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Autore: Shari Deschain    28/12/2012    1 recensioni
[Klaus/Stefan; Stefan/Rebekah]
Era stato un illuso a credere che questo Stefan avrebbe potuto essere di nuovo il suo Stefan.
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Klaus, Rebekah, Mikaelson, Stefan, Salvatore
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Pairing/Characters: Klaus/Stefan, Rebekah/Stefan
Rating: R
Warnings: Slash, Angst, Rough!Sex;
Word Count: 550 (fdp)
Disclaimer: Niente di mio. Più povera del solito perché Natale mi ha prosciugato il portafogli.
N/A: Scritta per il P0rn Fest #6 @ fanfic_italia, prompt Klaus/Stefan, I was so alone, and I owe you so much, e anche per la mia cartellina della Maritombola @ maridichallenge, con il prompt #34. liscio/ruvido.
- Scritta anche per la Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, prompt "Qu'importe le passé qu'on porte derrière soi {trad. Che importa il passato che ci si porta dietro } [Personne n’est personne– Le Roi Soleil OST]", e per 500themes_ita, prompt #23. Ricordati di me. #magiedelcrossposting







Remember me







Klaus non era mai stato uomo da indulgere in rimpianti, ma a volte non poteva impedirsi di immaginare cosa sarebbe stato se le cose con Stefan non fossero andate nel modo in cui erano andate (e cioè male).
La speranza di riavere indietro il suo vecchio amico, che lo animava la prima volta che era arrivato a Mystic Falls, si era ormai estinta da tempo. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Era stato un illuso a credere che questo Stefan avrebbe potuto essere di nuovo il suo Stefan.
Si erano incontrati più vecchi di allora, con più cicatrici ed esperienze, e in condizioni completamente differenti da quelle di Chicago: Klaus non aveva più niente, Stefan aveva di nuovo tutto. Ovvio che le cose non potessero più funzionare tra di loro.
Eppure qualcosa di quelli che erano un tempo era rimasto, nonostante tutto. Il modo in cui ora Stefan entrava in casa sua come se fosse la propria, colonizzandogli la poltrona e versandosi il suo whiskey più pregiato, senza che mai gli venisse in mente, nemmeno per scherzo, l'idea di chiedergli il permesso. Non era neanche una sfida o un chiaro atto di ostilità (il più delle volte, almeno). Era semplice familiarità.
Quei gesti lo divertivano immensamente, ma non si sarebbe mai sognato di farglieli notare. Se Stefan se ne fosse accorto, probabilmente avrebbe smesso di farlo. E Klaus non voleva che smettesse. Erano piccole cose, ma gli ricordano la loro breve amicizia, quando erano entrambi mostri e a nessuno di loro importava.
Chissà Stefan cosa ricordava di più di quei mesi. Non gliel'aveva mai chiesto.
Erano le notti con Rebekah quelle che ricordava meglio? Le notti di champagne e di danze sensuali, con la liscia sensazione di seta tra le dita e il profumo di lei sulla pelle? Ricordava solo il corpo morbido di sua sorella, candido e puro solo all'apparenza, e l'accogliente oblio in cui si spingeva e veniva spinto, accompagnato dai suoi gemiti e dalle sue urla di piacere?
O erano le notti passate con lui, quelle che Stefan rivedeva quando tornava con il pensiero ai suoi anni a Chicago? Le ricordava le loro notti pregne di sangue, spese in vicoli bui e quartieri malfamati, tra fumo di sigarette e droghe appena scoperte, cercando vite da spegnere insieme, cercando una condivisione che andava ben oltre le parole?
Non poteva averle dimenticate.
Non poteva aver dimenticato quella folle ebbrezza, con i vestiti strappati di dosso con mani ruvide e sporche di sangue, i baci sulla pelle che in realtà erano morsi, e i pugni così stretti intorno all'altro da non saper più distinguere il dolore dal piacere.
Non poteva aver dimenticato il modo affamato in cui affondavano l'uno dentro l'altro, senza delicatezza, cercando anzi di farsi il più male possibile, e il modo in cui, in quel miscuglio di sesso e violenza, alla fine riuscivano a sentirsi più vivi che mai.
No, Klaus sapeva che Stefan ricordava. Ma sapeva anche che non lo avrebbe mai confessato, e che, comunque, non sarebbe mai più successo.
Per fortuna, pensava con sarcasmo e un pizzico di rabbia, esistevano rimpianti ben peggiori di quello. Almeno per Stefan.
Lui si sarebbe limitato a non pensarci, a seppellirlo sul fondo della sua coscienza, e prima o poi anche quel rimpianto sarebbe diventato innocuo, solo l'ombra nera e contorta del ricordo che era, proprio come tutto il resto.



   
 
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