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Autore: ArmoniaDiVento    27/12/2012    1 recensioni
"Ron... aspetta...! Posso spiegarti... io..."
"Io che cosa, eh?! Che cosa stai cercando di dirmi? Che il mio migliore amico ancora una volta è stato migliore di me in qualcosa? Che ancora una volta, sono arrivato troppo tardi? Tu..."
"Aspetta, fammi parlare, con calma..."
"Non dovevi farmelo, Harry. Non questo. Non ora".
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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…I cannot remember…
Is it better?
 





 
“Ron! Tu... stai bene? Cosa ti è successo?” Hermione si avvicinò frettolosamente al letto sul quale giaceva il loro amico, l’espressione agitata e impaurita.

Ron aveva un’aria strana.

Sì. Decisamente molto strana.

Harry si avvicinò con cautela a lui.

Cercava di leggere nei suoi occhi qualcosa, un segno, una rivelazione... niente. Non riusciva a indovinare nulla attraverso quelle iridi azzurre. Vedeva solo grandi segni di stanchezza. Comunque, un’occhiata bastò a rassicurarlo: non era ferito. Stava bene.

Improvvisamente il suo migliore amico fece un sorrisetto enigmatico.
“Dove siete stati per tutto questo tempo?”

La domanda li spiazzò.

I due si guardarono brevemente, mentre Harry ribatteva: “A lezione, è ovvio! Ma tu che ci fai qui? Stai bene?”
Il rosso sospirò e socchiuse gli occhi, stanco.

“Ron, dicci... dicci qualcosa!!” Hermione ormai era terrorizzata.
Ma che diavolo gli era successo?

“Beh... non mi ricordo, ok? Non so perché sono finito qui”.
Ci fu una lunga pausa in cui nessuno parlò. I tre amici si limitarono a guardarsi negli occhi.

“C-cosa? Tu...” Hermione era senza parole.

“Madama Chips dice che ho sbattuto la testa ieri sera. Ho un buco nella memoria”.

A queste parole il cuore di Harry si mise a battere velocemente.

“L’ultima cosa che ricordo di aver visto è... un’immagine sfuocata...”

Harry trattenne il respiro per un momento. Hermione lo ascoltava, una mano sulla bocca per lo spavento.

“Ricordo solo un’ombra confusa. E poi il fuoco. Poi più niente”.

“Il... fuoco?” chiese Hermione.

“Sì... come se avessi visto un’ombra stagliarsi davanti a un fuoco. Secondo Madama Chips devo aver visto qualcosa che mi ha sconvolto; così ho iniziato a correre, sono scivolato sui gradini di pietra e ho sbattuto la testa. Mi ha trovato Nick-Quasi-Senza-Testa, è stato lui ad avvertire in Infermeria e...”

 
Harry sentiva la voce di Ron come se fosse di sottofondo. Di sottofondo ad una consapevolezza più grande, che si faceva spazio in lui.

Secondo Madama Chips devo aver visto qualcosa che mi ha sconvolto.

Lampi di comprensione gli illuminarono la mente.

Il fuoco.

La Sala Comune. Il caminetto.

Ricordo solo un’ombra confusa.

Loro due avvinghiati in un abbraccio.


Sentì su di sé lo sguardo di lei. E cercò disperatamente di non voltarsi a guardarla.

Perché sapeva che anche lei aveva capito.

Sconvolto.

Così doveva essersi sentito Ron.

Sconvolto.

Una sensazione di panico s’impossessò di Harry, un’ondata d’ansia lo travolse.

Ron era lì, in Infermeria, per colpa loro. Per colpa sua.

Aveva sbattuto la testa. Avrebbe anche potuto farsi male sul serio.

Harry non poteva sopportarlo.

Si allontanò di scatto dal letto, come se avesse le molle.

“Harry? Che fai?” l’amico lo guardò sconcertato.

“Scusa, Ron, io... devo scappare, ci vediamo dopo, mi raccomando riposati” aveva pronunciato tutte le parole una dopo l’altra, una in fila all’altra, senza sapere cosa stava dicendo né perché... si ritrovò a correre fuori dal corridoio, desiderava soltanto mettere più distanza possibile tra di loro, perché il solo fatto di continuare a guardarlo negli occhi avrebbe significato mentire.

Quanto sei disposto a mentire, Harry?

 

***
 


Hermione Granger era una persona sincera.

Una Grifondoro coraggiosa, giusta e leale.

Sincera.

Aveva imparato ad apprezzare a verità e la ricerca di essa.

Ne aveva fatta una priorità.

Hermione Granger non mentiva mai.

Nemmeno quando si trattava di sciocchezze.

Nemmeno quando sarebbe stato auspicabile farlo.

E così, anche questa volta, non lo fece.

Hermione Granger non mentì.

Semplicemente, decise di tacere.

Se vuoi evitare la risposta, devi aggirare la domanda.


 
“Perché Harry è fuggito così?”

Ron aveva ancora un’espressione incredula dipinta sul viso. Guardava l’amica, che a sua volta gli dava le spalle. Stava guardando il punto esatto in cui Harry se n’era andato, correndo via e sbattendo la porta.

Hermione non l’aveva ancora guardato negli occhi.

Quando parlò, lo fece di spalle.

“Ron. Tu... non ricordi nulla di ieri sera?”

“C- cosa? Io... ve l’ho appena detto. Ho un buco nella memoria”.

Il silenzio fra loro era gravido di attesa.

“Perché, Hermione? C’è qualcosa che dovrei sapere?”

L’aveva fatto. Le aveva posto la domanda.

Quella domanda.


 
Hermione Granger era una persona sincera.

Non mentì.

Lentamente si voltò, guardandolo negli occhi, piano.

Le iridi di lei bruciavano. Sentiva le lacrime spingere agli angoli delle palpebre per uscire. Ma si trattenne.

Gli rivolse un sorriso amaro. Uno di quelli che fanno male. Uno di quelli che stiracchiano la pelle delle gote e tirano, tirano prepotentemente perché non sono autentici.

Si avvicinò a lui, gli accarezzò i capelli, piano; sempre senza dir niente, gli rimboccò le coperte, come avrebbe fatto la signora Weasley con il suo figlio più piccolo. Poi, senza più guardarlo negli occhi, si diresse lentamente verso la porta dell’Infermeria, e uscì.

“Hermione... cosa...” balbettò il rosso incredulo, vedendo la sua amica andarsene.

Aveva visto nei suoi occhi qualcosa, sembrava tristezza, dolore, ma perché?
Non riusciva a capacitarsi dell’atteggiamento dei suoi amici. Che cosa era successo?

Prima che potesse soffermarsi a pensare, il passo pesante di Madama Chips gli risuonò nelle orecchie.

“Se ne sono andati? Bene, ora devi riposare, Weasley” tuonò l’infermiera, e senza tante cerimonie gli fece trangugiare un cucchiaio di una pozione violetta; Ron non fece nemmeno in tempo a lamentarsi: appena la pozione raggiunse la sua gola si addormentò in un sonno tranquillo, mentre un grande interrogativo gli moriva nella memoria, inghiottito dal sonno improvviso.
 
 
 









 
 
 
NdA: buonasera a tutti, cari lettori e lettrici!
Innanzitutto vi chiedo scusa per l’enorme ritardo: ci ho messo un bel po’ a far uscire questo capitolo, perché non avevo le idee ben chiare. Ma ora, forse anche presa dallo spirito natalizio, eccomi qui a scrivere di getto e ad aggiornare!
Ho molte nuove idee per i prossimi capitoli, che penso di poter scrivere a breve. Spero che la storia continui a incuriosirvi!
Un grazie enorme a flors99 (che onore! Una tua recensione! *-*), e alla carissima Natsumi Raimon per le recensioni degli scorsi capitoli, e per tutti quelli che hanno letto! :)
Spero che passerete delle bellissime feste natalizie!
Vi mando un abbraccio,
a prestissimo!

ArmoniaDiVento
  
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