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Autore: Gaia Bessie    28/12/2012    1 recensioni
E lei l’aveva odiata, trovandola distesa in un lago cremisi nel salone della casa dei loro genitori. Fred l’aveva trovata lì, con i cocci in mano e le lacrime secche sul volto. Aveva pianto, proprio lei che aveva giurato di non farlo mai.
Prima classificata al contest "Questo proprio non me lo dovevi fare" indetto da Always89 sul forum di Efp
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Fred Weasley | Coppie: Astoria/Fred
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Attenzione:
- I titoli dei cap sono presi dalla canzone di Pink “Fucking perfect”
- Non si sa in che Casa sia stata smistata Asteria. Per questa volta, ho deciso di metterla fra i Grifondoro.
-Molti danno agli altri ciò di cui avrebbero maggiormente bisogno per se stessi è la citazione datami dalla giudiciA


Ossimoro


I: Bad decision

 
Lei prendeva solo decisioni sbagliate. Era una verità universalmente riconosciuta e facilmente dimostrabile, perché in effetti bastava un velato riferimento alla persona di cui si stava discorrendo. Perché Asteria Greengrass, semplicemente, era nata sbagliata. C’era qualcosa nel volto che faceva pensare a uno sbaglio, un errore da seppellire sotto un’impietosa palata di terra umida di pioggia. E lacrime, ma quelle lei non le tollerava. Era facile pensare che il suo essere rispecchiasse le sue decisioni, mentre vagava nei pressi del Lago Nero, rivoltando con i piedi l’erba e le radici esposte di una piantina di ignote origini. In verità era facile perché lei non faceva nulla per smentire le voci che la riguardavano: si rinchiudeva in un silenzio apatico e ostinato, lasciando fuori tutto il resto del mondo. E, solo a volte, anche sé stessa.
Asteria prendeva decisioni sbagliate solo perché, in verità, serviva a far arrossire per la rabia i suoi genitori e la sorella maggiore. Per dimostrare, anche solo a sé stessa, che poteva essere felice senza di loro. Che non importava quanto loro la disapprovassero, nei modi e atteggiamente mascolini e sfrontati che contraddicevano poi quella sua sensibilità forzata e fuori luogo. Un ossimoro, in verità.
Staccò con la punta della scarpa un delicato fiore blu, nontiscordardimè, mentre fissava con aria ostinata il suo interlocutore.
–  Esci con me? – chiese sfrontatamente, aspettandosi un secco rifiuto. Pestò distrattamente il petalo celeste, mentre pensava che mai si sarebbe aspettata di ricevere una risposta affermativa.

(244 parole)

 
 

II: Welcome to my silly life

 
Camminava in silenzio, pensando a un modo gentile per liquidare il suo corteggiatore. Che poi corteggiatore non era, dato che l’aveva invitato lei a uscire. Fred Weasley non parlava, sembrava anzi piuttosto perso nei suoi pensieri per badare a quelli di una tredicenne sbagliata come lei, che a stento parlava  e rispondeva con perenni monosillabi. Sbagliata. Era così, Asteria, che non rideva mai. In verità, nessuno poteva dire con assoluta certezza di averla mai vista piangere. Apatica, era la definizione perfetta per lei.
– Guarda che puoi anche andartene – osservò Asteria, secca. – Non sei obbligato a restare qui con me.
Fred Weasley inclinò la testa, scrutandola sottecchi, come se non comprendesse realmente il motivo di quella sua affermazione. Probabilmente si era fatto ingannare dal bagliore deciso dello sguardo di lei, che sembrava voler contraddire con un eccesso di melensaggine le parole dure che gli aveva rivolto prima. Sorrise, abbagliante, mentre si preparava a fronteggiarla.
– Non capisco perché una bella ragazza come te sia così dannatamente scontrosa – osservò, divertito. – Soprattutto quando si trova in compagnia di… Me.
– Non capisco perché ti ostini a voler rimanere qui, quando invece non ci conosciamo nemmeno – rispose lei, scrollando le spalle con noncuranza.
Fred sorrise, divertito da qualcosa che lei non riusciva a cogliere. – Ma ci conosciamo, invece – disse, ammiccando. – Io so che sei Asteria Greengrass, Grifondoro per il gran diletto della sorella maggiore, e tu sai che io sono il grande Fred Weasley. Semplice, no?
Lei sorrise, allargando le braccia come se lui l’avesse sconfitta. Fu strano, per lei, che non sorrideva mai. Probabilmente, o così le piaceva pensare, non aveva mai avuto un’occasione reale per essere felice.
– Bene, grande Fred Weasley – disse, palesemente divertita. – Benvenuto nellla mia stupida vita.

(285 parole)

 
 

III: Miss “no way it’s all good”

 
– Va tutto bene, davvero – l’aveva ripetuto così tante volte che ormai quella frase aveva perfino assunto una vaga sfumatura al sentore di verità. Peccato, si disse, che non fosse sufficentemente convincente per Fred, il quale continuava a scrutarla con aria assorta, consapevole della tempesta emotiva che le aveva internamente causato. Asteria si sentiva obbligata a fingere che andasse tutto bene, che la notizia non l’avesse affatto scalfita. Bugia. Una grande e colossale bugia sussurrata solo per renderlo felice, per non mandarlo via con il ricordo amaro delle sue lacrime. Quelle che non versava mai, nonostante tutto.
La ragazza si sforzò vanamente di sorridere, spostando con calma i capelli scuri che le coprivano il volto. Ecco, si disse mentre incontrava lo sguardo di Fred, molti danno agli altri ciò di cui avrebbero maggior bisogno per sé stessi. Lei, che aveva solo bisogno d’amore, tutto quello che aveva l’aveva donato a lui.
– Non mentire, signorina “non preoccuparti, va tutto bene” – disse lui, scuotendo la testa rossa. – Ti prometto che tornerò, appena la vecchia rospa rosa se ne sarà andata.
Lei lo guardò incamminarsi verso il castello, senza riuscire a trovare la forza di dire qualcosa. Puntò lo sguardo sul punto in cui le scarpe di lui avevano lasciato una traccia leggera sul terreno ancora umido di pioggia. Non trovò la forza che le serviva per seguirlo, posando i piedi esattamente dov’erano stati quelli di lui. Tornerà. Asteria scosse la testa, come per scacciare via quel pensiero. In realtà sentiva che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe visto. Almeno per un po’. Non andava bene, per niente.

(265 parole)

 
 

IV: It didn’t slow me down

 
Non l’aveva distrutta. Era la certezza, o l’illusione, che permetteva ad Asteria di trascinarsi per i corridoi di Hogwarts. Andava avanti per inerzia e probabilmente per non suscitare il sorriso nella bocca sottile di sua sorella, che continuava a ribadire quanto Asteria fosse stata stupida per innamorarsi in quel modo di un semplice Weasley. E lei, di conseguenza, non faceva altro che crogiolarsi nel rimpianto. Erano passati esattamente due anni, due anni in cui i Mangiamorte avevano invaso il luogo più sicuro al mondo. Doveva essere uno smacco al defunto Albus Silente, il fatto che Hogwarts non potesse più essere definita “casa”. Vagava come un’anima in pena, come sempre d’altronde, guardando distrattamente davanti a sé. Tornerà, prima o poi. Nessuno aveva il coraggio di fermarla, di ricordarle che erano in guerra. Che lei e soprattutto lui sarebbero potuti morire all’istante. Nessuno le parlava,  o forse era lei a non voler parlare con nessuno. Contraddittoria e incoerente come sempre, un ossimoro per natura. Eppure, ancora non si era lasciata andare, Fred Weasley non l’aveva ancora distrutta.

(175 parole)
 

 

V: Look, I’m still around
 

Stava esplodendo tutto. Avevano fatto evacuare tutti gli studenti minorenni, lei compresa. E Daphne Greenngrass che, come tutti gli altri Serpeverde, non aveva voluto combattere. Probabilmente, si disse Asteria, era troppo preoccupata per il suo bel visino. Lei, invece, non era preoccupata di nulla. Con gli anni si era indurita, finendo per assomigliare vagamente a una principessa scolpita nel freddo marmo.
Asteria non riusciva a star ferma, doveva per forza camminare senza sosta lungo il perimetro della “Testa di porco”, evitando di calpestare gruppi di bambini tremanti e piangenti. Li guardava appena, lei che non si era mai spezzata del tutto, ignorando le lacrime che mai  aveva versato.
– Cosa ci fai qui? – sussurrò una voce, vicino al ritratto di Ariana Silente. Asteria non ebbe nemmeno bisogno di voltarsi per scorgere la chioma rossa di Fred Weasley,  per accorgersi che lui era tornato per onorare la sua promessa. Tornerò. E se avesse deciso di andare subito dopo?
– Guarda un po’ – disse lei, dedicandogli un sorrisetto storto e irriverente. – Sono ancora in giro, nonostante tutto.
Lui non rispose, limitandosi ad aggirarla per andare a combattere.
– Anche io sono ancora in giro, sai? – disse. Poi, sparì nel passaggio segreto.

(197 parole)

 
 

VI:  If you ever, ever feel, like your nothing

 
Lo fermò strattonandogli il mantello e facendolo barcollare, pericolosamente vicino a lei. Erano passati esattamente due anni da quando si erano trovati così vicini per l’ultima volta.
– No – disse lei, semplicemente. – Non andare.
Fred la scrutò attentamente, la serietà non si addiceva al suo volto perennemente sorridente, come se volesse esaminarla. Probabilmente, si disse Asteria, aveva solo ricordi vaghi e sbiaditi di lei. Non poteva aver ancora memoria della ragazzina che era stata a tredici anni, quella così sbagliata da apparire invisibile.
– Ci sto andando – osservò Fred, atono. – C’è tutta la mia famiglia, là fuori.
– Io sono qui – borbottò lei, mentre lui le voltava le spalle per correre dal resto della famiglia Weasley. Asteria strinse le mani attorno a un lembo del mantello, mentre tentava di scacciar via un pensiero molesto. Di nuovo. Lo sapeva che se Fred se ne fosse andato, lei non l’avrebbe più visto. L’avrebbe lasciata ad asciugarsi fra le braccia di qualcun altro. O della morte.
Probabilmente, si disse, lei non era mai stata niente per lui.
– Dimmi – sussurrò Asteria, mentre i passi di Fred iniziavano a risuonare nell’oscurità. – Ti sei mai sentito come se fossi meno che niente? Io mi sento così, ora.
Lui non rispose.

(201 parole)

 
 

VII: You’re wrong

 
– Ti sbagli – lo disse con una dolcezza strana, sussurrando quelle parole come se fossero una nenia per un bambino insonne. Lei lo era ancora, una bambina. – Se stai con il grande Fred Weasley non potrai mai essere niente.
– Mi stai lasciando – Asteria sbuffò, irritata, trattenendo altre parole che rischiava di riversare addosso a Fred come un fiume in piena. Eppure rimanevano sospese fra di loro come un fantasma, una presenza tangibile che sembrava intenzionata a tormentarli entrambi. Fino alla morte.
Stai sbagliando, Fred.Era come se l’avesse urlato, un urlo muto e inudibile, che lo fece barcollare per la violenza con cui lo colpì. Probabilmente aveva sbagliato anche la prima volta, ma lei non aveva avuto la forza necessaria per dirlo. Abbandonare una bambina è sbagliato. Ed era quello che lui stava facendo, in quel momento.
– No – bisbigliò lui, avvicinandosi a lei. – Non ti sto lasciando.
L’avvolse fra le sue braccia, come avrebbe dovuto fare due anni prima, per nulla intenzionato a lasciarla andare via. Sarebbe stato sbagliato.

(169 parole)

 
 

VIII: The world stares while when I swallow the fear

 
È sempre il bene a vincere. Asteria l’aveva sempre saputo, in fondo, quando aveva capito di essere dalla parte giusta. Si era ritrovata a tornare a Hogwarts ancorata al braccio di Fred, solo quando la Guerra era ormai finita e il Signore Oscuro solo cenere dispersa nel vento. L’avevano guardata in tanti, per la prima volta forse, quando era entrata. Asteria aveva ingoiato la paura e le lacrime, mentre il suo sguardo si soffermava sui corpi coperti da lenzuoli candidi. Avrebbe potuto esserci Fred, la sotto, se lei non fosse riuscita a trattenerlo. Lasciarlo andare sarebbe stato un errore di proporzioni mastodontiche.
– Grazie – sussurrò, sottovoce, mentre scorgeva le chiome rosse degli altri Weasley. – Per essere rimasto.
– Grazie per avermi chiesto di rimanere – rispose lui, sorridente.
Asteria ricambiò il sorriso, semplicemente. Non si sarebbe asciugata fra le braccia di nessun altro.

(140 parole)
 

 

IX: Why do I do that?

 
La stringeva forte, per non lasciarla andare, le mani di lei saldamente ancorate ai cocci affilati di un vecchio vaso di vetro. L’aveva gettato a terra in un impeto di rabbia, non avendo nessuno da ferire. Non come Daphne Greengrass, che aveva cercato di vincere anche nella morte. E lei l’aveva odiata, trovandola distesa in un lago cremisi nel salone della casa dei loro genitori. Fred l’aveva trovata lì, con i cocci in mano e le lacrime secche sul volto. Aveva pianto, proprio lei che aveva giurato di non farlo mai.
– Perché? – urlò Asteria, mentre nasconedeva il volto nell’incavo della spalla di Fred. Già non piangeva più. Lui si limitava a stringerla, sperando che non piangesse di nuovo. Non avrebbe potuto sopportare le lacrime di Asteria, non ne avrebbe avuto la forza. Lei non piangeva, semplicemente. – Perché le ho fatto questo?
Perché l’ho abbandonata, delusa e mai ritrovata?
Fred non rispose. Nella tasca del mantello, la scatola dell’anello sembrava fatta di ghiaccio puro.

(163 parole)
 

 

X: You’re perfect

 
Quelle due parole l’avevano colpito dritto al cuore, rischiando di spezzare il delicato equilibrio che si era creato fra di loro. Rischiando di uccidere lui, in verità.
– Non toccarmi – aveva mormorato lei, quella sera. Aveva nascosto il volto nel cuscino, forse perché non voleva che lui la vedesse in quello stato. – Ti prego, lasciami stare.
Lui aveva lasciato la scatolina aperta accanto a lei ed era andato via senza dire una parola, ignorando i singhiozzi attutiti che venivano dalla camera da letto. Non sopportava il suo dolore. Non poteva sopportarlo, non sapeva come alleviarlo. E lei lo mandava via, regolarmente, perché lei sapeva. Perché lei era perfetta per lui.
Era  tornato dopo una manciata di minuti. Asteria, però, si era già addormentata. La scatolina era aperta e l’anello fermamente ancorato al suo dito, come se fosse sempre stato lì. Fred sorrise.
Aveva detto di sì.

(140 parole)

 

 
XI: You’re fucking perfect to me
 

Il binario era pieno di genitori e bambini, l’attesa che si poteva  perfino respirare. Asteria sorrideva, mentre si stringeva a suo marito, la figlia dai capelli rossi che chiacchierava ad alta voce con la cugina Roxanne.
– Mi mancherà – mormorò Asteria, guardando con affetto la sua unica figlia. –Tanto.
Eppure, non avrebbe pianto come  tutte le madri, e Fred lo sapeva. Solo una volta l’aveva vista piangere ed era stata quando sua sorella era morta, segnando inevitabilmente la fine di uno dei periodi della vita di sua moglie.
– Se la caverà – rispose Fred, ammiccando alla moglie. – In fondo, è figlia del grande Fred Weasley.
Asteria scosse la testa, sinceramente divertita, mentre si lasciava guidare da suo marito verso la sconfinata tribù dei Weasley.
– Sai una cosa? – mormorò lei, gli occhi  che sembravano quasi brillare. – Penso che il grande Fred Weasley sia perfetto per me. Non chiedo di megllio.
– Non troveresti di meglio – la punzzecchiò lui, di rimando.
Asteria sorrise. Andava tutto bene.

(161 parole)




Grammatica: 8,2/10 
- Pestò distrattamente il petalo celeste, mentre pensava che mai si sarebbe aspettata di ricevvere una risposta affermativa. (Errore di battitura: “Pestò distrattamente il petalo celeste, mentre pensava che mai si sarebbe aspettata di ricevere una risposta affermativa.” -0,1) 
- in verità, nessuno poteva dire con assoluta certezza di averla mai vista piangere. Apatica, era la definizione perfetta per lei. (“In verità, nessuno poteva dire con assoluta certezza di averla mai vista piangere. Apatica, era la definizione perfetta per lei.” Manca la maiuscola all’inizio della frase. -0,2) 
- Sorrise, abbagliante, mentre, si preparava a fronteggiarla. (“Sorrise, abbagliante, mentre si preparava a fronteggiarla.” Non ci va la virgola dopo il mentre. -0,2) 
- Andava avanti per inerzia e probabilmente per non suscitare il sorriso nella bocca sottile di sua sorella, che continuava a ribadire quanto sua sorella fosse stata stupida per innamorarsi in quel modo di un semplice Weasley. (Ripetizione di “sua sorella” -0,1) 
- Nessuno le parlava, come sempre, o forse era lei a non voler parlare con nessuno. Contraddittoria e incoerente come sempre, un ossimoro per natura. (Ripetizione di “come sempre” -0,1) 
- Probabilmente, si disse Asteria, è troppo preoccupata per il suo bel visino. (“Probabilmente, si disse Asteria, era troppo preoccupata per il suo bel visino.” -0,2) 
- Li guardava appena, lei che non si era mai spezzata del tutto, ignorando le lacrime che mai lei aveva versato. (Ripetizione di “lei” -0,1) 
- Non poteva aver ancora memoria della ragazzina che era stataa a tredici anni, quella così sbagliata da apparire invisibile. (Errore di battitura: “Non poteva aver ancora memoria della ragazzina che era stata a tredici anni, quella così sbagliata da apparire invisibile.” -0,1) 
- Asteria strinse le mani attorno a un lembo del mantello, mentre tentata di scacciar via un pensiero molesto. (Errore di battitura: “Asteria strinse le mani attorno a un lembo del mantello, mentre tentava di scacciar via un pensiero molesto.” -0,1) 
- Era come se l’avesse urlato, un urlo muto e inudiile, che lo fece barcollare per la violenza con cui lo colpì. (Errore di battitura: “Era come se l’avesse urlato, un urlo muto e inudibile, che lo fece barcollare per la violenza con cui lo colpì.” -0,1) 
- Si era ritrovata a tornare ad Hogwarts ancorata al braccio di Fred, solo quando la Guerra era ormai finita e il Signore Oscuro solo cenere dispersa nel vento. (“Si era ritrovata a tornare a Hogwarts ancorata al braccio di Fred, solo quando la Guerra era ormai finita e il Signore Oscuro solo cenere dispersa nel vento.” La “d” va inserita solo se la parola che segue inizia con la stessa iniziale, in questo caso “a” -0,2) 
- Avrebbe potuto esserci Fred, la sotto, se lei non fosse riuscito a trattenerlo. (“Avrebbe potuto esserci Fred, la sotto, se lei non fosse riuscita a trattenerlo.” -0,1)
- Era però tornato dopo una manciata di minuti. Asteria, però, si era già addormentata. (Ripetizione di “però” -0,1) 
- Non chiedo di megllio. (Errore di battitura: “Non chiedo di meglio.” -0,1) 

Stile e lessico: 10/10 
Ho apprezzato davvero molto il tuo stile. Riesci a coinvolgere il lettore come pochi fanwriter ed è un pregio importantissimo e raro! Per tutta la storia ho avuto la sensazione di vivere ogni momento in prima persona. Mi piace come riesci a imprimere, anche in una shot che comunque finisce abbastanza bene, quel senso di tristezza e amarezza che ti lascia un retrogusto dolceamaro. Uno stile ottimo, capace di farti immedesimare nei personaggi in tutto e per tutto! Il lessico è ricco e ricercato, ma non pomposo e forzato. Brava! 

Originalità: 13/15 
Anche qui devo farti i miei complimenti! Ho trovato abbastanza originale l’idea che hai avuto per salvare Fred. Mi sarei aspettata qualcosa durante la battaglia, un salvataggio dell’ultimo momento, un Protego che lo riparasse dall’esplosione. Invece, lo hai gestito in maniera del tutto differente e la cosa mi ha colpita. 

Caratterizzazione personaggi: 9/10 
Cosa posso dirti? Non avresti potuto caratterizzare Asteria meglio di così! È un personaggio di cui sappiamo poco e niente e te sei riuscita a caratterizzarlo e a inserirlo nel contesto perfettamente. Sembrava quasi che tu stessi parlando di uno dei personaggi che tanto conosciamo e amiamo. La tua Asteria mi è piaciuta molto, ha un carattere che non poteva passare di certo inosservato davanti a Fred. Quel punto perché te l’ho tolto? Credo che ci fosse troppo poco Fred, probabilmente avresti potuto fare di più con lui. 

Giudizio personale: 14/15 
La storia mi è piaciuta molto, sotto tutti i punti di vista. L’ho riletta più volte tutta d’un fiato e trovo che la canzone che hai scelto sia perfetta. La parte che ho preferito è quella in cui lui le chiede di sposarla. Non so, ho trovato dolcissimo il momento in cui lui la trova addormentata, ma con l’anello al dito. Infatti, nello schifoso banner che ti ho fatto ho cercato di rappresentare quel momento, ma ho toppato alla grande perché sono una frana. La parte che, invece, non mi è molto piaciuta è quella in cui, a mio parere, Fred si arrende troppo facilmente e resta con lei. Da lui mi sarei aspettata un po’ più di proteste, conoscendo il suo carattere e il suo temperamento. 

Punti Bonus: 2/2 

Totale: 56,2/62
   
 
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