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Autore: Mikayla    14/07/2007    5 recensioni
Sorrido.
Ma vorrei solo piangere.
[ Della serie Tales of True Life. ]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Hotaru/Ottavia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Candeline



Il sole inonda i prati.
Il sole schiarisce i cieli.

L’estate


Non sa consolare i cuori feriti.

La vita


Non dona mai nulla, perché anche un sorriso ha un prezzo.

Il cuore


Si spezza, a causa dei ricordi.


Sorrido.

Ma vorrei solo piangere.

Undici candeline, davanti a me.
Fiammelle che ondeggiano.
Danzano.
Una bella torta, questa.
Con quelle dannate undici candeline.
Attorno a me non vedo nessuno.
Sono concentrata, su di loro.
È buio, all’infuori di quel fuoco.
Undici candeline.
Sorrido.

« Tanti auguri a te! »

Non ho mai compiuto undici anni.
Io.
Arrivai a dieci.
Poi rinacqui.
Ma non riuscii a compiere neppure un anno che mi ritrovai ad averne tredici.
Per la prima volta, a quattordici anni, compii un regolare compleanno.
Ma allora cos’è questo ricordo?
Perché odio queste undici candeline?

« Tanti auguri a te! »

Non ricordo.
Ho un vuoto, dentro.
So solo che è triste.
Che odio queste undici candeline.
Odio quelle fiammelle danzanti.
Giocano, loro.
Gareggiano, loro.
Mi infastidiscono.

« Tanti auguri, Chibiusa! »

E dire che lei, di anni, ne aveva novecento.
Però è fortunata.
Può compiere normalmente questi suoi undici anni.
Oggi.
Lo può fare.
Per questo, sorrido.

« Tanti auguri a te! »

Esprime un desiderio.
Stringe la mano a Shia.
Chiude gli occhi.
Soffia.
Spegne quelle dannate undici candeline.
Tutte in un colpo solo.
Mi priva della vista di quelle ballerine.
Undici.

Non ricordo d’aver nulla, contro questo numero.

Le luci si accendono.
Il buio svanisce.
La cappa opprimente si alza.
Corre via da me.
Scappa.
E ne sono felice.

« Ti rubo un bacio, Hota! »

Si china sulla mia guancia.
La sfiora.
Mi abbraccia.
Ricambio.
La guardo.
Sorrido.

« Tantissimi auguri, Chibiusa! »

Sorride.
Mi abbraccia, di nuovo.
Mi da un bacio.
Le carezzo la guancia.
Sorrido.
Sorride.

Mi piace il tuo sorriso. Si specchia in quello sincero di Shia.

Quella piccola peste dagli odango rosa scappa via.
Ha altre persone da salutare.
Trattengo per la mano la mia Shia.
Si volta.
Sorride allegra.
La faccio sedere sulle mie gambe.
Mi abbraccia.
Sorride.

« Voglio compiere anch’io undici anni! »

La abbraccio.
Le poso un bacio tra i capelli.
La coccolo.
Mi solletica il collo con il naso.
Ridacchio.

« Mh? »

Le sfioro i capelli con il mento.
Con le labbra saggio la sua fronte.

« Vedrai che li compirai prima di quanto ti aspetti. »

Me lo diceva sempre la mamma.
Avevo la stessa età di Shia, quando è morta.
No, mi sbaglio.
Tre in più.
A otto ero un’orfana.
Ma la voce di mia madre mi echeggia ancora nella mente.

Compirai undici anni così presto che il tempo sembrerà volato.

Ti sbagliasti.
Non li compii mai.

Eppure il tempo è volato.

« Mamma? »

Incrocio i suoi occhi topazio.
Sono incorniciati dai capelli corvini.
Sei bellissima, Shia.
Una piccola gemma.
La mia piccola gemma.

« Dimmi. »

Si stringe a me, l’angioletto.
Adora che l’abbracci.
Tanto quanto io amo abbracciarla.
Questa bambina è stato un dono, per me.

« Quando le posso dare il mio regalo? »

Sorrido.
La mia bimba innocente.
Sorrido.

« Quando vuoi, Shia. »

Sbircia Chibiusa.
Sorrido.

« Chiamala, dai. »

Esita.
Arriccia le labbra.
Nasconde il viso nel mio abito.

« E se non le piace? »

Le carezzo i capelli.
Sorrido.

« Le piacerà di certo. »
« Come fai a saperlo? »

Sorrido.

« Perché l’hai fatto con il cuore. »

Non è la mia Chibiusa, vero.
Non la conosco da anni, vero.
Però ho imparato a capirla.
So che l’affetto che la lega a te è grande.
E che ricevere un dono fatto da te la renderà felice.
Molto felice.

« Chiamala. »

La guarda.
Sorride.
Ma non si muove.

Allora catturo con il mio sguardo quello della festeggiata.
Mi vede.
Ammicco.
Sorrido.
Le faccio segno di venire.
Si svicola ed arriva.
Sorride.
Si ferma davanti a noi.

Shia si alza.
Protende un pacchetto verso di lei.
China il capo.
Una cascata di seta corvina copre le sue gote arrossate.

« Per te, Chibi! »

Tra le mani tese c’è un pacchetto.
La carta è stropicciata, sporca.
Temo che le sia caduto durante una corsa.
Trema, il dono.
Come tremano le labbra di Chibiusa.
È commossa.
Lo dimostra la lacrima argentata che le solca la gota.
Il sorriso che, tremulo, le sale alle labbra.

« Grazie. »

È solo un bisbiglio.
Ma è più profondo di mille gridi.
Arriva dritto al cuore.
È lì che mira.
Quello è il suo unico obbiettivo.
E lo centra.

Sorride, Shia.
Sorrido, io.
Sorride, Chibiusa.

Sono spettatrice.
Ma sono partecipe.
Sento il calore che si sprigiona.
Percepisco l’affetto che si irradia dappertutto.
È accompagnato dalla paura, però.
Quella paura di ferire l’amica.

« Ma…! »

L’eloquenza di Chibiusa è invidiabile.
Un semplice ma.
Un abbraccio di slancio.
Un sorriso.
Un bacio.
Una lacrima commossa.
Un sorriso vero.

Direi proprio che ti piace, no?

Tiene tra le mani un libro.
Ha la copertina consunta.
È ingiallito dal tempo.
Un regalo particolare.

« La storia di Hota! »

Fatica a credere d’averla tra le mani.
Mi avvicino, sorridente.
Lo apro alla prima pagina.
La indico.

« L’ha illustrato Shia. »

Mia figlia arrossisce.
Chibiusa si commuove di nuovo.
Porta il libro al cuore.
Sarà il suo tesoro, lo sento.
E lo sente Shia.
Si abbracciano, le due bimbe.
Ed io assisto, lieta.
Sorrido, felice.

« Ti piace? »

Lo chiedo solo per conferma.
Perché so che le piace.
Non ne dubito.

« Sì. »

Lo dice timidamente.
Con le gote rosse.
Gli occhi lucidi.
Una mano al petto, sopra il libro.
L’altra attorno alla vita di Shia.

« È il regalo più bello ricevuto per questo compleanno. »

Ed è impressionatamente seria.

Il timore è sparito.
Shia è felice.
Chibiusa anche.
Sono due angeli, le mie bambine.

« Andiamo a mostrarlo ad Usagi! »

Corrono via, mano nella mano.
Bambine con le ali ai piedi.
Così allegre da non toccare il terreno.
Figure eteree, ai miei occhi.

Sorrido.

Ricordo, ora.
Il mio compleanno.
Il sei gennaio.
Il campanello.
Un bigné alla crema.
Il regalo di Chibiusa.
Un bigné fatto da lei.
Con undici candeline.
Allora ne avevo tolta una.

« Perché? »
« Ne compio dieci, di anni. »
« Ma sei in sesta! »

Ho sorriso.

« Ho iniziato un anno prima. »

Il ricordo di un suo sorriso imbarazzato.
Di un profuso rossore sulle sue gote.
Del suo capo chino.
Ferita…
… Da me.

Anche nel nostro mare estivo possiamo annegare, per colpa delle nostre stesse mani.




Note di fine Fan Fiction:
Allora, ci troviamo un anno dopo la vacanza assieme -quindi Chibiusa ha undici anni e Shia cinque- precisamente il 30 giugno, che come sappiamo è il compleanno di Chibiusa e di Usagi.
Capitolo piuttosto semplice, ma che merita una precisazione attorno all’età di Hotaru: vero è che Keiko, la madre, è morta quando lei aveva otto anni, vero è che, quando ha incontrato Chibiusa faceva la sesta elementare. Però mi sono inventata io che avesse dieci anni al posto di undici. L’ho pensato soprattutto perché, visto che ambo i genitori erano scienziati e quindi molto occupati, non potevano passare tutto il tempo con la figlia. E visto che è sempre stata molto dotata, invece di darle una babysitter, l’ho mandata a scuola un anno prima. Per quanto riguarda dopo è vero che non ha mai compiuto un anno, infatti sono passati solo un paio di mesi da quando Hotaru è rinata che ha preso a crescere velocemente. Che poi abbia circa tredici anni l’ho intuito per via dei disegni. Infatti non c’è scritto da nessuna parta - e Naoko stessa non lo dice- quale sia la vera età della bambina.
Perciò perdonate questa mia licenza che però non è campata in aria ma basata su mie supposizioni.

Come sempre, ora, ringrazio le persone che hanno letto, ed in particolar modo coloro che hanno recensito.
Usagi_84: Sì, Hotaru sta capendo. E credo che non ci sarà bisogno di una Chibiusa a parlarle per aiutarla. Basta la presenza della sua dolce Shia!
Strega_mogana: La tua metafora calza davvero a pennello. Hotaru, abbagliata da quella luce tutta per sé, non aveva visto che altre più piccine la circondavano. Così quando quella si è spenta non ha visto le altre, ha avuto paura. Ma ora la sua vista si è abituata, e può riprendere a navigare tranquilla. E poi tornerà il sole. Sono felice che tu abbia colto, mi rende fiera di questa fic! E grazie per i complimenti.
Bloody Mary: Grazie mille per i complimenti! Sono davvero felice che quel capitolo ti abbia colpito!
   
 
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