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Autore: nari92    22/12/2012    2 recensioni
Com'è l'atmosfera natalizia a Storybrooke? Gold porta Belle a fare i suoi primi acquisti di Natale l'8 dicembre e a scoprire le tradizioni... insieme si avvicinano agli altri abitanti di Storybrooke, condividendo momenti speciali e conoscendo nuovi personaggi..SPOILER SECONDA STAGIONE
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Blu ho detto!”
“Sarà rosa, la glassa di quei cioccolatini è sempre stata rosa!”
“un ottimo motivo per cambiare direi, e per dare un po’ più ascolto a me!”
“ma io ti ascolto moltissimo cara, solo che poi decido ciò che mi sembra meglio”
“la voglio blu!”
“rosa!”
“blu!”
“rosa!”
“blu!”
“su ragazze, non litigate, potremmo farle metà e metà”
Belle pensò che “ragazze” non era probabilmente il termine più appropriato per quelle tre arzille vecchiette, le quali non si erano neanche accorte che due clienti erano entrati nel negozio. Fatto piuttosto curioso in realtà, visto che lo spazio era molto ridotto: una volta entrati dalla piccola porta di legno ci si ritrovava sul bancone in pratica.
Era una cioccolateria artigianale, ed era lì da sempre, un’istituzione a Storybrooke. Fondamentalmente l’unico a non conoscerla era proprio Gold, non si riforniva molto di cioccolata in realtà.
L’uomo iniziò a guardarsi intorno. Non era proprio il suo genere di ambiente, spoglio, poco raffinato, ma al tempo stesso c’era qualcosa che gli ricordava il suo negozio, il suo ambiente. Quell’aria di antico, quel senso di stabilità, di certezza; in un certo senso si sentiva a casa, ma forse era solo il persistente odore di cioccolato, che una volta entrato nelle narici non ne usciva più.
La piccola fabbrica infatti era proprio lì accanto al negozio, si poteva scorgere il pesante macchinario da una porticina semiaperta dietro al bancone; pur essendo davvero piccolo e disponendo di un personale piuttosto limitato, il negozio era davvero in grado di soddisfare qualsiasi richiesta, a patto che fosse a base di cioccolato.
“oh, ma che scortesi, ci sono dei clienti!” esclamò la più magrolina delle tre, che prima aveva cercato di bloccare una litigata sul nascere. Gold avrebbe poi spiegato a Belle che si trattava di Fauna, una delle tre fate madrine della principessa Aurora.
Mentre Rumpel aveva avuto parecchi problemi in passato con Reul Ghorm e le sue allieve, con le tre fatine di Aurora non c’erano mai stati scontri, vigeva una pacifica convivenza. Per di più il loro negozio faceva parte di quella ristretta frazione di Storybrooke che non era nelle sue mani, motivo in più per evitare litigate inerenti l’affitto.
“Oh, dei clienti, ma è fantastico!” più corpulenta e con un bel grembiule rosa, Flora scostò la collega e si avvicinò con entusiasmo al bancone “che cosa desiderate acquistare cari?”
“dunque noi vorremmo veder..”
“oh, ho già capito, abbiamo esattamente quello che fa per voi, cioccolatini a forma di cuore, cosa ne dite, cara mi sembrano perfetti per te, non è così?”
“ma io..”
“oh, non dire nulla, tutti rimangono sopresi, è proprio un dono, io riesco a capire di che tipo di cioccolato ha bisogno la gente! Tu cara mia sei cioccolato al latte e lui…bè direi fondente al peperoncino!”
“oh per l’amor del cielo Flora, ma non vedi che non li stai neanche lasciando parlare?!” piccola e paffutella, la fan del blu si fece finalmente avanti zittendo la collega, “magari vogliono solo indicazioni stradali!” Belle sorrise all’affermazione e la tranquillizzò:
“no no, nessuna informazione stradale ma vorremmo sapere che tipi di cioccolatini avete prima di scegliere..”
“ma certo tesoro, guarda qui, vorreste una confezione già preparata  o preferite scegliere liberamente?”
“scegliamo, grazie” intervenne Gold prendendo in mano la situazione.
“benissimo, guardate qui ci sono le scorzette di arancia e limone ricoperte di cioccolato, qui quelli alla mandorla, al pistacchio, alla nocciola, alla rosa, questi qui rotondi hanno il liquore, mentre questi hanno dei cereali, ecco, ditemi quali mettere nel sacchetto…”
“Belle, quali vorresti?”
“oddio io…non saprei…sembrano tutti così buoni, odio dover scegliere, decidi tu!”
“li prendiamo tutti, almeno 5 o 6 per tipo.”
“ma no, Rumpel! Non devi prenderne così tanti solo per…”
“per renderti felice? Qualsiasi cosa dearie..” la frase era pensata per essere sussurrata all’orecchio della ragazza ma evidentemente il tono non fu sufficientemente basso perché Fauna assunse improvvisamente uno sguardo trasognato ed esclamò “oh Mr. Gold, questo è molto romantico! L’ho sempre saputo che lei aveva un cuore tenero dopotutto!” 
Rumpel la fulminò con lo sguardo ma poi, sconfitto dalla situazione fu costretto ad arrossire lievemente mentre Belle ridacchiava silenziosamente.
“ecco qui, fanno 30 $ precisi, Mr. Gold”
Mentre Gold cercava il portafoglio Fauna, eterna romantica, si avvicinò a Belle per sapere qualcosa di più su questa storia
“allora, cara, dove vi siete conosciuti? È stato molto romantico? Oh, io non mi sono mai fatta illudere da quella sua aria da duro, sapevo che ci voleva solo la ragazza giusta per farlo sciogliere un po’” le sussurrò facendole l’occhiolino.
Gold notò la combriccola e capì che se avesse lasciato Belle due minuti di più in quel negozio probabilmente della sua dignità e della sua aura di mistero sarebbe rimasto ben poco: già si era lasciato andare sotto l’albero con gli altri abitanti, perdere la propria reputazione tutta d’un colpo in una giornata era un po’ troppo.
“Andiamo Belle, dobbiamo fare ancora parecchie commissioni, arrivederci.”
“Sì, certo, a presto!”
“a presto cari, tornate a trovarci se vi serve qualcosa!”
“qualsiasi cosa cara!”
 
 
 

“Belle, tesoro, non c’è bisogno che ti nascondi, è da 5 minuti che peschi cioccolatini dal pacchetto, sai puoi anche farlo alla luce del sole…” arrossì, imbarazzata per essersi fatta scoprire così vistosamente.
“oh no è che non dovrei! Insomma sono per Natale e io li sto mangiando tutti, non ne rimarranno più!”
“non è una tragedia, possiamo tornare e comprarne altri…credo che quelle tre sarebbero entusiaste di rivederti, potrebbero perfino adottarti” Belle scoppiò a ridere
“in effetti sembravano piuttosto felici…che tipo di rapporto avete? Tu non odiavi le fate?”
“diciamo che ho un passato complicato con loro, ma quelle tre sono fate a parte… molto meno potenti di Reul e…meno impiccione, per quanto l’interrogatorio a cui sei stata appena sottoposta possa far pensare il contrario”
“sembravano molto interessate alla tua vita sentimentale, quasi affezionate a te..”
“bè sai, noi che viviamo centinaia di anni finiamo per affezionarci gli uni agli altri, siamo davvero pochi”
Gold intendeva scherzare, infatti la sua frase fu accompagnata da un ghigno, ma Belle pensò che una parte di verità dovesse esserci. L’immortalità poteva essere molto triste e solitaria a volte, immaginò.
Riscuotendosi da quei pensieri un po’ cupi pescò un cioccolatino dal pacchetto e lo fece scivolare in bocca a Gold, senza dargli il tempo di vederlo
“ok, ora dimmi a che gusto è!”
“scorza d’arancia dearie, sono imbattibile nel riconoscere i gusti…”
“no, semplicemente questo era molto facile, ora ne proviamo uno molto più difficile”
“eh no, dearie, ora tocca a te indovinare”
“non penso proprio, ho la bocca sigillata!”
Gli abitanti di Storybrooke che passarono di lì rimasero decisamente scioccati: non si vedeva tutti i giorni Mr. Gold che cercava di convincere a forza di baci una ragazza a mangiare un cioccolatino alla mandorla.
 
 

 
“Dove mi porti ora?”
“ora andiamo in un posto sicuro, è un mio fornitore abituale…”
“ti deve qualcosa?”
“come siamo sospettosi! Non mi pare di aver fatto nulla per meritarmi questa sfiducia…”
Un’occhiataccia di Belle gli fece capire che forse era meglio cambiare discorso
“no, non mi deve nulla, diciamo che siamo…vecchi amici”
Belle fu colpita dalla definizione, non riusciva a ricordare qualcuno che per Gold avesse meritato l’epiteto di “amico”.
Provò a immaginare questo fantomatico amico, nei suoi pensieri era un vecchio molto saggio, il genere di saggezza che nemmeno Rumpelstilskin sarebbe riuscito a sopraffare. Un’amicizia basata su una sorta di rispetto reciproco, sulla consapevolezza di non potersi sconfiggere a vicenda.
Non poteva essere più lontana dalla verità.
Voltando l’angolo si trovarono quasi a calpestare un ragazzo non molto ben vestito, giaccone un po’ logoro e scarpe da ginnastica consunte, certamente non adatte al freddo. Nel momento in cui tir su la testa Belle notò che la sua carnagione era un po’ più scura di quella di tutti gli altri abitanti di Storybrooke, un marroncino chiaro, Flora l’avrebbe definito color cioccolato al latte senza dubbio.
La ragazza temette il peggio, era vero che Gold era noto per il suo savoir-faire, ma era pur vero che detestava chi gli finiva tra i piedi, soprattutto se lo costringeva a fare un movimento brusco con il ginocchio.
Pronta a frenarlo se lui avesse deciso di esprimere il suo disappunto a quel povero ragazzo, fu costretta a ricredersi molto in fretta
“L’abitudine di sbucare all’improvviso non l’abbiamo persa vedo” il tono non era di rimprovero ma quasi, Belle si stupì di pensarlo, divertito.
“Rumpelstilskin! Qual buon vento?”
“tempo di acquisti dearie…e poi ho realizzato che ancora non ti ho fatto conoscere Belle…”
Il ragazzo dimostrò buone maniere e prese la mano alla ragazza lasciandole un bacio delicato
“è un piacere signorina” le rivolse uno sguardo languido
“sì, bè può bastare Karel”
“oh, te l’ho già detto, chiamami Aladdin” sorrise il ragazzo mentre li faceva avvicinare ad una specie di bancarella-bazar.
“non ti facevo un tipo dai gusti esotici” gli sussurrò lei all’orecchio, E si riferiva sia alla bancarella sia al ragazzo.
“sono un uomo dalle mille sorprese dearie, lo sai…”
Belle ridacchiò, rilassandosi e godendosi l’atmosfera.
Aladdin si posizionò dietro al bancone, dove lo raggiunse un’adorabile ragazza con i suoi stessi tratti.
“Jasmine”
“Mr. Gold”
La ragazza non aveva mai capito bene l’amicizia tra il suo fidanzato e quell’uomo inquietante ma ogni volta che provava a chiedergli spiegazioni lui replicava un evasivo “storia vecchia, lunga e anche un po’ noiosa”, zittendo qualsiasi altra domanda con una serie di baci. Belle avrebbe scoperto da lì a poco che a lei non sarebbe toccata sorte migliore con Rumpel ( o peggiore, a seconda dei punti di vista).
“allora, la solita fornitura di frutta secca, candita, glassata eccetera?”
“sì, e ricordati di mettere soprattutto molti…”
“fichi secchi, lo so, e anche molte noci” Aladdin conosceva i suoi gusti a memoria ormai, ma magari con la ragazza avrebbe avuto più fortuna
“e,  Belle, a te cosa piacerebbe mangiare?”
“mmm non saprei proprio, cosa sono quelle?”
“albicocche secche, quelle invece sono pesche, qui c’è tutta la zona della frutta candita, mele, fichi, pere, perfino kiwi e..”
Aladdin stava senz’altro continuando a parlare ma Belle non riusciva a concentrarsi sulla sua parole tanto era rapita dal gioco di colori che la bancarella le poneva sotto gli occhi. Aveva voglia di assaggiare tutto, di poter rimirare quello spettacolo ancora un po’.
Il ragazzo dovette accorgersi che le sue spiegazioni dettagliate stavano cadendo nel vuoto perché si fermò e sorridendo schioccò le dita davanti al viso della ragazza esclamando: “ti sei incantata per caso? Che c’è? Non hai mai visto una bancarella di frutta secca?”
“In effetti no” la risposta di Gold stupì non poco il ragazzo
“Oh, bè, in questo caso se vuoi posso darti un assaggio di tutto quello che vuoi, così provi…”
“Sì grazie!” Belle si era riscossa “vorrei un assaggio di tutto!”
Aladdin rivolse uno sguardo interrogativo a Mr. Gold il quale gli rivolse un cenno di assenso, così nonostante fosse un po’ perplesso iniziò a preparare il pacchetto, con l’aiuto di Jasmine.
“Non farci l’abitudine dearie” mormorò lui all’orecchio di Belle “solo perché siamo sotto Natale”
In risposta lei gli fece un sorrisetto ironico.
Dopo aver pagato i due si allontanarono con una gran scorta di dolci natalizi e con un portafoglio un po’ più alleggerito.



 
“Insomma, perché non vuoi raccontarmi come  siete diventati amici?”
“è così strano che io abbia un amico?”
“sì!” lo sguardo accigliato di Rumpel la costrinse a fare marcia indietro “voglio dire, è strano che tu abbia un amico come lui… insomma è solo un ragazzo e tu..”
“io sono vecchio?”
“sai cosa intendo”
Mr. Gold fece un lungo sospiro prima di rispondere “è una storia vecchia sai, lunga e anche un po’ noiosa…”
Belle decise di puntare sulla seduzione. Gli si avvicinò con un sorriso malizioso e gli sussurrò all’orecchio “sai, io adoro le tue storie, vecchie, lunghe  e noiose…”
Gold ghignò “davvero dearie? Allora me ne farò venire in mente qualcuna per stasera…”
Giocando a fare l’offesa Belle si allontanò
“stasera non ci dormo con te!”
“e chi ha parlato di dormire?”
Trovandosi il braccio di mr. Gold intorno alla vita non poté che rendere palese il fatto che stava sorridendo già da un po’, e si lasciò andare al tenero abbraccio.
Staccatasi dall’abbraccio Belle lo guardò minacciosa “Mr. Gold, ho intenzione di stringere un accordo con lei”
“oh dearie, io non te lo consiglierei, generalmente la gente non ne esce bene”
“ma io non sono la gente, e poi conosco i tuoi punti deboli… Allora, ecco il patto: io stasera cucino per te e tu dopo cena mi racconti la storia sulle tre fate madrine e soprattutto quella di Aladdin..”
“uhm.. e quale sarebbe la parte vantaggiosa per me?”
“non sei affatto simpatico!”
“direi che in molti ti darebbero ragione su questo, ma rendiamo questo patto più allettante: stasera cuciniamo insieme e dopo cena, mentre mi fai un massaggio come solo tu sai fare, io potrei farmi sfuggire qualcosa sulle persone a cui sei tanto interessata…”
“non so come ma riesci sempre a girare le cose a tuo favore…”
“è così che tengo in pugno Storybrooke, allora, abbiamo un accordo?”
“e va bene, siamo d’accordo”

 

 
Rientrarono a casa verso le 5 del pomeriggio, ormai faceva buio molto presto e il loro nuovo albero li stava aspettando nel cortile. Nonostante l’aver camminato tutto il giorno si facesse decisamente sentire sul ginocchio malandato di Rumpel, sollevò lui l’albero e andò a prendere nel ripostiglio gli scatoloni natalizi. Nel frattempo Belle si mise a preparare un tè, da bere mentre preparavano l’albero.
Mentre aspettava che l’acqua si scaldasse andò a vedere se il ginocchio avesse avuto la meglio su Mr. Gold.
Lo vide vicino alla finestra, con un plico di carte in mano, sembrava molto assorto. Non seppe se avvicinarsi per condividere qualunque cosa stesse guardando o se lasciargli la sua privacy; alla fine optò per la seconda, fece rumore con i tacchi per fargli capire che si stava avvicinando, in modo che Rumpel avesse il tempo di mettere nel cassetto quelle carte.
Le si avvicinò sorridendo, ma a lei parve un sorriso malinconico, velato di tristezza
“mi faccio una doccia e arrivo a preparare l’albero con te” le sussurrò all’orecchio.
“certo, ti aspetto…” qualcosa non andava, lo poteva sentire.
 
Non era una cosa giusta, non era corretto nei suoi confronti, ma lei lo faceva per una giusta causa. Lo faceva perché voleva stare vicino all’uomo che amava in tutto e se lui non le dava spiegazioni allora lei doveva cercarle da sé. Se si fosse trattato di qualcun altro sarebbe stato diverso ma Mr. Gold aveva una tendenza maniacale alla segretezza, a volte perfino con lei.
Queste erano le scuse che Belle si ripeteva nella testa mentre cercava freneticamente le chiavi del cassetto dove Rumpel aveva riposto le lettere. Sentiva il rumore dell’acqua nella doccia, doveva fare in fretta. Finalmente le trovò in una specie di calamaio antico. Aprì il cassetto velocemente e prese il blocco di carte in mano.
Sulle prime non capì, che cos’erano tutte quelle cartoline natalizie?
Poi le girò e tutto fu chiaro. Erano tutte indirizzate a Baelfire. Nessun cognome o indirizzo, erano 28 però, precise, e ognuna di loro portava un timbro, il timbro di rispedito al mittente. Belle non conosceva molto bene i servizi postali di quel mondo ma capì che probabilmente era impossibile recapitare una cartolina così, lì non c’erano uccelli che portavano messaggi a colpo sicuro.
Assorta nei suoi pensieri non si accorse che lui era lì, in accappatoio e la stava guardando dubbioso.
“a quanto pare i cassetti chiusi a chiave non hanno più lo stesso effetto” non sembrava arrabbiato però, sollevato semai.
“Mi dispiace, Rumpel, davvero è che mi sembravi così scosso e turbato e io volevo starti vicina…”
“non ero scosso”
Lo guardò con un’aria di sopportazione
“senti, io capisco che tu voglia mantenere la tua aria da duro con il resto del mondo e farti temere da tutti. Ma non con me, non ce n’è bisogno, io voglio conoscere anche le tua debolezze”
A lui venne da sorridere ripensando a una frase che le aveva detto molto tempo prima “perhaps you just want to know the monster’s weaknesses” quanto si era sbagliato.
“Allora, come mai quelle cartoline..?”
Si sedette facendo un gesto di arresa: “ sapevo che per trovare Bae avrei dovuto aspettare che la maledizione fosse spezzata, lo sapevo prima della maledizione e lo sapevo dopo. Lo sapevo razionalmente ma una volta qui, la sola idea che io e Bae fossimo entrambi nello stesso mondo e che io non potessi cercarlo mi faceva impazzire. Cercai di calmarmi ma poi venne il Natale e con il Natale tanti ricordi; io e Bae facevamo sempre tante cose insieme, lo portavo in paese, gli compravo un regalo se avevo i soldi. La mattina di Natale gli preparavo una colazione speciale, risparmiavo molto per fargli trovare anche un po’ di cioccolata, un dolce… e se lui voleva lo accompagnavo alla festa in paese la sera, anche se io non potevo rimanere lì a lungo, per via della mia pessima reputazione prima e poi, bè perché tutti mi temevano.”
Belle lo guardava, concentrata su ogni singola parola. Era la prima volta che lui le parlava davvero di Bae, dei suoi sentimenti nei confronti di suo figlio e non voleva perdersi una sillaba, voleva esserci per il suo uomo.
“Insomma per farla breve a Natale decisi di fare un folle tentativo, inviare una cartolina di Natale a Bae. Sapevo che probabilmente aveva perfino cambiato nome e sapevo che non gli sarebbe mai arrivata, ma una flebile speranza rimaneva. E ogni volta che la cartolina tornava indietro pensavo che forse l’anno dopo sarebbe andata meglio, che forse per un miracolo sarebbe arrivata a lui e che avrebbe saputo…avrebbe saputo che lo cercavo, che gli volevo bene e che lo scopo della mia vita era trovarlo di nuovo. Abbracciarlo di nuovo e…” l’impassibile e calcolatore Mr. Gold stava davvero facendo del suo meglio per non far scendere una lacrima ma non poté evitare che la voce si incrinasse un po’ e che gli occhi si inumidissero.
Belle gli si avvicinò lentamente e prese le sua mani tra le sue. Lui le sorrise
“so a cosa stai pensando, sono stato uno sciocco, era ovvio che non gli sarebbero mai arrivate” Belle gli rivolse uno sguardo pieno di dolcezza
“a dire la verità stavo pensando che fino ad ora non avevo mai capito davvero quanto ami tuo figlio…mi dispiace aver preso quelle cartoline, non ne avevo il diritto”
“non è colpa tua, proprio non puoi fare a meno di essere curiosa di tutto…”
Belle ridacchiò e lo guardò divertita, rendendosi conto che i suoi sforzi per non fissare l’apertura dell’accappatoio si erano vanificati nel momento in cui si era seduta al suo fianco. Gli si avvicinò e posò le labbra sulle sue, passo una mano tra i suoi capelli ancora bagnati e sentì il magione inumidirsi a contatto con l’accappatoio.
“sai dearie” disse lui staccandosi dal bacio, non senza un po’ di dispiacere “ vorrei davvero continuare questa conversazione, ma, come ti dicevo ieri, questo divano è decisamente scomodo…”
“e quale soluzione proponi per questo terribile problema?”
“a discapito del mio ginocchio dolorante propongo di trasferirci di sopra in camera…”
“mmh non credo, l’hai detto tu stamattina che abbiamo un sacco di cose da fare oggi”
“ho detto così?”
“proprio così. Ora vai a metterti qualcosa di presentabile e poi torna qui per aiutarmi a fare l’albero e per cucinare”
“e da quando comandi l’Oscuro?” disse accompagnando la frase con un gesto teatrale
“ah bè, certo, a meno che tu non voglia che io inizi a cucinare da sola..”
“non correrei mai questo pericolo!”
Belle non riuscì, come al solito a recitare la parte dell’offesa troppo a lungo dato che lui le posò un bacio delicato sul collo prima di salire a cambiarsi.
Era la sera dell’8 dicembre e sulla piccola città di Storybrooke nel Maine iniziavano a scendere i primi fiocchi di neve.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE: Innanzitutto chiedo scusa per la parte sulle cartoline, in teoria Gold non ricorda nulla fino all’arrivo di Emma, lo so, però ci tenevo a mettere qualcosa che facesse capire quanto lui ami suo figlio e quanto fosse disperato per non averlo… se proprio l’idea non vi piace chiedo umilmente scusa :D
Inoltre temo che Gold sia un po’ OOC  in questo capitolo, cercherò di evitarlo nel prossimo.
Nel prossimo ci sarà più spazio per Belle e Gold a casa insieme senza intrusi, ma poi scriverò sicuramente della festa a casa di Ruby con tutti gli altri, se non nel prossimo capitolo in una one shot a parte
Grazie a chi ha recensito, messo la storia nelle preferite/ricordate/seguite.
Se mi lasciate una recensione mi fate tanto tanto felice ;) 
  
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