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Autore: Green_Eye    20/12/2012    7 recensioni
Il 31 Ottobre 2027, come ogni altro 31 Ottobre da quasi trentanni a questa parte, a Casa del Ministro Della Magia, Kingsley Shacklebolt, si tiene un ricevimento a cui partecipa gran parte dell'Alta Società del Mondo Magico.
E' una occasione di puro divertimento, un luogo di incontro in cui scambiarsi pettegolezzi, un posto sicuro e protetto come pochi. Come ogni anno, dopo una lunga serata fatta di piccoli scandali e avvenimenti sorprendenti, il Ministro si alza e brinda alla salute dei presenti. Come ogni anno, il Ministro fa un lungo discorso nel quale ringrazia i suoi collaboratori e le autorità che lo aiutano nel suo gravoso compito.
Quel 31 Ottobre 2027, qualcosa cambiò.
Una fitta serie di eventi, sotterfugi politici, personaggi privi di morale e misteri intricati tesseranno intorno ai nostri protagonisti una ragnatela davvero difficile da sbrogliare.
In un mondo in cui tutto è apparenza, di chi ci si può veramente fidare?
In un mondo in cui tutto sembra brillare, in cui tutti sorridono benevoli, come si fa a comprendere la differenza fra bene e male?
Rose Weasley, in tutto questo ha capito una sola cosa.
Non bisogna mai fidarsi dei "posti sicuri". Sono sempre i più pericolosi.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Victorie Weasley | Coppie: Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Prologo

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Lilian Luna Potter, diciannove anni appena compiuti, tacchi a spillo che le mandavano fitte dolorose lungo le sottili gambe scoperte, vestito color pervinca che ondeggiava appena sopra le ginocchia ossute e il capo che si muoveva a tempo con la musica, si portò alle labbra il terzo bicchiere di champagne della serata.
Non le era mai piaciuto, lo champagne.
Le lasciava un senso di amaro in bocca e le faceva girare la testa dopo il primo bicchiere -Albus diceva sempre che sarebbe stata in grado di ubriacarsi anche solo con una Burrobirra- ma era comunque la bevanda meno alcolica che era riuscita a recapitare.
Ma d’altra parte, come le aveva ricordato animatamente sua Zia Fleur quando l’aveva incrociata ad inizio serata –la tattica “abbassa la testa e corri” ideata per evitarla non aveva funzionato-, lei era una deliziosa “demoiselles come il faut” e come tale non poteva certo ridursi allo stato di una ubriacona prima ancora che scoccasse la mezzanotte.
Camminò adagio verso un punto imprecisato dall’altro capo della stanza dove, qualche minuto prima, le era sembrato di scorgere suo cugino Hugo. Si tenne lungo la parete, un po’ per non intralciare le danze degli altri invitati che volteggiavano al centro della Sala nei loro meravigliosi abiti, un po’ perché i suoi poveri piedi erano arrivati alla soglia estrema del dolore e ogni tanto sentiva la necessità di appoggiarsi al muro.
Aveva passato la precedente ora a chiacchierare con Abigail, la ragazza che lavorava con lei nel reparto PsicoMagia del San Mungo, vicino alla grande colonna bianca sulla destra, intenta a versarsi un altro bicchiere di Ogden Stravecchio, ma, in un momento di distrazione, aveva perso di vista anche lei.
Mentre passava vicino ad una delle grandi vetrate –che davano sul meraviglioso giardino degli Shacklebolt e dalle quali si poteva osservare una bellissima luna piena- abbassò velocemente la testa per evitare di essere riconosciuta dalla Signorina Havishman, una signora sulla settantina che indossava sempre degli assurdi cappellini e che, ogni volta che la vedeva, le afferrava la mano e se la portava al petto –come ad impedirle di scappare- iniziando a raccontare eventi risalenti alla sua gioventù.
Una volta superatala dovette nuovamente cambiare strada per evitare il signor Thomas, un amico di famiglia che le stava molto simpatico ma che, come unico difetto e infamia, aveva procreato quel cretino di Christopher, suo ex fidanzato.
La musica, suonata dal vivo da una piccola Orchestra Magica, era cambiata nuovamente e alla ballata veloce che era stata eseguita fino a quel momento era andata a sostituirsi una più lenta e romantica. Non appena le coppiette iniziarono a formarsi –Lily distinse con molta facilità suo fratello James che ammiccava verso una biondina- abbassò lo sguardo, fissandosi con attenzione il bordino ricamato del suo vestito.
Mentre i piedi dell’élite del mondo magico calpestavano ritmicamente il pavimento, Lily si trovò nuovamente a chiedersi dove fossero finiti tutti i membri della sua famiglia. O, visto che aveva già incontrato per la stanza i suoi genitori che ballavano e sua cugina Rose con un ragazzo biondo non meglio identificato, dove fosse finito Hugo.
Il suo “vado a prendermi qualcosa”, che le aveva rifilato non appena le occhiatine di Abigail verso di lui si erano fatte troppo insistenti, era abbastanza fraintendibile.
Cosa sei andato a prendere, Hugh? Una ragazza, un bicchiere, la luna?
Nel frattempo era finalmente giunta alla sua destinazione finale. La grande Sala Da Ballo, confluiva in una di dimensioni di poco minori, in cui erano accatastate ancora più persone. Lily, però, questa volta si sentì più a suo agio, soprattutto dopo aver notato che la maggior parte di loro era sotto la trentina.
Sorrise ad un ragazzo particolarmente carino dai capelli scuri che l’aveva urtata per sbaglio. Non appena quest’ultimo l’ebbe superata –girandosi nuovamente per sorriderle- Lily si accorse che i bicchieri che teneva in mano erano due, segno che era probabilmente impegnato.
Devo trovarmi un ragazzo. Non posso continuare a pensare a Christopher Thomas per sempre.
Si lanciò una occhiata valutativa intorno ma gli unici esseri maschili non tallonati da altre ragazze erano un gruppetto di ragazzi abbastanza più alti di lei che indossavano dei frac e dei farfallini davvero orribili.
Non intendo uscire con qualcuno che indossa un farfallino.
Non sono ancora così disperata.
«Lils!»  una voce familiare la strappo da tale elucubrazioni e un braccio la afferrò per la spalla, trascinandola via dalla massa indistinta della gioventù  magica che, lontana dagli occhi severi di genitori e adulti, dava il meglio di sé.
Quando i piedi di Lily smisero di gemere per lo sforzo –li sentiva piangere per lo sforzo, davvero!-la ragazza alzò lo sguardo incontrando quello di suo fratello Albus, la giacca dello smoking scomparsa e la camicia sbottonata di qualche bottone.
Era abbastanza accaldato, i capelli erano scompigliati e, soprattutto, si stava dirigendo verso un comodissimo divanetto sul quale Lily si fiondò senza alcun indugio, massaggiandosi il piede con aria da martire.
«Merlino Lils, sembri in punto di morte!»  ridacchiò suo fratello, sedendosi accanto a lei e distendendo le braccia lunghe sullo schienale del divano.
«Vuoi provarli tu, questi trampoli?»  esclamò lei minacciosamente e sorrise soddisfatta nel vedere l’altro ritirarsi, un broncio contrariato in viso.
Albus allungò il collo sbirciando oltre la sua spalla, come alla ricerca di qualcuno.
Lily non ci fece molto caso e abbandonò il capo sul morbido cuscino «In ogni modo… credo ti farà piacere sapere che la mia amica Abigail ha una insana venerazione per te e le tue patetiche camice sbottonate»  Lily non si sentì per niente in colpa a vendere la preziosa informazione al ragazzo, troppo irritata per il dolore ai piedi e desiderosa di una conversazione divertente che la distraesse.
«Abigail ha certamente buongusto, allora»
«Credo che pensi la stessa cosa di Hugo. E di James. E forse anche di Louis, tolto il fatto che è molto più piccolo di lei e che l’ha visto solo in foto»  Lily scosse la testa, affranta.
«Non potrai certo negare che noi uomini di famiglia abbiamo un certo fascino, sorellina»  la notizia di non essere l’unico proprietario del cuore della giovane Abigail non sembrò sconvolgere troppo Albus «E quale è Abigail? Quella bionda e piuttosto prosperosa che è venuta da noi la settima scorsa?»
«No, Al, quella è Lindsay ed è interessata a te quanto potrei esserlo io- esclamò la giovane, dondolando la testa. Ignorò il –oh, non sapevo di farti questo effetto, allora Lily! Mi dispiace dirti che io ti vedo solo come una sorella!- dello stupido che le era accanto e proseguì «No, Abigail è quella con gli occhiali»
«Chi Denti-Sporgenti?»Albus spalancò gli occhi verdi, terrorizzato.
«Dai, Al, non chiamarla così ha solo un picco..»
«Albus!»
L’arringa infuriata di Lily fu interrotta bruscamente dall’arrivo di un ragazzo dai capelli scuri che, muovendosi nella penombra, si avvicinò ai due fratelli reggendo in mano due bicchieri di Champagne.
«Eccoti, finalmente! Ho dovuto fare una fila lunghissima per prendere da bere, il barista mi ha chiesto i documenti e ho dovuto…»  il ragazzo interruppe bruscamente il discorso quando vide Lily. Fece un passo in avanti e la ragazza poté distinguere nei suoi lineamenti il ragazzo con cui si era scontrata prima.
Quindi l’altro bicchiere non era per la sua ragazza.
A meno che non abbia una relazione segreta con Albus.
Fissò il fratello con una certa aspettativa e questo parve comprendere il messaggio solo dopo che si fu schiarita la voce e che gli ebbe pestato con veemenza il piede. Il ragazzo del mistero si sedette accanto a loro e Albus si affrettò –dietro una occhiata omicida di sua sorella- a presentarli.
«Oh, si, giusto! Lily, lui è il mio amico Anthony. Anthony, lei è mia sorella Lily»
Lily sorrise e esultò quando lui la guardò interessato e le offrì il bicchiere destinato ad Albus.
Ignorò lo strepito di suo fratello –E io che cosa bevo?- e annuì quando Anthony le fece un cenno con il capo, come a chiedere se poteva sedersi vicino a lei.
-Non è poi una così brutta serata- si ritrovò a pensare mentre sorseggiava l’ennesimo bicchiere e la testa aveva iniziato già da un po’ a girarle vorticosamente.
Albus era sparito, probabilmente alla ricerca di qualche essere femminile abbastanza confuso e disperato da potergli prestare una dovuta attenzione e il Ragazzo Del Mistero –Anthony, si chiama Anthony. Non partire in quarta con i soprannomi, Lilian. Lo sai benissimo che non funziona mai!- stava gesticolando animatamente facendola ridere con le sue smorfie buffe.
Lily era serena come non lo era da un pezzo: forse per l’alcool, forse per la compagnia.
Non avrebbe mai, nemmeno lontanamente, potuto immaginare che, in qualche stanza non troppo lontana, Rose Weasley e Scorpius Hyperion Malfoy stavano per essere uccisi.
 

***


«Ti ho messo io in questa situazione e io te ne tirerò fuori.» Sussurrò Scorpius, tenendo stretta Rose per le spalle. Con lo sguardo fisso nei suoi occhi, alla luce tenue della bacchetta, le afferrò la mano e la guidò lentamente verso l’ampia finestra chiusa da cui le luci di Londra splendevano in lontananza nel buio cupo della mezzanotte.
Delle voci sommesse dall’altro lato della porta li fecero sobbalzare. Stavano tentando di forzarla. Li avevano trovati.
Il cuore di Rose batteva all’impazzata, era stata colta alla sprovvista da quella situazione e malediceva ancora il momento in cui aveva deciso di partecipare a quell’inutile festa piena di gente frivola e, come aveva scoperto a sue spese, qualche folle dalle manie omicide a piede libero. Odiava sentirsi disorientata. Odiava la paura che la attanagliava, odiava quella dannata stanza, il silenzio carico di tensione in cui lei e Scorpius Malfoy erano piombati.  Quest’ultimo, invece, sembrava dotato di notevole sangue freddo. D’altronde, era un Auror: era abituato a quel genere di insidie. Armeggiò con i lucchetti e le chiavi che tenevano la finestra ben chiusa, attento a non far rumore, e la spalancò. Fortunatamente, si trovavano a pianterreno: un salto non troppo pericoloso dal davanzale poteva dar loro qualche speranza di fuga; appena fuori dalla residenza, gli sarebbe stato possibile smaterializzarsi.
La luce della luna penetrò nella stanza, creando un’inquietante penombra, e l’aria ghiacciata di dicembre investì entrambi con violenza, proprio mentre la serratura alle loro spalle cedeva e alcuni individui incappucciati si riversavano dentro la lussuosa camera, rovesciando una lampada e precipitandosi verso le due figure ferme davanti ai vetri, ancora con le mani saldamente afferrate.
Rose cercò gli occhi del compagno, in cerca disperata di un appiglio, e l’espressione determinata di quest’ultimo le infuse uno strano coraggio. Con uno strattone, Scorpius la trascinò fuori dalla finestra, proprio un attimo prima che un fascio di luce la colpisse.
Corsero, corsero a perdifiato, percorrendo un parco che sembrava infinito, con quelle figure misteriose ancora alle spalle. E non osarono spezzare la stretta delle loro mani nemmeno per un secondo, nonostante Rose rallentasse parecchio la fuga e le maledizioni continuassero a mancarli di pochi centimetri.
Solo pochi metri, pochi metri ancora, e sarebbero stati liberi di smaterializzarsi: l’alto numero di personalità eminenti presenti alla festa aveva comportato un significativo aumento delle misure di sicurezza. Non ci si poteva smaterializzare o materializzare all’interno dei confini dell’abitazione… e il cancello aperto era proprio da loro.
Rose si voltò indietro, arrancando tra le zolle erbose, con gli occhi sbarrati. L’ennesimo fascio di luce stava per colpirla, questa volta in pieno: in un istante il terrore e la consapevolezza di essere spacciata si impossessarono di lei, poi nulla fu più chiaro. Si sentì spingere in avanti e risucchiare da un vortice, che collegò alla Smaterializzazione solo dopo diversi secondi. La sua mente tendeva a perdere un po’ della sua efficienza in situazioni estreme come quella.
Si accorse di avere gli occhi chiusi quando sentì la terra ferma sotto i suoi piedi. Li aprì lentamente, impaurita, e quello che vide la lasciò senza fiato. Non si curò né della mano ancora stretta a quella di Scorpius, né del vento gelido che le scuoteva i capelli, l’espressione congelata in un misto di timore reverenziale e di meraviglia.
Di fronte a lei si ergeva un enorme maniero settecentesco, circondato da un immenso giardino, i cui confini si perdevano tra la nebbia e il buio fitto che gravava sull’intera zona come un macigno. I contorni della dimora si stagliavano sul cielo nuvoloso, ombre titaniche custodi di oscuri segreti.
Mosse qualche passo incerto in avanti e sentì scivolare via la mano di Scorpius dalla sua. La colse un brivido di freddo improvviso: il vento gelido soffiava ancora più forte, in quel luogo non meglio definito.
Si voltò verso Scorpius e chiese: «Ehm… dove ci troviamo, esattamente?»
Scorpius sorrise in modo ammaliante ed alzò pigramente un braccio in direzione della dimora.
«Questa, mia cara»  Rispose, inclinando leggermente la testa «è Villa Malfoy.»
Raggiunse Rose, le porse il braccio – spesso tendeva a darsi delle arie da grande gentiluomo – e la accompagnò verso il cancello di metallo, che si aprì lentamente al loro passaggio, richiudendosi poi alle loro spalle con un cigolio inquietante. Il porticato che precedeva l’ingresso scricchiolò sotto il loro peso e Rose si lanciò un’occhiata perplessa e vagamente impaurita intorno. Quando la porta fu spalancata con un movimento veloce, Rose ci fu spinta dentro, quasi fosse stata priva di ogni volontà o capacità motoria.
Una volta dentro dovette Rose si ritrovò a sbattere gli occhi più volte, per abituarsi al buio. Quando finalmente iniziò a distinguere qualcosa nella penombra si girò velocemente verso Scorpius, sorpresa.
Quest’ultimo fece un sorriso sbilenco che diceva tutto e si chinò verso di lei.
«Benvenuta nella mia umile dimora, milady»
Rose pensò che quella dimora, di umile, non aveva proprio niente.





Angolo Delle Autrici.
Oddio non posso credere di averlo fatto!

Allora, innanzitutto le presentazioni! Ciao a tutti, sono Francesca, ho 16 anni e mi ero già registrata su questo sito come autrice, alcuni di voi mi conosceranno, molti altri no... insomma ecco il mio profilo ( Flaqui ).
Dunque, un bel giorno, mentre girovogavo per il Web, mi salta all'occhio un video fan-made (che ci tengo a precisare non è stato fatto da me!) con un titolo accattivante e delle bellissime immagini. Ecco dunque l'ispirazione, perchè non rendere il video una storia?
Ovviamente, se andrete a vedere il suddetto video (cosa che vi consiglio di fare perchè merita!), noterete che gli avvenimenti del video si distaccano completamente da quegli della storia.
Quindi, tengo a puntualizzarlo per evitare incomprensioni, diciamo che solo il titolo non è farina del nostro sacco!
Ebbene si, dico nostro perchè, questa, è una fiction a quattro mani.
So già cosa state pensando "ma come diavolo si fa, a fare una fiction a quattro mani? Chissà che schifezza ne verrà fuori e quanto tempo ci impiegheranno!". Sulla difficoltà e gli aggiornamenti posso rassicurarvi, non sarà poi così difficile. Sulla bellezza/bruttezza della storia non oso pronunciarmi! Sarete voi a giudicare! 
Ma, e qui arriva il bello, non sarei mai riuscita nemmeno a concepire questa idea, questa storia, senza l'aiuto e la collaborazione della mia amica Ivana (
BurningIce ) Quindi, gente, un bell'applauso anche per lei!
Grazie mille per l'attenzione, spero di risentirvi presto!
Il prossimo capitolo è quasi ultimato quindi non credo che passerà molto tempo prima che sentiate nuovamente parlare di noi!
Fra
P.S. Qui il link del video da cui è nato tutto: 
http://www.youtube.com/watch?v=yDumLRv2298
E qui il link del video fatto da Iv per la storia, grazie collega! http://www.youtube.com/watch?v=zzbZdvN20Co
  
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