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Autore: Friedrike    21/12/2012    0 recensioni
Ludwig Beilschmidt e Feliciano Vargas in un contesto 'normale'.
Non sono più Nazioni, non hanno più il peso delle Guerre alle spalle, non le hanno combattute.
Sono due universitari poco più che ventenni, vivono a Berlino, il tedesco perché vi è nato, l'altro perché vi studia arte, essendo la Capitale Tedesca uno dei centri migliori al mondo per la cultura giovanile europea.
All'inizio non si parlano nemmeno, solo ogni tanto s'incontrano grazie all'associazione a cui entrambi prendono parte, l'AIESEC (realmente esistente), che comprende giovani iscritti alle università di tutto il mondo.
Col passare del tempo, tra loro nasce qualcosa ed oggi sono innamorati.
Ne hanno passate tante, entrambi, ed hanno capito che solo insieme stanno bene.
Ma non tutti accettano la loro unione..
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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Finalmente! Finalmente! 
Le lezioni all'Università sono da poco terminate, Felì sta giusto dando l'ultimo esame della sessione. In realtà lui non ha fretta di laurearsi, quindi avrebbe fatto a meno di trattenersi a Berlino per i mesi estivi, però Ludwig ha invece voglia di spedire il curriculum al più presto possibile, inserendo anche la laurea, quindi ha voluto dare quell'esame di Luglio, giusto un paio di giorni prima. Ha preso 30 e lode, lui, adesso attende il risultato dell'amato.
Esce dopo una mezzo abbondante e gli si avvicina tutto contento.
-Allora?-
-Ventisette!- mormora entusiasta. A lui non importa di avere tutti 30, fa le cose con calma, dove arriva arriva. Se lo prende, tanto meglio.
-Bravissimo- lo bacia velocemente.
-Adesso mi concedi di andare a casa?- ridacchia il moro prendendolo per mano ed iniziando a camminare per uscire dal complesso universitario.
-Non ti ho trattenuto io, sei tu che sei rimasto. E poi adesso che te ne andrai io rimarrò comunque qui, quindi non vero perché tu abbia aspettato tanto.-
L'italiano si mette a fischiettare senza rispondere. Il biondo capisce e guardandolo con la coda dell'occhio dice: -No.- 
-Eeeh? Ma come?- fa gli occhioni rimanendo attaccato al suo braccio. 
-Nein. -
-Perché no? Non devi lavorare fino a settembre, non hai da studiare, che devi fare tutta l'estate qui da solo? Vieni con me, dai, dai!!-  lo prega con lo sguardo.
-Assolutamente no- dice netto, serio, senza però guardarlo, perché quegl'occhi tendono a convincerlo un po' troppo spesso.
-Speravo potessimo stare insieme.. noi due da soli, nella villa dei miei.. e invece mi toccherà passare un mese e mezzo attorniato da altri ragazzi ed andare a mare con loro- scrolla le spalle socchiudendo un attimo gli occhi.
-Così non vale- borbotta l'altro incrociando le braccia al petto. 
-Non sto facendo niente! E' la verità. Che devo fare? Ci sono un sacco di ragazzi carini sulla spiaggia, poi- si sistema gli occhiali da sole firmati sul viso.
Il ragazzo biondo scioglie la presa della sua mano e si allontana un po'. -Vattene, divertiti- mormora un po' nervoso. 
L'italiano trattiene a stento una risata. -Cos'è, sei geloso, amore mio?-
-Nein.-
-Dai, lo sai che non posso stare così tanto senza di te..- gli dice dolce, riprendendo la sua mano e mettendosi in punta per baciargli la guancia.
-E tu sai che non posso venire da te, in Italia..- risponde l'altro cingendogli la vita e guardandolo negli occhi, fermo, appoggiato al tronco di un albero, nel giardinetto dell'Universität der Künste, l'università delle belle arti, di Berlino. Ludwig, invece, frequenta la Hochschule für Technik und Wirtschaft. (Università per Tecnologia ed Economia.)
-Ma perché?- appoggia le mani al suo petto stringendosi a lui.
-Perché non ho il biglietto, perché non ho prenotato il posto dove dormire, perché ci vuole organizzazione per fare le cose, Felì.-
-Il biglietto l'ho preso io, poi puoi dormire da noi, me lo ha detto mamma. Ne abbiamo parlato insieme- gli sorride dolcissimo.
Però Ludwig s'incavola un po' e scioglie la presa, di nuovo, brusco.
-Gradirei che la prossima volta me lo dicessi, prima di fare le cose.-
-Io.. l'ho fatto per te..cioè, per noi..- dice a voce più bassa. 
-No, Feliciano. Lo hai fatto per te stesso. Avresti potuto anche chiedermi se volevo stare con la tua famiglia.-
Ecco. Litigano di nuovo. Ma che ha il biondo per adesso? Si arrabbia continuamente, per qualsiasi cosa..  
L'italiano, con lo sguardo basso, si sposta un po' da lui, farfugliando: -Mi dispiace, io.. non volevo farti arrabbiare.. pensavo ti facesse piacere.. non pensavo che la mia famiglia ti desse così fastidio.. Ti hanno fatto qualcosa?- alza lo sguardo ma non il capo e punta gli occhi sui suoi.
-Nein, Lieber..- sospira -però lo sai che.. beh, mi imbarazzano le situazioni del genere..-
Felì sorride dolcemente ed appoggia le mani sulle sue guance: -Lo so, ma i miei ti vogliono così bene! Gli parlo sempre di te e loro vorrebbero così tanto conoscerti meglio.. per favore..- gli rivolge di nuovo gli occhioni.
-Però soltanto un paio di giorni. Non un mese e mezzo..- mette in chiaro.
-Due settimane- gli concede. Non scenderà ad altre condizioni.
Ed il tedesco sospira annuendo: -Due settimane. Però il biglietto lasciamelo pagare.-
-Affare fatto!- gli fa l'occhiolino, poi lo bacia e  dopo aver trovato risposta in quel gesto, gli prende la mano e riprendono a camminare. 
-Pensi di cambiare di nuovo lavoro?- gli chiede dopo un po'. 
Fa un conto veloce. Il tedesco ha lavorato per un'azienda come contabile, poi ha fatto vari lavoretti di qualsiasi tipo, adesso è stabile presso un meccanico. 
Scrolla appena le spalle, quest'ultimo.
-Non lo so, il lavoro lì mi piace. Se trovo di meglio, ovviamente valuto se cambiare o no- risponde conciso.
Certo, i soldi gli servono e lui prima di comprare qualcosa ci pensa bene. In quei tre anni in cui ha iniziato ad essere indipendente, si è comprato solo una cosa, per togliersi un capriccio: il cellulare. Il Samsung Galaxy SIII. E' vero, è costato moltissimo, però risparmiava da un bel po' per comprarsi un telefono nuovo e quindi si è concesso questo regalo. In effetti si è poi sentito un po' in colpa per i soldi spesi, tuttavia è giusto anche concedersi qualcosa una volta ogni tanto: no? 
Rimangono in silenzio e prima di tornare a casa passano dal supermercato, dopo andranno a casa dell'italiano e ceneranno lì. 
Si avvicinano al reparto latticini, Felì deve prendere il latte. Prende due cartoni e li confronta, per poi esclamare: -Sai? Romano forse va a vivere in Spagna.- 
-Spanien? Warum?- domanda sorpreso l'altro, seguendo il fidanzato nella corsia accanto, per prendere il caffé e lo zucchero. 
-Lavoro. Vuole andare a lavorare lì e sta.. pensando di entrare in polizia.- 
-Tuo fratello in polizia- ridacchia.
-Perché ridi?- assottiglia lo sguardo e punta gli occhi sui suoi. -Per adesso è solo un pensiero. Ha studiato spagnolo al liceo.- 
-Nein, nulla- gli porge lo zucchero. -Se continui a mettere tutto questo zucchero nel caffé, nel tè e in tutto ci che fai, non ti durerà una settimana questo pacco.- 
-Infatti non prendo questo di solito!- lo riposa e ne prende un altro, che costa un po' di meno. -E comunque ha sempre desiderato entrare in polizia. Solo che.. è stato parecchio rivoluzionario nella sua adolescenza- soffoca una risatina, andando al suo reparto preferito: quello dei biscotti e delle merendine. 
-In che senso?- 
-Nel senso che al liceo si faceva odiare dai prof, infatti è stato bocciato un anno. Sai, rispondeva a tono, non si faceva mettere i piedi in testa, diciamo. L'anno dopo si è fatto elegere rappresentante d'istituto. Ha rischiato di nuovo l'anno, perché ha occupato la scuola.- 
-Che intendi per occupato?-
Lui non ha mai occupato, autogestito, cogestito e la sua scuola non è nemmeno mai andata in assemblea permanente, perciò non ha idea di ciò che comporti una cosa del genere.
-Nel senso che non gli stava bene com'era organizzata la scuola pubblica, né a lui né alle altre scuola. Anche il mio liceo occupò, ai tempi. Così, lui in quanto rappresentante d'istituto con un'altra ragazza, Alice, andarono in assemblea e a votazione decisoro come comportarsi. La maggioranza dei ragazzi votò occupazione nera, quindi lui rimase più di un mese a scuola, giorno e notte, tornava a casa solo per lavarsi, cambiarsi e mangiare qualcosa. Per il resto andava avanti a panini.- 
Romano era ed è una testa calda, nessuno deve permettersi di dire che lui non è in grado di fare le cose, non devono prenderlo in giro, non devono insultarlo né disturbarlo. 
E così quell'anno andò in aula magna, salì su un tavolo e con un megafono incitò tutti gli studenti, convincendoli, ad occupare l'istituto classico. Anche nella scuola del fratellino si prese la stessa decisione, tuttavia Feliciano non era affatto d'accordo.
Sono sempre stati gli opposti. 
Romano usciva continuamente, Felì stava quasi sempre a casa.
Romano cercava la sua indipendenza, Felì cercava sempre l'appoggio dei genitori, specialmente della madre.
Romano rispondeva male ed attaccava briga con tutti, Felì sorrideva sempre. 
Romano ha sempre amato la storia delle guerre, Felì preferiva più studiare la storia dell'arte.
Romano fumava di nascosto, Felì faceva tutto alla luce del giorno, con innocenza ed ingenuità, mentre il maggior coglieva in tutti cattive intenzioni.
E mentre il primo tornava a casa con un paio di rapporti a settimana, sospensioni e via dicendo, il piccolo aveva 10 in comportamento e voti altissimi.
Gli opposti, esatto. E lo sono tutt'ora.
Ludwig annuisce appena, facendogli intendere d'aver capito. 
Non se lo aspettava, dal 'cognato.' -E quindi.. vuole fare il poliziotto, adesso?- 
-E' cresciuto e forse è un po' cambiato. Ma è sempre stato maturo e non ha mai amato le ingiustizie. E' da quando ha capito cos'ho passato, che vuole diventarlo, per aiutare gli altri bambini.-
Il biondo  accenna un sorriso e osservandolo mettere un pacco di Kinder Brioss al cioccolato nel carrello. -Quindi, per te.-
-Non so, immagino la cosa lo abbia influenzato. E tuo fratello?-
-Gilbert? Beh, lui ha sempre voluto entrare nell'Arma.-
-Anche tu lo vuoi, no?- si mette in coda alla cassa.
-Ja, aber.. Diciamo di sì.-
E' stato proprio l'albino, infatti, a dirgli le seguenti parole: "Tu non sei un soldato, Ludwig. Io sono un soldato."
E lo ha guardato negli occhi, serio. Il minore voleva entrare nell'esercito solo per seguirlo. Voleva solo stare con lui. Ma deve iniziare a staccarsi dal fratello, prima o poi, anche lui.
  
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