#5
"There's nothing sadder in this world than to awake on Christmas
morning and not to be a child"
Correva in un
lungo corridoio e vedeva alla fine di esso, appoggiato alla parete senza un
pensiero al mondo, Shikamaru Nara che guardava per terra. Voleva raggiungerlo e
continuava a correre, ma il pavimento si allungava, deformava impedendole di
avvicinarsi alla sua meta.
Ad un certo
punto il terreno si aprì sotto i suoi piedi e cominciò a scivolare giù per un
tubo che si trasformò in scale ripidissime. Dai recessi di quel luogo, Temari
cominciò a salire sentendo la fatica accumularsi ogni volta che i muscoli dei
polpacci si contraevano pesantemente. Quando finalmente riconobbe le pareti del
corridoio e rivide il codino nero stagliarsi sul intonaco chiaro…
[108 parole]
…si
svegliò di colpo.
Era da sola nella sua
stanza, la sveglia segnava le sei del mattino. I suoi sogni ultimamente le
avevano dato un po’ di conforto perché almeno quando dormiva, poteva avere
Shikamaru tutto per lei. Era quasi un anno, proprio trecentosessantacinque
giorni tra poche ore, che non riusciva ad andare a Konoha. Dopo l’ultima missione si era ripromessa che
la volta successiva che si sarebbero rivisti, gli avrebbe confessato i suoi
sentimenti e gli avrebbe dato anche quel
bacio tanto sospirato. Purtroppo non era stata padrona della sua vita come avrebbe voluto.
Neanche la mattina di Natale poteva cullarsi
nell’illusione di averlo a pochi metri e fare quel che desiderava. Avrebbe
voluto credere in Babbo Natale come facevano i bambini perché così tutto il
duro lavoro dell’anno che non le aveva permesso di mancare al suo dovere come
kunoichi, sarebbe stato ripagato durante la notte da un premio sotto l’albero.
E invece stava lì al di
fuori delle coperte a fissare con sguardo sconsolato la sabbia sbattere contro
il vetro. Non c’era motivo di rimanere lì ferma a far turbinare i pensieri come
i granelli all’esterno. Era meglio cominciare a preparare l’impasto per la
torta che aveva promesso ai fratelli. trovò la vestaglia sulla poltrona andando
a tastoni al buio. Non le piaceva accendere la luce e ammettere così le notte
di Natale fosse finita, conclusa senza aver ricevuto il suo regalo. A causa di
quella decisione non riuscì a trovare le pantofole e si costrinse a scendere le
scale rabbrividendo al contatto delle piastrelle gelate. Proseguì verso la
cucina nel totale silenzio della mattina come avvolta nell’aura di uno dei suoi
sogni. Sentì qualcuno respirare pesantemente, probabilmente Kankuro si era
addormentato un’altra volta sul divano.
Quello che non si aspettava di certo era di vedere il codino dei suoi
sogni spuntare dal divano accanto all’albero che era rimasto acceso durante la
notte. Si era avvolto in una copertina striminzita e dormiva raggomitolato sui cuscini che lo
inglobavano.
Non ci credeva, non poteva essere!
Eppure il ragazzo che stava dormendo nel suo salotto
sembrava proprio Shikamaru Nara: era della stessa altezza e corporatura, lo
zaino e le scarpe sul pavimento erano quelle che portava di solito lui.
Gli spostò la spalla per permettere di vederlo in viso.
Sonnecchiava pacificamente, il viso rilassato e le
braccia che lo avvolgevano per tenerlo caldo a causa del freddo della stanza. Era
anche completamente vestito con il giubbottino da chunin e i pantaloni sporchi
a causa del viaggio.
Doveva essere arrivato in piena notte quando lei era già
andata a letto. Ma perché quegli idioti dei suoi fratelli non l’avevano
svegliata!?
Si inginocchiò ai piedi del divano non credendo a quello
che a cui la sua mente brillante stava
arrivando. Quel cretino aveva voluto per caso fargli una sorpresa per Natale?
Se fosse stato un viaggio di ragioni diplomatiche si sarebbe fermato in qualche
locanda oppure all’ambasciata, ma invece era lì. Si avvicinò al suo viso, prese
tra il pollice e l’indice la guancia del ragazzo che non sembrava essersi
accorto di nulla. Strinse forte.
-Ahia seccatura! Perchè mi hai pizzicato?-
-Volevo assicurarmi di una cosa- rispose lei pizzicando
anche se stessa. Sentì un leggero dolore dove le sue unghie erano affondate.
Shikamaru era ancora perplesso da questo strano
comportamento quando il suo viso venne imprigionato tra le mani delle ragazza
che si avvicinò alle sue labbra e dopo una breve esitazione, lo baciò.
E siamo arrivati alla fine di questa breve raccolta!
Quest'ultimo capitolo partecipa all'iniziativa "I'm dreaming of a Black Christmas" indetta della Black Parade. Il prompt di questa 19esima giornata è la frase che trovate come incipit. Mi sembrava azzeccatissima per concludere questo piccolo viaggio onorico trai desideri del subconscio di Temari. Volevo appunto specificare questo con la raccolta, perchè se nella vita di tutto i giorni Temari non mostra cedentimenti o comunque debolezze, nei sogni tutti noi siamo senza armatura.