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Autore: Arkady    16/07/2007    2 recensioni
Una parte della mia vita raccontata con i personaggi di Inuyasha and co.
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Vi consiglio di rileggerla da capo, se vi va. Questa storia è stata scritta nel 2007, avevo vent'anni.
Nel 2014 ho iniziato a risistemarla, ma non avevo portato a termine il lavoro.
Oggi, a 15 anni dai fatti descritti nella storia, il progetto si conclude.
Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: La gita, terzo giorno

 
Oggi finalmente si va in pista!
Ho già arruolato i due sciatori che verranno con me: Inuyasha e Aya.
In realtà o sceglievo loro, o sceglievo loro. Non mi sembrava il caso di chiedere a Esen e Hiroshi. E di chiederlo ai compagni di classe di Goro, il fratello di Emi, ancora meno.
Comunque ognuno va giù con i suoi tempi, ci siamo messi d’accordo di aspettarci davanti la seggiovia, così saliamo insieme.
Abbiamo scoperto che non c’era nessun guasto, ma che ieri hanno sparato la neve con i cannoni per tutto il giorno, visto che sono diversi giorni che non nevica. Peccato che non l’hanno distribuita uniformemente e ci sono dei super cumuli. Magari è la volta buona che provo a fare qualche salto!
Ci ho provato, e devo dire che c’ho preso gusto!
Niente di troppo complicato, non voglio uccidermi e poi magari quella arpia mi costringe a tornare agli sci.
Ecco, ora ne faccio un altro... ma cosa? Lo snowboard non mi ha seguito come avrebbe dovuto e sono ruzzolata nella neve. Mi si è mollando un attacco, aiuto! Speriamo non sia rotto.
Mmm, a prima vista, con tutta sta neve in giro, mi pare di no. Credo si sia solo un po’ mollata la vite.
Adesso però come cavolo torno giù?
 
- Fatta male? – Aya si ferma in parte a me
- No, si è mollata la vite dell’attacco –
- Vedi a far la figa! - È sopraggiunto anche Inuyasha, con Esen
- Fare? Io sono figa! - gli rispondo a tono
Inuyasha stava per dire qualcosa, quando Esen lo anticipa - Riesci a rialzarti? -
- Il problema non è alzarsi, il fatto è che si sta staccando una vite. Non mi fido ad andare con un attacco mollo, soprattutto perché potrei romperlo! –
- Se vuoi ti accompagno, vengo giù piano piano con te – propone Aya.
Oh, che coccola!
- Grazie! - le dico sorridendole e alzandomi, pronta a partire
- Facciamo così – dice Inuyasha rivolgendosi a Aya – tu le stai davanti, io la seguo. - poi si gira verso di me – Così nessuno ti arriva addosso da dietro, va bene? -
- Perfetto, grazie ad entrambi! Andrò piano però, non ho intenzione di ripagare la tavola! –
 
Piano piano siamo arrivati in fondo, Inuyasha e Aya mi hanno coperto con la prof, così sono potuta andare dal noleggio a far vedere la tavola. Se lo scopre, son guai!
Il tipo del noleggio mi dice che già una volta si era un po’ mollata la vite, e con c'è nulla di cui preoccuparsi.
COSA?
Sapevano già che è rotta e me l’hanno data ugualmente? Ma questo è un attentato alla mia vita!
Mi sostituiscono la tavola, senza chiedermi nemmeno un centesimo.
E ci mancherebbe!
 
 

 
 
Oggi siamo tornati presto in albergo, perché un ragazzo dell'altra sezione si è fatto male al polso subito dopo pranzo. Il suo professore non ha la patente, quindi in pronto soccorso lo ha dovuto portare la professoressa Kagura.
Quando lo abbiamo saputo, l'intera classe ha esultato con un "siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!" carico di gioia. 
Ma la prof non ci ha permesso di restare sulle piste.
Ci uniremo all'altra classe e andremo in piscina, anche se per noi era prevista domani. Oggi, come attività extra c'è solo il pattinaggio questa sera dopo cena. 
E io non vedo l’ora!
 
- Che costume ti sei portata, alla fine, Kagome? - mi chiede Emi
- Ho portato entrambi, ma oggi opto per quello rosso. –
 
Il famoso sabato prima della gita, assieme a lei ho acquistato anche due costumi.
È stata un'ottima idea: avevano lo sconto al 70%, dato che febbraio non è propriamente la stagione giusta per i costumi. Inoltre, dalla scorsa estate, mi sono alzata di qualche centimetro e ho messo su una taglia in più, sia di seno che di fianchi. Quello che ha attirato la mia attenzione è un costume rosso a fascia, con dei disegni argentati.
L'altro non è altro che un semplice costume tutto nero. L'ho preso perché lo volevo da un sacco di tempo, ma a prezzo pieno ci rinunciavo sempre, preferendo comprarne uno colorato. 
Ci avviamo verso la piscina, che scopriamo essere all'interno del palazzetto che ospita anche la pista di pattinaggio. Il professor Taichi ha già il suo da fare per stare dietro alle sue due classi, quindi una volta dentro, ci dice di fare quello che vogliamo.
Alle 17.30 però dobbiamo essere docciati, vestiti e pronti fuori dall'ingresso; in modo che ci riporti in albergo. Quindi ci aspettano 2 ore di libertà!
La vasca è enorme, ha le misure di una piscina olimpionica: 50 metri x 25. Non ci sono i divisori di tutte e 10 le corsie, ma ne sono stati lasciati 3; giusto per dividerci un po' lo spazio.
Sono un po' nervosa, io speravo ci fosse anche la piscina alta 1,5 metri, dove avrei toccato e magari avremmo potuto giocare a palla. Invece la vasca mastodontica occupa tutto lo spazio, ed è alta almeno 3 metri.
Non so nuotare, a malapena so stare a galla. Spero di sopravvivere!
Mi dimentico della mia ansia quando arriva Inuyasha, che sfoggia sulla testa una cuffia improponibile! È una di quelle per bambini, con tanto di orecchie da cane! Ma si può?
Lo vado a sfottere, come sta facendo metà classe al momento, e lui per vendicarsi per poco non mi fa venire un infarto! 
Mi ha preso in braccio e si è buttato assieme a me in piscina. È stata una cosa talmente fulminea e inaspettata, che non ho reagito. Non sono riuscita a tapparmi il naso né a chiudere gli occhi, e ora mi inizia a bruciare tutto, occhi e apparato respiratorio, per colpa del cloro.
Buttandosi di peso, siamo prima affondati fino al pavimento della piscina, e ora con tutta la calma del mondo mi sta riportando in superficie.
Ad un certo punto, riacquisto il controllo del mio corpo e inizio a scalciare e contorcermi, nella speranza di arrivare alla salvezza. Inuyasha mi stringe più forte, per bloccarmi dato che i miei movimenti stanno ottenendo l'esatto effetto contrario di quello che voglio.
Il che mi fa scalciare ancora di più! 
Arrivati miracolosamente in superficie, inizio a tossire e sputacchiare, aggrappata al bordo della piscina e ad Inuyasha.
 
- Stai bene? - Mi chiede
- Non. Farlo. Mai. Più!! - Riesco a dirgli con voce strozzata, tra un colpo di tosse e un altro.
- Come hai fatto a bere? Non dirmi che sei una di quelle che deve tapparsi il naso con la mano? - 
- Mi hai preso completamente alla sprovvista, mi sono pietrificata! –
Troppo tardi penso che, detta così, può sembrare che io abbia paura. Cosa, ovviamente, falsa! Che sia chiaro!
- Se avessi saputo che avevi paura, non ti avrei fatto questo scherzo. –
Ecco, appunto.
- Io non ho paura! - dico, in perfetto stile bimba di 4 anni.
- Si, certo che no. - mi risponde accondiscendente - Ti sei ripresa ora? -
- Si, sto bene! Comunque è tutta colpa tua e di questa stupida cuffia! - gli rispondo.
 
Mentre parlo, mi stacco dal bordo piscina e prendo in mano le orecchie argentate. Così facendo, l'unica cosa che mi tiene a galla è il suo braccio che mi cinge la vita. In effetti, quel braccio è lì da quando siamo risaliti; mentre il mio fino ad un attimo fa era aggrappato alla sua spalla, il che, oltre al fatto che ero appesa anche al bordo piscina, metteva un minimo di distanza tra di noi. In questo momento, con entrambe le mie mani a giocare con le orecchie, ci ritroviamo praticamente appiccicati l'uno sull'altra.
Quando realizzo tutto questo, mollo le orecchie quasi con un urlo, e tento di mettere un po' di spazio tra noi aggrappandomi con entrambe le braccia al bordo. Guardandolo con la coda dell'occhio, vedo che anche lui è in imbarazzo.
Per alleggerire la tensione mi racconta che la cuffia è del suo cuginetto, che gliel'ha prestata. Mi confida che non avrebbe accettato, se avesse saputo che era così. 
Ci ridiamo un po' su, e tutto torna alla normalità. Almeno fino a quando non mi propone di raggiungere a nuoto gli altri, che si sono spostati dall'altra parte della piscina; alias 50 metri.
 
- Io vado a piedi. - Dico e tento di tirarmi su a forza di braccia, fallendo miseramente.
- Ok. - mi risponde, e al mio quarto tentativo aggiunge - Ti... ti serve una mano? -  
Una mano mi servirebbe in effetti. Ma il punto è DOVE dovresti metterla quella mano per aiutarmi? Siamo appena usciti da una situazione imbarazzante, e siamo riusciti a ricadere in un'altra dopo nemmeno 5 minuti.
- Me la caverò da sola! Potrei arrivare fino alle scalette, laggiù! -
- E come ci arrivi, aggrappata al bordo tutto il tempo? -
- L'idea era quella, perché? -
- Non so se hai notato, ma è pieno di gente che è seduta sul bordo. -
Non ci avevo pensato. Mannaggia! E ora che faccio? - Non vedo alternative. - 
Lui sospira - Ti trascino io, dai. - Forse era meglio se mi dava una mano a salire, penso mentre il mio corpo è a contatto con il suo in troppi punti.
 
 
...
 
 
Arrivata sana e salva alla scaletta, almeno apparentemente, raggiungo gli altri a piedi, mi siedo con le gambe in acqua e mi inserisco nei discorsi delle mie amiche.
Inuyasha mi ha lanciato uno strano sguardo, nel dichiarare che lui non usciva e si faceva una nuotata, e come arriva si aggrega agli altri ragazzi che stanno facendo gara di apnea.
Dato che sono l'unica tecnicamente fuori dalla piscina, i miei compagni mi assillano con "Kagome, mi porti quello?" o "Kagome, mi vai a mettere via questo? o ancora "Kagome mi vedi che ore sono?".
Poi? Qualcos'altro? Che so: preparami un the e portami del cibo?!
Alla fine ho deciso di andarmi a sedere in una delle nostre sdraio, assieme a Emi e Yuka, per fare una partita a carte.
 
- Kagome, ci passeresti i nostri asciugamani? –
 
Ma per la miseria! Sono venuta qui apposta per evitare ancora smaronamenti simili!
Mi volto a guardare chi ha parlato con uno sguardo omicida, che si trasforma in uno meravigliato appena mi ritrovo davanti gli addominali scolpiti di Inuyasha e Esen. Ma che ben di Dio!
Torno in me prima che parta la bavetta alla bocca, e gli consegno quanto richiesto.
Con le ragazze iniziamo a ridere, non appena i nostri due compagni si allontanano.
 
 
...
 
 
Mi sto dirigendo verso lo spogliatoio con Yuka per farci la doccia quando, prima di girare l'angolo, veniamo fermate da delle voci femminili.
 
- Ma hai visto quella con il costume rosso? Ma chi si crede di essere per darsi tutte quelle arie? - dice una
- Ha un bel fisico, ok. Ma spalmarsi a quel modo addosso a quel figo Inuyasha! - risponde un'altra
- Bel fisico, parliamone. Secondo me il reggiseno è un push-up perchè è piatta come una tavola! - infierisce una terza
- Si, che poi, si è messa il costume rosso così sono tutti che guardano lei! - riprende la parola la prima
 
Mi vengono le lacrime agli occhi. Cosa ho fatto per meritarmi queste cattiverie?
Mica sono l'unica con un costume colorato? E poi non mi spalmo APPOSTA addosso a Inuyasha!
 
- Secondo me siete solo invidiose! - Ma...ma questa è la voce di Esen! 
- Kagome non si dà affatto delle arie! - Hiroshi
- E posso assicurarvi che non è assolutamente piatta! - Soichiro, quale contributo poteva dare, se non in riferimento al mio seno?
- Costume rosso o meno, chiunque guarderebbe lei! Se non altro per non dover guardare delle ragazzine insignificanti come voi! - 
Oddio, è Inuyasha! 
- E per la cronaca, chi si "spalma" addosso a me sono affari miei e non vostri! - aggiunge poi.
Guardo Yuka avvampando.
Lei mi sorride e con la voce profonda, facendo finta di essere il narratore di una commedia teatrale, recita - Ed ecco i nostri prodi cavalieri che, senza macchia e senza paura, corrono in difesa di una donzella in difficoltà –
 
Scoppio a ridere, e lei mi segue a ruota. Mentre ancora ridiamo, mi sospinge a girare l'angolo. E ci ritroviamo queste tre ragazzine che vorrebbero sprofondare, e i miei compagni che ci guardano sorridendo, ignari che abbiamo assistito alle loro "eroiche gesta".
 
- Ehi ragazzi! - dice Yuka - Fate nuove amicizie? –
 
E le ragazzine che, se possibile, vorrebbero sprofondare ancora di più, filano via in gran carriera.
Grazie ragazzi.
Non lo dico a parole, ma con un mega sorriso.
 
 
...
 
 
Tornate in albergo, le mie compagne di camera insistono per andare ad aspettare l'ora di cena nella stanza di Inuyasha & co.
Loro si sono buttate tutte sul letto matrimoniale, io ho notato il letto singolo libero e mi sono seduta lì. Mica possiamo stare tutti schiacciati in un letto solo?
 
- Quello è il mio letto! – tuona Inuyasha uscendo dal bagno, manco ci stessi mangiando sopra una cioccolata calda, versandola sulle coperte.
- E allora? Mica pretenderai che tu te ne stai largo largo qui, e noi tutti schiacciati nell’altro letto? –
- Uff, e va bene. Fatti in là – dice sbuffando e distendendosi dietro di me.
 
Io rimango seduta sul bordo, non sapevo che il letto fosse il suo!
Accidenti! 
Nel frattempo, Saiyuri è riuscita a far cadere Emi dal letto matrimoniale. Che è anche normale, sono in 6! Ha chiesto ospitalità a noi e ha insistito a mettersi contro il muro.
Avrei preferito che facesse da muro tra me e Inuyasha! Ora sono giusto sul bordo del letto, non so dove tenermi per non cadere e cerco di evitare di "spalmarmi" di nuovo sul ragazzo disteso a pochi centimetri da me.
Non so chi sia stato il primo ad addormentarsi, fatto sta che stiamo tutti dormendo.
Io ho sognato che mi si rompeva la tavola e finivo in un burrone. Mi sono svegliata di scatto e stavo per cadere dal letto, se Inuyasha non mi avesse preso al volo!
 
- Mi hai fatto prendere un colpo! - mi sussurra una volta che ho recuperato l'equilibrio, indugiando con il braccio che mi ha tratto in salvo abbracciandomi la vita, spostandolo con decisamente troppa lentezza.
- Scusa! Ho sognato di cadere in un burrone! – sussurro in risposta
- E per poco non cadevi dal letto! Che spavento, sul serio! Hai fatto uno scatto e mi son svegliato di colpo. –
- Non volevo svegliarti - mi pare di essermi scusata abbastanza! Mi giro verso di lui un po' infastidita e noto che Emi non c’è più.
Seguendo il mio sguardo, se ne accorge anche lui - Vieni più in qua – mi dice, spostandosi un po’ verso il muro.
- Dormono tutti! – dico invece io, girandomi verso il resto della camera, e restando quindi esattamente dove sono. Niente avvicinamenti, meglio!
- Ahaha! Kagome guarda Emi! – La ragazza sta dormendo seduta per terra. È buffissima! Vorrei farle una foto, ma ho la macchina fotografica in camera mia.
 
Cercando di ridere il più silenziosamente possibile, io ed Inuyasha iniziamo a fare dei piccoli scherzi innocenti ai nostri compagni addormentati.
Almeno evitiamo di stare distesi l’uno accanto all’altro.
 
 

 
 
Che bello pattinare, mi mancava!
Ho fatto pattinaggio fino alla fine delle medie. Poi con il fatto che le superiori le frequento in città, ho dovuto lasciare.
Siamo tutti in pista a fare i pagliacci. Beh, non proprio tutti: Inuyasha e Soichiro non si sono messi i pattini, pensavano di andare a bere, ma la prof gliel’ha categoricamente negato.
Ora li trascino in pista!
 
- Ehi voi due, su! Pattini ai piedi! -
- Manco morto! – mi dice Inuyasha
- Ah si? – Lo prendo di peso e lo porto nel noleggio dei pattini, intimando a Soichiro di seguirci.
Devo avere proprio una faccia arrabbiata e convincente, perché di peso non avrei spostato proprio nessuno.
Posso capire che a qualcuno non piaccia pattinare, ma alla fine è un modo per stare tutti insieme. Infatti in pista stanno facendo trenini e robe simili, è un peccato perdersi questi momenti!
 
- Che numero hai? –
- Non te lo dico! –
- Bene vorrà dire che prenderò un numero a caso e te li ficco con la forza! – poi mi rivolgo alla tipa del noleggio – Mi dia un 44, per piacere! –
- Ma che cocciuta che sei! E va bene. – dice alzandosi e andando verso la tipa – Facciamo un 45 -
- Ma guarda te che mi tocca fare – lo sento mugugnare mentre si allaccia i pattini.
- Inuyasha non così! Ma non sai nemmeno allacciarti un paio di pattini? –
- Se sei così brava, signorina Kagome-so-tutto-io, fallo tu! –
 
Detto, fatto!
Mi inginocchio ai suoi piedi e gli lego i pattini in poche mosse. Nelle vicinanze del saggio noi ragazze più grandi aiutavamo i più piccoli a cambiarsi ed allacciarsi i pattini, quindi sono più che esperta nel farlo.
C’è rimasto un po’ male, ma dopotutto non sa che facevo pattinaggio prima di fare teatro.
Approfitto del suo stupore per allontanarmi, nel momento che mi rendo conto quanto questa posizione possa essere ambigua.
Arrivati in pista, lo spingo verso il centro.
 
- Ma che cavolo fai?! – mi urla dietro, mulinando le braccia per cercare di restare in piedi
Dopo una risata, lo vado a riacciuffare e mi ci posiziono davanti.
- Ora: tu muovi i piedi da dritti verso fuori e dietro, ci sei? Io ti reggo -
Inizio ad andare piano indietro, tenendogli le mani e praticamente tirandolo
- Non guardarti i piedi! Guarda avanti e dimmi se andiamo contro qualcuno! –
Niente da fare, continua a guardarsi i piedi e io devo contemporaneamente reggere lui che si butta di peso in avanti, dargli una direzione e girarmi indietro per controllare di non andare a sbattere.
Quando inizia a essere troppo pesante da reggere gli dico
- Inuyasha, non buttarti completamente in avanti: non riesco a tenerti! -
Nemmeno finisco di dire la frase, che il signorino si butta all’indietro, si sbilancia, cade e mi trascina giù con lui.
 
Ma chi me l’ha fatto fare di fargli mettere i pattini? Qui ci sono un po' troppi contatti fisici oggi!
Mi tiro su sulle braccia, sbuffando, e mi siedo sui talloni. In tanti anni non ero mai caduta sui pattini. Almeno non da praticamente ferma! Si tira su anche lui, poggiando indietro le braccia. Abbiamo i visi così vicini che riesco ad accorgermi della leggera venatura dorata dei suoi occhi.
Rimango imbambolata a fissarlo, come ho fatto a non essermi mai accorta di che bel ragazzo fosse?
Sospiro, mentre lui credo mi stia chiedendo se mi sono fatta male e si scusa.
È inutile, mi arrendo!
Sono una ragazza volubile, basta un po' di gentilezza e un paio di occhi dolci e mi sciolgo.
E poi ci starò male. Ma cosa posso farci?
 
- Kagome, ci sei? –
- Come? No, scusa. Mi ero incantata –
- Ho notato. Se ti alzi, forse, riusciamo a toglierci dal mezzo della pista –
- Oh, si! – mi affretto ad alzarmi e mi spazzolo un po’ la neve dai jeans. Sono ghiacciati, e mi si sono bagnati pure i guanti.
- Ehm, Kagome? –
- Che c’è? Mi sono alzata! –
- Si, ma io… -
- Oddio, scusa! Ecco, dammi la mano e punta il pattino lì. –
Assorta com'ero nei miei pensieri, mi sono scordata che lui non sa alzarsi. Lo aiuto e mi ritrovo di nuovo spalmata su di lui, ma allora è un vizio?
E il successivo pensiero che mi passa dalla testa è "chissà se bacia bene?".
Ma insomma Kagome! Che diavolo ti metti a pensare? 
- Andiamo! – ordino girandomi, prendendogli la mano e tirandomelo dietro di peso
- Cos’hai adesso? –
- Nulla, che devo avere? – gli rispondo senza girarmi.
Lo sto portando lì dove ci sono i nostri compagni appoggiati al muretto, così lo abbandono lì e mi faccio una bella corsa per schiarirmi le idee.
- Fermati! – mi dice, tirandomi (e quasi staccandomi) il braccio
- Ehi, piano! Le braccia mi servono ancora entrambe. - gli dico mentre mi giro a guardarlo
- Mi sembra di averti già chiesto scusa -
- Scusa per cosa? - Non capisco di cosa sta parlando
- Per la caduta! –
- Si, infatti. Non è mica colpa tua se siamo caduti. Può capitare a chi mette i pattini la prima volta. – Inizio a girarmi per riprendere l'avanzata e continuo - Certo che se seguivi i miei consigli... -
- E allora mi dici perché sei incazzata? – tirandomi in modo da farmi girare di nuovo verso di lui
- Ma non sono incazzata! Guarda che scherzavo sui consigli... -
- Poche storie, si vede che sei incazzata –
- Cosa ti fa pensare che io lo sia? –
- Da come mi hai detto “andiamo”, dalle risposte acide che mi stai dando, ma soprattutto dalla faccia che hai! –
Rimango interdetta. È vero che voglio liberarmi di lui alla svelta, "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" dicono; ma mi dispiace se pensa che sia arrabbiata con lui.
– Non sono arrabbiata, volevo solo farmi una corsa. Quindi ti volevo portare al sicuro dagli altri. – Gli dico sorridendo. In realtà non so se sono arrabbiata o meno, o con chi.
Vorrei un po' di spazio.
- Non mi dire che stavi pensando di nuovo al tipo! –
- No, non penso a nessunissimo tipo! Senti, una corsa e poi ti torno a prendere, ok? Non ho finito le lezioni! –
Detto questo, non aspetto la sua risposta e ricomincio a trascinarlo.
   
 
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