Sono
tornata!
Ebbene
si…sono tornata e con un progetto ambizioso:
una raccolta di Missing Moment sulla coppia per eccellenza ovviamente!
So
perfettamente che sarà difficile e non sarò mai
soddisfatta al cento per cento,
ma perché non tentare?
Quindi
bando alle ciance, vi lascio alla lettura del
primo capitolo, che si è classificato primo al
“Hermione e… Ron, solo Ron
contest” indetto da GiulyHermi96 sul forum di EFP.
Ringrazio
infinitamente la giudicia per il giudizio
e spero che la shot piaccia a voi come è piaciuta a lei.
Un
bacio!
Ciara <3<3<3
No Light
You are the hole in my head
You are the space in my bed
You are the silence in between
What I thought and what I said
You are the nighttime fear
You are the morning when it's clear
When it's over, you're the start
You're my head and you're my heart
“No light, No
Light” Florence + The Machine
I
due Mangiamorte erano sempre lì.
Camminavano
avanti e indietro sul marciapiede dall’altra parte della
strada. Ogni tanto si
fermavano, si scambiavano qualche parola e poi riprendevano a camminare.
Osservarli
nella luce rossastra del tramonto era quasi ipnotico.
Improvvisamente
si sentì portare una ciocca di capelli dietro
l’orecchio, sobbalzò leggermente
prima di alzare lo sguardo per incontrare quello del colpevole di quel
gesto.
«
Ehi! » era Ron che le porgeva una tazza di tè
fumante.
Era
talmente concentrata nell’osservare i movimenti dei due
uomini da non rendersi
conto che il ragazzo si era seduto accanto a lei sul davanzale della
finestra.
Gli
sorrise in segno di gratitudine e prese la bevanda.
Assaporò
il calore della ceramica mentre le scaldava le mani, quella casa era
sempre e
comunque gelida e il maglione che si era buttata sulle spalle di certo
non era
sufficiente.
Fuori
il caldo estivo era soffocate mentre all’interno
dell’edificio sembrava di
essere in un altro tempo, quasi un’altra dimensione.
E
lei si sentiva
soffocare, intrappolata in quella dimensione.
Tornò
ad osservare i Mangiamorte e sospirò pesantemente.
Cominciò
a sorseggiare il tè mentre, con la coda
dell’occhio, guardava Ron fare la
stessa cosa.
Era
dalla sera prima che si sentiva inquieta. Non capiva esattamente cosa,
ma c’era
qualcosa che le attanagliava il cuore in una morsa gelida, qualcosa
capace di
toglierle il respiro.
Alzando
lo sguardo incontrò gli occhi azzurri di Ron e il suo
sorriso.
Così
va meglio.
Ron
aveva la capacità di farla sentire a casa con una semplice
occhiata e di farla
morire con una sola parola. Loro due erano una combinazione esplosiva.
Siamo
una
combinazione esplosiva!
E
probabilmente era quello che l’aveva sempre spaventata del
loro rapporto, della
dipendenza da lui che l’aveva così condizionata
l’anno precedente.
I
graffi e le ferite le bruciavano ancora addosso al solo pensiero dei
mesi che
avevano trascorso senza rivolgersi la parola.
E
ancora quella sensazione.
Come
se l’aria si congelasse nei polmoni impedendole di respirare.
Chiuse
gli occhi inspirando profondamente.
«
Cos’hai? » la semplice domanda rivoltale da Ron.
«
Pensavo » rispose lei cercando di regolarizzare il suo
respiro.
Ron
sorrise ironicamente.
Certo!
Quando
mai lei non pensava?
Ritrovarsi
con le risposte di Ron nella testa non faceva che darle la certezza dei
sentimenti che la legavano a lui. Eppure pensava di aver superato
quella fase.
Quella
del rifiuto, dell’incredulità, della paura.
Quando
credeva che non ci fosse nemmeno uno spiraglio di luce per loro.
Quando
vagava
nel buio alla ricerca dei suoi occhi.
Dalla
sera precedente, da quando Lupin se ne era andato era semplicemente
terrorizzata.
Terrorizzata
non per la situazione in cui si trovavano.
No,
quella era una paura gestibile, ancora.
«
Va avanti! » la incoraggiò Ron.
«
Pensavo a Lupin e Tonks. Pensavo a quello che ha detto ieri
Lupin… ai suoi
occhi, alla sua voce ».
Fece
una pausa, come per raccogliere i pensieri, prima di riprendere a
parlare: « Com’è
possibile comportarsi così? Voglio dire è sua
moglie! Com’è possibile parlare
in maniera così fredda di tua moglie, della donna che ami?
»
Aveva
parlato a voce bassa ma chiara, incredula delle sue stesse parole.
«
Io…» Ron non sapeva esattamente cosa dirle, lo
vedeva.
Lo
capiva.
Lei
stessa non sarebbe stata capace di rispondersi.
Si
amavano. Ne era certa.
Li
aveva visti, i loro sguardi, il modo in cui si toccavano, si sfioravano.
Quasi
accidentalmente.
Al
compleanno di Harry li aveva visto Tonks sistemare il colletto della
camicia di
Lupin, e il modo in cui l’aveva guardato, così
tenero, complice, l’aveva fatta
sentire un’intrusa. Colpevole di aver visto qualcosa si
troppo intimo.
«
Certamente, noi donne, non vi dimentichiamo così in fretta
come voi dimenticate
noi. Forse è il nostro destino più che un nostro
merito. Non abbiamo scelta! »
e con quelle parole non si riferiva solo a Tonks. « Ma li hai
visti anche tu
insieme, come si guardavano alla Tana…sembravano
felici… »
«
Erano felici! » si affrettò a confermarle lui.
Si
guardarono per un po’ negli occhi.
Ron
le sfiorò una mano. « Sono perfetti
insieme… e Remus lo sa! Andrà tutto bene
».
Quelle
parole andavano ben oltre Lupin e Tonks, se n’era accorta dal
modo in cui la
stava guardando. Da come le aveva stretto la mano.
In
fondo un po’
di luce c’era.
Non
brancolava completamente nel buio.
E
forse sì, non aveva scelta. Quella era la sua scelta.
Quegli
occhi
erano la sua scelta.