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Autore: Mikayla    06/07/2007    4 recensioni
Sorrido.
Ma vorrei solo piangere.
[ Della serie Tales of True Life. ]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Hotaru/Ottavia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vento


Il sole inonda i prati.
Il sole schiarisce i cieli.


L’estate


Consola sempre i cuori feriti.

La vita


Dona sempre un sorriso sincero.


Il cuore


Si riscalda, grazie all’amore.


Sorrido.

Il vento estivo mi coccola.
Tengo fermo il cappello, o volerà via.
Le mie gonne mi volano accanto.
Il fazzoletto che ho legato al collo fa da banderuola.
L’erba ondeggia come il mare.
Sento i fili d’erba tra i miei piedi.
Osservo le nuvole evanescenti muoversi veloci.
Il mare, davanti a me, s’increspa.
Onde bianche s’infrangono sugli scogli che riparano la baia.
Tenere onde accarezzando i piedi delle persone sulla spiaggia.

« Hotaru, che ci fai ancora lì? »

Osservo… Vivo.

« Ammiro il paesaggio! »

Ascolto il suono della risacca portato dal vento.
Percepisco l’odore della salsedine.
Assaporo il gusto del sale sulla lingua.

« Dai, vieni giù con noi! »

Non mi và. Voglio solo restare qui, e vivere.

« Arrivo tra un po’ Makoto! »

Socchiudo gli occhi.
Mi tengo il cappello.
Godo del vento sul viso.
Assaporo.
Ascolto.
Odoro.
Sorrido.

« È veramente bello, qui. »

Apro gli occhi.
Alzo lo sguardo.
Incrocio i suoi occhi color smeraldo.
Sorride, felice.

« Sì, è proprio bello. »

Siamo cambiate tutte, con l’età.
Ma solo d’aspetto.
Dentro siamo sempre le stesse.
Per questo le sorrido.
Per questo la invito.

« Togliti i sandali, l’erba è meravigliosa. »

Lo fa.
E vedo il suo viso illuminarsi quando affonda i piedi nudi nell’erba fresca.
Sorrido.

« Favoloso. »

Sorrido.

« Grazie. »

Ha riaperto gli occhi.
Mi sorride, allegra.
Poi si siede, tra l’erba.
Annusa l’aria.
Assapora la salsedine.
Ascolta il vento.

« Sono felice, ora. »

Lo ammetto.
Per la prima volta.
Forse l’ultima.

« … »

Mi guarda, Makoto.
Mi sorride, Makoto.
Prende la mia mano, Makoto.
Un lampo di tristezza fa breccia negli smeraldi.
E svanisce.

« Hotaru… Non ti senti sola, vero?

Le sorrido.
Davvero.

« Ora no. »

Mi fa sedere accanto a lei.
Attende.
Attendo.
Mi sfiora i capelli, come fossi ancora una bambina.
Sorrido.

« Non l’ho accettato subito. »

Lo confesso.
Per la prima volta.
Forse l’ultima.

« L’avevo intuito. »

Lei mi può capire.
Meglio di altre persone, almeno.
Perché è stata sola.
Perché non è accecata dall’affetto che prova per me.
Perché, anche lei, quando sorrideva, in realtà voleva piangere.

« Mi manca ancora un po’, Chibi. »

Mi stringe la mano e scruta la baia sottostante.
Lì ci sono tutti i nostri amici, le nostre famiglie.

« Manca un poco a tutti. »
« … »
« Sai, Hotaru, noi siamo come pesci su questa terra. »
« Siamo sempre a disagio? »

Sorride.
Scuote il capo.
Ammicca.

« No. »
« Come, allora? »
« Dobbiamo solo trovare il nostro mare. »
« Non capisco. »

Sorride.
Mi indica la spiaggia.

« Per Michiru, ad esempio, quello che viene chiamato mare, è il suo mare. Un mare d’acqua salata. »

Inclino il capo, confusa.
Sorride.
Mi indica una polla d’acqua distante.
Un lago.

« Per Ami, invece, il mare è un lago. Un mare d’acqua dolce. »

Credo d’aver intuito.

« Per me, i prati sono il mare. Un mare d’erba. »

Sì, l’ho capito.

« Per Minako è un mare di persone? »
« Esatto! »
« Usagi… un mare d’amore. »
« Sì. Setsuna un mare d’universo. »
« Rei un mare di fuoco? »
« Proprio così, mentre Haruka ha un mare di vento. »

Sorrido.
Mi piace pensarla così.
Ed infondo è vero.
Ognuno ha il proprio mare.
In cui poter sguazzare, quando le cose si fanno difficili.
Un territorio che conosce, che può chiamare casa.

« … »

Il dubbio mi assale.

« Hotaru? »

Mi rode dentro, nel profondo.
Come un morbo nascosto.

« Qual è il mio? »

Morte?

« … »

Solitudine?

« Il mio mare… È forse la morte? O la solitudine? Un mare di morte, un mare di solitudine. »

Makoto sospira, al mio fianco.
Gioca con i fili d’erba.
È nel suo territorio.
Scuote il capo.

« No. »
« No cosa? »
« No, il tuo non è un mare né di morte né di solitudine. »
« Cos’è, allora? »

Cos’è? Ti prego, dimmelo.

« … »

La verità mi colpisce.
Mi ferisce.
Fa a brandelli il mio cuore.

Come se non bastasse Chibiusa, ad uccidermi ogni secondo.

« Non lo sai… »

Sorrido.
Ascolto.
Assaporo.
Odoro.
Sorrido.

« Luce. »

La guardo.
Stupita.
Forse non ho capito bene.
Sicuramente, è così.

« Cosa? »
« La luce, è il tuo mare. »
« È la seconda volta che non capisco, in questi cinque minuti. »

Sorride.
Makoto.
Sorride, e mi prende una mano tra le sue.
La stringe.

« Non parlo della luce del sole o della luna, né quella artificiale, neppure quella delle lucciole. »
« Di quale, allora? »
« Di quella che irradiano le persone. »
« Vuoi dire…? »

Io esito.
Ma lei no.

« Sì. La luce che tutti emettono, quella che ci fa vivere. »
« Allora dovrei sempre esserci, nel mio mare. »
« Se sei sola, no. »

Ma io sono sempre sola.

« Pensaci, Hotaru. »
« A cosa? »
« Alle persone che ti circondando. »

Le persone che mi circondano…

« … »

Alzo lo sguardo.
Mi sporgo per vedere le persone giù, alla spiaggia.
Riconosco i boccoli corvini che ondeggiano sulla schiena della mia piccola Shia.
Con un mezzo sorriso vedo i capelli brizzolati, di un bel marrone scuro, di Takashi.
Distinguo i biondissimi odango di Usagi, ed accanto a lei i neri capelli di Mamoru.
Identifico nel mare la chioma verde acqua di Michiru.
Mi accorgo che li individuo tutti.
Sorrido.

« Takashi ha una luce chiara e limpida, resa cristallina dall’amore che ha per te. Usagi è l’incarnazione stessa della luce. Setsuna, Haruka e Michiru posseggono una luce portentosa poiché così distanti da Sole e Luna. Chibiusa… »

I piccoli odango rosa si confondono con i boccoli neri di Shia.
Una fitta al cuore.
Sorrido.

« Lei non ha una particolare luce. »
« La Chibiusa di adesso ne ha, e pure tanta. Solo che è celata nel suo cuore, in quell’angolino che sa che le manca qualcosa. »

Che l’abbia capito anche Makoto? Che anche lei abbia sentito che Chibiusa cerca continuamente di colmare il vuoto che non sa di avere?

« Ti senti persa, Hotaru, perché una grande luce, completamente diretta verso di te, si è spenta all’improvviso. »
« Il mio mare… »
« Ha rimestato le sue acque cambiando fisionomia. Devi solo abituarti. »
« Ho trentasette anni, Makoto, non credi che ci stia mettendo un po’ troppo a conoscere questo mare? »

Sorride.

« Il mare è grande, Hotaru. »
« … »
« E tu ne hai già scoperto la maggior parte. Fa un ultimo sforzo. »

Non mi lascia parlare.
Si alza.
Infila i sandali.
Va verso la spiaggia.
Prima di sparire dalla mia visuale, però, si volta.
Sorride.

« Veni giù, dopo! »

Annuisco.
Mi alzo.
Ma non la seguo, adesso.
Rimango ferma, lì.
Guardo il mare in lontananza.
Chiudo gli occhi.
Mi faccio trasportare dal vento.
Mi faccio coccolare, dal vento.
Mi parla di onde da cavalcare, di sale da assaporare, di meraviglie da guardare.
Gioca, il vento.
Con me.
Mi porta via il cappello.

« Ah! »

Mi volto.
E incrocio gli occhi color topazio di Shia.
Insieme a quelli color rubino di Chibiusa.
Sorrido.
Hanno preso il mio cappello al volo.

« Grazie. »

Me lo tendono.
Sorridono.
Mi prendono una mano ciascuna.
Sorrido.

« Andiamo a giocare? »

Faccio cenno di sì.

« Andiamo. »

Ci incamminiamo, insieme.
Sorridiamo.

Infondo questo è il mio mare. Un mare estivo pieno di gemme preziose.




Note di fine Fan Fiction:
Quattro anni dopo. Una vacanza al mare tutti assieme.
Così inizia questa estate, un po’ filosofeggiando, e spero non vi abbia dato fastidio.
Per chi non conoscesse il colore dei topazi, colore degli occhi di Shia, questo ve lo mostrerà.
Per altro non saprei cosa aggiungere. Non mi sembra che ci sia molto da spiegare, anzi, proprio nulla!

Come sempre, ora, ringrazio le persone che hanno letto, ed in particolar modo coloro che hanno recensito.
anonima (?): Urgh, il pomodoro/Annalisa entra in azione! Commozione -celebrale- mia a parte, sono veramente felice di sapere che i personaggi ed i rapporti riescono a delinearsi ed a evolvere! Per rispondere alla dua domanda… no. Nel manga non viene descritto nulla dopo la fine della battaglia. L’ultima volta che vediamo Hotaru ha più o meno tredici anni, forse uno in più. Non ci viene detto se si sposerà ed avrà figli, come non viene detto delle altre.
Strega_mogana: Questo capitolo d’estate ha cambiato un po’ la situazione. Ora che sa quel’è il suo ambiente riuscirà a colmare quel vuoto, a sorridere sinceramente alle persone che le stanno accanto. Ora sa che non è il suo lato di guerriera quello che la fa stare bene, ma sono le persone che le stanno accanto. Tutto quello che, fino ad ora, è stato il tormento per la solitudine e la perdita di Chibiusa, quel suo masochistico comportamento che serviva soprattutto ad illudersi, come dire, un modo per andare avanti, viene rimesso in discussione. E forse Hotaru vedrà che la nascita di Shia ha portato più amore che dolore, al suo cuore.
Kirby: Oddio, addirittura una perla?! Se mi vedessi adesso non sapresti distinguermi da un pomodoro maturo! Sono felice che ti piaccia Hotaru, perché ho cercato di renderla al meglio, in tutte le sue sfaccettature.
Bloody Mary: Grazie per i complimenti, mi fa piacere di essere riuscita a delineare i personaggi! Ad ogni modo il capitolo non si è fatto attendere troppo!
   
 
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