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Autore: Diana924    24/12/2012    2 recensioni
Dopo sei mesi dalla morte di John Carr Elisabeth Norbert torna a Londra. Ad attenderla c'è una lettera che le fa capire che il suo lavoro è in pericolo. Terrorizzata torna immediatamente a Seaton, lasciando il suo bordello maschile a Liam, sorvegliato dal giovane William von Strock, ancora poco avvezzo a simili cose.
Ma c'è un altra ragione se Elisabeth, detta Lizzie, è dovuta partire, molto personale: Lizzie è incinta, e diversamente dalle altre volta non sa chi è il padre.
[ sequel di " Lady Elisabeth e un caso complciato, è caldamente consigliato di leggerla per comprendere la storia ]
Genere: Drammatico, Erotico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Età vittoriana/Inghilterra
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Liz scese con passo deciso dopo aver congedato Liam, non aveva bisogno di lui ed era cosciente che l’irlandese la conosceva anche troppo bene e che prima o poi le avrebbe chiesto ancora di Harriet, e non voleva rispondergli.

Non è tua figlia dunque non hai alcun diritto su di lei, non chiedermi niente perché sai che non riesco a mentirti, non è tua ma è di Fergus, o di William, spero che sia di William perché lo amo e perché pensarla figlia di Fergus mi dà il voltastomaco ma non è tua, e Gwen lo sa, quella maledetta papista lo sa, mi basta guardarla per capire che lo sa pensò Liz per tutto il tragitto.

Per fortuna Liam si era limitato ad accarezzarla con calma, riuscendo anche a rilassarla finché non erano arrivati e lei non lo aveva fermato, << Torna a casa, dormirò qui e ripartirò domani, non dire a nessuno che sono venuta a Londra >> gli ordinò mentre scendeva e faceva segno ad un facchino di occuparsi del suo misero bagaglio e veloce entrò senza che lui potesse ribattere.

La hall era illuminata e i mobili le sembrarono di pregio, un buon indizio pensò mentre si avvicinava al bancone dove l’uomo ivi addetto le apparve più attento alla lettura di quel romanzo noioso che era Madame Bovary di quell’autore francese.

<< Mi attendono alla 1010 >> disse atona, piano dieci e stanza numero dieci pensò, lo stesso numero della stanza di John Carr e questo suffragava le sue ipotesi. << Molto bene, devo avvisare? >> chiese l’uomo scrutandola con attenzione.

<< Non sarà necessario >> rispose lei prima di dirigersi verso l’ascensore, detestava quelle orrende macchine elettriche ma non aveva alcuna intenzione di salire per dieci rampe di scale così entrò ringraziando al buona sorte perché nessuno l’aveva seguita. << Decimo piano >> disse distrattamente all’addetto per poi chiudere gli occhi e riflettere: aveva bisogno di una strategia affidabile e di una discreta parlantina.

Quando uscì accelerò il passo, forse dopo ne avrebbe fatto a meno, quanto odiava quelle macchine infernali e si augurava tanto che non avessero altra fortuna. La stanza dieci la stava aspettando e veloce aprì la porta ed entrò.

Era una stanza semplice: un letto che vedeva nell’altra stanza, un tavolo al centro, un divano alquanto ordinario, poltrone e un bagno, e in più una tappezzeria che giudicò ordinaria e di poco buon gusto. Seduta sulla poltrona, annoiata come se la stesse aspettando da giorni vi era una ragazza di circa vent’anni dai capelli castani che riconobbe all’istante: Hanna Carr, la cugina di John.

<< Mrs Norbert >> la salutò questa, il volto indifferente e la voce stanca. << Hanna, e dov’è lady Caroline? >> chiese e come evocata dalle sue parole Caroline Markey entrò nella stanza. Indossava un abito celeste mentre quello di Hanna era bianco e si sistemò accanto alla ragazza ma in piedi in modo che potessero guardarsi negli occhi.

<< Mrs Norbert, era da un po’ che non ci vedevamo >> la salutò lady Caroline. << Se volevate vedermi bastava avvisarmi invece di mandarmi quelle lettere di pessimo gusto >> rispose lei con un sorriso. << Io ho scritto solo la seconda >> rispose la donna mantenendo il contatto visivo con lei.

<< La prima l’ho scritta io ed è stato un atto dettato dalla giustizia >> s’intromise Hanna Carr alzandosi, piena di rabbia. << Giustizia mia cara Hanna? >> chiese lei sorpresa. << Si, sarà stato pure lord James ad uccidere John ma siete stata voi a mettergli in mano l’arma con cui ha ucciso mio cugino >> rispose Hanna che a differenza di lady Caroline, rimasta sempre padrona di sé cominciava a infuriarsi.

<< E’ stata una sua scelta, quindi sapete tutto, vero? >> chiese, doveva sapere quanto sapesse l’altra. << Tutto e mi chiedo come non me ne sia accorta prima, una donna come voi in questo orrendo commercio, ma non vi vergognate? >>

<< Se John fosse stato più attento non sarebbe morto e non mi vergogno per un semplice motivo: è un lavoro come tutti gli altri e ho smesso da tempo di vergognarmi se i miei clienti mi chiedono dei ragazzi: sono loro a doversi vergognare, non io >> rispose altera. << Quando ricevetti al vostra lettera pensai che sarebbe finito tutto così ma poi … lord James mi scrisse, e mi rivelò tutta la verità. Allora vi scrissi la prima lettera e venni qui a Londra, del resto si è occupata lady Caroline >> le spiegò Hanna con al stessa voce furiosa che però non la spaventava. << James diceva che dovevamo denunciarvi m al’ho dissuaso: lui sarebbe finito in prigione e io non mi sarei più potuta mostrare in pubblico per la vergogna. E Cecilia … suo marito poteva chiedere il divorzio e tutte le mie speranze su di lei sarebbero state frustrate non potevo certo sospettare che … >> affermò lady Caroline senza fermarsi prima di cominciare a singhiozzare mentre Hanna restava in silenzio.

<< Non pensavate che James si sarebbe tolto la vita, vero? >> chiese lei mentre si avvicinava con discrezione alla porta. << Mi dispiace lady Caroline, non posso ridarvi vostro marito, e nemmeno vostro figlio ma sappiate che le lettere le ho ancora. Hanna, ricorda mia cara piccola e ingenua ricattatrice: tu non mi fai paura ma se volessi potrei rovinare te e la memoria di John >> << Per quelle lettere, vero? >> chiese Hanna che cominciava a capire.

<< Esatto mia cara, voi avete fatto il vostro gioco e ora tocca a me, e le carte che ho in mano sono letali mentre voi non avete più niente, vi avevo consigliato il silenzio e invece mi ricattate … peggio per voi. Se anche solo dovessi ricevere una sola lettera scriverò al “ Times “: ho già pronta la lettera, mi basterà aggiungere la data >> e detto questo uscì veloce, quelle due donne con la loro ipocrisia e la loro pochezza mentale l’avevano disgustata ma per sua fortuna non era abituate ai colpi bassi: l’epistolario di John Carr e di lord Alfred era sì in suo possesso ma se l’avesse pubblicato anche lei sarebbe stata perduta.

Era una spada di Damocle per tutte e tre, lei compresa.

   
 
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