Loki abbassa lo sguardo,
contrariato, cercando di domare il tumulto di pensieri che gli sta
infestando la mente. Deglutisce, serrando la mascella e stringendo i
pugni con forza, mentre gli passano davanti agli occhi stralci di
ricordi e immagini confuse del suo passato. Sono memorie taglienti,
dolorose e false,
ma ancora non riesce a fare a meno di pensare che
sono l'unica cosa che ha.
Quando il Padre degli Dei cadrà, quando quei ricordi saranno
solo fumo, e dell'identità che tanto detesta e desidera non
resterà nient'altro che cenere, cosa ne sarà di
lui? Chi diventerà, Loki di Asgard, quando Asgard stessa
verrà dimenticata? Che cosa resterà dell'uomo,
del dio, del figlio di Odino... se ora deciderà di lasciare
spazio al mostro?
Il dio dell'Inganno serra gli occhi di colpo, voltandosi, e si passa
una mano sul viso, tentando di scacciare via l'insicurezza, ricercando
la stabilità di una certezza che non possiede.
“Non si torna indietro, asgardiano.”
La voce del Senza Nome gli trafigge i timpani, e lo riporta bruscamente
alla realtà. Riapre gli occhi a stento, la vista
è sfocata e umida. Inspirando profondamente, riprende a
fatica il controllo dei suoi pensieri, e osserva la massa informe di
creature striscianti che si agita sotto di lui. E realizza che l'elfo
oscuro ha ragione. Non c'è modo di fare un passo indietro,
di fermare gli ingranaggi innescati da Thanos, di scegliere.
La sua unica arma è ancora una volta la sua mente, la sua
lucida disillusione, la fermezza dei suoi intenti, poco importa ormai
se siano giusti o sbagliati. A nulla servono la ragione, l'onore, la
rettitudine, quando si è sul baratro della follia. Ha sempre
vissuto nell'illusione della libertà; una bugia confortante,
ma ora che questa si è infranta in mille pezzi, sa che non
potrà mai più rimettere a posto i cocci. E cosa
resta a chi non ha più nulla, a chi è caduto e ha
toccato il fondo, sprofondando nell'infamia, se non la voglia di
rialzarsi, di dimostrarsi invitto?
Avverte i passi dell'Altro farsi più vicini e si volta di
scatto, con una strana luce negli occhi.
“Thanos ti attende. Lui può insegnarti la vera
forza e donarti l'antica sapienza di cui è portatore,
così da curare la tua infantile debolezza. Ti conviene
approfittare della sua offerta.”
Loki afferra con un gesto secco lo scettro che gli porge con riluttanza
e gli rifila uno sguardo sprezzante, prima di incamminarsi in direzione
dello stretto cunicolo che lo ricondurrà dall'ultimo Eterno.
Si sente quasi come un condannato a morte che percorre volontariamente
la via che lo condurrà al patibolo, ma se è
davvero Thanos la sua unica possibilità di riemergere
dall'abisso in cui sta sprofondando, la sfrutterà fino in
fondo. Ora che stringe tra le dita quel manufatto dorato e ne avverte
il potere, si sente più lucido, o vuole credere di esserlo.
Non importa come, né con quali mezzi: avrà la sua
rivincita, ad ogni costo.
Thanos osserva la figura incerta dell'asgardiano avanzare verso di lui,
soddisfatto. Avverte chiaramente la confusione che regna nella sua
mente, il caos che potrà sfruttare per farne finalmente una
utile pedina. Dovrà solo fare leva sui giusti motivi.
“Hai trovato il Tesseract.”
Non è una domanda, e Loki tace, in attesa.
“Hai anche disubbidito ad un mio ordine, e hai rischiato
inutilmente di sprecare la tua unica opportunità di rivalsa.
Come puoi sperare di farcela se non comprendi nemmeno la vera natura
del potere?”
L'asgardiano aggrotta le sopracciglia, irritato.
“E quale sarebbe?”
Il mostro sogghigna, alzandosi imperiosamente dal suo trono, e si porta
di fronte a lui, indicando la luce blu che pulsa
sull'estremità dello scettro.
“La conoscenza è potere, e Thanos di Titano non ha
mai smesso di accumularne. Da quando sono stato relegato qui, ho
sfruttato quest'unica rimembranza della mia forza per vedere
ciò che accadeva al di fuori di questo limbo. Ho osservato i
passi dei miei nemici, che inconsapevoli vivevano al sicuro di vane
certezze, ed individuato i possibili alleati. Attraverso il sapere, ho
intessuto la trama dei miei piani, che mi ha condotto fino a te. Se
vuoi che il nostro progetto abbia successo, dovrai fare lo
stesso.”
Loki poggia l'estremità inferiore dello scettro a terra,
stringendone l'asta con forza, facendosi diventare le nocche bianche
per la tensione. Dunque è questo il primo segreto del
potere, dell'autorità? La conoscenza, e non la violenza, la
forza bruta? Non riesce a trattenere una risata ripensando a Thor, alla
sua impulsiva irruenza, al suo cieco criterio che ancora una volta si
rivela idiota.
“Quindi che cosa devo fare?”
Thanos ricambia il suo sguardo, afferrando senza difficoltà
i suoi pensieri.
“Torna sul pianeta dei mortali, impara le loro debolezze,
comprendi le loro abilità, e cerca i tuoi alleati. Il
Tesseract si adatta al mondo che lo ospita, quindi per attivarlo avrai
bisogno del loro aiuto e della loro sepput misera e primitiva
tecnologia.”
“Come potrò convincerli a collaborare?”
La voce di Loki è un sibilo velenoso e sprezzante.
“Anche a questo ti servirà il cubo. Quando sarai
in grado di esercitare il suo potere, potrai
controllare le menti dei mortali, arrivando al
punto di svuotare e di rimpiazzare persino i loro pensieri e
i loro desideri con ciò che vorrai. Ti basterà
fare breccia e infiltrarti nella parte più debole di ogni
essere vivente...” Il mostro lascia un attimo la frase in
sospeso, per poi colpire il petto di Loki con una della sue enormi dita
violacee, squarciando la sua armatura, “... il
cuore.”
Il dio dell'Inganno sussulta, avvertendo il liquido caldo e vischioso
che fuoriesce da quella nuova ferita colare tra la pelle e il metallo,
inesorabilmente, sentendosi dolorosamente esposto.
“C-come?” Riesce solo a mormore una parola
spezzata, poi il mostro ritira la mano di colpo, strappandogli un
lamento strozzato.
“Lo scettro che tieni tra le dita non è solo
un'arma, è stato forgiato anche per un altro scopo. Ti
basterà individuare gli umani che ti saranno più
utili come alleati, e puntarlo al loro petto. Libererai così
l'energia del Tesseract, che ti permetterà di soggiogarli
completamente. Questo significa, comunque, che anche una parte della
tua mente entrerà nella loro, quindi dovrai sceglierli con
cura e osservarli da vicino prima di selezionarli.”
L'agardiano trattiene a stento il suo disappunto, disgustato da quella
prospettiva. Gli umani che suo fratello
ama tanto sono creature
inferiori, meschine e fragili; ancora non si capacita di come abbia
potuto la loro compagnia cambiare il dio del Tuono così
radicalmente e in così poco tempo. Il fatto che possiedano
capacità nascoste è fuori discussione, quindi
dev'essere stata per forza colpa di Thor, della sua debolezza. Avere a
che fare con quegli inutili insetti lo ripugna, in qualche modo teme di
essere infettato anche lui dal rozzo sentimentalismo che ha spazzato
via quel poco di senno che restava al figlio primogenito di Odino.
La risata amara di Thanos squarcia il silenzio, interrompendo le sue
cupe riflessioni.
“Sei sicuro di ciò che provi, asgardiano? Non
è forse indivia quella che senti pulsare in fondo al cuore?
Indivia per quegli umani che sono riusciti dove tu e tutta la saggezza
di Odino avete fallito? Invidia verso Thor, che è sempre
stato e sempre sarà un passo davanti e te, sia nella
posizione che negli affetti che tanto affermi di disprezzare, ma che in
realtà brami con tale infantile desiderio?”
Lo deride, il mostro deforme, senza pietà, e Loki trema.
Trema per la rabbia e per il dolore, perché quell'atroce
beffa è la verità, la sua
verità,
quella di un figlio cresciuto nell'ombra, di un fratello sempre
lasciato indietro, di un principe senza corona, di un dio alla continua
rincorsa di ciò che non potrà mai ottenere.
L'ultimo Eterno lo afferra per un braccio, con violenza inaudita,
stritolandogli contemporaneamente la mano che stringe lo scettro sotto
la sua. La gemma incastonata sotto la punta inizia a pulsare
più intensamente, e Loki avverte di nuovo quel gelido potere
penetrargli fin dentro le ossa, inarrestabile. Stavolta però
sente anche la guida di Thanos, percepisce la sua voce nella testa, che
guida i suoi pensieri con prepotenza, fin quando l'onda d'energia
generata dal Tesseract non si stabilizza. La sente sfrigolare sotto la
pelle, gli brucia gli occhi, ma ha come l'impressione di poterla
finalmente controllare, e di non esserne più preda inerme.
“Ora va', torna con la mente su Midgard. Segui il sentiero
che hai già percorso e controlla il cubo. Individua quali
umani saranno più adatti al nostro piano. Guida i loro
pensieri verso il fine primario: l'attivazione del Tesseract, in primo
luogo per condurre te nel loro regno e poi con lo scopo di aprire una
frattura nel cosmo abbastanza ampia e stabile da connettere la nostre
dimensioni.”
Loki annuisce appena, prima di serrare gli occhi e e ripercorrere con
la mente la via che già una volta il cubo gli ha svelato. Il
viaggio è come sempre estenuante, ma un po' meno doloroso
della prima esperienza, e quando giunge a destinazione, più
rapidamente del previsto, ha rischiato per un solo momento di perdere
il contatto con il suo corpo.
Riapre gli occhi di scatto, attirato dal potere del Tesseract ormai
così vicino, ma è costretto a schermarsi il viso
con un braccio.
Rispetto alla sua ultima visita, l'ambiente in cui è
custodito il cubo è molto più ampio e luminoso, e
brulica di febbrile attività. Ovunque sono stati posizionati
gli strani marchingegni che gli umani utilizzano per analizzare la
realtà, dato che non riescono a leggerne la struttura con i
soli occhi, come invece può fare lui senza
difficoltà. Avanza tra fili e carcasse di metallo
luminescente, inconsapevolmente evitato dal via vai dei mortali, che in
qualche modo avvertono la sua presenza senza esserne però
coscienti.
Giunge di fronte al Tesseract, incastonato in uno strana cesellatura
metallica, e allunga una mano, sfiorandone lievemente la superficie. Si
guarda intorno divertito mentre un suono di allarme intermittente si
diffonde dagli strumenti di analisi midgardiani e gli umani iniziano a
correre presi dal panico, raggruppandosi dietro a schermi luminosi. Di
fronte a uno di questi individua il dottor Selvig, prontamente
raggiunto dall'uomo con la benda sull'occhio.
“Direttore Fury...” Bisbiglia lo studioso,
più euforico che impaurito, indicando, evidentemente, dei
dati sul funzionamento del Tesseract.
“Dottore, che succede?”
“C'è stato un picco. I dati sono perfettamente
coerenti con la teoria Foster. Forse ora potremo iniziare a comprendere
meglio come funziona il dispositivo, e magari provare ad
usarlo.”
Loki assorbe l'energia del cubo e si pone di fianco a Selvig, usandola
per infiltrarsi nei pensieri entusiasti dell'umano.
“Usarlo per cosa?” Domanda Fury, dubbioso.
“Per aprire un
portale.” Suggerisce il dio
dell'Inganno all'orecchio dello studioso, che ripete le sue parole con
uno strano smarrimento nello sguardo.
Il volto dell'uomo in nero si contrae impercettibilmente, come a
nascondere un pensiero, che però Loki riesce a cogliere.
Sembra sollevato, il dottor Selvig non ha intuito che il vero scopo per
cui stanno analizzando il Tesseract è un altro, e che lo
stanno già utilizzando per costruire armi.
Patetici umani, che fingono di ricercare il bene quando in
realtà seguono soltanto i loro più bassi e
volgari istinti.
“Come pensa di farlo, dottore?” Chiede con voce
ferma Fury, fissando il cubo.
“Troverò un modo di imbrigliare l'energia del
Tesseract, basterà creare un dispositivo in grado di
contenerne le radiazioni, poi con la giusta stimolazione...”
“È sicuro di riuscirci?” Domanda il
direttore, alzando la voce mentre arretra di qualche passo e gli
dà le spalle.
“Ci proverò”, replica Selvig
ridacchiando nervosamente, poi si volta e fa per proseguire, ma ormai
Fury si è allontanato e lo ha lasciandolo solo al suo
lavoro. Il dottore alza le spalle e riprende assorto le sue analisi,
sotto lo sguardo vigile e invisibile di Loki. L'asgardiano esercita
ancora il potere del Tesseract per entrargli nella mente e guidare i
suoi pensieri, permettendogli una più rapida chiarezza di
calcolo.
Dopo qualche minuto, soddisfatto, si allontana. Ha trovato il suo primo
alleato, gli sarà utile in molti modi, non solo per
l'adempimento dei piani di Thanos, ma anche per ferire Thor. Gli rimane
poco tempo però, contenere l'energia del cubo lo sta
sfinendo, deve sbrigarsi a cercare altre pedine. Sceglie un altro
mortale che sembra dirigere le attività a terra, ma ancora
non ha trovato chi cerca, la persona che ha il compito di sorvegliare
tutte le attività, sotto il diretto controllo dell'uomo con
la benda.
Si guarda intorno con circospezione e individua l'umano che sembra fare
al caso suo. È appostato in alto, come un rapace, e
controlla la situazione da quella distanza con attenzione. Loki si
porta vicino a lui, e per un istante fatica a mantenere la
concentrazione, stordito dall'immenso potere che gli scorre con
irruenza nelle vene. Comincia davvero ad essere troppo debole.
L'uomo di fronte a lui è appoggiato con le braccia
incrociate alla balaustra di metallo, e tiene al suo fianco un arco e
una faretra. Armi inconsuete e antiquate per un mortale.
Il dio si infiltra nei suoi pensieri, scoprendo un labirinto fitto e
intricato, tipico di chi è abituato a tenere segreti e a
nascondere la verità. Eppure sembra convinto di essere dalla
parte del giusto, di mentire per una giusta causa. Ridicolo.
Comunque gli sarà sicuramente utile, sembra essere a
conoscenza di parecchie cose di cui altri non sospettano neppure
l'esistenza.
Frugando nei suoi ricordi trova molte informazioni interessanti: Fury
gli ha concesso completa fiducia, e la sua più grande
debolezza pare avere il volto di una donna. Trova persino una memoria
sorprendentemente divertente: un Thor senza poteri, ricoperto di fango
e dei resti di un'inutile vanagloria, sotto una pioggia incessante, che
si riscopre debole e indegno, incapace di sollevare Mjolnir.
È quella l'ultima immagine che si stampa nella mente di
Loki, prima che si ricongiunga al suo corpo e che torni al
cospetto di
Thanos, e il dio la custodisce con cura, quasi fosse un segno del Fato,
un presagio del suo imminente successo.
Angolo
autrice
Prima o poi riuscirò ad essere puntuale come mi propongo negli aggiornamenti... ^^
Comunque, ritornare Lokicentric dopo un capitolo quasi totalmente incentrato su altri personaggi è stata davvero un'impresa, e non sono certa di esserci riuscita del tutto. Mi sono riguardata per l'ennesima volta tutti i video più deprimenti che lo riguardano che ho, con il risultato di ritrovarmi ad avere un umore piuttosto tetro e piagnucoloso per mezza giornata! XD Spesso quando faccio POV lunghi di Loki ho come l'impressione di non arrivare mai da nessuna parte, perché il ragazzo mi viene sempre con continui sbalzi di umore e di pensieri... :S Mah. Facciamo finta che sia per la sua proverbiale imprevedibilità e propensione all'inganno e non al mio disturbo bipolare ormai più che evidente! XD
Cosa volevo raggiungere con questo capitolo? (A parte il nuovo record per quantità di domande retoriche?^^)
- Utilizzare una citazione 'originale' del caro Thanos, presa dai fumetti (o almeno così dice Wikipedia), ovvero "La conoscenza è potere, e Thanos di Titano non ha ancora smesso di accumulare potere". L'ho un po' modificata per farla stare nella storia, ma è un concetto che mi ha colpito fin da subito. Nel prossimo (ed ultimo, ebbene sì) capitolo conto di utilizzarne un'altra, in fondo non ha ancora finito di manipolar...ehm, istruire Loki.
- Provare a dare un senso alla prima frase che Loki pronuncia nel film The Avengers, ovvero "Tu hai cuore", mentre soggioga il buon Occhio di Falco. Vi prego, ditemi che non sono stata a l'unica a rimanere così O_O? e a non capire cosa capperi volesse dire. Inoltre Loki è sempre stato un passo davanti agli Avengers, per buona metà del film, quindi mi sembrava plausibile che si fosse 'preparato' alla conquista tornando di nuovo da Selvig e Co per studiare una tattica e scegliere chi usare come 'scimmia volante' XD.
- Inserire Clint Burton <3 (sì, Blue_moon, l'ho fatto anche per te, visto che è il tuo preferito! XD)
- Completare la 'trasformazione' di Loki, che tra i due film cambia davvero molto, sia per atteggiamento che per 'cattiveria'. Spero di aver reso il tutto abbastanza graduale e credibile... >_< In buona parte, seconda la mia personalissima visione delle cose, il suo cambiamento è opera di Thanos e del Tesseract, e spalleggio abbastanza questa teoria secondo cui Loki è sotto diretto controllo di Thanos. (A 'dimostrarlo' ci sarebbe la questione del colore degli occhi di Loki, che nel primo film e nei fumetti sono innegabilmente verdi, mentre in The Avengers sono blu/azzurri, chi mastica l'inglese può leggersi la pagina in link.)
Piccola precisazione: l'immagine finale che Loki "vede" nei ricordi di Occhio di Falco si riferisce a quanto è davvero successo nel film 'Thor' al dio del Tuono, quando non è riuscito a sollevare il martello Mjolnir, fatti di cui Clint è stato realmente testimone.
Sempre disponibile a critiche, consigli, lancio di uova, ortaggi e quant'altro! :3
Alla settimana prossima! (si spera di lunedì, io
continuo a insistere! XD)
Sayuri