Il giorno dello scontro…
Akane e Shin correvano verso scuola in ritardo per la prima volta
perché Akane non voleva alzarsi dal letto e abbandonare il paradisiaco mondo
dei sogni. Era talmente bello pensare che presto quei sui sogni sarebbero
diventati realtà. Mentre correva tutta felice sgommò
davanti a lei la bici di una ragazza che non vedeva dalla partenza di Ranma: Shan-poo.
“Lagazza violenta dove nascondi il mio Lanma”
“Non so ora dove sia ma se ti interessa saperlo vieni al dojo questo pomeriggio, credo avrai una bella sorpresa.” L’affrontò a testa alta la piccola Tendo.
“Ci sarò” confermò
l’amazzone stizzita da quell’arroganza. Conosceva Akane e non si sarebbe mai
aspettata tali parole da una mocciosetta come lei.
“Non credi di
essere stata un po’ acida?” constato uno stupito Shin.
“Assolutamente
no. Se lo merita. Dopo tutto quello che mi ha fatto
passare…”
Akane
non poteva fare a meno di pensare a quel bacio rubato a Ranma proprio sotto i
suoi occhi. Non ce la faceva, sentiva crescere in lei un’incontenibile rabbia
attenuata solo dall’idea che entra la sera tutto questo patire sarebbe finito.
In classe non si
vide ragazza più lunatica di lei quel giorno. Alternava silenzi pensosi e
discorsi logorroici per sfogare la tensione, purtroppo
non riusciva proprio a calmarsi, era troppo eccitata e presa dall’imminente
arrivo di Ranma. Ormai Yuka e Sayuri,
le sue fedeli amiche, non la sopportavano più, ma erano talmente contente per
Akane che si sforzarono di starla a sentire, infondo
era la prima volta che si confidava a loro così apertamente e dovevano
recuperare il tempo perduto in passato.
Al suono
dell’ultima campanella i due giovani si affrettarono a ritornare a casa
elettrizzati per lo scontro che li avrebbe coinvolti. Shin
si fece una doccia, indossò la tenuta per i combattimenti importanti e si mise
al centro del dojo in posizione meditativa in attesa
dello sfidante. Era alto, il fisico scolpito dall’allenamento,
dorati capelli castani e due occhi marrone chiaro. Inutile dire che
attirò su di sé tutti gli occhi delle donne presenti in sala.
Gli piaceva davvero
molto quella palestra e gli sarebbe mancata, come d'altronde l’amicizia di Akane,
ma infondo il suo cuore batteva, ricambiato, per Ukyo
che lo trovava davvero splendido con quella uniforme…ma questa è un’altra
storia.
Akane aveva
anch’essa tolto la divisa scolastica sostituendola con un maglioncino con lo
scollo a V, degli short e delle lunghe e spesse calze
colorate. Aspettando l’arrivo del codinato
stava logorando il pavimento della palestra a furia di camminare nervosamente
avanti e indietro per la sala. Nell’aria si poteva tastare la tensione
avvertita da tutti per il ritardo di Ranma. Genma-panda
aveva cominciato a mangiarsi le unghie per il nervosismo convinto che il figlio
lo avesse condannato ad un destino da girovago
senzatetto. Una Shan-poo molto contrariata sedeva
sugli spalti ancora poco convinta della versione di Akane secondo la quale
Ranma avrebbe già fatto la sua scelta.
D’improvviso le
porte della sala si spalancarono e una luce abbagliante investì tutti i
presenti. Un figura vestita alla cinese con una
camicia nera con un dragone rosso fece qualche passo in avanti mostrandosi al
pubblico: era Ranma. A questa entrata spettacolare la massa ebbe un sussulto.
Vedendo un Ranma così affascinante e determinato il primo pensiero di Shan-poo fu di saltargli al collo,
considerando inoltre che non lo vedeva da tre mesi, ma fu fermata dal fatto che
molto educatamente il codinato si diresse
immediatamente a salutare il padre e a ringraziare il padrone di casa. Era
molto maturato.
Genma riprese le sue sembianze umane e baldanzoso
gridò ai presenti: “Credevate che mio figlio fosse così vigliacco e sleale da
non voler riconquistare la sua ragazza con una sfida ufficiale?!?!? Come avete
potuto dubitare di lui!!! E poi non avrebbe mai
abbandonato il suo amato genitore! Assolutamente no!”
Nella confusione i
parenti non fecero caso agli atteggiamenti intimi dei due ragazzi. Ranma volse
teneramente il suo sguardo su Akane e le sorrise in modo incoraggiante. Mentre
lei si sentì sciogliere e ricambiò il sorriso, Shan-poo
fumava di rabbia. Pronta a lasciare uno dei sui
infallibili bonbori sulla malcapitata Akane ma le
bastò uno sguardo più attento per capire che tra loro qualcosa era cambiato. Si
ritrovò improvvisamente sconfitta senza la possibilità di combattere e lasciò
il dojo prima di conoscere l’esito della battaglia. Effettivamente
era più delusa di se stessa che altro. Né la sua forza, né il suo fascino avevano fatto sì che potesse portare a compimento la sua
missione. Non si sentiva più degna di far parte del villaggio delle amazzoni.
Soun fece mettere in posizione i due pretendenti alla mano della figlia e diede il via allo
scontro. Senza indugi i ragazzi cominciarono a darsele di santa ragione. Tra
proiezioni, spazzate, salti mortali e calci volanti lo scontro era fra i più combattuti degli ultimi tempi e di un livello
decisamente superiore a quelli fra Ryoga e Ranma. Di scontri così se n’erano
visti ben pochi e non parlo solo per quanto riguarda la palestra dei Tendo. Gli
sfidanti erano di pari livello e ciò sorprese tutti
coloro che nella sala conoscevano il livello di preparazione di Ranma prima
della sua partenza, decisamente inferiore a quello attuale. Tutti conoscevano
le rapide e intuitive capacità di apprendimento di Ranma ma nessuno si
aspettava questi sviluppi. Dopo quasi un’ora lo scontro si era fatto estenuante,
era solo questione di resistenza e nessuno dei due sembrava aver intenzione di
cedere. Erano come due zombie, non si reggevano in
piedi e sembrava fossero destinati a cadere insieme; entrambi avevano bisogno
di urgenti cure mediche. Concentrati nel combattimento i guerrieri avevano
annullato il mondo intorno a loro. Gli schiamazzi del pubblico erano diventati
un lieve brusio fino a sfumare nel silenzio. Ranma avvertiva solo il battito
accelerato del suo cuore e quello del suo avversario. Quando tutto sembrava
volgere al termine Ranma vacillò e Shin lo sorprese
con un pugno al viso.
Il codinato stramazzò al suolo. La sua testa si riempì
nuovamente di tutte quelle persone inutili, voci e volti ondeggiavano nella sua
mente.
“Ranma io credo in te! Credo in noi!” questa supplica disperata lo
fece riprendere e richiamate a sé tutte le energie residue e parve confluire in
lui nuova forza, rinvigorito diede a Shin il colpo di grazia dimostrando la sua netta superiorità
e le sue notevoli abilità. L’uragano della tigre era decisamente
la mossa fatta su misura per lui. Ranma si accasciò al suolo soddisfatto dello
scontro, se l’era vista davvero brutta. Shin cadde a
terra svenuto. Kasumi e il dottor Tofu soccorsero
prontamente il povero Shin accompagnandolo nella sua
stanza dove lo avrebbero medicato inseguiti dalla preoccupata Ucchan.
La folla che era
situata sugli spalti lo portò in trionfo e il ragazzo si trovò improvvisamente
a sguazzare in una marea di gente nel vero senso della parola.
Trovato finalmente un attimo di respiro cercò la sua
ragazza con lo sguardo; era rimasta lì in disparte, gli sorrideva quasi con le
lacrime agli occhi e allora fu come se in quel salone affollato fossero rimasti
soli. A passi lenti si avvicinarono l’uno all’altro e,
pieni di desiderio, chiusero finalmente le loro distanze con uno di quei baci
che lei aveva sognato tanto in questi giorni. Finalmente avevano dichiarato il loro
amore a se stessi. Cosa importa ora delle reazioni
degli altri se in questo momento esistono solo loro? Diciamo semplicemente che
tutti sono rimasti a bocca aperta dall’audacia di questi due giovani che dopo
tante insicurezze finalmente sono maturati ed hanno imparato come amarsi. Come
nei sogni di ogni ragazza ecco il suo principe azzurro un po’ bacato che la
stringeva forte e sfidava il destino pur di averla accanto.
Fine
Ma cosa ne è stato di Ukyo e Shin?
Ukyo aveva raggiunto Shin
nella stanza dov’era stato medicato e attendeva che riprendesse i sensi. La sua
sconfitta era l’inizio di una nuova vita per lei.
Era sicura che si sarebbe presto ripreso e non sarebbe di certo trascorso
molto tempo prima di un nuovo scontro. Stavolta dai toni più amichevoli. Era
così felice!
Quel ragazzo era
totalmente l’opposto di Ranma lui era stato capace di riportare l’ordine
sconfiggendo il caos che accompagnava da sempre il codinato.
Shin era disteso nel suo futon e l’amorevole Ukyo gli teneva la fronte e gli asciugava il sudore. Lo
guardava con quegli occhi chiari così belli che nessuno aveva mai realmente
apprezzato. Ora si sentiva donna completa.
Aprendo poco gli
occhi Shin riconobbe in Ukyo
la figura che gli era accanto e mugolò il suo nome.
“Ehi”disse
lievemente la cuoca “come ti senti?”
“Molto meglio ora che so che sei accanto a me”
Ukyo era imbarazzata. Sapeva di non essere
indifferente al ragazzo ma non si erano mai parlati apertamente a causa del
fidanzamento con Akane. Ora che la situazione si era finalmente sbrogliata Shin non aveva perso tempo rimarcare il suo interesse per
lei.
Ebbene sì, era
davvero molto diverso da Ranma. E lei non poteva desiderare niente di meglio.