Yeah *_________________* la noia imperversa in questa calda (troppo) notte XD aspettando che passi mezz’ora per scaricare un volumetto di naruto XD

Comunque, quel “nee” nelle frasi del dato pg è nuovo XD mi piaceva troppo XD se lo volete pronunciare, dategli un tono da presa in giro, strascicando la “eee” XD ma che consigli mi metto a dare?????O___________O

A proposito, tutti i nomi dei vari personaggi verranno svelati, prima o poi.. *__* voglio tenervi sulle spine XD

 

 

Secret 02

Mode Of Thought

 

La morte si può prendere in vari modi.

 Dipende dal modo di pensare

 

Chiunque, a quella vista, avrebbe pianto, si sarebbe disperato.

Eppure rimase calma, osservando la salma.

L’uomo la fissò.

 

- è una parente?-

- in un certo senso.-

- è lei?-

- no, dai?-

- è di Suna?-

- no, è del mistico paese del pan di Spagna. -

 

La ragazzina fissò l’uomo con l’aria di chi è in procinto di uccidere.

 

- chi si occupa delle indagini?-

- Hakate Kakashi.-

- uh. Vive?-

- bhe, l’ultima volta che l’o visto, respirava. –

- dove  vive. Cerchi di capire un po’.-

- da qualche parte.-

- utilissimo.-

 

Gli occhi blu della bambina erano chiusi.

Qualcuno aveva avuto la grazia di  chiuderglieli, probabilmente.

I capelli rossi erano sparsi sul tavolo.

Gli occhi blu della ragazzina, osservavano la pelle fredda del volto.

Folti capelli dello stesso blu cadevano sulla schiena, raccolti in una treccia fino al bacino.

 Una maglietta cinese a collo alto, blu, fasciava il minuto corpo di tredicenne, decorata da due dragoni argentati sui fianchi.

Corti pantaloni blu coprivano le gambe lunghe e snelle solo fino alla metà della coscia.

Ai piedi, le basse carpe cinesi.

Un ragazzo le si affiancò.

Morbidi capelli neri cadevano sulle spalle, mentre vispi occhi grigio piombo fissavano la ragazzina, da sotto il cappuccio del mantello del colore del grano che lo ricopriva.

 

- andrò da questo Kakashi Hakate.-

 

Appesa al fianco, una brillante Katana.

 

 

****

 

Un ritorno, si può prendere in vari modi.

Dipende dal modo di pensare.

 

- NO . –

 - ma proprio non vuoi?-

- no, non voglio. Piuttosto la morte.-

- ma..-

- piuttosto mi spoglio, mi do fuoco ai capelli e mi butto dal palazzo dell’Hokage.-

 

Occhi bianchi fissavano altri occhi bianchi.

Lunghi capelli neri e vesti bianche.

Lui, ben deciso a non staccare di un passo la sua posizione.

Lei, gli occhi supplicanti e l’aria triste.

Poi...

Un accendino lo colpì in testa.

Si voltò verso il punto da cui era stato lanciato.

Una giovane donna stava tranquillamente seduta alla finestra, una sottile sigaretta tra le labbra.

 

- sono d’accordo con il “mi do fuoco ai capelli” e il “mi butto dal palazzo dell’Hokage” ma non con il “mi spoglio” non credo sia un meraviglioso spettacolo.-

 

Alzò un braccio, buttando con malagrazia sul pavimento un fagotto di coperte, che fece un sordo rumore, accompagnato da un urletto soffocato.

 

- non pensi anche tu, Nekodachi?-

- non so signorina.-

 

Dal fagotto, sotto gli occhi esterrefatti dei due nella stanza, uscì un gatto.

Sotto gli occhi doppiamente esterrefatti dei due, il gatto diventò un ragazzo, totalmente coperto da un mantello grigio.

Morbidi capelli biondi cadevano sugli occhi dorati, color del grano.

Il volto aveva un che di gentile e spazientito.

Gli occhi, un’espressione triste.

 

- non sono abituato a pensare a simili cose.-

- se, se, giusto, giusto. Ti hanno fatto proprio strano, ne.-

- ha ragione signorina.-

- quando mai non l’ho avuta?!-

- la lista è infinitamente lunga signorina.-.

 

La ragazza ghignò, scendendo dal davanzale.

 

- che è successo?-

 

La porta si aprì di scatto.

Lui teneva ancora in mano l’accendino.

Lei si era appoggiata al muro.

Il ragazzo di nome Nekodachi fissava il nulla.

La ragazza appena entrata ghignò ampliamente.

 

- oh ma Lol! Un inattesa riunioncina familiare!-

- tu..?-

- io. –

- tu..?-

- io. –

- tu..?-

- neee, zio, smettila di dire sempre “tu” che sembri un telefono occupato!-

- sei ancora viva?-

- ci speravi, ne?-

 

La ragazza sorrise ancora di più, tenendo la sigaretta tra due dita.

La frangia di capelli neri cadeva tutta sull’occhio destro, scivolando quasi fino al seno.

L’occhio bianco scoperto fissava tranquillo ed ironico la scenetta.

Il top aveva la manica destra corta, e mentre la sinistra era lunga.

Il braccio destro era totalmente bendato.

I pantaloni avevano subito lo stesso destino.

Ma lì la gamba destra era lunga, e la sinistra corta.

La gamba scoperta era stata a sua volta fasciata.

Sull’addome scoperto, di fianco all’ombelico, un tatuaggio nero da Anbu spiccava sulla pelle chiara.

 

- nee... guarda tu che facce...-

 

Sorrise largamente, scoprendo i denti, quasi ridendo.

 

- Eddai Hinata, Neji... non si saluta più la vecchia Otoo-San?-.

 

Hinata non se lo fece ripetere due volte, gettandosi in braccio alla giovane.

 

- che bello! Sei tornata, sei tornata!-

 

La ragazza sorrise.

 

- nee... sembra che tu sia l’unica felice di vedermi, Hinata-Chan...-

 

La ragazza guardò Neji, che fissò contrariato l’accendino.

Bianco, con il tribale di un drago disegnato sopra.

 

- sono felice di vederti. Ma sappi che non ti abbraccerò.-

- nee, sempre associale sei...-

 

Nekodachi e Hiashi si guardarono.

 

- quando porterai della gente normale in casa?-

- perché, le persone che ci vivono sono normali?-

 

***

 

Una responsabilità si può prendere in tanti modi.

Dipende dal modo di pensare.

 

I suoi occhi scivolarono sulla pila di fascicoli.

Aveva voglia (molta voglia) di lanciarli tutti rapidamente nel secchio e di uscire da lì.

Ma non una ma ben tre paia d’occhi lo fissavano, insistenti.

 

- si muova Kakashi-Sensei.-

- ma, Sakura...-

- né io, né Naruto, né Sai abbiamo tempo per aspettare che scenda lo spirito santo che firmerà tutti quei fogli.-

- Sensei, si muova e autografi le sue scartoffie. –

- concordo con Naruto e Sakura.-

- vede? Su, op op. –

 

Kakashi sospirò.

 

- sospirando i fascicoli non si compilano...-

 

Gli ricordò Naruto.

 

- si, ma...-

- e si muova!-

 

A questo grido, Kakashi decise di mettersi a compilare i fascicoli.

Poi avrebbe dovuto mettersi alla ricerca dell’assassino della bambina dai capelli rossi, che, aveva scoperto, essere seriamente di Suna.

Al quarantesimo foglio, aveva i crampi alla mano, la vista appannata, il sudore sulla fronte e il chackra a zero.

Insomma, era spossato come dopo una battaglia.

E n’aveva ancora, di fogli da firmare.

 

- e se usassi la Kage Bushin No Jutsu?-

- No. –

- No. –

- non ci provi neppure sensei. –

- Sakura sei spietata...-

- cerco solo di farla lavorare sensei. Cosa che altrimenti lei non farebbe. -

 

Kakashi sospirò.

Di sicuro, c’era un modo migliore di prendere le responsabilità.

Forse, pensandole come cose stupende, scese dall’alto, e non come un supplizio...

No Kakashi, non sono mestruazioni, sai?

Sospirando si rimise al lavoro.

Per lui era solo noia.

Forse dipendeva dal modo di pensare...