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Autore: __Sayuri__    18/12/2012    4 recensioni
[post-Thor] [pre-The Avengers]
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I film della Marvel ci hanno mostrato i due volti diversi di Loki e la sua 'metamorfosi' senza rivelarci cosa è accaduto nel mezzo, quando si è lasciato cadere nel vuoto. Con questa storia proverò a riempire questo buco narrativo utilizzando tanta fantasia e vari riferimenti ai film stessi, ai fumetti e alla mitologia nordica.
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[COMPLETA]
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[Questa fanfiction ha partecipato al contest "La notte degli Oscar" indetto su Writers Arena Rewind, vincendo il premio speciale 'Momenti di Gloria']
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - Il Senza Nome




Thanos scuote la testa, sogghignando, mentre osserva il corpo inerme di Loki, accasciato a terra e immobile da ormai vari minuti. Gli aveva detto di non provare ad usare l'energia del Tesseract, dato che non era ancora pronto a controllarla, ma evidentemente l'asgardiano non ha voluto obbedire, o non ha saputo resistere.

La cosa comunque non lo sorprende, il dio senza radici non ama le imposizioni, ed è estremamente sensibile al fascino del potere.

"È morto?"

Domanda l'Altro, la voce priva di emozione.

"Non ancora." Replica l'ultimo Eterno, avvicinandosi a quel corpo disteso sul terreno gelido, notando quanto rapidamente si stia raffreddando, quasi stesse assorbendo la temperatura della roccia.

Per effetto del cubo, la sua mente ha perso il contatto con la sua sostanza materiale, ed in poco tempo di lui non resterà nient'altro che un involucro di carne senz'anima.


Thanos inclina la punta dello scettro verso il basso, sfiorando il petto dell'asgardiano, e insegue gli strascichi dei suoi ultimi pensieri coscienti. Sono ombre vaghe ed evanescenti, che si perdono e si intrecciano nelle profondità del cosmo, fin dove il Tesseract ha deciso di condurlo, e dove morirà, se non riuscirà a recuperare la lucida consapevolezza della realtà. Il mostro cerca ancora, ritrovando un barlume della sua mente e alcuni frammenti dei suoi pensieri. È giunto fino al mondo dei mortali e ha trovato il cubo, prima di smarrirsi all'interno della sua stessa mente.

Può ancora essergli utile. 

La sfera di luce blu che pulsa debolmente nello scettro rifulge con forza per un istante, e Loki emette un gemito soffocato, ancora incosciente.

"Perché salvarlo? È chiaramente troppo debole, si rivelerebbe inutile per i Vostri piani, o peggio. Potrebbe fallire."

L'elfo oscuro non si cura di celare il disprezzo che gli affila la voce, memore di un antico rancore.

"Non l'ho salvato." Risponde con voce ferma Thanos, porgendo lo scettro al suo alleato, che lo riceve tra le dita con riverenza, chinando di scatto la testa. "Gli ho solo dato un'ultima possibilità, indicandogli la via del ritorno, la strada per ricongiungersi al suo corpo e tornare cosciente. Si salverà da solo, se sopravviverà al dolore."

L'Altro annuisce con deferenza, mantenendo la sguardo inchiodato a terra, mentre il suo padrone continua a parlare.

"E se anche fallisse, o ci tradisse, non sarebbe affatto un problema. La sua esistenza non ci sarebbe stata comunque necessaria, dopo la consegna del Tesseract, al contrario, la sua instabilità è un fastidio che non tollererò a lungo. Ce ne libereremo subito, non appena avrà adempiuto al suo incarico. Anzi, ci penserà qualcun altro per noi."

Il sorriso che attraversa il volto di Thanos è raggelante, ma l'elfo oscuro intuisce l'idea che l'ha generato, e si prostra ulteriormente a terra.

"Il Vostro è un piano infallibile, mio Signore."

L'ultimo Eterno si lascia andare ad una cupa risata, prima di voltarsi di colpo e tornare ad occupare il suo trono imponente.

"Anche tu dovrai fare la tua parte. Avverti i nostri alleati, che si tengano pronti. Presto avremo bisogno della collaborazione dei tuoi sottoposti a Svartalfheim... e dei nostri insospettabili 'amici' ad Asgard."

L'Altro si rialza, appoggiandosi all'asta dorata dello scettro. Il pensiero di dover collaborare, anche se a distanza, con della feccia asgardiana, lo ripugna profondamente, ma è l'unico modo per ottenere vendetta e rivalsa. Il suo popolo non sarà più costretto a nascondersi nelle viscere di un pianeta in putrefazione, dimenticato e odiato da tutti i Regni, ma riotterranno finalmente la posizione che spetta loro di diritto. In troppi devono il loro potere all'abilità nella manipolazione della materia e nel progettare armi degli abitanti di Svartalfheim, in primo luogo Odino, ed è giunto il momento di ripagare il conto.

"Cosa devo farne dell'asgardiano?" Domanda l'elfo oscuro, fissando il viso di Loki, che si contrae spasmodicamente nell'incoscienza.

"Portalo via, per ora. Se riuscirà a ridestarsi riconducilo qui, gli insegnerò ciò che gli occorre per esserci di aiuto."

L'Altro si volta e fa un cenno con la mano, comandando ai nani che si erano tenuti a distanza di avvicinarsi. I due esseri afferrano il dio dell'Inganno per le gambe e lo trascinano via, seguiti a distanza dall'elfo.

Il servo di Thanos osserva le due creature tozze depositare senza alcuna delicatezza il corpo di Loki sulle sponde di un dirupo, per poi ricongiungersi ai loro simili, parlottando a mezza voce nella loro lingua rozza e gutturale. Non appena il gruppo di nani si accorge della sua presenza, riprende freneticamente a lavorare, e in breve tempo le mura rocciose risuonano di echi metallici e grida disumane, mentre il crepitio del fuoco che alimenta e modella il loro operare illumina senza sosta quella notte senza fine.

L'Altro si prende il tempo di esaminare il risultato del loro lavoro, ritenendosi quasi immediatamente soddisfatto. Da sempre le due razze che abitano Svartalfheim vivono in una sorta di simbiosi e di vincolata collaborazione. Da una parte gli elfi oscuri, sopraffini architetti della materia e profondi conoscitori di ogni tipo di energia, anche di quella 'oscura', invisibile ad ogni altra creatura, che detengono le redini del potere, anche se sono rimasti in pochissimi. Dall'altra i ben più numerosi nani, esseri minuti, da molti ritenuti ripugnanti, ma eccellenti fabbri e costruttori di armi e congegni dall'insuperabile fattura. Si dice che sappiano lavorare ogni tipo di elemento e che siano in grado di forgiare manufatti senza uguali, ma la loro scarsa intelligenza e la loro debolezza fisica li hanno resi completamente succubi della razza dominante, alla quale obbediscono ciecamente.

È stata decisamente una fortuna che anche alcuni di loro siano stati rinchiusi in quel limbo, dato che attraverso il loro lavoro stanno letteralmente dando vita a formidabili macchine da guerra. L'Altro ha deciso di chiamarli Chitauri. Un esercito inarrestabile, che ricava la sua forza dalla stessa energia oscura che giace dormiente nella materia che compone i resti di quel pianeta che stanno usando come nave per spostarsi nel limbo, alla ricerca di ulteriore energia. Thanos ha ribattezzato appropriatamente quell'asteroide-vascello Santuario, come simbolo dell'indiscussa e superiore divinità che ne calca il suolo e ne dirige il moto. Molto presto il loro piano, che cresce e si sviluppa da incalcolabili ere nell'ombra e nel silenzio dell'Oblio, maturerà e darà vita al fiore dell'assoluta vittoria.

L'elfo oscuro impugna più saldamente lo scettro di Thanos, e si concede un sorriso di trionfo, prima di usarlo per colpire con un colpo leggero la parete di roccia di fronte a lui. Il primo strato di pietra si sgretola, frantumandosi in migliaia di piccoli frammenti polverosi, che iniziano a fluttuare e a disporsi nell'aria seguendo un flusso costante, fino a raggiungere una consistenza molto simile all'acqua. In quel nuovo stato, si condensano e formano una superficie liscia e sottile, che rassomiglia ad uno specchio, nella quale prende forma un'immagine sfocata e distorta.

"Tenetevi pronti, molto presto il vostro intervento sarà necessario." Afferma con tono sicuro l'Altro, fissando negli occhi il riflesso ora più nitido che lo ascolta con attenzione.

"Molto bene, mio Re. Attendiamo con ansia la chiamata che ci ricondurrà alla luce."

La superficie dello specchio si increspa, cancellando l'immagine dell'elfo oscuro ancor prima che finisca di giungere l'eco della sua voce. L'Altro si concentra, scrutando l'interno di quella finestra sul cosmo, l'unica forma di comunicazione con l'esterno del limbo che gli è concessa o, meglio, che è riuscito ad escogitare. È uno strumento utile, dato che gli permette di mettersi in comunicazione con ogni angolo di universo, ma dalle frequenze altalenanti, infatti il contatto può durare solo pochi istanti, e richiede un notevole impegno. Finalmente, dall'altra parte dello specchio appare la figura di un uomo, che possiede il fulgore di un dio. Dalle sue spalle si irradia una luce abbagliante, che mette in risalto i contorni decisi del suo viso e il bagliore vivido nei suoi occhi chiari. I suoi abiti sono di splendida fattura, intessuti in stoffe pregiate e finemente decorate.

"Mi porti buone notizie?" L'uomo ha una voce ferma e profonda, ma l'Altro ne coglie immediatamente la fastidiosa punta di arroganza che è propria di tutti gli asgardiani.

"Ovviamente" risponde, senza celare l'insofferenza che prova nel vederlo, "il nostro esercito è ormai schierato. Agiremo molto presto, non appena il nostro nuovo alleato sarà in grado di condurlo."

"Il rinnegato di Asgard?" Chiede la proiezione con tono di scherno "Mi chiedo che cosa direbbe se sapesse da quanto tempo non è altro che una marionetta nelle vostre mani."

"È anche tuo il merito, e presto ne assaporeremo tutti il premio. Odino cadrà, e noi saliremo. Ti contatterò di nuovo prima dell'atto finale."

L'uomo gli sorride di rimando e annuisce solennemente, poi lo specchio svanisce e si dissolve nell'aria. L'Altro inspira profondamente, ripensando a come tutto è cominciato. Thanos, forte dell'unico potere che gli era rimasto, quello di poter vedere quello che succedeva al di fuori del limbo in cui erano rinchiusi, aveva ricercato per anni una breccia nelle impenetrabili difese di Odino. Una crepa, una debolezza in cui insinuarsi e su cui fare leva.

Quando l'aveva trovata, nei gelidi inverni di Jotunheim, abbandonata in un tempio imbrattato di sangue e lacrime, aveva ormai intessuto le alleanze che gli occorrevano per adempiere i suoi propositi. Aveva solo dovuto attendere l'occasione adatta, e sovvertire l'ordine naturale delle cose, per portare il caos e il tradimento nella casa stessa degli Æsir. Era bastato semplicemente fare in modo che la notizia della disobbedienza dei giovani principi e dei loro compagni, che erano partiti per Jotunheim contravvenendo agli ordini di Odino, giungesse alle orecchie del Padre degli dei con un po' di ritardo. A questo aveva pensato il loro alleato che si nascondeva sotto il sole di Asgard stessa, che aveva intercettato e bloccato la guardia inviata dal secondogenito fasullo, così da innescare una serie di eventi inarrestabili che avrebbero condotto inesorabilmente alla loro rivalsa. Da quel momento in avanti, tutto era proseguito esattamente secondo i piani.

Un rumore alle sue spalle impone all'Altro di voltarsi, e non appena vede che l'asgardiano sta riprendendo conoscenza, non riesce a trattenere un sorriso di trionfo.




Loki riemerge a fatica dalla nebbia di pensieri in cui stava smarrendo il senno.

Grazie al potere del Tesseract ha visto luoghi e mondi che nessun probabilmente conosce, intuito verità alle basi stesse dell'esistenza. Il cubo è una fonte illimitata di sapere, e lo avrebbe ucciso, assorbendolo al suo interno e impedendogli di ritrovare la via per ritrovare il suo corpo, se un'altra forza non l'avesse improvvisamente scosso. Il dio dell'Inganno ha compreso che è stato Thanos a recuperare la sua mente, perché ora prova lo stesso lancinante dolore che ha avvertito quando è atterrato nella sua dimensione.

Gradualmente, ricompone le connessioni che il Tesseract ha tranciato, e riprende possesso di se stesso, nella sua interezza. Quando riapre gli occhi non riesce ad impedirsi di gridare, l'incubo che l'ha trattenuto al suo interno fino a quel momento si dissolve con così tanta violenza da far tremare le sue membra. È di nuovo a terra, su quella gelida superficie rocciosa, di nuovo indifeso.

Si rialza a fatica, incespicando, e un po' alla volta ricomincia a sentire i suoni dell'ambiente che lo circonda. Il silenzio che ricordava appartenere a quel limbo dimenticato da tutti, ora è diventato una cacofonia di rumori e grida, che non riesce a identificare. Muove qualche passo e li vede.
Una moltitudine di creature scalpitanti, dall'aspetto mostruoso e selvaggio, che affollano la voragine che si estende sotto di lui.

"Ma cosa...?" Mormora attonito, ansimando.

"Ecco il tuo esercito." Replica una voce alle sue spalle, facendolo sussultare.

"Che cosa sono?" Chiede sbarrando gli occhi, inorridito, fissando l'elfo oscuro che avanza verso di lui.

"Li ho progettati appositamente per i nostri scopi, e ho sfruttando le capacità dei nani per costruirli. Sono inarrestabili, non provano sentimenti, non provano dolore. Obbediranno al loro comandante e avranno un unico scopo: calpestare e distruggere."

Loki osserva quelle perfette macchine da guerra, impressionato. Quando eserciterà il potere del Tesseract e guiderà l'attacco di quell'esercito, chi mai potrà  resistergli?

Si volta di scatto verso l'Altro, la follia di nuovo nello sguardo.

"Tu non sei un comune abitante di Svartalfheim. Chi sei?"

L'elfo oscuro si avvicina ancora, tanto che Loki riesce e sentire il fetore nauseante del suo fiato.

"Io un tempo ero il re del mio popolo, il mio potere e la mia abilità non avevano uguali. Per questo in molti cominciarono a temermi, compreso Odino, nonostante avesse ricevuto da noi manufatti preziosi e armi dall'immenso potere. La nostra alleanza venne infranta, la mia razza costretta a vivere nell'ombra e nell'infamia, mentre Asgard ascendeva a regina incontrastata di tutti i Regni. Io venni esiliato qui, condannato all'oblio. Come ulteriore beffa, il Padre degli dei mi costrinse a dimenticare il mio stesso nome, con l'obiettivo di cancellarmi per sempre e di impedirmi di attentare al suo potere. Da allora io, il Senza Nome, non attendo altro che la vendetta. Odino verrà inghiottito dalle stesse tenebre in cui mi ha tenuto rinchiuso, mi restituirà il mio nome e il mio rango e tutti saranno costretti a ricordare. Il tempo di Asgard sta per scadere."








 ***






Angolo autrice

Scusate il ritardo, ma in questi giorni non sono a casa mia e ho qualche problema 'logistico' ^^


Mentre rileggevo il capitolo, mi è venuto un dubbio atroce: non è che invece di scioglierla, sto ingarbugliando ancora di più la matassa? In effetti credo sia proprio così! XD Mi fa un po' ridere il fatto che questo capitolo sia dedicato quasi interamente a un personaggio che con tutta probabilità la Marvel non si prenderà mai la briga di analizzare (sempre ammesso che lo faccia apparire di nuovo nei film.. O__O). E allora sorge spontanea la domanda: perché l'ho fatto?

1 - Sono un po' fuori di testa/masochista/esageratamente fantasiosa (ma questo credo si fosse già capito XD)

2 - Questa storia in realtà sta per finire. Mancano un paio di capitoli, non di più, credo. Quindi, come potrete ben intuire, non avrebbe senso creare tutti questi retroscena per nulla, solo per riempire il buco e stop. Ci sarà un sequel che, fantasia e ispirazione permettendo, sarà piuttosto lungo. MOLTO lungo. (Detta così suona come una minaccia... non so se c'è molto da stare allegri!XDD)

Quindi mi dispiace, ma temo che dovrete sopportarmi nel Fandom ancora per un po'... ^^'' (non linciatemi, please!)

Passiamo ora alle note vere e proprie sul capitolo:

- Mi sono sempre chiesta quale fosse il significato della frase che Loki rivolge a Thor negli Avengers, quando afferma "...quanta energia oscura ha raccolto PadreTutto per farti manifestare qui, sulla tua preziosa Terra?" Dunque, cos'è questa energia oscura, da dove viene? Il collegamento con gli elfi oscuri è stato quasi automatico, e credo che più avanti si capirà meglio che ruolo hanno avuto nella faccenda *spediamo il dio del Tuono su Midgard* Purtroppo la mitologia non dice quasi nulla di loro, tranne che vivevano su Svartalfheim, insieme ai nani (anche se alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che si tratti della stessa razza, ma io ho preferito tenerle distinte e creare una 'gerarchia). Nemmeno il materiale Marvel mi è stato molto d'aiuto per l'argomento, quindi (tanto per cambiare) ho inventato quasi tutto di sana pianta.

- Il fatto che i nani siano eccellenti fabbri però è vero, per esempio si deve a loro la 'costruzione' di Gungnir, la lancia di Odino, e di Mjolnir, il martello di Thor, oltre a molte altre reliquie.

- La storia dell'energia e della materia oscura, se vogliamo, ha delle basi scientifiche. Infatti secondo delle stime recenti fatte da ricercatori e scienziati, la materia ordinaria (cioè quella che riusciamo ad identificare) rappresenta circa il 4 % della massa dell'universo. Tutto il resto è praticamente un'incognita, e viene definito appunto materia oscura ed energia oscura (nel senso di sconosciuta), e quindi compone il 96 % del cosmo! O_O È una cosa che mi ha sempre affascinata, quindi l'ho utilizzata per questa ff, visto che ci stava bene (?) In fondo, noi poveri midgardiani ne ignoriamo la presenza e l'utilizzo, ma non è detto che facciano altrettanto gli abitanti degli altri otto Regni! ^__^

- Il fatto che Thanos & Co abbiano alleati ad Asgard, non è casuale, ma si rifà alla battuta di Laufey nel film Thor: 'La casa di Odino è colma di traditori." In questa ff non specificherò chi è o chi sono i traditori in questione. *sadica*

- Nei fumetti, la nave che usa Thanos per viaggiare tra i mondi si chiama Santuario II, per questo ho deciso di includere anche questo nome nella storia.

Sono sicura che dovrei aggiungere altro, e che si sono mille altre cose poco chiare o da spiegare (ma si capisce qualcosa di questo capitolo??? T__T), ma non mi viene in mente più nulla... Se avete domande/dubbi/perplessità, non esitate a chiedere!

Il banner è opera di Blue_moon <3

A lunedì prossimo! (sì, stavolta ce la farò!! XD)

Sayuri




   
 
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