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Autore: pollama    30/12/2012    4 recensioni
Cacciatrici di demoni. Un mestiere improbabile per delle semplici ragazze, ma è la loro vita, il loro destino.
Quando tutto sembrava fosse tornato alla normalità, qualcuno va a cercarle, per metterle in guardia da un qualcosa di terribile.
Cosa accadrà alle giovani Cacciatrici? E cosa nasconderà questo insolito avvertimento?
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a delle persone speciali che ho conosciuto tramite questo sito e che sono adorabili. Le considero mie amiche anche se siamo lontane.
Avendo voglia di dedicarvi un pensiero non sapevo cos’altro fare!  :)
Abbiamo passato tanto tempo a chiacchierare e siete così simpatiche e carine! <3
So che è una scemenza ciò che ho scritto, ma ho colto al balzo il sogno che ho fatto ieri e che vi ho raccontato; l’ho preso come una specie di “illuminazione”. Quindi ho pensato: perché non dedicarla a voi che siete speciali? :D


Spero vi piaccia! <3




 





Image and video hosting by TinyPic  Capitolo 1° 
 

 

Noi non scegliamo affatto. Il nostro destino sceglie.
Ed è saggezza mostrarci degni della sua scelta,
qualunque essa sia.

(Romain Rolland)

 

In una piccola casa, di poco fuori Boston, due amiche si svegliarono guardando il giallo oro del sole che spiccava contro il cielo azzurro.
«Amira, svegliati!» gridava dalla cucina una ragazza dai capelli rossi e ancora arruffati. Stava preparando la colazione, mentre la sua coinquilina era ancora nel bel mezzo del sonno.
«Amira!» continuava a chiamare a gran voce, mentre imbeveva nel latte un paio di biscotti al cacao.
«Eccomi, non gridare per favore» mugolò Amira e, sedendosi al tavolo, continuò dicendo: «Sono secoli che non dormivo così tanto. Perché mi hai svegliata Valerie?... Per divertimento immagino.» sbuffò, tirando dietro la schiena i capelli neri.
«Hai visto che bella giornata? Sarebbe un peccato passarla a casa.»
Valerie tirò via le tende della finestra, facendo inondare di luce calda la stanza; Amira guardò con una smorfia l’amica e bevve qualche sorso di latte caldo.
«Sembra così strano… Il nostro lavoro svanito così in fretta e all’improvviso.» disse Valerie tra un morso e l’altro di biscotto.
Amira la guardò come se stesse dicendo chissà quale cosa orribile.
«E non ne sei felice?Valerie, è un occasione che non sempre può proporsi. Il nostro lavoro ci rubava molto tempo e abbiamo anche rischiato di morire più volte.»
«Cacciare demoni è importante e sai anche tu che è la nostra vita.»
A quel punto, Amira non disse più nulla, ma si limitò a sbuffare, guardò l’amica che pescava un altro biscotto dalla scatola e disse: «Andiamo a fare un giro tra i negozi… Ci vuole.»
Valerie sorrise e buttò le braccia al collo di Amira che rise ricambiando l’abbraccio.

Amira Late era la più grande tra le due. Si conobbero durante un operazione con altri Cacciatori. Valerie Nut era una delle "vittime”, insieme alla sua famiglia. Ma grazie all’aiuto tempestivo di una strega erano riusciti a farla tornare in sé: cacciando il demone dal suo corpo.
Da quel giorno, Amira prese a cuore la ragazza rimasta sola, considerandola sua sorella.
Anche lei era sola, ma per scelta. Si allontanò da casa per intraprendere questa “carriera”, lasciandosi alle spalle il suo passato.
La famiglia non aveva accettato di buon grado la sua decisione, ma si sa: quando si pensa che la strada che stai intraprendendo è il tuo destino, fai fatica a svoltare verso un'altra direzione.

***

«Ho fatto uno strano sogno. E non è la prima volta.» disse all’improvviso Valerie, mentre infilava il portafoglio in borsa e sistemava la busta del vestito appena comprato.
«Cioè?»
«C’erano un paio di ragazze, ma non so chi possano essere… e… c’eri tu.»
«E cosa c’è di strano? Può capitare di sognare cose del genere.» Amira sorrise, convincendo Valerie a non pesarci.
 

***


Passarono la mattina in giro tra i negozi del centro. Comprando e assaggiando di tutto.
Si fermarono a mangiare in piccolo pub in un una traversa.
L’aria sapeva di frittura, ma era l’unico posto dove gli anelli di cipolla erano squisiti.
«Come fai a mangiare quei… cosi?» disse Amira, sorseggiando una Cola.
«Questi? Dici questi?» la ragazza mise sotto il suo naso il piatto con gli anellini e continuò dicendo: «Questi sono gli anellini di cipolla più buoni di Boston… Dovresti assaggiarli.»
«Ehm… no, grazie. Questa volta passo e mangio il mio Hot Dog.»
Il vociare degli altri clienti era petulante, ma alle due ragazze non importava. Il gusto semplice di quella giornata, le aveva fatto dimenticare di essere delle Cacciatrici.
«Sai? Tu sei la mia più cara amica.» disse all’improvviso Valerie, lasciando un po’ meravigliata Amira, di solito non era così affettuosa.
«Anche tu lo sei… ma perché questa voglia di smancerie?» disse scherzosa.
«Ogni tanto ci vuole.» sorrise e sorseggiò rumorosamente la sua bibita.
Poi, lo sguardo di Valerie fu catturato da un uomo che le stava osservando già da un bel po’. Prima non ci aveva fatto caso, ma a quel punto, non poteva più ignorare quegli occhi fissi su di loro.
«Non ti voltare, ma c’è un uomo che ci guarda.» sussurrò la ragazza.
«Che aspetto ha?»
«Normale… almeno credo. Ha un soprabito scuro e la barba.»
«Lascia stare e non lo guardare. Ora che ne dici? Torniamo a casa?» tagliò corto Amira, sentendosi un po’ nervosa. L’idea di essere osservate non le piaceva.

***


Rientrate a casa, le due ragazze tracciarono accuratamente delle strisce di sale lungo la soglia d’ingresso e sui bordi delle finestre.
Le vecchie abitudini sono dure a morire.
«Chissà chi era quell’uomo…» disse tra sé e sé Valerie. Amira si limitò a guardarla senza dire alcunché.
La notte era il momento più brutto: scese le tenebre, ogni cosa può presentarsi.
Ed anche se erano passati mesi dall’ultima “caccia”, le due ragazze non riuscivano ad abbassare la guardia… nemmeno durante il sonno.
Secondo Amira, però, quella era solo la quiete prima della tempesta.
 

***

Erano le quattro di notte quando le due ragazze furono svegliate da un insolito rumore.
Parve una forte folata di vento, come se un tifone fosse nato nella piccola casa.
-Cosa è stato?- pensò Valerie, subito con la mano iniziò a tastare il pavimento sotto al letto. Le dita avvertirono il freddo metallico del calcio della pistola.
Lentamente posò i piedi scalzi sulle mattonelle fredde ed un brivido le percorse le braccia.
Uscita  dalla stanza, incotrò lo sguardo di Amira, aveva avuto la stessa idea, infatti anche lei impugnava saldamente una calibro 9.
Entrambe le armi erano sistemate con proiettili anti- demoni.
Si diressero, a passo felpato, nel salone e la prima cosa che notarono furono i fogli dei giornali a terra e che prima erano posti accuratamente sul tavolino da tè.
«Cosa diavolo…?» iniziò a dire Amira, ma si fermò di colpo appena notò la figura di una ragazza che dava loro le spalle.
«Chi sei?» chiese Valerie, togliendo la sicura all’arma.
«Come hai fatto ad entrare?» Amira avanzò, facendo, anche lei, scattare la sicura della pistola.
«Valerie Nut e Amira Late, Cacciatrici, sono qui per voi.»
Le due ragazze si scambiarono sguardi veloci e incerti.
Erano confuse, non stavano capendo nulla.
«Cosa vuoi dire?» Amira fece altri due passi, avvicinandosi tanto alla sconosciuta che avvertì uno strano gelo nell’aria attorno.
-Forse è un fantasma… No, è impossibile.- rifletté, deglutendo a fatica.
Sentiva il petto chiuso e pesante per l’ansia.
«Voglio dire che presto andrete incontro a qualcosa di grande e vi serve aiuto.» disse la ragazza voltandosi.
«Non ti muovere!» l’ammonì Amira, ma la ragazza si limitò a guardarla negli occhi scrutandola attentamente, con passo lento e silenzioso si avvicinò a Valerie dicendo: «Tu mi conosci.» sorrise appena fu a due passi da lei.
Valerie sgranò gli occhi appena comprese che la ragazza che aveva di fronte era la stessa del suo sogno.
«Come…» non riuscì a finire di esporre il proprio stupore che per la paura di quella situazione, fece partire un colpo.
Il rombo sordo dello sparo rimbombò nel silenzio della notte, quasi come se avesse squarciato il cielo notturno.
Amira corse al fianco di Valerie ed entrambe rimasero immobili ad osservare la ragazza distesa sul tappeto.
«Cosa vuol dire tutto questo?» Valerie guardò con il fiato corto l’amica che senza parole scosse la testa.
«Posso spiegarvelo io» le due si voltarono, ma proprio lì, dove c’era la ragazza distesa, non c’era più nessuno.
«Io sono Eleni e non sparate più per favore.» continuò a dire lei.
Amira e Valerie si voltarono, incrociando l’azzurro pallido delle iridi di quella ragazza, chiedendosi ancora una volta chi potesse essere.
«Chi sei?» ripeté a gran voce Valerie.
«Non ha importanza.»
«Sì, ha importanza! Sei piombata qui, a casa nostra e dici che non ha importanza?» Amira aveva perso la calma, la tensione di quegli attimi l’aveva leggermente spossata.
«Ho… ho detto chi sono. Sono Eleni e…»
«Allora ho sbagliato domanda… cosa sei?»
«Quando sarà il momento lo saprete. Scusate se sono piombata così, svegliandovi. Ma durante il giorno sembrate così serene.»
«Ci hai svegliato nel bel mezzo della notte… stavamo dormendo beatamente.» Valerie si andò a sedere sul divano, seguita a ruota dall’amica.
«Ma i vostri sogni dicono il contrario. Siete perennemente tormentate dal vostro destino… dal quale non potrete scappare.»
Quelle parole fecero rabbrividire le due ragazze. L’idea di essere osservate duranteil giorno e, ancora di più, durante i sogni le aveva inquietate.
«Hai detto che presto ci succederà qualcosa di grosso… cosa?» Amira pose quella domanda, un po’ controvoglia, come se non si fidasse di Eleni.
«Per scoprirlo dobbiamo andare da Sky Wide. Abita poco distante da qui.»
«Chi?» chiesero all’unisono le due ragazze.
«E’ una strega e ci può aiutare con qualche incantesimo.»
Amira e Valerie si guardarono frastornate. Non avevano mai sentito parlare di streghe lì nei paraggi.

  
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