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Autore: Friedrike    21/12/2012    7 recensioni
Due adolescenti che iniziano a parlare su facebook per puro caso, entrambi con storie difficile alle spalle, ma con una gran voglia di dimenticare ed andare avanti.
Il primo, Ludwig Beilschmidt, dopo la morte dei genitori si trasferisce a Vienna dallo zio Roderich e con lui intraprende una nuova, difficile, vita.
L'altro, Feliciano Vargas, vive al Nord Italia con i genitori ed il fratello Romano, perennemente geloso e scazzato.
Il tedesco si svaga con la musica e con qui giornaletti che in mano ad un adolescente maschio sono concessi, mentre il moro preferisce di gran lunga disegnare ciò che prova o che più gli piace.
Poco a poco s'innamorano, un amore privo di malizia e inganno e scopriranno ben presto che solo l'altro riesce a renderli davvero sereni e a farli dimenticare i brutti momenti passati anni prima.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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Le cose non sono molto cambiate, al momento.
Tutto trascorre nella sua banalità. I soliti voti alti, i soliti pranzi da solo. A volte questa tranquillità lo stufa, eppure la preferisce di gran lunga a tutto il resto che potrebbe capitargli; gli va bene così. 
Anche oggi ha pranzato da solo, adesso si sta cucinando al cena perché lo zio è ancora a lavoro, stasera tornerà tardi. Menomale che sa cucinare.. anche se è più bravo a fare i dolci. Gli ricordano un po' la sua mamma.. 
Fischietta qualcosa con le cuffie nere sulle orecchie e lavatosi le mani inizia a darsi da fare. In un angolo del tavolo, dietro di sé, ha posto il computer.
A quel messaggio aveva risposto in tedesco nella seguente maniera: "Hallo, Feliciano. Ja, Kein Problem." Senza cuori né faccine né nient'altro.
Non si accorge che quel ragazzo gli ha scritto in chat, perché sta cantando una canzone dei Rammstein, che gli risuona ad alto volume nelle orecchie. E' bravo a cantare, lui, forse un po' meno del ragazzino italiano, ma è comunque molto bravo. Mentre taglia la verdura che farà da condimento, nota la finestra della chat diventare blu, così si pulisce le mani per bene -non vuole sporcare il computer!- e legge.
"Hi! :)" scrive Felì, addentando l'ennesima patatina, seduto scomposto al tavolo della scrivania, una gamba, la sinistra, come fosse incrociata con l'altra e quest'ultima portata al petto. Ha un pacco enorme blu davanti a sé e sgranocchia da circa mezz'ora, infatti sua madre lo minaccia di toglierle e nasconderle.
Addentando un pezzo di carota, il biondo risponde. "Hallo." Si chiede perché sia così freddo, ma non passa nemmeno per l'anticamera del suo cervello essere più estroverso.
"Wie geht's?
Feliciano ha davanti il libro di tedesco, giusto per controllare se scrive correttamente. Ed ogni volta che lo fa, sorride tra sé. Ma per il momento è abbastanza sicuro di ciò che digita, dopotutto lo ha solo salutato e gli ha chiesto come stia. Queste cose, sono facili ormai per lui.
L'altro ritarda nelle sue risposte. 
Da quando vive con l'austriaco, la sera cena molto presto,  alle sei e trenta precise. Quando viveva a Berlino con la sua famiglia, invece, le cose erano diverse. I suoi genitori rincasavano tardi da lavoro, ma la cena era l'unico momento per stare tutti insieme, così si aspettava di stare seduti a tavola tutte e quattro insieme, iniziando a mangiare anche dopo le nove. Quei momenti gli mancano, raccontarsi per le loro giornate, parlare insieme di programmi futuri e tutto il resto...
"Gut, danke, und du?" scrive velocemente con naturalezza. Nota la lentezza di risposta dell'altro ma la comprende; dopotutto non è madrelingua.  mette in forno qualcosa e lo accende. Ha detto di stare bene, poi gli ha fatto la stessa domanda. Non che gli importi molto di come sta: non lo conosce nemmeno. Non è uno che si preoccupa molto per gli altri, vive la sua vita e basta. 
"Sehr gut!" risponde allegro l'altro -e quando mai non sta bene? E' sempre così solare!
"Da dove vieni?" gli scrive dopo, nella medesima lingua. "Berlino, o Vienna?"
"Vivo a Vienna."
Sistema la cucina con molta calma, lavando i piatti, buttando via la carta e la plastica nella quale erano avvolte le cose che tra poco mangerà, controllando di tanto in tanto il forno.
"Vienna.. das ist sehr schoen! ♥
Bella la capitale austriaca? Sì, certamente, è bellissima. Lo sono i palazzi, l'arte, la musica, il cibo. Su quello non c'è da lamentarsi, infatti. 
L'italiano si vede sottratte le patatine da qualcuno, così si volta e protesta. Suo fratello le ha in mano e borbottando dice: -Tu le hai mangiate quasi tutte! Queste le voglio io.-
-Roma! Mamma, fallo smettere!- si lamenta quasi frignando.
-Sei un bambino.. ma che fai, studi?- chiede il maggiore sgranocchiando alcune di quelle cose gialle alla paprika ed accennando ai libri sulla scrivania vicino al pc. 
-No, no, sto facendo una cosa- e con qualche scusa, lo manda via. Probabilmente, se avesse capito cosa stava facendo, l'avrebbe preso in giro, quindi preferisce evitare.
"Ja.. Da dove vieni, tu, precisamente?
"Venezia ♥
Ludwig trattiene per sé un pensiero e aspetta un po' prima di rispondergli. 
"Dev'essere bella.. non ci sono mai stato" ammette.
"Ah, sì, è meravigliosa! Io la amo davvero tanto. Quanti anni hai?" chiede dopo un po' l'italiano ed intanto cerca con lo sguardo le immagini della propria città e nazione che ha appeso in camera, con un sorriso. Staccato l'alimentatore del pc portatile, lo prende e lo mette sul letto infilandosi dopo nel letto caldo ed accogliente. 
"Ne ho 16. Und du?" risponde il biondo. 
Parlano per tutta la sera. 
E' strano, perché è come se si fossero incontrati in un'altra vita. Come se si conoscessero da chissà quanto tempo. Parlano di qualsiasi cosa, si raccontano un po' di sé. 
Età, segno zodiacale, data di nascita, parlano dei rispettivi fratelli maggiori, delle proprie città, differenze tra Germania ed Italia. Parlano di musica e di film, poi anche un po' di letteratura. 
E conversano ancora e ancora e ancora...
Il tempo passa e neppure se ne accorgono. Durante la conversazione, Feliciano ride spesso, mentre il biondo sorride solo qualche volta. Ma è già un bel risultato!
Quest'ultimo guarda l'orologio mormorando poi: -Accidenti, è tardissimo...-
Si guarda intorno: è ancora in cucina, ancora tutto in disordine. Si alza e sparecchia stanco, ma facendo ugualmente tutto per bene. Si trascina anche lui a letto e si spoglia rimanendo con i boxer ed una canottiera. 
Legge ciò che il moro scrive e gli rispondere così: "E' tardi, è il caso che io vada a dormire...
"Eh?" costruzione un po' difficilotta per lui che è alle prime armi, si può dire, con il tedesco. 
"E' tardi" ripete "vado a dormire."
"Ah! Scusami! Beh, allora buonanotte.. e grazie :)" scrive ancora.
Il ragazzino che vive a Vienna, spegne il computer dopo aver accennato un ultimo sorriso ed aver scritto: "Di niente..:)" con quella faccina sorridente, la prima della serata. Mette sulla scrivania il pc portatile ed appoggia il viso al cuscino. 
Perché è così felice?
Forse perché qualcuno si è interessato a lui. Qualcuno che non sia lo zio o l'albino gli ha chiesto come sta, come vive, se va bene o male. Qualcuno che non fosse obbligato a farlo da qualche convenzione sociale. 
E' felice, sì.
Ed il quasi sedicenne italiano lo è anche, perché adesso ha un nuovo amico
Ed appoggiando anche lui la testa sul cuscino inizia uno dei suoi tanti filmini mentali. E' tenero quel ragazzo biondo.. e anche carino. Pensando ciò, arrossisce nel buio della stanza ed appoggia il cuscino sul proprio viso, imbarazzato da quel pensiero.
  
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