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Autore: embrace_the_deception    23/12/2012    1 recensioni
[Tradotta da whateverhappened]
Erano migliori amici da quanto potessero ricordare - e poi, bastò una domanda a mettere in dubbio e cambiare tutto.
Questa è la storia di Nick e Jeff attraverso i loro ultimi due anni alla Dalton - piena di follia, amicizia, famiglia e amore.
Niff.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Nick/Jeff
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note autrice

Ehilà! Spero che tutto questo vi stia ancora piacendo :)

sunshinetears - “Ti dispiacerebbe scrivere un capitolo dove hanno un appuntamento o qualcosa del genere? Non importa dove o altro.”

Ed ecco arrivare un appuntamento Niff, con tutto il fluff, l'imbarazzo e il divertimento che ci dovrebbe essere :D

 

 

 

Di sicuro, Nick e Jeff non erano in alcun modo una coppia convenzionale. Sorvolando sul fatto che erano gay, la loro relazione era molto più che strana. Certo, erano due persone che avevano trascorso la loro intera esistenza come amici e di colpo si erano accorti di provare qualcosa di più. Era successo. Ma la relazione di Nick e Jeff era ancora più strana. Erano migliori amici, fidanzati, complici. Erano abituati a tenersi per mano quando erano solo amici e a non darci pensiero. Era stato per via di un timido, tranquillo topo di biblioteca che si erano finalmente messi insieme.

E, come realizzò Jeff ad un tratto, non avevano mai davvero avuto un appuntamento.

 

*

 

Mentre camminavano per la strada dirigendosi verso l'auto parcheggiata di Nick, Jeff desiderò di poter tenere la mano del suo ragazzo. Ma sapeva che sarebbe solo finita male – aveva già visto un ragazzo osservarli come fossero stati spazzatura, prima, e non stavano facendo niente. Tuttavia, era più che contento di camminare accanto a Nick, sfiorandogli la spalla con la sua.

“Dovremmo farlo più spesso,” disse Nick quando si fermarono alla macchina, cercando le chiavi.

“Cosa?”

“Semplicemente uscire.”

Entrarono in auto e si diressero rapidamente verso la Dalton. Ora Jeff aveva l'opportunità di tenere la mano di Nick; il moro tentò di tenere gli occhi sulla strada mentre Jeff passava un pollice sul dorso della sua mano e, scherzando, lo minacciava di fargli il solletico.

“Se lo fai, ci schianteremo e moriremo entrambi,” lo ammonì Nick con un sorriso.

Jeff allentò un po’ la presa, continuando a tenere le loro mani vicine ma rimanendo semplicemente fermo a guardare Nick guidare. Il ragazzo non era ancora del tutto sicuro al volante e doveva sempre concentrarsi un attimo di più per rimanere in strada. Jeff sapeva che sfidava la sorte anche solo tenendo la mano di Nick mentre tentava di guidare, ma sembrava che entrambi volessero correre quel rischio. Mentre il paesaggio scorreva, Jeff ripensò alla loro giornata.

Era stato un bel giorno, trascorso per lo più a girovagare per la città, mangiando fuori per pranzo, parlando di quando avrebbero dovuto riprovare le audizioni per un assolo – Jeff stava iniziando a pensare di aver raggiunto, dopo sei tentativi, il limite di prove ma Nick non era d'accordo – e in generale si erano goduti la compagnia l'uno dell'altro. Jeff realizzò che Nick aveva ragione. Dovevano decisamente farlo più spesso – solo uscire. Iniziò a pensare al suo ragazzo, ad uscire con lui, solo andare da qualche parte e...

Un pensiero colpì improvvisamente Jeff.

Non credo che siamo mai stati ad un vero appuntamento.

Era un pensiero strano. Erano insieme da circa un mese e non avevano avuto un vero e proprio appuntamento. Si erano solo messi insieme ed era finita lì. Jeff non pensava che le loro solite uscite valessero come appuntamenti – dopo tutto, lo facevano da quando si erano conosciuti.

“A cosa pensi?” Sentì Nick chiedere e si rese conto di essersi distratto.

“Niente,” disse, “Solo che probabilmente dovresti tenere gli occhi sulla strada.”

Quando Nick rise e tornò a concentrarsi sulla strada, Jeff decise che avrebbe risolto quel particolare problema. Come? Ancora non lo sapeva.

 

*

 

Jeff bussò più volte alla porta con impazienza, controllando il corridoio per accertarsi che nessuno lo vedesse. Era già abbastanza imbarazzante doverlo fare, non gli avrebbe giovato la presenza di qualche testimone. Nel momento in cui la porta si aprì e rivelò l'inquilino, Jeff si precipitò nella stanza afferrando il ragazzo.

“Blaine!”

“Cosa?” Sbuffò Blaine, le braccia incrociate, “Cosa diavolo c’è di così importante da ...”

“Ho bisogno di aiuto!” Jeff si spostava nervosamente da un piede all'altro, pentendosi già di aver avuto quell’idea. Era stupida, ad essere onesti, e non aveva davvero bisogno dell'aiuto di Blaine... no?

Blaine alzò un sopracciglio, “Con cosa?”

Jeff si chiese quale fosse il modo migliore per spiegare il suo problema, prima di decidere di dirlo e basta – sfortunatamente “dirlo e basta” voleva dire balbettare una lunga serie di cose che non avevano molto senso.

“Nickeiononabbiamo-”

“Oh, ehi, rallenta,” Blaine scosse la testa, “Parti dall'inizio. Lentamente.”

Jeff prese un respiro profondo, sentendosi imbarazzato, “Nick e io non abbiamo avuto un vero appuntamento, e...”

Vide l'espressione di Blaine e si fermò. L'altro ragazzo lo stava fissando sorpreso e, quando parlò, lo stupore era chiaro nel suo tono di voce.

“Non hai avuto un appuntamento con Nick? Da quanto state insieme?”

“Un mese,” mormorò Jeff.

Blaine rimase in silenzio per un momento, quindi sospirò, “Farò finta che abbia senso e ti chiederò di che cosa hai bisogno.”

A quel punto Jeff arrossì violentemente e fissò il pavimento, maledicendosi mentalmente per aver solo pensato di chiedere aiuto. Ora sembrava un idiota.

“Non so cosa fare e ho bisogno del tuo aiuto,” borbottò alla fine, portando improvvisamente l’attenzione sulle sue scarpe mentre strascicava i piedi sul pavimento. Quando non ottenne una risposta né una reazione da parte di Blaine, alzò lo sguardo e vide un'espressione divertita sul suo volto.

“Ora pensi che sia un idiota,” sospirò Jeff.

“No,” sorrise Blaine, “Sono solo curioso di sapere perché hai deciso di chiedere a me.”

“Perché tu non riderai di me e sei l'unico ragazzo gay che conosco.”

“Che non ha mai avuto un ragazzo.”

Jeff pensò di sbattere la testa contro il muro per la sua stupidità. Certo. Perché non se ne era ricordato? Probabilmente perché stava lentamente impazzendo all'idea di un appuntamento. Che era totalmente diverso dal “solo uscire”.

“Giusto,” disse, avviandosi verso la porta, “Credo che chiederò a Liam...”

Blaine afferrò il suo braccio con un'espressione scioccata, “Liam? Vuoi andare ad un appuntamento con Nick o sedurlo?”

Jeff ghignò a quelle parole e Blaine roteò gli occhi. Riportò Jeff in camera e chiuse di nuovo la porta, tagliando fuori occhi e orecchie indiscrete. Blaine si voltò verso il biondo, le braccia incrociate.

“Ascolta, scegli semplicemente qualcosa che gli piace fare, o qualche posto dove gli piace andare, e divertitevi. Non stressarti,” tentò Blaine e Jeff roteò gli occhi, “Grazie. Grande aiuto.”

“Ehi, lo sai che probabilmente sono incapace quanto te.”

Jeff scosse la testa, ringraziando Blaine per il suo 'aiuto'. Sembrava che avrebbe dovuto decidere tutto da solo, e sperava di non combinare disastri. Ci era andato pericolosamente vicino con la storia della gelosia e non voleva ripetersi.

Fu solo quando ebbe lasciato la stanza di Blaine e si fu incamminato verso la sua che gli venne l'idea.

Jeff sorrise. Sarebbe stato difficile, ma ne valeva la pena.

 

*

 

Preparati per le sei, incontriamoci ai cancelli.

Erano passati tre giorni dalla loro giornata in città, e ora Jeff gli aveva mandato quel messaggio criptico che si rifiutava di decifrare. Nick non aveva idea di che cosa avesse in mente Jeff. Non aveva visto il suo ragazzo per tutto il giorno e nessun altro sembrava sapere dove fosse, anche se Blaine aveva avuto uno sguardo strano quando gliel'aveva chiesto. Nick guardò l'orologio – le cinque e cinquantotto. Si morse il labbro, torturandolo mentre si sistemava la maglietta blu. Non aveva idea del perché il suo cuore stesse battendo così forte mentre si chiudeva la porta della camera alle spalle e si avviava all'entrata della scuola. Forse era perché Jeff non aveva mai fatto niente del genere ed era curioso di sapere cosa stesse architettando. Lo avrebbe scoperto presto.

Raggiunse l'entrata della scuola in tempo record e corse verso i cancelli. C'erano poche persone in giro e nessuno lo notò quando raggiunse i cancelli e si guardò intorno in cerca di Jeff. Controllò di nuovo l'ora – mancava un minuto alle sei. Non appena alzò lo sguardo, ci fu il suono di un motore ruggente e una moto elegante entrò nel parcheggio della Dalton.

Nick fissò il misterioso motociclista fermarsi con una curva di fronte a lui e, quest’ultimo si tolse il casco, Nick rimase a bocca aperta.

“Devi stare scherzando,” riuscì a dire mentre Jeff sorrideva, scuotendo i capelli.

“Papà ha finalmente acconsentito a comprarmene una,” ghignò il biondo, tirando fuori un secondo casco, “Pronto ad andare?”

Nick rimase in silenzio per un secondo, prima di sorridere e prendere il casco dalle mani del suo ragazzo e metterselo in testa. Salì sulla moto e Jeff riavviò il motore.

“Tieniti.”

Nick circondò la vita di Jeff con le braccia e un minuto dopo il biondo scattò fuori dal parcheggio sotto gli sguardi sorpresi di alcuni studenti. Nick rise mentre Jeff guidava in strada, il vento gli sferzava il viso e li faceva quasi stare più vicini. Il moro strinse la presa attorno al suo ragazzo, stupito da come Jeff fosse riuscito a farsi comprare una moto dai suoi genitori. Ne avevano discusso per settimane, dicendo che era troppo pericoloso.

Ci vollero solo pochi minuti per arrivare alla meta – cosa che infastidì Nick, che avrebbe voluto trascorrere molto più tempo a girare per la città con Jeff. Jeff spense il motore e scese dalla moto, togliendosi il casco prima di allungare una mano a Nick. Quest’ultimo roteò gli occhi ma la afferrò mentre scendeva dalla moto e si toglieva il casco.

“Come hai fatto a fartela comprare?” Chiese, indicando la moto.

“È sorprendente come aprire i rubinetti possa cambiare le attitudini delle persone in modo rapido,” ghignò Jeff, “E, certo, loro amano comprare il mio affetto.”

Nick roteò gli occhi, girandosi per vedere dove fossero. Quando vide il posto davanti al quale si erano fermati, sorrise.

“Sei pazzo o cosa?” Chiese quando si avviarono verso la piccola pizzeria italiana, nascosta in una strada laterale e al riparo dalla vista dei passanti, “Come facevi tu a sapere dell'esistenza di questo posto?”

“Questo, Nick,” Jeff sorrise mentre apriva la porta per far passare il suo ragazzo per primo e lo seguiva dentro, “è perché...”

“Nick!” Gridò una voce esaltata, e la ragazza dietro il bancone li salutò con un sorriso. Il moro si passò una mano fra i capelli, gettando un'occhiata a Jeff mentre si avvicinavano a lei.

“Hai parlato con Jen?”

“Potrei, e lei potrebbe avermi dato il nome di Megan, che potrebbe avermi detto di questo posto,” ridacchiò Jeff.

“Ciao, Nick!” Disse la bella ragazza bionda, esaltata, quando i ragazzi si avvicinarono, “Ciao, Jeff! Il tavolo sul retro è riservato per voi, comunque. Ho dovuto tirare qualche filo, ma il mio capo mi ama.”

“Sono sicuro che sia così,” disse Jeff ironicamente, “Grazie, Megan.”

“Nessun problema!”

Jeff spinse un Nick sempre più rosso verso il retro della pizzeria, trovando con facilità il tavolo. Era abbastanza tranquillo e nascosto dalla vista di molti altri. Si sedettero ridendo, e Nick appoggiò il volto fra le mani.

“Ragazza frizzante, no?” Commentò Jeff con noncuranza, facendo ridere Nick.

“Puoi dirlo forte. Non posso credere che tu abbia fatto tutto questo,” disse Nick, guardando il suo ragazzo, “Sei fantastico, lo sai?”

“Sì, lo so,” rispose il biondo con un sorrisino.

 

*

 

“Come hai potuto mangiare così tanto?” Si lamentò Nick mentre tornavano verso la moto di Jeff. Il biondo rise. Aveva mangiato due delle pizze più grandi mentre Nick ne aveva appena ingerita una.

“E non so neanche dove tu l'abbia messa,” continuò Nick, girandosi a colpire lo stomaco del suo ragazzo, “Voglio dire, dove?”

Jeff afferrò la mano che lo stava colpendo e roteò gli occhi, “È tutto per la danza.”

Nick si morse il labbro, pensandoci, mentre Jeff lo spingeva verso la moto e gli porgeva il casco. Li indossarono rapidamente prima di salire sulla moto, mentre Jeff la accendeva. Nick passò le braccia attorno al ventre di Jeff, canticchiando soddisfatto.

“Sono abbastanza sicuro che non ci sia niente qui,” disse, premendo le mani sul ventre di Jeff e causandogli ogni tipo di sensazioni, tanto che il biondo dovette imporsi di fermarlo e spostare le sue mani. Il moro poggiò la testa, coperta dal casco, sulla schiena di Jeff con un sospiro contento, e Jeff seppe che stava sorridendo.

“È stato divertente.”

“Non è ancora finita,” disse Jeff con tono misterioso, e sfrecciò in strada.

Ci volle un po' più di tempo per raggiungere la loro seconda destinazione, ma i due ragazzi si godettero la corsa. Quando arrivarono e si tolsero i caschi, Nick osservò l'area boscosa, qualche miglia fuori dalla città.

“Dove siamo?”

“Vedrai,” Jeff afferrò la sua mano e gli fece strada.

Salirono la collina in silenzio, Nick era curioso di vedere dove Jeff lo stesse portando. Quando arrivarono in cima, il moro rimase senza fiato.

L'area era libera da alberi ad eccezione di una grande quercia, i cui rami si allargavano a formare un ampio ombrello, un rifugio sopra di loro. La brezza faceva appena frusciare le foglie, abbastanza per creare un minimo sottofondo. La luce della luna si rifletteva sul terreno, illuminandolo, e le stelle...

Nick alzò lo sguardo al cielo, sentendo Jeff prendergli le mani. Riuscì a distogliere lo sguardo dal numero spropositato di stelle visibili attraverso le foglie per guardare Jeff, che stava sorridendo quasi timidamente.

“Appena arrivato, dopo il trasferimento, venivo molto spesso qui,” disse il biondo, “Prima di iniziare la scuola.”

“È stupendo,” sussurrò Nick, sbalordito da come fosse riuscito a diventare prima il migliore amico e poi il ragazzo della migliore persona al mondo.

Allora Jeff lo baciò, e Nick ricambiò portando le braccia attorno al collo dell'altro. Jeff posò le mani sui fianchi del suo ragazzo, avvicinandolo a sé, finché non dovettero separarsi per prendere fiato. Con sorpresa di Nick, Jeff lo fece sdraiare sul terreno, poggiando la schiena all'albero quando Nick si sistemò contro di lui. In breve tempo si sistemarono in una posizione comoda, Nick era accoccolato accanto a Jeff, gli stringeva la mano e poggiava il capo sulla sua spalla. Guardarono le stelle in silenzio per un po', finché Nick non lo ruppe.

“Ho appena realizzato...” Disse piano, e Jeff si voltò verso di lui, curioso.

“Cosa?”

“È stato il nostro primo appuntamento, più o meno, vero?”

“Immagino di sì,” sorrise Jeff.

Nick sorrise di rimando, “Suppongo che stiamo ufficialmente insieme adesso. Comunque, ti porterò fuori io la prossima volta.”

“Per me va bene,” Jeff non riusciva a smettere di sorridere mentre passava un braccio attorno alle spalle del suo ragazzo, stringendo con l'altra mano quella di Nick.

Nessuno si mosse nell'ora successiva, rimasero semplicemente accoccolati l'uno contro l'altro nell'aria fresca della sera. Parlarono un po', si indicarono delle cose e si godettero la serata. Trascorsero comunque molto del tempo in silenzio, guardando le stelle. Ad ogni modo, non avevano davvero bisogno di dire molto.

Alla fine, la serata dovette concludersi. Quando guardò l'ora, Jeff realizzò che avevano soltanto mezz'ora per tornare alla Dalton prima del coprifuoco, e ci sarebbe voluto un quarto d'ora per tornare in città. Si spostò e guardò Nick, che stava sbadigliando e aveva gli occhi mezzi chiusi e un sorriso in volto.

“Faremmo meglio ad andare o non rientreremo per il coprifuoco,” sussurrò con calma Jeff.

Nick mormorò qualcosa prima di sospirare, “Okay.”

Si alzarono e, dando un'ultima occhiata al posto che, lo sapevano, sarebbe presto diventato speciale per loro, iniziarono a scendere per la collina verso la moto di Jeff. Pochi minuti dopo stavano tornando verso la città, controvento.

 

*

 

Arrivarono ai cancelli con dieci minuti di anticipo. Con dei gran sorrisi in volto, corsero verso la loro stanza, tenendosi per mano. Non c'era nessuno nei corridoi dato che tutti erano rintanati in camera a quell'ora della sera. Jeff e Nick si precipitarono nella loro stanza e si chiusero la porta alle spalle, sorridendo e ridendo senza fiato. Quando sentirono qualcuno camminare nel corridoio, si cambiarono rapidamente, spensero le luci e si misero a letto. A quel punto, bussarono alla porta.

“Ragazzi?”

“Siamo qui, signorina,” rispose Jeff, ghignando per quanto erano andati vicini al farsi beccare.

I passi si allontanarono, e i ragazzi si guardarono da un lato all'altro della stanza. Prima che se ne rendessero conto, Jeff si era avvicinato a Nick ed era saltato sul letto accanto a lui. Si sdraiarono l'uno accanto all'altro, sorridendo e guardandosi negli occhi alla luce della luna, che filtrava dalla finestra.

“Questa cosa è un po' sdolcinata,” disse Nick.

Jeff rise, “È così brutto che lo sia?”

Si sistemarono vicini nel piccolo letto; Nick, fra le braccia di Jeff, poggiò la testa sul suo petto, intrecciò le gambe alle sue e si sentirono vicini l'uno all'altro più di quanto non fosse mai stato.

“Il miglior appuntamento di sempre,” mormorò Nick prima di addormentarsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note autrice

Jeff. Moto. Figo.

 

 

 

Note traduzione

Concordo con le ultime note autrice XD

 

Come promesso, pubblicazione prenatalizia! E anche ultimo capitolo dell'anno, credo, perché non penso di aver tempo di tradurre in questi giorni.

Anche se non è un capitolo propriamente natalizio, è abbastanza fluffuoso per queste giornate di festa.

 

Tanti, tanti auguri da parte mia e della fidatissima beta di questa storia, Vals :D

Buon Natale e buon anno a tutti! Divertitevi!

 

  
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