Quell'anno ad Hogwarts l'inverno si stava facendo sentire. Si avvicinavano le vacanze di Natale e Lily Evans già sapeva che sarebbe dovuta tornare a casa: per quanto amasse stare con la sua famiglia c'era qualcosa che le piaceva ancora di più. Ma quell'anno avrebbe dovuto farne a meno...
Un pomeriggio stava tornando al castello dopo l'ultimo bicchiere di Burrobirra in compagnia del professor Lumacorno ai Tre Manici di Scopa a cui aveva invitato alcuni dei suoi studenti preferiti per parlare un po' prima della sua festa di Natale.
La festa di Natale... Un bel dilemma... Lily non aveva ancora pensato chi portarci. E le rimanevano solo un paio di giorni! Mentre rimuginava camminando si sedette su una delle panchine che affiancavano il sentiero che portava alla scuola.
Avrebbe invitato Sev ma, da quando avevano litigato, non si erano più rivolti la parola. Dall'altra parte poteva chiederlo a... No. Fuori discussione. E poi l'avrà già invitato quella stanga della Smith e lui avrà accettato sicuramente. Non capiva come quello stupido riuscisse a far cadere tutte le ragazze ai suoi piedi: si, era divertente, bravissimo a mettersi nei guai, così carino che... "Torna con i piedi per terra" si disse Lily scuotendo la testa. Eppure, in un modo o nell’altro, finiva sempre per pensare a lui, anche se gli ultimi pensieri erano stranamente positivi. Anche troppo. Ma Lily si era ripromessa di non cadere ai suoi piedi perché lei non era come le altre ragazze.
Lei era Lily Evans. Lei aveva sempre odiato quel Potter.
Iniziò a nevicare e la ragazza si strinse nel suo cappotto. Rimase a guardare la neve che scendeva per un po’, poi decise di tornare al castello. Si stava per alzare quando, proprio di fianco a lei vide un giglio sospeso a mezz’aria che piano si adagiava sulla panchina. Si guardò intorno per vedere se c’era qualcuno.
Ma niente. C’erano solo lei e il vento gelido. Prese in mano il giglio e l’annusò. Sorrise. Chi poteva conoscere quale fosse il suo fiore preferito. Sev era l’unico ma… “Una volta lo dissi anche a Potter…” pensò tra sé. Ma era impossibile, quel casanova non avrebbe mai pensato a qualcosa di così dolce. Ci stava ancora pensando quando s’accorse che sulla neve c’erano delle impronte nuove che partivano dalla panchina e andavano a Hogsmeade. Forse le aveva lasciate il ragazzo misterioso. Così s’alzò e cominciò a seguirle. Arrivò all’entrata del paesino e continuò la sua ricerca. Stava per svoltare l’angolo che portava sul retro di Mielandia quando sentì delle voci.
- Allora? Le è piaciuto? – chiese uno dei due ragazzi.
- Oh, si! Era contentissima… - rispose l’altro cercando di tagliare corto.
- Per me si starà chiedendo chi le abbia lasciato il fiore…
- Finiscila Lunastorta. E’ impossibile che capisca che sono stato io.
- Non è impossibile, Ramoso. Dovresti parlarle.
- E dirle cosa?! Che tutte le volte che sono con altre ragazze penso a lei, parlo solo di lei? Che tutte le volte il profumo della menta mi ricorda il suo? Che impazzisco quando quel Mocciosus le gira intorno come una sanguisuga?
- Io inizierei da un “Ciao”…
Il ragazzo rise.
- Forse la faccio più complicata di quello che è…
- Quindi…?
- Le chiederò di venire con me alla festa di Lumacorno ma stavolta lo farò seriamente – rispose questo prendendo un respiro profondo.
- Ecco! Ora su, andiamo! Felpato e Codaliscia ci aspettano ai Tre Manici, non facciamoli aspettare.
I due ragazzi tornarono sulla strada principale. Lily, che si era nascosta dietro un muretto, li guardò andare via e poi si lasciò scivolare a terra fino a sedersi. Rise mentre arrossiva. Guardò la neve che non aveva accennato a smettere di scendere.
Il problema della festa di Natale era risolto e anche nel migliore dei modi.