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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    15/12/2012    8 recensioni
Lui non piangeva.
Ma si divertiva.
E nel divertimento di ogni giorno cercava la forza per non piangere mai.
Era come se quella vita fatta di gioco fosse uno sfogo alla rabbia che si sentiva in corpo.
Rabbia perché nessuno sapeva chi era.
Rabbia perché lui non ricordava.
E quel giorno, rabbia perché aveva paura.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jack era invisibile agli occhi di tutti.
Nessuno nel mondo si ricordava di lui e probabilmente non ci sarebbe stato molto da ricordare.
La sua vita era stata breve e intensa, vissuta con vivacità ed allegria, ma nessuno si ricordava di lui.
La sua vita era stata come un refolo di vento che entra dalla finestra.
Forte e potente.
Ma è un istante.
Poi tutti si dimenticano di quel piccolo refolo che è venuto a turbare la quiete.
E della sua vita intensa e tumultuosa, neanche lui ricordava granchè.
Forse, se su quella Terra ci fosse stato qualcuno che potesse raccontargli la sua storia, qualcuno che CREDEVA in lui.
Che gli credeva.
E lo vedeva.
Ma nessuno lo vedeva.
E il suo nome era usato solo in un modo di dire banale.
È solo una leggenda.
E lui non poteva fare a meno che sentire una fitta al cuore ogni volta che lo dicevano.
Una leggenda.
Eppure lui esisteva, eppure era reale.
Possibile che nessuno credesse in lui?
Di lacrime ne aveva anche troppe da versare, ma non aveva mai pianto.
Forse perché non era capace di piangere.
Forse, se avesse conosciuto sua madre, lei gli avrebbe detto che neanche quando si feriva lui piangeva.
Jack non piangeva mai, da piccolo.
Non era perché avesse paura di sfigurare davanti ai compagni di gioco, o per qualche altro stupido motivo di orgoglio, ma semplicemente non poteva.
Era un riflesso.
Lui non piangeva.
Ma si divertiva.
E nel divertimento di ogni giorno cercava la forza per non piangere mai.
Era come se quella vita fatta di gioco fosse uno sfogo alla rabbia che si sentiva in corpo.
Rabbia perché nessuno sapeva chi era.
Rabbia perché lui non ricordava.
E quel giorno, rabbia perché aveva paura.
Ma quel giorno, quel preciso giorno, Jack pianse per la prima volta.
E fu l’ultima.
Quel giorno, quando i quattro l’avevano cacciato e Pitch gli aveva rotto il bastone, lui aveva pianto.
E aveva pianto quando aveva saputo la verità sul suo passato.
Fino a qualche giorno fa non avrebbe mai creduto che ci potesse essere un passato.
La sua vita era iniziato quando la Luna l’aveva scelto.
Prima non c’era nulla.
Prima semplicemente non esisteva Jack Frost.
Poi Dentolina gli aveva parlato dei dentini.
E dei ricordi che essi racchiudono.
E stranamente il pensiero che prima di quella vita così inutile ci fosse stato qualcosa, l’aveva risollevato a tal punto che era stato persino pronto ad aiutare i quattro.
Non sapeva perché quell’improvviso bisogno di sapere chi era lui.
Lui era Jack Frost, e questo bastava per lui.
Era il gelo in persona, quello che chiudeva le scuole ogni inverno e che rendeva felici tanti bambini.
Forse quel bisogno di sentirsi VERAMENTE qualcuno era solo una scusa per ovviare al grande vuoto che di sentiva nel petto.
Ora quel vuoto non era più tanto vuoto.
Perché aveva capito.
Lui era un Jack.
Non Jack Frost, ma solo Jack.
Lui aveva salvato sua sorella dalle acque fameliche di un lago, ed era morto lui stesso per salvarla.
Lui era stato scelto.
Lui era stato scelto perché era un eroe.
Ecco cos’era lui.
Era qualcosa.
Era qualcuno.
Un nuovo guardiano.
Un eroe.
Un essere umano.
Era reale, e ora nessuno poteva strappargli più via quella realtà.
Né Pitch, né l’insofferenza del mondo, né i custodi che l’avevano cacciato.
Lui era qualcosa.
E aveva un compito.
Non avrebbe più brancolato nel buio come un cane senza uno scopo.
Quel cuore così immenso che per anni era stato così freddo e immobile, ora era caldo e batteva.
Era la prima volta che lo sentiva.
Forse non se ne era mai accorto.
Lui esisteva.
E il gelo che ora lo circondava e lo faceva fremere era una prova.
Era una prova perché lui amava il freddo.
E non tremava mai.
Ora tremava come un pulcino bagnato, e non sapeva che dire o che fare, sopraffatto dalla stessa grandiosità della sua scoperta.
Io esisto.
E non ci fu bisogno di pensare altro. 

Allora, amo il personaggio di Jack alla follia, e anche questo film.
è così dolce e così...

Il modo in cui Jack vive la sua solitudine è da spaccacuori, lo amo.
E ho provato a descriverlo.

  
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