò, quando gliene diedi l’occasione.
“Non sai mentire.” risposi sorridendo, mentre scendevo a baciarle il collo. Intanto iniziai a spogliarla, mentre l’acqua scorreva sulla mia schiena nuda. Lei non si dimenava più, limitandosi a stringere tra le mani i mie capelli. La sentivo ansimare mentre la accarezzavo e mentre sentivo di non poterla amare più di così.
Finalmente  potevo sentire la sua pelle nuda sulla mia, con i suoi vestiti che giacevano zuppi d’acqua sul piatto della doccia.
“Potrei denunciarti per stupro.” esclamò, prima che entrassi in lei. Aprì la bocca una volta che mi sentì dentro di sé, per poi chiudere gli occhi e appoggiare il viso sulla mia spalla, mordendola, baciandola.
“Una volta finito non vorrai più farlo.” la rassicurai, continuando a muovermi.
Come poteva essere possibile non essere mai sazi di una persona? Era praticamente impensabile andare oltre un certo limite: eppure, non ne avevo mai abbastanza. Ed era proprio in quei momenti che sentivo maggiormente la fragilità della nostra situazione: le emozioni che provavo erano incontenibili, tanto da far quasi male, e facevano riaffiorare in me il terrore di perdere Kathleen. Perché era vero e proprio terrore quello che provavo.
Quando iniziò a gemere le coprii la bocca con una mano, sussurrando: “Non vorrai che ci senta tutta la casa.” Lei mi morse piano un pezzo di pelle, costringendomi a liberarla: “Se dovrò denunciarti avrò bisogno di testimoni.” dichiarò, facendomi sorridere.
Dopo qualche minuto avevamo entrambi raggiunto il piacere: eravamo ancora l’uno contro l’altra, ansimanti e fradici.
“Allora, mi denuncerai?” le chiesi, allontanando il viso per poterla guardare in faccia.
“Non so… Credo di aver bisogno di un altro round per poterlo decidere.” rispose maliziosa, tornando a baciarmi.
 
“Ah, eccovi qua!” esclamò Niall, vedendoci apparire in salotto.
“Grazie per l’intrattenimento!” scherzò Louis, riferendosi probabilmente a quello che era successo nel bagno e ricevendo una scherzosa gomitata nel fianco da El. Tutti risero, me compreso: mi voltai verso Kathleen, che era diventata rossa come un peperone. Strinse un po’ di più la mia mano e si avvicinò al mio orecchio: “Sta esagerando, vero? Non pensavo che stessi urlando… così forte.” sussurrò a denti stretti, evidentemente stupita e imbarazzata.
“Hai detto di volere dei testimoni… Direi che ora ce li hai.” scherzai, guadagnandomi un leggero schiaffo sul braccio.
Mentre ci avvicinavamo a uno dei divani, il campanello di casa suonò: doveva essere Harry. Essendo già in piedi andai ad aprire, lasciando andare la mano di Kath. Non stavo più nella pelle per la curiosità.
Una volta spalancata la porta, mi trovai Harry davanti, con il suo solito borsone sulla spalla e una mano avvinghiata a quella di una ragazza più bassa di lui, con i capelli castani mossi e gli occhi neri come la pece.
Mi era familiare, anche se non sapevo dove potessi averla vista.
“Hey! - mi salutò Harry, - Lei è Celeste! Celeste, lui è Zayn.” ci presentò. Celeste? Ora ricordavo: era la ragazza con cui era stato la notte della festa a cui avevamo partecipato prima di partire per l’Europa. Non pensavo la vedesse ancora.
“Piacere! – esclamò la ragazza, gentilmente, - Ma ti prego, chiamami Alice. Harry dovrebbe sapere che odio il mio secondo nome.” spiegò, fulminando con lo sguardo Hazza, che le rivolse un sorriso innocente.
“Alice, piacere mio. Dai, entrate, vi stavamo aspettando!”
I due mi seguirono dentro casa e ci fu qualche minuto di presentazioni e di battutine: avevamo raccontato ad Alice di quanto Harry l’avesse custodita in segreto per tutto quel tempo e lei aveva sorriso imbarazzata. Sembrava una ragazza molto posata e dolce, anche se con lui si lasciava andare un po’ di più, diventando spiritosa. Si integrò subito nel gruppetto delle ragazze, per cui non si accorse di quando Harry si allontanò con la scusa di dover andare in bagno.
“Di’ un po’, te lo saresti mai aspettato?” chiesi a Louis, al mio fianco, mentre sorseggiavo della birra.
“No, per niente. – rispose lui, gettando un’occhiata ad Alice, - Mi chiedo come abbiamo fatto a non accorgercene.”
“Beh, che uscisse con qualcuno era evidente. – si intromise Niall, sgranocchiando delle patatine, - Ma non pensavo che fosse una cosa seria.”
“Doveva esserlo per forza se Hazza ha preferito nascondercela per tutto questo tempo anziché vantarsene come sempre.” ribattei sorridendo.
“Staremo a vedere. Per ora, godiamoci questi pochi giorni di vacanza.” esclamò Louis.
“Alla vacanza.” brindai, portando in alto la bottiglia di birra, imitato poi dagli altri due e da Liam.
“Alla vacanza!” ripeterono in coro.
Mi sembrava impossibile essere di nuovo tutti sotto lo stesso tetto, liberi da qualsiasi tipo di impegno. Non succedeva da… Beh, da moltissimo tempo.
All’improvviso un brivido mi percorse la schiena riscuotendomi da quei pensieri: forse non era ancora tempo di magliette a maniche corte, nonostante io non soffrissi particolarmente il freddo.
“Ragazzi, vado a prendermi una felpa.” annunciai, congedandomi.
 
Salii le scale senza troppa fretta, mentre le risate degli altri al piano inferiore mi facevano sorridere senza un motivo preciso. Quando arrivai al penultimo gradino, però, delle voci colpirono la mia attenzione facendomi fermare.
“Non mi sto immaginando tutto.” disse una voce maschile.
Harry?
“Smettila.” replicò una ragazza.
Abbie? Non mi ero nemmeno accorto che non fosse di sotto con gli altri.
“Ho visto come mi hai guardato quando sono entrato con Celeste in salotto. E ho visto come hai guardato lei!”
“Abbassa la voce! – gli intimò Abbie, - Io non vi ho guardato in nessun modo! Di che diavolo stai parlando?”
Le loro voci erano simili a dei sussurri, ma sussurri che nascondono delle grida nervose. E sì, anche io volevo sapere di che diavolo stessero parlando. Salii l’ultimo gradino, cercando di distinguere le loro parole dal vociare chiassoso proveniente dal piano di sotto.
“Oh, andiamo: so benissimo che non ti sono indifferente!” sbottò Harry.
“Di nuovo questa storia, Harry? Quando capirai che io sto con Niall? È lui che mi interessa, non tu!”
“Certo, ora è lui che ti interessa! Ma non sembravi pensarla così quando ci siamo baciati!”
Si erano baciati? Quando era successo? Che stavano combinando quei due?
“Non tirare fuori quel bacio!”
“E perché no? Dimmi, se ti interessa solo Niall perché non gli hai mai detto quello che è successo?”
“Non l’ho fatto perché non c’era ancora niente tra me e lui, perché avrebbe pensato che fossi capace di passare da un ragazzo all’altro come se niente fosse e perché per me quel bacio non esiste più!”
“Invece esiste, Abbie! È ancora stampato nella mia testa!” Harry… Che diavolo… Mi ritrovai a scuotere la testa nel sentire quelle parole.
“Allora avresti dovuto pensarci prima! Quando hai deciso di far finta che non fosse successo niente e di trattarmi come uno dei tuoi passatempi!” esclamò Abbie, alzando il tono di voce. Iniziavo a capire qualcosa di più riguardo quella storia, ma non mi era tutto chiaro.
“Quante volte devo ripeterti che mi dispiace? Che ho sbagliato?”
“E io quante volte devo ripeterti che ho già accettato le tue scuse, ma che sto con Niall? Voglio stare con Niall, e tu hai portato qui Alice! Cosa vorresti da me?” chiese lei, evidentemente esasperata.
“Voglio te! Non capisci che…”
“Zayn? Dove sei finito? Gli altri hanno deciso di vedere un film!” urlò Kathleen, salendo le scale e trovandomi appoggiato alla parete. Furono inutili i miei gesti che le intimavano di non parlare, perché di sicuro Harry ed Abbie l’avevano sentita.
“Zayn? Kath?” ci richiamò infatti la voce di Abbie. Sospirai, chiudendo gli occhi: guardai Kathleen e scossi la testa, mentre lei era evidentemente confusa.
Mi staccai dalla parete e svoltai l’angolo del corridoio, ritrovandomi a un metro e mezzo circa da quei due; Leen dietro di me.
“Malik, stavi origliando?” chiese Abbie, incrociando le braccia al petto e fissandomi come se potesse uccidermi lì su due piedi.
“Non di proposito.” risposi, spostando lo sguardo su Harry; sembrava… sconvolto.
“Certo, non di proposito…” borbottò lei, scuotendo la testa.
“Se volevate che nessuno sapesse di questa cosa avreste dovuto evitare di parlarne in mezzo ad un corridoio. - spiegai, - Vi ho sentiti io, ma sarebbe potuto salire chiunque altro, persino Niall.” continuai, marcando il nome del mio amico.
I loro volti impallidirono, mentre Kath chiedeva: “Che sta succedendo?”
“Già, che sta succedendo?” le feci eco, inclinando la testa da un lato.
Nessuno sembrava voler aprire bocca; io volevo lasciare che fossero loro a raccontarlo, ma loro evidentemente non volevano dirlo. “Abbie?” l’apostrofò Kath, confusa.
“Non l’hai detto nemmeno a lei?” le chiese Harry, stupito.
“Dirmi cosa?” domandò Leen esasperata.
“Non è lei che dovrebbe saperlo, ma Niall. Non credi?” mi intromisi con tono retorico. Non potevano tenerglielo nascosto, non era giusto. Se quel bacio non era significato nulla non avrebbero dovuto avere problemi nel parlarne, ma se continuavano a rimandare, avrebbe potuto sembrare che di significato ne avesse.
“Dio santo! Di che cosa state…” sbottò Kath al mio fianco, venendo interrotta da Abbie: “Io e Harry ci siamo baciati, ok?!”
Per un attimo l’intero corridoio fu invaso dal silenzio, anche se continuava a sentirsi il casino degli altri di sotto. Poi Abbie continuò, con voce più bassa: “Qualche giorno dopo esserci conosciuti ci siamo baciati, ma è finita lì. Lui ha continuato a essere il solito Harry Styles e io non ero nemmeno tanto presa da starci male. Quindi abbiamo continuato a comportarci come semplici amici, tutto qui.”
“Perché non me l’hai detto?” chiese Leen.
“Sei la mia migliore amica, sapevi che morivo dietro Niall anche prima di conoscerlo. Cosa avresti pensato se ti avessi detto che ci eravamo baciati…”
“Niente, Bi. Non hai ucciso una persona, non ti avrei detto nulla, proprio perché sono la tua migliore amica.” la corresse.
Di nuovo nessuno parlò: Harry stringeva i pugni, Abbie e l’amica si guardavano come se stessero affrontando un intero discorso solo con gli occhi, e io assistevo alla scena.
“Ragazzi! Stiamo aspettando solo voi!” urlò Liam dal salotto.
“Arriviamo!” risposi, senza distogliere gli occhi da Harry.
Poi la voce di Abbie mi distrasse: “Per favore: non ditelo a Niall. Lui…”
“Lui cosa? Prima fai una cazzata e poi cerchi di nasconderla?” sbottò Styles, che si era trattenuto fino a quel punto. Pensavo che la sua cotta per quella ragazza si fosse affievolita con il tempo, ma evidentemente mi sbagliavo; era tutto ancora dentro di lui e glielo si poteva leggere negli occhi. Celeste che ruolo aveva in tutto questo?
“Smettila, cazzo! – lo rimbeccò Abbie, - Non ne posso più d…”
“Abbie, va bene: non glielo diremo. – la interruppe Kathleen, facendola smettere di urlare, - Ma dovrai dirglielo tu.”
“Muovetevi!” urlò di nuovo la voce di Liam.
A quel punto Abbie scattò, sorpassandoci e scendendo al piano di sotto senza aggiungere altro; Harry mormorò un “Cristo!” con il quale si congedò, dirigendosi anche lui verso il piano inferiore.
Rimanemmo io ed Leen, in piedi nel corridoio, a fissare il punto in cui erano stati i nostri due amici.
“Il mondo sta andando a rotoli…- scherzò, voltandosi verso di me, - Dovrò parlare con lei.”.
Le cinsi i fianchi con le braccia, ricambiando il sorriso: “E io parlerò con lui. Ti ho mai detto quanto sono felice che nessun altro della band si sia innamorato di te?”
“Ecco… A proposito di questo…” cominciò, torturandosi il labbro inferiore. Improvvisamente sentii un peso invadermi il petto: che significava?
Mi allontanai leggermente dal suo viso, per lo stupore, aspettando qualche spiegazione.
“Ahh, è troppo facile prenderti in giro.” sbuffò alla fine, alzando gli occhi al cielo.
Il peso sul petto si dissolse, lasciando posto a un bellissimo senso di sollievo: “Stronza…” sussurrai, scuotendo la testa, prima di baciarla per l’ennesima volta quel giorno.
“Ti ho mai detto quanto sono felice di essermi innamorata di te, tra tutti quelli della band?” soffiò sulle mie labbra.
“No, ma è bello saperlo.” risposi semplicemente, facendola sorridere. Sfiorai di nuovo le sue labbra, ma Liam ci fece sussultare: “Zayn! Kath! Avete mezzo minuto per scendere!” urlò.
Ridacchiammo e scendemmo le scale, per permettere finalmente agli altri di guardare quel maledetto film.
Sono felice di essermi innamorato proprio di te, tra tutte le altre, Leen.

 



Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii dsajklskdjhasl
Dopo due settimane ecco il nuovo capitolo!!
Scusate se ho ritardato, ma lo scorso fine settimana ero a Madrid (kdsljd) e non sono riuscita a scrivere!
Cooooomunque, torniamo alla storia: è passato un mese e i ragazzi si sono
presi una piccola vacanza! Leen e Zayn sono tornati quelli di una volta, più o meno...
A proposito di questo: vorrei sapere da voi cosa ne pensate! Io credo che comunque,
dopo un po' di tempo, sia normale che loro cerchino di vivere quei tre mesi
normalmente! Voglio dire, viene anche spontaneo... Lo so che c'è una bella differenza
dalla malinconia dello scorso capitolo alla spensieratezza di questo, però
è comunque passato un mese... E Zayn ci pensa ancora a quello che succederà...
Aaah che casino LOL secondo voi?
Pooooi: Abbie! Ta-daaaaaaaaaaaaaa!  Vi aspettavate questo piccolo inciuccio tra Abbie e Harry??
Le cose si stanno complicando di nuovo! Harry ha portato Celeste,
ma è comunque convinto che Abbie provi qualcosa per lui, mentre invece lei nega tutto!
Secondo voi, lei mente o davvero vuole Niall? Io, come sempre, non vi anticipo nulla u.u
Beh, dovrà dirlo a Niall, quindi nella paradisiaca casa di Brighton ci saranno scintille :)

Vorrei ringraziarvi ancora una volta per le recensioni magnifiche,
per il fatto che seguiate la storia e per tutto il resto!
Mi fa piacere sapere che continuate a seguirla nonostante sappiate
che non ci sarà un happy ending! Siete molto coraggiose!
Lasciatemi una recensione se vi va, mi farebbe felice :)

Ciao bellezze :3

E ciao anche a te Zayn dsjalhksj                                                 

   

Leeeeeeeen :3




Bene, ora vi lascio davvero... Lo studio mi aspetta T.T
A presto dolcezze :3

  
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