Per una volta quella ragazza si sentiva felice che gli stava succedendo qualcosa di brutto,almeno si sarebbe levata dalle palle una volta e per tutte.riusci’ a mal’appena ad aprire gli occhi e intravedere una figura di un ragazzo con uno sguardo che l’avrebbe guarita solo  con uno sguardo,quella figura gli trasmetteva tranquillita,si sentiva bene tra le sue braccia.non ebbe tempo di mettere a fuoco bene che si senti’ svenire nuovamente.
si sveglio in un letto d’ospedale.
un calo di pressione dovuto al fatto che era da ieri che non mangiava;appena aprì gli occhi la sorprese vedere sua madre e suo padre ad aspettare il suo risveglio ma di quel misterioso ragazzo non c’era neanche l’ombra.
chi era?perchè mi ha aiutato?
era l’unica cosa di sensato che la sua mente riuscisse a formulare.voleva conoscere quello sconosciuto le era debitrice in un certo senso,anche se l’avesse finita per lei sarebbe stato un sollievo ma evidentemente il suo destino era quello.
il giorno dopo la dimisero visto che non c’era bisogno di un vero e proprio ricovero riscontrarono solo qualche ematoma qua e la’,sicuramente molti gia’ presenti nel suo corpo ma per fortuna nulla si era accorto di quella sorta di malattia che l’affliggeva da tempo.
passarono i giorni e i mesi ma non si fece sentire nessuno ormai nella sua mente era solo uno sconosciuto.
quel pensiero la tormentava,non riusciva a fare al meno di pensarlo di cercare di mettere a fuoco quei pochi ricordi che gli rimanevano.piu’ di una volta si fece prendere per pazza da quei pochi amici che gli restavano poiché molto spesso si ritrovava a fantasticare su di lui;così fu costretta a stare a casa.tutto cio’ l’aveva resa frustrata e qual quanto suscettibile così da farla chiudere in se stessa come un riccio.non usciva piu’ da casa da mesi l’unica amica che gli era rimasta fedele era quel pezzo di ferro tagliente e quel senso di vuoto enorme che ormai aveva reso il suo corpo inguardabile;peggiorava la situazione che i suoi continuavano con le loro continue liti giornaliere,il cio’ non l’aiutava per nulla.per mesi rimase chiusa in camera sua ma era ora di uscire doveva tornare in quel maledetto posto,la scuola.com’è che tre mesi passino così velocemente?ricordava ancora gli ultimi giorni di scuola,gli urli di gioia dell’ultimo goirno,quei pochi giorni che era stata al mare,ricordava anche lui.qualsiasi cosa la riportava a quel ricordo quella sagoma,ma doveva essere coraggiosa doveva andare avanti, pensare un po’ a lei.
percorse il corridoi con le cuffie alle orecchie,la sua canzone preferita;vedeva ragazze abbracciarsi,ridere,correre,gli scappo un sorriso
non è tanto male in fondo -penso’.giro’ l’angolo per andare in classe e qualcuno la urto e gli fede cadere i libri per terra,alzo’ gli occhi per vedere chi fosse stato.
Quello stupido di Horan con il suo gruppetto di caliatori,scopatori del cazzo.
stai attento dove metti i piedi horan!
il suo gruppo fece una spece di urletto.
perché non stai attenta tu,sfigata. –disse con aria di sfida,la guardo’ negli occhi per qualche secondo e se ne ando’ sbattendo un pugno nell’armadietto.
stupido horan.
raccolse i libri e corse in classe,non voleva fare tardi gia’ dal primo giorno.
come non detto.arrivo’ in classe e la porta era gia’ chiusa.
merda!-urlo
si sentì toccare la spalla si giro’ di scatto.
vieni con me-una voce soave gli sussuro’.