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Autore: AloneAgainstZombies    17/12/2012    2 recensioni
Una fitta al petto lo fece gemere, la grande cicatrice procuratasi durante la caduta da quel burrone, e dal seguente patto con Devil, bruciava come non aveva fatto da tempo.
Capitava le prime volte, quando doveva ancora prendere confidenza con il proprio corpo; quando Devil lo istigava a reagire. [...]
-Kazuya...- lo chiamò una voce, dal nulla.
L'uomo riaprì di scatto gli occhi, non riusciva a credere a ciò che vedeva...

[Interrotta causa non più ispirazione]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Jun Kazama, Kazuya Mishima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Prologo 1

I locali della G Corporation erano deserti alle 3 e 45 del mattino; l'unica fonte di luce proveniva dai computer centrali della sala principale. Kazuya Mishima era seduto alla sua scrivania, le mani congiunte davanti al viso. Osservava impassibile i dati che venivano mostrati progressivamente sullo schermo principale, le iridi bicolori slittavano velocemente da destra a sinistra e viceversa. I dati raccolti sul proprio figlio, Jin Kazama, erano sempre gli stessi; il Gene Devil non si stava espandendo, anzi il ragazzo sembrava quasi in grado di controllarlo e reprimerlo.

Emise un sospiro di disprezzo e distaccò le mani. Si passò la destra sul viso, massaggiandosi le folte sopracciglia e gli occhi. Con uno scatto allontanò la poltrona di pelle dalla scrivania e si alzò; afferrò la propria giacca, posta sullo schienale, e la tenne sulla spalla destra. Non ebbe bisogno di dire nulla, bastò solo il suono della poltrona che si scostava per far capire ad Anna di spegnere i terminali e i computer.

-Riprenderemo i controlli più tardi.- disse la donna dal lungo abito rosso con il suo solito tono ammaliante.

Kazuya non mutò la sua espressione, sempre corrucciata, seria, minacciosa. Si limitò a girarsi, premere il pulsante per aprire la porta automatica, ed uscire da lì senza una parola.

 

Il rumore della doccia innondava l'intero appartamento, desolato. L'acqua scivolava lenta sulla pelle rovinata dalle cicatrici, sui muscoli imponenti; l'uomo era immobile sotto il getto dell'acqua, gli occhi chiusi e la fronte aggrottata come sempre. La sua mente era un brulicare di pensieri, tutti rivolti al figlio Jin e al Gene Devil. Voleva capire, conoscere, il motivo di questa lotta per reprimerlo. Lui l'aveva appreso e domato, poteva controllarlo e gli basterebbe assorbire l'energia di Jin per diventare ancora più forte. Ma il figlio non aveva le stesse mire del padre, e se le avesse, il motivo principale sarebbe distruggerlo una volta per tutte.

Al pensiero di una ipotetica lotta tra lui e suo figlio gli sfuggì un sorriso beffardo. Aprì gli occhi e volse lo sguardo alle mattonelle dinnanzi a lui, girò la manopola della doccia per fermare l'acqua e uscì, bagnato e gocciolante. Afferrò il proprio accappatoio viola e lo indossò, strofinando bene i capelli per asciugarli. Una fitta al petto lo fece gemere, la grande cicatrice procuratasi durante la caduta da quel burrone, e dal seguente patto con Devil, bruciava come non aveva fatto da tempo.

Capitava le prime volte, quando doveva ancora prendere confidenza con il proprio corpo; quando Devil lo istigava a reagire. Si prese il petto con una mano e cadde in ginocchio in preda ad una lotta interiore. Non riusciva a capire cosa stesse accadendo, Devil non aveva più una volontà sua, Kazuya poteva comandarlo a suo piacimento. Erano una cosa sola. O almeno così credeva l'uomo.

Quella sensazione svanì all'improvviso, dovette aspettare cinque secondi per realizzare di potersi di nuovo muovere. Si rialzò in piedi e scostò l'accappatoio per controllarsi la cicatrice sul torace. Nulla di strano, sospirò e finalmente uscì dal bagno per dirigersi verso il letto. Si erano intanto fatte le 4 e mezza del mattino.

La camera di Kazuya non era grande come si sarebbe immaginato; oltre al letto matrimoniale non vi erano troppi mobili: due semplici comodini con sopra poste delle bajour, che sarebbero state meglio su una scrivania da impiegato, e un ampio cassettone con sopra, al muro, uno specchio. I muri erano adornati da grandi vetrate che mostravano le luci notturne e la famosa torre di Tokyo.

Kazuya piegò l'accappatoio di cui si era appena svestito, lo appoggiò da parte e indossò degli abiti comodi; scostò le coperte e si stese sul letto. Nei suoi pensieri si era aggiunto anche l'incidente capitato poco prima, che Devil stesse nuovamente prendendo il sopravvento? No, impossibile, lui l'aveva assorbito, era diventato tutt'uno con lui.

Cercò di rilassare la sua espressione, chiuse gli occhi e si girò con il viso verso la parte sinistra del letto, pronto a spegnere la mente per almeno qualche ora.

-Kazuya...- lo chiamò una voce, dal nulla.

L'uomo riaprì di scatto gli occhi, non riusciva a credere a ciò che vedeva: nella parte del letto vuota, stesa accanto a lui, con un sorriso nostalgico e angelico, vi era un fantasma.
Jun Kazama.




 

 Bene, questa è la prima fanfiction che scrivo su questa coppia (ed è una delle poche fanfiction che scrivo). Spero che questo piccolo prologo sia si vostro gradimento! Fatemelo sapere tramite una recensione, e se c'è qualcosa che potrei migliorare fatemelo sapere!
Adieu-
 
   
 
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