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Autore: lady hawke    21/12/2012    6 recensioni
«Mi piace Ludo» disse il signor Weasley in tono mite. «È stato lui a procurarci quegli ottimi biglietti per la Coppa. Io gli ho fatto un piccolo favore: suo fratello, Otto, si è messo un po’ nei guai — per via di un tagliaerba con poteri innaturali — e io ho sistemato la cosa».
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Arthur Weasley, Ludovic Bagman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Note: Eccomi con… orgoglio (?) a presentare quello che è uscito dalla mia Missing Moment Quest Atto II, ovvero il masochistico momento in cui un gruppo di scrittori di EFP si incontra, sorteggia una serie di Missing Moment della saga a casaccio e ne realizza one shot! Motivo per cui troverete un sacco di altre storie con lo stesso buffo titolo di queste. Non preoccupatevi, al momento non è programmata un’invasione aliena da fine del mondo. Ve le linkerò non appena compariranno online ^^. Sia come sia, a me è capitato in sorte il numero 4, ovvero Ludo Bagman e un taglia-erba dispettoso, per il quale ho dato fondo al mio arsenale standard di scemenze quali bambini, oggetti che si comportano come i Jarvey, ovvero con l’insulto facile come zia Row ci ha sempre insegnato, e amenità varie. Praticamente non ho inventato niente di nuovo, ma spero che a voi piaccia ugualmente. Elsa Bagman e suo figlio Matthew sono abbastanzemente farina del mio sacco, e gradirei che tali rimanessero da qui all’eternità perché sono una gelosa, dicono.
Quanto ad un certo insulto che qui non spoilererò perché sarebbe cretino farlo da parte mia, è una chiara storpiatura di quello che un certo Homer Simpson dice spesso ad un certo Ned Flanders, ce l’avevo in mente da giorni per cui ho pensato di usarlo.
Last but NOT least, questa è la mia storia numero 98 da quando scrivo, per cui niente, volevo dirvelo e sentirmi una persona fantastica senza motivo. A vous!

 

 

 


Una mano lava l’altra
[…]
”Mi piace Ludo” disse il signor Weasley in tono mite. “E’ stato lui a procurarci quegli ottimi biglietti per la Coppa. Io gli ho fatto un piccolo favore: suo fratello, Otto, si è messo un po’ nei  guai – per via di un taglia-erba con poteri innaturali – e io ho sistemato la cosa.”
HP4, Cap. 5, pag. 57.

 

 

 

 

Lavorare al Ministero della Magia era una cosa che gratificava moltissimo Arthur Weasley, anche se molti non avrebbero mai provato invidia per il suo incarico all’Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti Babbani. Del resto era un lavoro che richiedeva pazienza, apertura mentale e una sconfinata passione per tutte le creature che non avevano i poteri magici dalla loro. Arthur trovava quel posto magnifico e, benché la paga non fosse da sogno, tutte le mattine raggiungeva la sua scrivania carico di entusiasmo, perché nel suo piccolo sapeva di vivere vere e proprie avventure.
La settimana era iniziata in maniera molto tranquilla: spesso i manufatti Babbani erano Incantati in modo simile e non davano rogne particolari, ma di solito accadeva sempre qualcosa che poteva sorprendere e stupire. Quel giovedì mattina, ad esempio, si trattò della comparsa di Ludovic Bagman nel suo microscopico ufficio.
- Posso disturbare? – aveva chiesto, subito dopo aver bussato.
- Buongiorno, che posso fare per te? – Arthur si sistemò gli occhiali di corno sul viso, giusto per vedere il suo collega guardarsi intorno con aria un po’ spaurita: operazione non molto lunga, considerate le dimensioni della sua postazione. Conosceva abbastanza bene Ludo, ed era ansioso di scoprire cosa ci facesse lì il direttore dell’Ufficio dello Sport e i Giochi Magici.
- Oh… be’… prima di tutto volevo chiederti se questa cosa poteva rimanere tra me e te. – iniziò l’uomo, imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli biondi. – Cioè, è una storia ridicola, ma non voglio che si sappia, visto il mio incarico… capisci…
Arthur annuì, comprensivo. Sperava non gli stesse proponendo una scommessa illegale, perché conoscendo Ludo non c’era da fidarsi.
- Si tratta di mio fratello Otto.
- E’ nei guai? – chiese il signor Weasley.
- Sì ecco… non proprio. La storia è buffa. – Ludo si permise di sghignazzare, prima di tornare serio. – Ha avuto problemi con un oggetto Babbano Incantato, e non riusciamo a venirne a capo. Solo che non voglio Comitato di Scuse ai Babbani e Obliviatori tra i Boccini, perciò… ho pensato che tu potessi essermi d’aiuto. Di te mi fido, ecco.
Arthur inarcò un sopracciglio: certo, si conoscevano, ma lui e Ludo non avevano poi un rapporto tale da meritarsi parole così affettuose. Prima di accettare, dunque, volle sapere esattamente cosa aveva combinato quel disgraziato di Otto Bagman.
- Ecco, be’… vive in un quartiere Babbano, in un bel posticino. Sono anni che vede quei taglia-l’erba, quelli insomma, e ha voluto provarne uno con l’aiuto della magia. – Ludo faticò a nascondere un sorriso. – Naturalmente non è andata come sperava. Prima ha iniziato a mangiare l’erba, che non era male, solo che la mangiava fino alla radice, rovinando il prato, poi ha iniziato a risputare palle di erba dalle forme più assurde, tipo mazza da golf o ferro da stiro, e da una settimana se lo liberiamo non fa che scrivere parolacce sull’erba. – Ludo si zittì, notando che Arthur faceva di tutto per non ridere. – E’ divertente, e il figlio di Otto ne è molto entusiasta, ma tu capisci che ai vicini non piace leggere VaffaBabbano nel prato accanto.
Fu inevitabile e a quel punto risero entrambi di gusto, cercando di non guardarsi in faccia.
- Al Comitato di scuse quest’incarico piacerebbe molto. – riflettè ad alta voce il signor Weasley.
- Scommetto che a te piacerebbe di più. – rispose Ludo. – E’ un favore spassionato, quello che ti chiedo, ma se accetti mi farò perdonare. Lo giuro.
Arthur ci pensò un po’ sopra, e poi fece esattamente quello che ci si aspettava da lui. – Quando si fa?
Ludo sorrise: con le scommesse non sbagliava quasi mai.

Otto Bagman aveva un bel villino nel sud dell’Inghilterra, in un paesino di cui verrà tenuto oscuro il nome per buona decenza. Abitava in un quartiere Babbano con casette a schiera tutte uguali, e niente, se non il taglia-erba maledetto, davano l’idea che lì vi abitasse un mago.
Fu la moglie di Otto, Elsa, ad aprire loro la porta, con un’aria un po’ sollevata e un po’ provata.
- Oh, Ludo, finalmente. È da una settimana che dici che troverai una soluzione, e da allora sei scomparso! – sbuffò la donna, sollevando la sua vaporosa frangetta biondiccia.
- Questo perché la cognatina non si fida di me! Questo è Arthur Weasley, un mio collega, e un autentico genio nel suo campo.
Arthur tossicchiò, imbarazzato per una presentazione simile, ed entrò in casa. Otto era in soggiorno, e li stava aspettando: sorrise quando vide Ludo e lo sconosciuto.
- Immagino che siate qui per la belva. Ve lo mostro subito. L’ho legato in garage per evitare che scappasse.
- NO! NO! – un bambino sui sette anni caracollò giù dalle scale, disperato. – Il taglia-erba è fantastico. Zio, non aggiustarlo, dì al signore di non aggiustarlo! – implorò. Il signor Weasley sorrise, perché gli ricordava moltissimo i suoi figli. Anche loro, soprattutto Fred e George, avrebbero sicuramente apprezzato un oggetto simile.
- Ne abbiamo già parlato, Matthew. – Elsa prese in braccio il bimbo. – Non possiamo lasciarlo così, rovina il prato e fa arrabbiare i vicini.
- Ma io…
E mentre il bambino protestava, Otto fece segno al fratello e ad Arthur di seguirlo. Scesero nel sottoscala, e da lì ebbero accesso all’autorimessa. Il signor Weasley sentì il taglia erba prima ancora che Otto accendesse la luce. – Mia moglie è una Nata Babbana, il che ha reso molto più facile mettersi in incognito.
- Lampadine eclettiche? – chiese Arthur, interessato.
- Esattamente.
- Suvvia, non c’è tempo per le meraviglie Babbane, abbiamo una bestiaccia qui. – li esortò Ludo, attirando la loro attenzione. Il taglia-erba, in effetti, stava ringhiando e sembrava osservarli colmo di odio. Era di colore rosso, e legato saldamente ad una scaffalatura di metallo che cigolava ogni volta che l’oggetto incantato tentava di liberarsi.
- Che gli è successo? – domandò Arthur.
- Be’… - iniziò Otto, rispiegando la sua idea di tagliare il proprio prato come un Babbano qualunque, - l’idea era di incantarlo in modo che non potesse mai esaurire il carburante che di solito usano per farlo funzionare, solo che questo ha reso impossibile fermarlo. Non c’è stato nessun modo di impedirgli di fare quello che fa.
- Vuoi vederlo in azione?
Il signor Weasley ci pensò un po’ su, prima di annuire. Probabilmente quel mostro metallico li avrebbe aggrediti, ma i racconti erano così interessanti da renderlo mortalmente curioso al riguardo. Estraendo la bacchetta, Ludo sciolse i nodi delle corde con la magia, e a quel punto si scatenò l’inferno. Il taglia-erba balzò in avanti come posseduto, schizzando carburante sui presenti come una fontana, ruggì e scattò avanti, falciando qualunque cosa sul suo cammino, a modo suo, ovviamente. Uno straccio abbandonato a terra finì tra le sue lame, fu masticato e risputato fuori con le fattezze di un pupazzetto.
- Notevole. – fu il commento di Arthur, mentre cercava di non farsi falciare le scarpe, o le gambe. – C’è un punto del giardino dove possiamo farlo uscire senza farci vedere? Perché qui dentro non è sicuro, credo.
- Immagino che con qualche Sortilegio Scudo e qualche incantesimo di Disillusione si possa fare. Ci pensi tu, Ludo?
- Agli ordini! – sorridente, Ludo li scavalcò rientrando in casa per raggiungere il giardino e prepararsi ad accogliere l’arrivo del loro amico scarlatto.
- Bene, noi dobbiamo coordinarci ad aprire il portone laggiù. – spiegò Otto. – Non credo sarà semplice.
- Al massimo schizzerà ancora roba in giro. Non possiamo distrarlo con qualcosa? – Arthur si guardò intorno, ma non trovò niente di adatto allo scopo.
- No, ma possiamo aprirlo da qui con un Alohomora. Al tre? – propose Otto. Il signor Weasley annuì e iniziò a contare. Non appena il portone cominciò a sollevarsi il taglia-erba, sentendo odore di libertà, si mosse in quella direzione, e per poco non falciò Ludo, che scartò improvvisamente prima di essere colpito. Gioioso, il taglia-erba cominciò a scorrazzare per il giardino, irritandosi solo ogni volta che finiva per andare a sbattere contro le barriere magiche create dal mago, costringendolo a cambiare direzione. Quasi subito iniziò a scrivere sull’erba producendo un allegro rumore di ferraglia.
- Vedi, gli piace proprio. – commentò Ludo, mentre veniva composta amorevolmente la scritta “Siete bruttissimi”.
- Vai, amico, tifo per te! – la voce di Matthew, affacciato dalla sua cameretta, distrasse tutti per un attimo, e questo diede tempo al taglia-erba di trasformare un mucchietto di erba tagliata in una perfetta riproduzione del signor Weasley, con tanto di occhiali.
- E tu gli piaci. – proseguì Ludo, tra tutti gli adulti presenti sicuramente il più divertito. Di certo, se al taglia-erba piaceva Arthur, Ludo non rientrava nelle sue simpatie, perché cominciò ad essere inseguito, dando vita ad uno spettacolo assai curioso.
Ludovic cominciò a correre in cerchio, mentre Otto e Arthur cercavano invano di afferrare il mostro malefico e bloccarne la folle corsa. Matthew, dall’alto della sua postazione, rideva molto divertita, mentre Elsa, richiamata alla finestra dalla confusione, alzava gli occhi al cielo, sempre più sconfortata. Alla fine Ludo, stanco, rallentò il passo e la bestia scarlatta finì per raggiungerlo: invece che falciargli le gambe fino alle ginocchia, come tutti temevano, Ludo caracollò sopra il taglia-erba, e questo, schiacciato dal peso del mago, si bloccò.
- Giuro, non pensavo di essere grasso. Otto, scommetto che sei più grasso tu! – urlò il mago, facendosi sentire sopra lo sferragliare della macchina, inferocita a causa della sua immobilità.
- L’importante è che ora sia ferma, forse con te sopra riusciamo a disinnescare questa cosa. Anche quando l’ho legato non mi ero potuto avvicinare, spruzzava di tutto addosso! – sospirò Otto. – Dovremmo mettere mani al motore, è lì che ho fatto modifiche.
- E immagino che sia là dove è più facile che ci tagli le mani, vero? – Arthur sospirò a sua volta. – Dovremmo estrarlo con la bacchetta.
- Sicuro. Ehi, Ludo, non alzare il culo da lì, eh?
- Ma mi prendi in giro? Arthur, ma tu guarda se questa è la riconoscenza che uno deve ricevere! – sbottò Ludo, mentre colpiva con le nocche la carrozzeria su cui era seduto. – Ehi, niente scherzi mentre questi ti smontano, eh?
Ci vollero otto incantesimi diversi, ventisette maledizioni a voce, una lagna o due di Matthew in piccionaia ma alla fine quella bomba che era diventata quel dannato taglia-erba fu disinnescata, e la carcassa rossa rimase lì, inerte e fumante, in giardino, mentre i tre maghi si stringevano la mano tra di loro, soddisfatti del lavoro svolto.
- Lui mi piaceva! – si lagnò ancora il bambino, quando i tre rientrarono, mentre Elsa si congratulava.
- Grazie mille, non ne potevo più di dormire male al pensiero di una squadra di Obliviatori nel quartiere mi perseguitava.
- Ma soprattutto grazie di non aver messo in mezzo Ministero, diventano così antipatici… - non era la prima volta che Otto aveva guai di quel tipo, e sapeva bene quando fossero poco elastici i dipendenti ministeriali.
- Come possiamo sdebitarci per questo favore? – domandò Elsa, a quel punto.
- Nessun problema, cognata. A questo ci penso io.
Arthur non aveva idea di cosa avesse in mente Ludo, si immaginava che gli avrebbe offerto qualcosa da bere al Paiolo Magico o giù di lì, perciò fu molto sorpreso quando il mago lo invitò nel suo ufficio, offrendogli dei meravigliosi biglietti per la finale della Coppa del Mondo di Quidditch.
- Oh, Ludo… ma non posso accettare, è troppo!
- Sciocchezze, ti meriti di far crepare d’invidia metà delle persone che qui dentro non fanno niente di buono per meritarseli con la scusa che tanto sono miei dipendenti. Ai tuoi figli questo regalo piacerà di sicuro.
E Bagman non aveva torto, in effetti. Non appena arrivò a casa, quella sera, abbastanza tardi da rendere Molly di malumore, chiamò a raccolta i figli per mostrare loro la grande sorpresa.
- Sono quasi le nove! E non mi hai avvisato in alcun modo. Mi stavo preoccupando da morire.
- Scusa Molly, ho dovuto fare un piccolo favore a Ludo e ho perso poi tempo in ufficio per completare alcune scartoffie. – spiegò il mago, mentre si sedeva a tavola. – Un problema di manufatti Babbani.
- E immagino che tu ti ci sia buttato a capofitto. – disse Molly, un po’ scocciata. Suo marito perdeva qualunque concezione del tempo, quando aveva a che fare con certe diavolerie.
- Sì, ma stavolta ne è proprio valsa la pena. Ludo mi ha ripagato del favore così.– disse tirando fuori dalla tasca i biglietti e posandoli sul tavolo.
- Coppa del Mondo di Quidditch? – Ginny si arrampicò sul tavolo come un gatto, strillando di gioia.
- Ginny, per favore!
- Oh, mamma, lasciala fare. – George la scavalcò, prendendone in mano uno. – Ma sono posti da sogno!
- Ma ci sono anche per Harry ed Hermione? – s’informò Ron.
- Naturalmente.
- Contro cosa hai combattuto per un regalo simile? – s’informò Ginny, ora seduta a gambe incrociate ignorando le proteste della madre.
- Dev’essere stato un favore grosso. – commentò Percy.
- Contro un taglia-erba che scriveva parolacce, principalmente.
- Mi dici dov’è l’ufficio di Ludo? Devo farmi spiegare come funziona quel suo incantesimo. – disse Fred. – A Gazza piacerà da morire.

 

 

 

L'angolo del lurido pubblicante.

Salve, vi scrive Charme, che pubblica in vece di Lady, impegnata con una cosa chiamata 'vita sociale'.

Il racconto che vi siete appena goduti fa parte della Missing Moment Quest parte II, simpatica iniziativa cui hanno partecipato vari autori, di cui vi linko i profili - in ordine alfabetico.

 

Charme, Dierrevi, Elos, ferao, Iurin, Laelia, Rowena.
Saluti a tutti, Charme.

  
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