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Autore: Tomi Dark angel    16/12/2012    5 recensioni
-In realtà avrei bisogno del vostro aiuto, tesorini. O meglio, non io, ma Castiel.- spiegò.
Dean sbarrò gli occhi e sentì una punta di apprensione farsi spazio nel suo petto. –Castiel? Che è successo?-
Gabriel spostò il peso del corpo da una parte all’altra, a disagio.
-C’è stato un incidente durante un combattimento con i demoni e…
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Castiel allontanò Dean da sé senza guardarlo in faccia. Abbassò gli occhi, sentendosi improvvisamente stanco.
-Cass?- chiamò Dean, ma l’angelo non ebbe la forza di rispondere. Apriva e chiudeva la bocca come un pesce fuor d’acqua, ma non riusciva a spiccicare suono. Qualcosa gli ostruiva la gola e gli faceva tremare le ginocchia. L’ala sopra di loro vibrò e cominciò a pesare come un macigno.
-Dean, entra in casa. Io devo andare.- mormorò, ma Dean non gli credette. Afferrò un braccio di Castiel e lo strattonò, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
-Cass, che ti succede?- sibilò, cercando di tenere a bada la preoccupazione per il pallore mortale che Castiel ostentava.
-Cassie.- disse Gabriel, comparendo alle spalle di Castiel in un frullio d’ali. L’arcangelo non poteva apparire più serio e fu questo più di tutto il resto a preoccupare Dean.
-Gabriel…- mormorò Castiel prima che Gabriel gli accarezzasse la testa sorridendo gentilmente come un fratello maggiore.
-Va tutto bene, dolcezza, sei solo un po’ stanco.- mormorò, scompigliando dolcemente i capelli del fratello, la cui unica ala sollevata si scostò bruscamente e si schiantò al suolo, schizzando acqua e fango sui presenti.
-Cass!- esclamò Dean, ma Gabriel gli lanciò un’occhiataccia che per una volta ebbe il potere di zittirlo. Dean si sentì schiacciato dagli occhi dorati dell’arcangelo, ma non demorse. –Dimmi cos’ha?-
-Entra in casa, Dean Winchester. Adesso.- ordinò perentorio Gabriel, sollevando la più grande delle sue ali per coprirli tutti e tre e creare un sentiero coperto che conducesse Dean alla porta di casa Singer. Dean strinse i denti.
-Stammi a sentire, coglione piumato, non ho intenzione di lasciarlo qui, fosse anche con te! Castiel non sta bene e…-
-E grazie a chi non starebbe bene, di grazia?-
I due si scambiarono diverse occhiate di fuoco finché Castiel non richiamò il fratello all’ordine semplicemente nominandolo con una voce talmente esausta che Gabriel e Dean si decisero a collaborare per portarlo in braccio dentro casa, al sicuro.
O almeno, così credevano.
 
Quando Gabriel uscì dalla stanza dove avevano sistemato Castiel era quasi l’alba. Dean aveva atteso in cucina in compagnia di Bobby e Sam. I tre cacciatori erano rimasti in silenzio per ore, ascoltando le voci sottili dei due angeli che conversavano a bassa voce in enochiano.
Dal canto suo, Dean non poteva fare a meno di rabbrividire ogni volta che sentiva la voce flebile di Castiel. Sembrava la voce di un moribondo, questo lo pensavano tutti, ma nessuno si arrischiò a dirlo.
Dean non poteva crederci: fino a poche ore fa stava andando tutto bene, ma cos’era accaduto poi? E perché Gabriel aveva detto che Castiel stava male per colpa sua? Non gli sembrava di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma certo Dean non poteva sapere cosa si agitasse nei cervelli di due gallinacei piumati.
Sta bene, mi sto solo agitando per niente… dannazione Dean, perché ti agiti tanto, poi? È Castiel, il soldato più tosto che conosci!
Gabriel si trascinò fuori dalla stanza con un’espressione distrutta in viso. Sam trasalì al vederlo così stanco, abbattuto al punto che si trascinava dietro le ali come immensi strascichi dorati che sembravano aver perso ogni lucentezza.
-Come sta?- chiese Sam, balzando in piedi. Gabriel respirò a fondo per calmarsi poi a sorpresa sollevò il viso e sorrise, cancellando ogni traccia di stanchezza dalla sua espressione.
-Sta bene, zuccherino, era solo stanco.- rispose, ma Dean lo afferrò per il bavero della giacca e lo sbatté contro il muro. Avvicinò il suo viso a quello di Gabriel, ringhiando pericolosamente come una bestia.
-Non prendermi per il culo, coglione piumato! Cass non sta bene, quindi ora spiegami perché!- sputò tra i denti, ma l’espressione di Gabriel rimase imperscrutabile.
-Fossi in te non farei tanto casino, dolcezza. Castiel sta dormendo.-
-Gli angeli non dormono!-
-Vuoi controllare?-
Dean lasciò andare bruscamente Gabriel e marciò fino alla stanza di Castiel. Spalancò la porta con furia e allora lo vide, accucciato sul letto con le ali avvolte intorno al corpo come un bozzolo piumato. Aveva gli occhi chiusi e una mano davanti al mento come un bambino o un cucciolo sperduto, ma la sua espressione era pacifica, rilassata e non più corrucciata come era sempre stata. Dell’attacco di debolezza che l’aveva scosso poche ore prima non c’era più traccia.
-Convinto adesso?- disse Gabriel, appoggiandosi allo stipite della porta e incrociando le braccia, ma Dean non lo ascoltò.
Si avvicinò al letto con passo felpato e si inginocchiò davanti a Castiel, all’apparenza così piccolo e indifeso da sembrare fragile come il cristallo. Inconsapevolmente, allungò una mano verso il viso dell’angelo e vi fece scorrere una mano. La reazione fu inaspettata e terrorizzò Dean.
Castiel sbarrò gli occhi e inarcò la schiena, spalancando le ali così all’improvviso che Dean si trovò schiacciato contro il muro da una solida massa di piume. Alcune di esse si conficcarono a fondo nella parete, squarciando l’intonaco e graffiando le braccia del cacciatore. Castiel spalancò la bocca e urlò con la sua vera voce, così forte che Dean gridò a sua volta, squassato da quel suono terribilmente addolorato.
I vetri delle finestre si spaccarono, l’aria intorno a loro vibrò di potere represso e pronto ad esplodere.
Gabriel oltrepassò il muro di piume con un balzo e sbatté le ali per non calpestarlo, sfondando il muro al quale era ancorato Dean. Il ragazzo rotolò nel salotto, seguito da un mare di piume argentate e affilate come rasoi. Sam lo afferrò per le ascelle e lo strattonò via un attimo prima che Castiel sbattesse le ali e conficcasse le piume nel pavimento dove pochi istanti prima c’era Dean.
-CASTIEL!!!- ruggì Gabriel, atterrando a cavalcioni sul bacino del fratello e premendogli una mano sulla fronte. –CHIUDETE GLI OCCHI!!!!- ordinò ai tre umani, e questi gli ubbidirono riparandosi i volti con le braccia.
Gabriel gridò alcune parole nella lingua enochiana e attraverso le palpebre serrate, Sam riuscì a distinguere una luce adamantina inondare la stanza e accarezzargli il corpo in una tiepida carezza. Qualcosa gridò da qualche parte e si udì un’esplosione di vetri e oggetti di diverso tipo che andavano in frantumi. L’aria sembrò riempirsi di elettricità e infine tutto culminò in uno spostamento d’aria che li fece schiantare contro i muri della cucina e poi cadere a terra, storditi.
Infine, la calma.
Sam si rialzò lentamente, stordito. Barcollava e sentiva il corpo tremargli. Perdeva sangue da una ferita alla tempia, probabilmente dovuta a una scheggia di vetro esplosa da chissà dove.
-D…ean… B…Bobby…- mormorò lui col poco fiato che aveva in corpo. Al suo fianco, Dean tossì e si raggomitolò su un fianco, sputando un grumo di sangue. Bobby invece era svenuto.
-Dean, tutto bene?- chiese Sam, aiutandolo a rialzarsi. Dean si limitò a scuotere il capo, il mento sporco di sangue e saliva. Si guardò intorno e la devastazione che vide gli fece balzare il cuore in gola.
La stanza in cui era stato portato Castiel non esisteva più. Di essa restava un mucchio di ceneri annerite e qualche pezzo di muro miracolosamente sopravvissuto, ma per essere diretti, quella parte di casa era stata cancellata dalla faccia della terra.
A peggiorare la situazione però, c’era un’altra cosa: dei due angeli non c’era traccia.
-Cass? Gabriel?- chiamò Dean con voce tremante. Non voleva pensare che in mezzo a quelle ceneri ci fossero anche Castiel e Gabriel. Qualunque cosa fosse successa, non era niente di pacifico e questo Dean lo sapeva. Di conseguenza non poteva escludere la possibilità che i due angeli si fossero ammazzati a vicenda, anche se non ne capiva il motivo.
No…
-No! Gabriel! Castiel!- urlò Sam, cadendo in ginocchio tra le ceneri della stanza e cominciando a scavare. Si graffiò le dita, spezzandosi le unghie nella foga di spostare detriti taglienti o carbonizzati. Era un incubo, un maledetto incubo. Gabriel era lì sotto, e lui lo avrebbe trovato.
-GABRIEL!!!!!!!!!!!!!!!!!- ruggì con quanto fiato aveva in gola, ma non udì risposta. Spostò un ultimo detrito e quello che questi rivelò spezzò in due parti il cuore di Sam. Una piuma dorata lunga quanto il suo braccio, probabilmente una delle penne più piccole di Gabriel, schiacciata dai detriti, annerita e sporca di… sangue.
-No… nonononononononnono…..- cominciò Sam, afferrando la piuma e stringendosela al petto. Chiuse gli occhi in un’espressione addolorata mentre un solo pensiero si imprimeva a fuoco nella sua testa: ti prego, non lui.
-Sammy!- esclamò Dean, ma Sam non alzò gli occhi, troppo impegnato a stringersi la piuma al petto e a trattenere l’urlo frustrato che rischiava di esplodergli dalle labbra.
Si udì un frullio d’ali e qualcosa che atterrava pesantemente a pochi passi dalla casa. Sam alzò gli occhi proprio mentre il primo raggio dell’alba pioveva su di loro. Una miriade di schegge dorate si rifletté sui loro visi, rischiarando il giorno più del dovuto.
Davanti al sole che nasceva, irradiando una criniera dorata sul mondo ancora assopito, Gabriel, attorniato da un alone di Grazia dorata spalancò le ali, stiracchiandole come non aveva mai fatto in vita sua. Erano incredibili, dovevano avere un’apertura di metri e metri, tanto che Gabriel sembrava un moscerino se confrontato a quell’oceano iridescente di piume soffici e luminose quanto il sole stesso. Tra le sue braccia, svenuto e con l’aria esausta, riposava Castiel, con i capelli scompigliati e il capo reclinato all’indietro.
Sam boccheggiò mentre Gabriel piegava un’ala e vi adagiava Castiel, cullandolo come un bambino.
-Scusate, ho dovuto portarlo lontano da qui. Ha rilasciato inconsapevolmente buona parte della sua energia angelica, ma sono riuscito a contenere l’esplosione… in parte almeno.-
 Si inginocchiò davanti al più giovane dei Winchester, sorridendo.
-E questa cos’è?- disse, catturando una lacrima dal viso di Sam con la punta dell’indice. La ammirò alla luce del sole e delle sue stesse ali come se fosse un tesoro prezioso, dopodiché prese dalle mani di Sam la piuma che il ragazzo aveva trovato tra i detriti e la accostò alla lacrima.
Mormorò alcune parole in enochiano e davanti agli occhi stupiti del cacciatore la piuma rimpicciolì e, come animata di vita propria, avvolse la punta intorno al dito di Gabriel in tre perfette spirali. Gabriel la coprì con l’altra mano e quando infine la sollevò, la lacrima di Sam era diventata il più luminoso dei punti luce che si incastonava nella parte centrale della piuma, trasformatasi in una perfetta scultura d’oro contornata da un innaturale alone evanescente.
Gabriel sorrise soddisfatto e raccolse dai detriti sotto di lui quello che doveva essere stato un sottile filo della corrente. L’arcangelo corrucciò le sopracciglia e il filo vibrò di energia mentre il suo involucro diventava argentato, malleabile come una catenina. Gabriel ripiegò la punta della piuma d’oro come se fosse burro e la agganciò al filo, alle cui estremità comparvero dei ganci.
-Ricordi cosa ti dissi tempo fa, dolcezza? Certe lacrime valgono oro se versate per qualcun altro.- disse, accarezzando una guancia del giovane Winchester, i cui occhi erano ancora lucidi di pianto. Gabriel gli sfiorò l’angolo della palpebra e sorrise. –Ma credo che ci sia ancora tempo per piangere, tesoro. Non pensare di diventare ricco piangendo, non tutte le lacrime si trasformano così.-
Gabriel prese la mano di Sam e la chiuse intorno al ciondolo, baciandogli il dorso con la leggerezza di una piuma. Sam arrossì, ma non ritrasse la mano perché quel contatto era… piacevole, bello. Era il bacio di un angelo.
Castiel gemette mentre si svegliava. Rotolò giù dall’ala di Gabriel per atterrare carponi sul terreno accidentato che gli graffiava i palmi. Si sentiva male, aveva quasi ucciso Dean con le sue ali. Non era più degno di proteggerlo, anche perché forse non era più capace di farlo. Ormai le sue appendici piumate erano diventate un peso. Lui era diventato un peso.
-Cass!- esclamò Dean, correndogli incontro.
Castiel incespicò all’indietro, sbattendo le ali preoccupato, ma Dean non si fermò. Si lasciò sfiorare dalle piume che avevano quasi rischiato di ucciderlo e, slanciatosi in avanti, strinse a sé il fragile corpo del suo angelo.
Aveva temuto di perderlo, di vederlo volar via come il falco della sera prima. Aveva rischiato di spezzare quelle ali che lo avevano sempre protetto, ma adesso basta, Dean non l’avrebbe più permesso, né avrebbe atteso che qualcun altro gli facesse del male. Castiel non era un soldato, non più. Castiel era un essere vivente, non un’arma, era ora di farglielo capire.
-Cass, stai bene?- disse, guardandolo negli occhi, quei due pozzi blu marino che in quel momento emanavano un tale spavento che Dean si intenerì. –È finita, Cass. Ricordi cosa ti dissi sul Sinai? Ti dissi che c’ero e che ci sarei stato, e un Winchester mantiene sempre le promesse. Io manterrò la mia perché sei come un fratello per me e fai parte della famiglia quanto Sam.-
Castiel sorrise tristemente, conscio del significato di quelle parole. Fratello. Lui era un fratello per Dean, e doveva farselo bastare. Forse era giusto così, forse era meglio morire in silenzio, accasciato contro un muro o raggomitolato per terra come un cane. Eppure, prima di lasciarsi andare gli restava ancora una cosa da fare. Un ultimo volo, un’unica opportunità per trascinare Raphael con sé. Forse era davvero meglio morire così.
Gabriel si raddrizzò: l’espressione di suo fratello non presagiva nulla di buono.
-Castiel?- chiamò allarmato quando vide Cass voltarsi e sorridergli luminoso, felice… e rassegnato.
-Dean.- disse, tornando a voltarsi verso il cacciatore. –Sappi che se avessi dovuto scegliere un buon modo per morire, avrei scelto questo. Non mi sarebbe piaciuto spegnermi in battaglia come un soldato, ormai non lo sono più. Credo però che morire per amore… sia un buon modo per andarsene.-
-Cass, che cazzo stai…-
Ma Castiel premette due dita sulla fronte di Dean, che si accasciò al suolo.
-Dean!- urlò Sam, ma Gabriel lo fermò, imitando il gesto del fratello. In pochi istanti anche l’altro Winchester crollò a terra, privo di sensi e con un’espressione beata in viso. L’arcangelo gli impedì di sbattere la testa contro il terreno frapponendo una mano tra la guancia del ragazzo e il suolo, poi lo adagiò con cura, non senza avergli accarezzato i capelli.
-Che hai intenzione di fare, fratello?- chiese, senza staccare gli occhi da Sam. Castiel si chinò per sfiorare la guancia di Dean con due dita, sorridendo intenerito quando questi mugolò nel sonno.
-Il mio tempo sta per scadere, Gabriel, e a breve mi spegnerò. Dean non sa che il mio amore per lui mi sta uccidendo e non lo dovrà mai sapere. So che non mi accetterebbe mai, ma va bene così… per lui io non posso amare, glielo leggo negli occhi. Tuttavia… guarderei altre mille e mille volte questo viso, pur sapendo che mi farei soltanto del male. Non avrei mai creduto che il mio mondo potesse racchiudersi in una creatura così piccola, eppure è stato così.-
-Castiel…-
-Mi sembra di aver già affrontato questo argomento con te, fratello. Se potessi scegliere come morire, lo faresti? Sceglieresti il libero arbitrio? Una volta, durante l’Apocalisse e prima che nostro Padre ti riportasse indietro hai detto che non combattevi né dalla parte di Lucifero, né da quella di Michele. Tu eri dalla loro, lottavi per la gente e lo fai ancora. Be’, voglio seguire il tuo esempio. Voglio scegliere anch’io, fratello… scelgo la libertà di amare. Voglio che il mio ultimo atto sia questo, voglio che Dean mi ricordi come una creatura libera e non piegata al volere del Padre. Per questo ti chiedo, se mai Dean domanderà di me, di dirgli che ho scelto.-
Gabriel sospirò, passandosi una mano sul viso. Si sentiva debole, impotente davanti a un fratello pronto a immolarsi per colui che amava. Era qualcosa più grande di lui, un amore impossibile da intralciare anche per un arcangelo delle sue potenzialità, Gabriel lo sapeva e per questo chinava il capo, sconfitto. Castiel sarebbe andato da solo, e da solo sarebbe morto in uno scontro frontale con Raphael.
Gabriel chiuse gli occhi, pregando dopo tanto tempo che suo Padre lo salvasse, che avesse pietà di suo fratello, così piccolo eppure così intrepido. Agli occhi di Gabriel, Castiel era soltanto un cucciolo che non sapeva ancora come girava il mondo, come muoversi tra gli umani. Era giovane, una vita troppo breve per estinguersi così, con quegli occhi blu ricolmi di speranze e un viso inconsapevole che sembrava non conoscere il fato che gli si prospettava.
Alla fine, Gabriel chinò il capo e sospirò stancamente, ma qualcuno lo sostenne, un braccio abbastanza forte avvolto intorno alla sua vita e un petto piccolo ma pulsante di vita. Castiel lo strinse a sé, un gesto che non aveva mai compiuto in vita sua se non quando era appena nato e Gabriel si era preso cura di lui in Paradiso, insegnandogli a volare. Adesso, quegli insegnamenti sarebbero serviti per l’ultima volta per portare Castiel al patibolo. Niente scherzi, niente rinascita.  
Stop.
La storia di Castiel finiva lì e Gabriel non poteva farci niente. Era la sua battaglia, il suo modo per proteggere Dean.
-Puoi piangere, se vuoi.-
-Gli arcangeli sono troppo… troppo fighi per piangere!-
-Per una volta sii un angelo e basta. Conceditelo mentre gli altri non guardano, perché questa è l’ultima volta che potrò consolarti.-
Quelle parole colpirono Gabriel in pieno petto. La realtà di ciò che stava per accadere gli piombò addosso col peso di un macigno, schiacciando lui e le sue ali, quasi ad impedirgli di volare. Non l’avrebbe mai ammesso ma aveva amato Castiel fin dal primo istante, prendendolo sotto la sua ala protettiva e badando a lui da lontano anche durante l’Apocalisse. Era suo fratello, era suo amico.
Adesso però, Castiel stava per sparire.
Fu allora che Gabriel strinse forte gli occhi e, artigliato il vecchio trench dell’altro angelo cominciò a singhiozzare. Non l’aveva mai fatto, non se l’era mai concesso, ma era bello sentire tutte quelle lacrime gravide di un peso esagerato sgorgare via dai suoi occhi e lasciarlo, anche se non per sempre.
Gabriel singhiozzò, affondò il viso nel collo del fratello e si maledì per la debolezza che dimostrava. Lui era il fratello maggiore… doveva essere forte per tutti e due.
-Avevi proprio ragione, Gabriel. Certe lacrime sono veramente preziose.-
Detto ciò, Castiel si allontanò dal fratello e gli asciugò le guance con i pollici prima di baciargli la fronte in una benedizione.
-So che forse sarà inutile o che ormai è troppo tardi ma… ti ringrazio, Gabriel. Grazie per aver protetto Dean e Sam e grazie per quello che fai giorno dopo giorno. Arriveranno momenti in cui dubiterai di te stesso e delle tue azioni come successo in precedenza durante l’Apocalisse, ma ricorda: qualsiasi cosa accada, il vero coraggio non sta nel combattere per se stessi, ma per ciò in cui credi. Sono certo che saprai farlo al momento giusto, fratello mio.-
Gabriel aprì la bocca per replicare ma in quel momento Castiel spalancò le ali con un ultimo sforzo e le sbatté con forza, generando un vento che profumava di vaniglia e fiori selvatici. Spiccò un salto nello stesso istante in cui Gabriel si lasciava cadere in ginocchio, stremato dal pianto che continuava a scorrergli sulle guance.
I suoi occhi guardavano affranti la figura di Castiel che s’innalzava verso il sole, splendente nell’argento sfolgorante delle ali imponenti abbracciato dall’oro del mattino. Era l’ultimo volo, l’ultima meta da raggiungere, eppure suo fratello… sorrideva.
Gabriel chinò il capo, affondando le unghie nel terreno sotto di lui mentre il ricordo del loro discorso svoltosi il giorno prima, durante la convalescenza di Castiel, prendeva possesso della sua mente:
 “Gabriel, se dovessi scegliere come morire… accetteresti di farlo proteggendo Samuel?”
“Perché me lo domandi?”
“Rispondimi… ti prego.”
“…”
“Fratello…”
“Sì. Morirei per lui mille volte e accetterei di cadere all’inferno se servisse a salvarlo. E che nostro Padre mi perdoni, ma sarei felice. Lo sarei perché saprei che Sam vivrebbe ancora e che il mondo potrebbe respirare di nuovo attraverso i suoi occhi. Sarei felice perché avrei donato le mie ali per una vita senza la quale non avrei potuto volare comunque. Sì, fratellino. Lo farei.”
“Grazie.”
“Castiel?”
“Sì?”
“Non fare niente di stupido.”
“Non lo farò, ma per favore… ti prego, non dirgli niente.”
“Di cosa?”
“Non dire a Dean che sto male. Voglio che sia sereno, voglio che non soffra più.”
“Soffrirà quando sparirai.”
“Lo so, ma saprà capire che in fondo, non è poi così solo. Se dovesse… accadermi qualcosa, ti prego… ricordagli che il cielo è sulle teste di tutti noi, e per quanto possa sembrare irrealistico, io… io lo veglierò comunque. Sarò nel vento, nell’acqua e nella luna, ma ci sarò anche se non potrà vedermi.”
“Sai che non sarà così” 
“Voglio illudermi che sia vero.”

http://browse.deviantart.com/?q=destiel#/d3af7bj

Angolo dell’autrice:
Va bene, niente panico, sono certa che possiamo discuterne pacif… Gabriel? Sono io o i Cerberi stanno masticando qualcosa?
Gabriel (fischietta)
GABRIEL!!!!!!!!!
Gabriel: che c’è? Mi stavo esercitando a fischiare, io non addestro cani! Mi fanno schifo e se sono cani da caccia mi scambiano sempre per una poiana!
Non dire caz***e! come fanno a scambiarti per una poiana?!
Gabriel: chiedilo a loro! Mi fanno paura!
E allora chi accidenti ha detto ai Cerberi di… stanno masticando Dean o sbaglio?
(Tutti guardano Sam)
Sam: che c’è? Mi aveva nascosto il pc!
E tu gli hai decapitato l’orsacchiotto!
Dean: PANDA!!!!!!!!!!! E’ UN PANDAAAAAAA
Ma tu non eri morto sbranato?
Dean: io sono qui. O____o
Gabriel: ma allora chi…
Manca all’appello solo Castiel, ma ho paura di controllare… coff, coff, andiamo avanti. Dunque… ah, sì, il capitolo…
Gabriel: Ehi, hai ragione, stanno masticando… IL MIO SAM-PELUCHE!!!!!!!!! MOLLATELO SUBITO O GIURO CHE VI FACCIO SPUNTARE SETTE CODE E LE SOSTITUISCO AI VOSTRI ATTRIBUTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Va bene, calma… mentre qui vicino si svolge un combattimento Gabriel vs Cerberi… Sam, punto un centone sui cani, segnatelo! Vorrei fare alcune precisazioni: sì, Castiel è nella cacca fino al collo e più in là sorgeranno problemi ben più grandi, tra cui l’entrata in scena di un personaggio molto scomodo del passato del nostro angioletto dagli occhi blu. Gabriel ne avrà di gatte da pelare, e penso che gli verranno diversi capelli bianchi, perciò non mancate al prossimo capitolo, anche perché sarà Sam a dover risollevare il morale al nostro arcangelo preferito, e non dico altro! Spazio ai ringraziamenti!
sasosasosaso: tranquilla, andrà meglio, promesso. XD nonostante il capitolo disastroso sarò di parola e avremo una piccola sorpresa in futuro, non dico altro!!! Grazie del commento, a presto!
xena89: se pensavi che Dean fosse una testa di c***o ora è confermato: lo è davvero!!! Tranquilla, a breve ti manderò tutti gli angeli che maltratto ogni giorno, qui ne ho una bella schiera. Lucifero e Michele li vuoi o me li tengo? Ti prego, prenditeli, non fanno che lanciarsi oggetti a vicenda, non li sopporto più! XD dunque, riprendendo il controllo, non posso che ringraziarti come al solito e chiederti cosa ne pensi del capitolo, mio piccolo angioletto recensore! Grazie e a presto!
Blacasi: no, Gabriel è vivo ma ho fatto fuori Castiel XD mani in alto per l’autrice sadica! Yeeeeeeeah!! Cosa ne pensi di questo capitolo invece? Ammetto di aver pianto un po’ alla fine, ma era necessario alla buona riuscita del mio diabolico piano muahahahahahh XD grazie ancora del commento, non fate che incitarmi a continuare e sorrido ogni volta che leggo un vostro commento. Grazie di cuore, davvero. (Si inchina)
Roy4ever: no, non sono una fan dell’angst, ma… ehm… cosa avevi detto riguardo Castiel? (fischietta) tranquilla, ho sempre un asso nella manica per i miei personaggi preferiti ;D grazie del commento, spero di sapere cosa ne pensi di questo capitolo! A presto!
ThanatosTH: un abbraccio fa male se dato con diverse intenzioni dei due partecipanti in questione. Io invece non ti odio e ti amo perché le tue recensioni mi sollevano sempre il cuore di un metro da terra ^^ sì, i nostri angioletti soffriranno ancora parecchio, e non solo loro, ma non ti anticipo niente. Spero di sapere presto cosa ne pensi del capitolo, un bacio e un abbraccio fortissimi con tutto il cuore per tutti i commenti che mi lasci ogni volta… grazie.
 
Sherlocked: se ti ha fatto piangere il capitolo precedente questo… ehm, terra chiama Sherlocked (il cui nome attira già tutta la mia stima), terra chiama Sherlocked, rispondete, passo! Gabrieeeeeel, vai a controllare se ha tentato il suicidio! (Gab: mandaci Castiel! Tomi: non può, è impegnato ad ammazzarsi da solo! Fila!) comunque tranquilla, saprò come risollevarti il morale, promesso! Alleggerirò la storia più in là, ma questo passaggio mi serviva, anche se mi ha fatto male scriverlo. In ogni caso, sfoga pure la tua rabbia su Dean, te lo presto volentieri, basta che me lo restituisci per il continuo della storia, non fa niente se sarà un po’ ammaccato, non se ne accorgerà nessuno (Dean: EHI!!! TI HO SENTITA!). Grazie per il commento angioletto recensore, a presto e spero di leggere di nuovo le tue bellissime recensioni!
Un bacio e un ringraziamento a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti o anche solo tra le seguite, ma un vero e proprio inchino va a chi ha recensito, rendendo possibile il continuo di questa piccola storiella! Grazie!
Tomi Dark Angel
 

 
 
 
 
 
 
  
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