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Autore: drawandwrite    23/12/2012    3 recensioni
Protagoniste di questa storia saranno Nagisa e Honoka, una buona parte sarà assegnata a Shogo Fujimura e farà la sua apparizione anche Hikari.
Dopo un lungo tempo di pace, le amiche sono ormai convinte di aver chiuso con l'esercito del male. Ma un avvenimento inaspettato le costringerà a sfoderare le loro armi migliori per contrastare l'ormai imminente ritorno del male. Per una sfortunata coincidenza Shogo verrà coinvolto e spetterà alle Pretty Cure trarlo in salvo senza farsi smascherare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il campanello di casa Fujimura venne premuto all’improvviso con un gesto aggressivo.
Shogo aprì la porta per trovarsi di fronte ad una Honoka piuttosto furente, accompagnata da Hikari, la cui espressione non prometteva nulla di buono.
-Ciao- salutò
Honoka lo incenerì con lo sguardo.
-Ce n’era proprio bisogno? Non potevi farne a meno?-  Esordì con tono acido.
-Cosa?- Rispose lui con tono alquanto disorientato.
-Sai benissimo a cosa mi riferisco!-
Shogo rimase in silenzio, tentando di capire perché Honoka se la stesse prendendo tanto.
In ogni caso sapeva su quale argomento la loro conversazione sarebbe inevitabilmente caduta.
-Dov’è Nagisa?- Chiese allora.
-Non può muoversi, la caviglia l’ha inchiodata a letto- Rispose Hikari.
-Hm..- Fece lui, poco convinto.
Honoka puntò l’indice contro il petto di Shogo –TU! Per colpa tua mi sono rovinata la media scolastica, Hikari corre il rischio di essere buttata fuori casa e Nagisa per poco non viene esclusa dalla sua carica di capitano!- Ringhiò alzando la voce.
Shogo rimase a bocca aperta davanti allo sfogo rabbioso di un’amica il quale comportamento si è sempre rivelato calmo e pacato.
-Era così necessario, così vitale, forzare Nagisa a parlare? Forzare solo lei, da sola?- Continuò lei animandosi progressivamente.
Hikari le prese un braccio –Honoka non esagerare, in fondo non è tutta colpa sua, lo sai-  Disse, cercando di placare la situazione.
Il ragazzo rimase ancora un attimo fermo sulla soglia, tra gli stipiti della porta ancora aperta.
-Ragazze, cercate di mettervi nei miei panni. L’esperienza di quella sera mi ha scosso, e quando ho capito tutto non ho nemmeno pensato di aspettare per avere la verità. Volevo solo capire.-
-sei stato stupido a prendertela solo con Nagisa!- Ribatté Honoka
Shogo allargò le braccia -io non me la sono presa- disse, cercando invano di difendersi dalle accuse pungenti di Honoka –le ho solo parlato-
-Lo sai che lei non ha difese contro di te-
Shogo corrugò la fronte –Cosa vuoi dire?-
Honoka si morse la lingua. Si era lasciata scappare una frase di troppo.
-Niente- rispose subito.
Shogo trattenette altre domande che gli premevano con prepotenza sulle labbra.
Cadde un silenzio pesante, riempito solo dal suo sospiro.
-Quindi eravate voi- mormorò
-Si- confermarono le ragazze.
Shogo si grattò la nuca, a disagio –Mi avete salvato la vita-
L’espressione di Hikari si addolcì –Sei un amico- si giustificò –Non è così?- Disse, sorridendo a Honoka.
La ragazza distolse lo sguardo, ma annuì.
-Grazie- disse Shogo.
Silenzio.
Inaspettatamente le strinse in un abbraccio –grazie- ripeté.
Le difese di Honoka cedettero, e si ritrovò a ricambiare il gesto affettuoso.
Si sciolsero dall’abbraccio un po’ impacciati, ma finalmente era tutto chiarito. Be’ non proprio tutto ma Shogo disse che gli bastava quello che già sapeva, non aveva intenzione di chiedere altro, onde evitare di cacciare ulteriormente le amiche nei guai.
-Vai a farti perdonare da Nagisa, chiaro?- disse Honoka.
-Ce l’ha davvero con me?- rispose lui.
-Non lo so, ma tu vacci- intervenne Hikari.
Shogo annuì  e le due si allontanarono salutando.
 
Questa volta, fu il campanello di casa Misumi a suonare.
Ryota aprì la porta e, trovatosi di fronte a Shogo, cominciò a strillare –Mamma, c’è il ragazzo di Nagisa-
Shogo si passò una mano sul viso, chiedendosi come avrebbe fatto a guardare in faccia la madre di Nagisa dopo che Ryota le avesse gridato una cosa del genere.
Rye comparve sulla soglia –Ciao- Sembrò a disagio quanto lui.
-Ehm buongiorno, Nagisa è in casa?-
-No, al momento è al campo-
Shogo alzò le sopracciglia –Ma non aveva una caviglia mezza rotta?- chiese
-Si, certo. Ma non se la sentiva di lasciare la squadra da sola. Tra non molto ci sarà una competizione importante-
-Ah, capisco. Grazie- fece per andarsene.
-Sei davvero il suo ragazzo?- Chiese Rye, impostandosi sulla modalità “madre ficcanaso”.
La domanda lo prese alla sprovvista. Il ragazzo cominciò a giocherellare nervosamente con qualcosa che aveva in tasca –Ehm … no.-
A dire la verità non ci aveva mai pensato. E mai aveva guardato Nagisa sotto quella luce.
-Be’ non ancora- Sorrise
La madre ricambiò il sorriso, accompagnandolo con uno sguardo di chi la sapeva lunga.
 
Nagisa sedeva sugli spalti, guardando con attenzione lo svolgersi della partita di allenamento tra le compagne.
Era stata costretta a mettersi in ginocchio e ad implorare perdono a Rina e Shino per continuare a ricoprire la carica di capitano.
Quando terminò la partita, le compagne la raggiunsero.
-Allora, com’è andata?- chiese Shino con voce affannosa .
-Bene. Ora provate lo schema 3- Rispose Nagisa.
Rina raccolse le compagne e rimescolò le squadre, formandone due diverse.
Nagisa sospirò: stare sugli spalti senza poter giocare era un’esperienza davvero devastante.
Ad un tratto udì qualcuno chiamare il suo nome.
Si voltò e si trovò davanti a Shogo.
Fece un respiro profondo.  Si era ripromessa di avere un tono più distaccato con tutti, anche con lui. Questo con l’unico scopo che il nemico non prendesse di mira persone a cui volva bene.
-Ciao- Disse, frenando il suo entusiasmo.
-Dovrei parlarti, posso?-  Chiese il ragazzo, piegandosi in due per riprendere fiato. Evidentemente aveva fatto una gran corsa per raggiungerla.
Nagisa si limitò a lanciargli una timida occhiata.
-Non qui- Rispose alzandosi –Continuate voi, vi raggiungo tra mezzo secondo!- urlò alle compagne.
Si appartarono nei corridoi per gli spogliatoi. Nagisa non aveva più bisogno di un sostegno per camminare, ma ancora non riusciva a spostare completamente il peso sul piede destro.
-Innanzitutto- Cominciò Shogo –Ti chiedo scusa-
Nagisa lo spiò di sottecchi, con aria perplessa.
-Per cosa?- chiese
-Per averti forzato e per … aver messo a rischio il tuo ruolo nella squadra –
Nagisa abbassò lo sguardo.
-E anche per …. – si schiarì la voce –Per la caviglia-
La ragazza si scostò i capelli, in un gesto nervoso.
Prese coraggio: -Sono io a doverti chiedere scusa. Io, Honoka e Hikari siamo l’attrazione che il Nemico trova più divertente. E di conseguenza ti abbiamo messo in pericolo-
-Ehi, senti non c’è problema. Ti ringrazio per avermi difeso. Vorrei ricambiare-
Lei alzò un sopracciglio con espressione esitante.
-Cosa?-
-Tra qualche giorno ci sarà una festa qui vicino. Vi invito. Ci verresti?-
Nagisa non ci vide più.
-Ma non l’hai ancora capito?- Esplose – Se stai con noi rischi che il nemico ti faccia fuori!-
Shogo non l’aveva mai vista così, ma fu felice che finalmente si stesse comportando come suo solito anche con lui.
Le sorrise –Nagisa, non ho paura-
-E invece dovresti!- Gemette lei
-Non rinuncerò alla vostra compagnia per colpa di quelle donne-
-Shogo, quelle donne sono in grado di uccidere!- Esclamò Nagisa alzando la voce.
Lui la prese per le spalle –Ci siete voi che mi proteggete- Le fece l’occhiolino.
Lei si irrigidì –Non è sicuro che riusciremo a respingerle una seconda volta-
-io ne sono sicuro. Allora ci verrai?- Le indirizzò un sorriso disarmante.
-D’accordo- Accettò Nagisa, Arrossendo.
-Perfetto- 
  
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