Il cielo era finalmente sgombro dalle nuvole. Il sole
illuminava e riscaldava con i suoi tiepidi raggi il piccolo villaggio. Alcune
barche, ritornavano a riva dopo aver riempito le reti di pesce.
Dawn aprì lentamente gli occhi, liberandosi in un gran
sbadiglio. Si stiracchió per bene, prima di accorgersi che in quel letto c’era
solo lei.
Lui non c’era.
La ragazza si guardò intorno. Per un attimo ebbe la
terribile sensazione, che era stato tutto un’ orribile e bellissimo sogno.
Immerse la testa nel cuscino sconsolata, pronta a
rimproverarsi per averci sperato così tanto, ma un odore strano e familiare
l’attirò. Annusò con tutta l’aria che aveva nei polmoni il cuscino.
Aghi di pino e sangue secco.
Scott.
Un grande e radioso sorriso si dipinse sul volto candido di
Raggio di luna.
Non era stato un sogno.
Si alzò subito dal letto, cercando le sue scarpe. Ma
qualcos’altro attirò la sua attenzione.
La maglietta del rosso era ancora lì, sopra di essa c’era un
biglietto. La ragazza lo prese e lesse quella calligrafia impressa su quel
foglietto con mano ferma e decisa.
Scott
P.S:
quella maglietta servirà più a te che a me.”
La bionda ripiegò
il messaggio e lo infilò nella tasca della gonna, mentre s’infilava la maglia
del rosso e correva di sotto. Nel piccolo salotto di quella casa, tutti gli
Otherkin erano lì, a confabulare tra loro. Appena si accorsero della presenza
della Prescelta, interruppero le loro conversazioni e osservarono la ragazza.
Dawn si sedette
accanto a Scott, nell’unico posto libero disponibile, mentre quegli sguardi
erano ancora fissi su di lei.
Alejandro si alzò
e si posizionò al centro della stanza.
- Brick sta per
morire, gli rimangono solo quattro giorni e noi siamo la sua unica speranza. In
una grotta marina, cresce un’alga dalle foglie fucsia, l’antidoto. Quattro di
noi, andranno in quella grotta, prenderanno l’alga e dovranno farlo prima di
quattro giorni. Tutto chiaro? –
Il gruppo annuì
all’unisono.
- Chi vuole
partecipare si faccia avanti, ma vi avverto. È un viaggio molto pericoloso, per
quello che mi ha raccontato Ellie. – Concluse il latino, prima di
indietreggiare di qualche passo, per dar posto ai volontari.
Sierra fu la prima
ad avanzare. Dato che era per metà polpo, era scontato che partecipasse a
quella missione.
Dawn si alzò
subito dopo, imitata immediatamente dalla Iena.
I due avanzarono
verso la ragazza, in attesa di scoprire l’identità dell’ultimo volontario.
Esso non tardò ad
arrivare. Jo si alzò immediatamente. Raggio di luna poté guardarla meglio, dopo
giorni che era rimasta nella sua stanza a curare il moro. Il viso era stanco,
ma gli occhi avevano ritrovato quelle fiamme che illuminavano la pupilla in
modo impressionante.
Courtney porse a
Calamity tre mute da sub.
- Torna presto, ha
bisogno di quell’alga. –
- Non
preoccuparti, sarò velocissima. Tu tienilo sveglio e digli che Jo è andata a
salvargli il culo per l’ennesima volta. – Rispose la bionda, uscendo fuori,
seguita a ruota dagli altri.
Appena arrivata
sulla spiaggia, la ragazza si fermò, prese una corda e legò in un fagotto le
mute, dopo aver intrecciato un paio si corde con nodi complicati e
indissolubili, se lo mise in spalla come uno zaino. Si girò, incrociando gli
occhi con quelli della madre, mentre si trasformava in leonessa.
Scott si trasformò
anche lui e, con un gesto del capo, invitò Raggio di luna a salire. La bionda
si arrampicò fino ad arrivare sulla sua schiena.
Sierra salì in
groppa a Jo, molto più in fretta di come aveva fatto Dawn.
- Reggiti, non
sarà per niente una passeggiata. – Disse la volpe, prima di cominciare a
correre ad una velocità impressionante. La bionda ebbe giusto il tempo di
aggrapparsi al pelo rossiccio dell’animale, mentre vedeva il paesaggio
sfrecciare e cambiare rapidamente.
***
Gli alberi e le
case del villaggio, sparirono immediatamente, lasciando posto ad una
vegetazione lussureggiante e a spiagge deserte e incontaminate. Il giorno si
tramutò presto in notte, e la notte lasciò posto al sole che sorgeva, mentre la
velocità a cui il gruppo viaggiava diminuiva sempre di più.
Quando il sole fu
ormai sorto e alcune nuvolette pigre cominciavano a comparire, i ragazzi si
fermarono.
Dawn scese e
osservò con attenzione la zona dove si erano fermati.
Era una piccola
spiaggia, le cui rive erano costeggiate da scogli, dove il mare si scontrava
impetuoso e irrefrenabile.
Percorrendo con lo
sguardo quella sottile linea grigia di rocce, si scorgeva una piccola
insenatura, che doveva essere per forza l’entrata della caverna.
- Forza, vestitevi, non abbiamo molto tempo. –
Disse decisa Jo, mentre cominciava a slegare il fagotto e a distribuire le mute
agli altri.
- Scott. – Lo
chiamò Sierra, guardando il ragazzo.
- Che c’è? –
- Girati, dobbiamo
cambiarci. – Esclamò Calamity
Il rosso alzò gli
occhi al cielo e si voltò, mentre le ragazze cominciavano a spogliarsi e ad
indossare le mute.
Dawn ritrovò delle
sere difficoltà nell’infilarsi quell’indumento: la muta era stretta e aderente,
e la sua pelle che era sudata per lo sforzo, non l’aiutava di certo.
- Vuoi un aiutino?
– La ragazza si voltò immediatamente, scoprendo con orrore che il ragazzo la
stava fissando, e anche da tempo.
Si portò le mani
sulle sue nudità, anche se coperte ancora dalla biancheria, e arrossì
completamente.
Lo schiaffo ben
assestato di Jo, fece voltare il rosso, senza però cancellargli quel ghigno
compiaciuto sulla faccia.
Sierra accorse subito in aiuto della bionda e
l’aiutò ad indossare la muta.
- Ora che avete
finito posso cambiarmi io, ma prima giratevi. – Disse Scott.
Le ragazze
ubbidirono immediatamente.
- O forse Dawn
vuole aiutarmi a infilarmi la muta? – Chiese provocatorio il ragazzo, ricevendo
un secondo schiaffo, più forte del primo, da Calamity.
Raggio di luna arrossì
ancora di più, ma una parte di lei, ebbe la meglio e le fece voltare
leggermente il capo.
La guerriera che
era in lei voleva vedere.
La bionda riuscì a
scorgere con la coda dell’occhio, la schiena muscolosa del rosso, mentre
cercava d’infilarsi la muta.
La ragazza notò però qualcos’altro.
Delle lunghe
cicatrici, che percorrevano tutta la schiena della Iena.
Dawn voltò di
nuovo il capo, giusto un secondo prima che Scott si girasse verso di loro.
- Pronto, andiamo.
– Annunciò il ragazzo.
Il gruppo si equipaggiò
di maschera, pinne e bombole per l’ossigeno, prima d’immergersi.
Sierra si tuffo
con loro, prima di trasformarsi.
Sott’acqua, i
tentacoli viola che prima erano i suoi capelli, ondeggiavano nell’acqua, mentre
il corpo agile e perfetto per il nuoto della ragazza nuotava a tutta velocità
verso la grotta marina.
Dawn era sicura di
non aver mai visto un posto tanto magico.
Le pareti di
quella grotta erano ricoperte da coralli di tutti i colori. Vari pesci, di
tutte le forme e dimensioni, popolavano quei coralli e nuotavano incontro al
gruppo, incuriositi da quella strana presenza nella loro casa.
La ragazza era
impressionata dalla bellezza della grotta, ma non vedeva neanche un’alga. Era
tutto un ammasso di corallo e pesci variopinti.
Gli Otherkin s’immersero
ancora più in profondità nella grotta, notando che le pareti si facevano sempre
più strette.
Verso la fine
della grotta, quando ormai erano costretti a far attenzione a non tagliarsi con
la roccia nuda delle pareti, trovarono l’antidoto.
L’alga era di
colore verde acido, e le foglie, lunghe e somiglianti a lame di coltelli, erano
di colore fucsia.
Jo nuotò in fretta
verso di essa, la staccò e la ripose con cura nella tasca della sua cintura.
Ma qualcosa andò
storto.
Il medaglione di
Dawn cominciò a brillare ad intermittenza, di una luce rossa che non accennava
a smettere.
Pericolo.
All’improvviso, un
urlo sovraumano riempì la grotta, facendo tappare le orecchie al gruppo e
scatenando un terremoto marino.
- VIA! – Urlò
Sierra, mentre conduceva i ragazzi verso l’uscita. Il tetto della grotta stava
cedendo e pezzi taglienti di roccia, si staccavano da esso, attentando alla
vita degli Otherkin.
Nuotarono più in
fretta che poterono, per poi uscire da quella grotta, prima che una frana ne
bloccasse l’uscita.
Il gruppo riemerse
dalla superficie, incontrando con piacere la sabbia candida della spiaggia.
Che si tinse
stranamente di rosso.
Appena Raggio di
luna vide quel colore, si voltò per scoprire chi dei suoi amici si era ferito.
Scott era steso
sul bagnasciuga, mentre si staccava una scheggia di roccia appuntita dal fianco
destro. La ragazza corse subito verso di lui, mentre delle grosse lacrime
cominciavano a comparire sul suo volto.
Aveva promesso di proteggerlo.
Non doveva andare così.
La bionda cominciò
a pulire disperata la ferita del ragazzo dalla sabbia, mentre cercava di
ricordarsi una qualche pianta benefica che poteva crescere da quelle parti.
- Ferma. – La voce
stranamente calma del rosso, fece bloccare di colpo la ragazza, che incrociò
subito i suoi occhi pieni di lacrime con quelli dell’altro.
Scott appoggiò
entrambe le mani sulla ferita, chiuse gli occhi e cominciò a pronunciare una
poesia.
Quello che uscì
però dalle labbra della Iena fu un linguaggio strano e sconosciuto a Dawn, che
osservò allibita la scena, mentre dalle mani del ragazzo fuoriuscivano piccoli
lampi di luce.
Dopo che anche l’ultima
saetta penetrò nella ferita, il rosso tolse le mani e smise di recitare quella
poesia.
Raggio di luna non
credeva ai suoi occhi, del grande squarcio che aveva creato la roccia, non era
rimasto nient’altro che una sottile linea rossa.
Scott si alzò e,
con andatura traballante, scomparve nella vegetazione che costeggiava la
spiaggia.
- Passeremo la
notte qui. – Annunciò autoritaria Sierra.
Jo si alzò
immediatamente, gli occhi sgranati dalla meraviglia.
- Non possiamo! Se
non ci sbrighiamo, Brick morirà! – Urlò Calamity, sbracciandosi.
- è passato solo
un giorno. – La ragazza appoggiò una mano sulla spalla della bionda.
- Te lo prometto,
riusciremo a salvarlo. – E detto questo, Jo andò nel bosco, alla ricerca di
legna da ardere.
Dawn si asciugò le
lacrime, mentre la sua mente si popolava di mille domande.
Come aveva fatto Scott?
Era per caso uno stregone?
- Impressionante
eh? – Chiese Sierra, che aveva capito quello a cui stava pensando Raggio di
luna.
- Che cos’è
successo? –
- Questo non lo
so, Scott non si confida con nessuno. È sempre stato così. Se si fida di te, te
ne parlerà, fidati. – Mormorò la ragazza, asciugando l’ultima lacrima sul volto
della bionda e andando a prendere qualcosa da mangiare.
***
Quella notte, Dawn
non dormì, gli incubi non l’abbandonarono mai, solo quando il sole cominciò a
sorgere, sparirono nel nulla. Raggio di luna si alzò prima degli altri e corse
verso il bosco.
Trovò un prato
fiorito, si posizionò proprio al centro e cominciò a meditare.
Ma invece di
rilassarsi, fu preda di un’altra visione.
Era di nuovo
circondata dal buio più totale, da cui emerse Scott.
In mano aveva un
pugnale dall’impugnatura color smeraldo. La guardava minaccioso, e lì, la
ragazza notò il colore delle sue iridi.
Rosse.
La voce dentro di sé
cominciò ad urlare, mentre la figura del rosso si avvicinava sempre di più a sé.
Scappa
Ti ucciderà
Attenta!
La bionda urlò con
tutta l’aria che aveva nei polmoni, pronta a sentire la lama del pugnale nella
sua carne.
- Dawn, svegliati!
– Quella voce, la fece riportare subito alla realtà.
Scott era di
fianco a lei, mentre l’aiutava ad alzarsi.
- Hai avuto un'altra
visione eh? – La ragazza annuì e racconto di quello che aveva visto al ragazzo.
Il rosso rimase
per un po’ sbalordito, ma poi ritrovò la sua solita espressione.
- Scott, dimmi la
verità: tu conosci quegli occhi rossi. – Il tono di Dawn non ammetteva
repliche.
Il rosso stava per
ribattere, quando la voce di Jo li richiamò.
I due corsero
verso la spiaggia, mentre le ragazze stavano sistemando le ultime cose nel
fagotto.
La Iena si
trasformò e la bionda gli salì in groppa, prima di partire.
Il viaggio fu però
più lungo.
Scott, per colpa
della ferita, non correva come prima e aveva un andatura disordinata e
barcollante.
Impiegarono
precisamente due giorni per tornare alla casa dei genitori di Jo.
La ragazza corse
in fretta nella casa, urlando a gran voce la madre per farsi preparare l’antidoto.
Quando l’infuso fu
pronto, Calamity corse nella sua camera.
Si precipitò di
fianco a Brick e gli fece bere l’antidoto. Il moro la guardò e accennò un
piccolo sorriso, prima di chiudere gli occhi.
Il suo respiro si fece sempre più lento.
E il suo cuore smise di battere.
- NO, NO NO! NON
MORIRE! – La bionda cominciò a fare il massaggio cardiaco alla Recluta, nella
remota speranza di riavviare il battito cardiaco.
Dopo un paio di
minuti, la ragazza appoggiò l’orecchio al petto del ragazzo.
Niente.
Brick era morto.
Due grosse lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi color indaco di Jo, che si spensero del tutto.
Questa volta per sempre.
Immerse la testa
nel petto del soldato, inspirando a pieni polmoni il suo profumo.
Dawn non poteva
crederci, Brick non poteva morire.
Era stata tutta
colpa sua.
Aveva promesso che non gli sarebbe successo niente, e aveva fallito.
In quella guerra, le sue promesse erano polvere al vento.
- J-Jo – La flebile
voce di Brick, riscosse Jo, che alzò la testa, incrociando gli occhi profondi
del moro.
- TU! BRUTTO
STRONZO! MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO! SEI SOLTANTO UN EMERITO COGLIONE! –
Inveiva la ragazza, che cominciava a dare pugni al soldato.
La Recluta gli
bloccò i polsi, e la imprigionò in un bacio pieno d’amore e di passione.
- Anch’io sono
felice di rivederti. – Sussurrò dolce Brick, accarezzando il viso della bionda.
- Ma stavi
piangendo? –
- No mi è entrata
una cosa nell’occhio. – Si giustificò Jo.
- A tutti e due? –
- Vuoi vedere come
ti uccido io invece? – Lo minacciò Calamity, mentre i suoi occhi ritrovavano
finalmente quella luce che, da quando il ragazzo era stato avvelenato, avevano
perso.
Angolo dell'Autrice:
BUON NATALE A TUTTI!!!!
Eccomi qui, con il mio piccolo (si fa per dire xD) regalo di Natale.
Che, non per colpa mia, è arrivato un po' in ritardo... u.u
E' stata tutta colpa di Just Dance 4!
Quel gioco ti ipnotizza!
Ad ogni modo, spero che abbiate passato un buon natale, e che questo capitolo vi sia piaciuto.
Un bacione:^.^:
Samantha detta Sam