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Autore: pollama    02/01/2013    3 recensioni
Cacciatrici di demoni. Un mestiere improbabile per delle semplici ragazze, ma è la loro vita, il loro destino.
Quando tutto sembrava fosse tornato alla normalità, qualcuno va a cercarle, per metterle in guardia da un qualcosa di terribile.
Cosa accadrà alle giovani Cacciatrici? E cosa nasconderà questo insolito avvertimento?
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2°
 

Sono molte le strade che ci portano al nostro destino,
ma nessuna strada è diretta come la guerra.
(David Anthony Durham)


 

Amira e Valerie passarono il resto della notte sveglie e sedute a gambe incrociate sul divano del salone.
Le tazze di caffè strette in mano e la voglia di capire di più su ciò che era successo in quei pochi istanti.
«Non capisco nulla. Cosa può essere secondo te?» sussurrò Valerie, sporgendosi leggermente verso l’orecchio dell’amica e continuando a guardare confusa l’estranea che maneggiava le loro armi.
Amira aveva gli occhi fissi su quella ragazza da così tanto tempo che le parve strano incrociare gli occhi verdi di Valerie.
«Io… non lo so. Ma non senti una strana sensazione? Una sensazione di freddo?»
«Ora che me lo fai notare… sì.»
La pelle delle ragazze vibrò per un brivido, appena Eleni si avvicinò a loro.
«E’ normale che sentiate freddo» le guardò delicatamente e, senza sbattere ciglio, continuò dicendo: «Sono delle ottime armi, ma non basteranno.»
«Puoi essere più chiara? Non basteranno per cosa?» Amira poggiò la sua tazza, ancora calda, sul tavolino.
«Io… non posso dirlo. Dobbiamo aspettare che si fa giorno e chiedere alla strega delle… delucidazioni.»
«Perché non puoi? Sarebbe tutto più semplice per noi, se lo dicessi già da ora cosa diavolo sta per succedere.» Amira aveva leggermente alzato la voce.
Eleni abbassò lo sguardo tormentato da qualche pensiero.
«Va bene.»
«Va bene? Quindi ci dirai tutto?» Valerie  sembrò entusiasta di quelle due semplici parole.
«No… non posso dirvi nulla, ma posso farvelo vedere.»
«Vedere?»  Amira guardò Valerie, scorgendo anche sul suo volto la sua stessa nota di sbigottimento.
Un vento improvviso avvolse le due ragazze che si guardarono intorno.
Eleni si avvicinò di più e, appena posò le mani su di loro, la raffica cessò assieme alla loro vista.

Amira, sentiva il suo respiro irregolare nel silenzio attorno; il buio lasciò a poco a poco spazio ad una luce soffusa, come se fosse quella delle prime ore del mattino.
Si mise a sedere lentamente e la prima cosa che fece, fu quella di guardare attorno per cercare Valerie. La ragazza era a due passi da lei, ancora distesa sul suolo.
«Valerie?» la chiamò, ma le rispose solo con un lamento prima di sedersi.
Attorno a loro c’era solo il grigio cemento dei palazzi e dell’asfalto.
Il cielo era nuvoloso ed un fresco vento tirava via dei fogli di giornale sparsi sulla strada.
Amira ne prese uno in mano e sgranò gli occhi appena lesse in cima al foglio: Martedì, 9 luglio 2014.
«Non è possibile!» esclamò Valerie.
«Lo so.»
Si alzarono in piedi e, uscendo dalla traversa in cui erano cascate, notarono che la strada era deserta.
Il silenzio era padrone, ma c’era anche uno strano rumore a far loro compagnia: lo stesso  mormorare delle onde del mare.
«Lo senti anche tu? Sembra che stiamo in riva al mare.»
Valerie ascoltò attentamente e sentì anche lei quel rumore marino, ma non capiva, come poteva esserci il mare nel centro di Myrtle Street?

Gli alberi erano riversi sul suolo e le auto ostruivano la piccola via, alcune erano capovolte, con il tettuccio tranciato a metà.
«Cosa è successo qui?» Valerie guardò i palazzi rossastri cercando di scorgere qualcuno oltre i vetri opachi, ma nulla.
D’un tratto, si sentì un canto, qualcuno canticchiava quasi come con un cinguettio.
Il rumoreggiare dell’acqua, che prima si udiva leggermente, si fece più forte, fino a divenire sempre più energico.
Le due ragazze si voltarono e videro la cresta di un onda enorme sovrastare i tetti dei palazzi.
Quel poco di sole che c’era, venne oscurato da quel “mostro” d’acqua che stava per abbattersi su loro e che furioso procedeva.
Amira e Valerie iniziarono a correre veloce, cercando un qualche riparo. Ma le porte dei negozi e degli edifici erano chiuse, serrate.
Si diressero verso una strada secondaria, ma era un vicolo cieco.
«E’ la fine.» sussurrò Valerie, stringendo forte il braccio dell’amica che era rimasta senza parole.
«No, non è finita.» sentirono quella voce atona alle loro spalle e, appena si voltarono, incrociarono le iridi pallide di Eleni che posò nuovamente le dita sulle loro fronti.

Il caldo del sole carezzò le guance delle due ragazze che si misero a sedere repentinamente.
Erano tornate a casa.
In silenzio andarono a guardare fuori dalla finestra e, con piacere, videro le strade pullulare di vita e cosa importante: nessun rumore d’acqua.
«Dobbiamo andare da Sky Wide.»
Amira guardò Eleni comparire sulla soglia della sua camera da letto.
Aveva intenzione di dire e gridare imprecazioni a più non posso, ma in verità non sapeva cosa dire realmente, perché tutto era stato così assurdo, così “irreale”.

***

«Perché la stiamo seguendo? Ti fidi di lei?» chiese rocamente Valerie.
«No, non mi fido, ma abbiamo scelta?»
Amira aveva riflettuto abbastanza e secondo lei, se non assecondavano quella ragazza, non avrebbero capito nulla su quella storia.
E, una volta incontrata la strega, poteva chiedere chiarimenti di qualsiasi genere.
Eleni continuava a camminare, ascoltando i loro sussurri e i loro pensieri: avevano paura, paura di lei.
Ciò le fece provare una strana sensazione allo stomaco. Non era sua intenzione incutere paura, voleva fare solo il suo dovere.

Dopo poco, arrivarono fuori una piccola abitazione. Dall’esterno si sentiva l’odore pungente dell’incenso. La piccola porta d’ingresso era giallo zafferano con gli angoli incisi con strani simboli.
«Cosa sono?» chiese Valerie, posando i polpastrelli sulle scheggiature del legno.
«Protezioni.» Eleni sorrise, cercando di essere un po’ più chiara in ciò che diceva.
«Ma non sono protezioni contro i demoni.» Amira guardò attentamente quei simboli aspettando una risposta.
«Non soltanto i demoni possono entrare nelle case.»
Le due ragazze bussarono alla porta, sentendo un brivido percorrere le loro schiene.
La porta si spalancò rivelando sulla soglia una ragazza della loro stessa età, coi capelli rosso- biondo ed un espressione sorpresa.
«Sky Wide? Dobbiamo parlare con te.» Eleni si portò avanti, entrando nella piccola casetta.
Il salone era anche angolo cottura e su ogni mobile c’era un bastoncino d’incenso fumante.
Valerie guardò intensamente quel fumo biancastro salire verso il soffitto ed un ricordo affiorò nella mente:
Era una sera di metà settembre e la mamma, come ogni volta che tornava da lavoro, accendeva uno di quei bastoncini d’incenso. Diceva che era la cura perfetta per lo stress e per fare yoga.
Aveva più volte detto a Valerie che un po’ di yoga le avrebbe fatto bene.
«Ultimamente sei strana… forse un po’ troppo nervosa.»
«Sto bene mamma. Ma per favore spegni queste bacchette. Mi danno la nausea.»
Valerie aveva sempre odiato l’odore forte dell’incenso, le faceva pizzicare le narici e qualche volta lacrimare gli occhi.
Ma dopo aver perso la sua famiglia, ogni 4 maggio, accendeva uno di quei bastoncini e lo osservava pensando ai momenti persi con le persone più care e provando rimorso per non avere più l’occasione di rimediare.


«Tutto bene?» le chiese Amira, urtandole il gomito.
«Sì… Sì, sto bene.» sorrise e, forzatamente, pose la sua attenzione alla giovane strega che iniziò a parlare: «Ho appena guardato le foglie di tè che si sono spostate con il vento, quando vi ho aperto la porta… Siete delle Cacciatrici ed è una cosa affascinante» disse senza nascondere l’entusiasmo e stringendo le loro mani, poi, guardò Eleni e riprese a parlare.
«Di te non sono riuscita a leggere niente… come se non fossi umana.»
Amira e Valerie si voltarono a guardarla con aria interrogativa.
«No, non sono umana» ammise scuotendo la testa, ma si affrettò ad esporre il perché erano lì.
«Allo scadere di quest’anno tutto ciò che conoscete evaporerà. Tu sei una strega e ci puoi aiutare a capire chi c’è dietro questa storia.»
«Perché io?» Sky lasciò le mani di Amira e Valerie per andare più vicino a Eleni.
«Ha deciso tutto il destino.»
«Destino? Il destino non esiste.»
«Sì, esiste e non è clemente. Quindi dobbiamo fermare i suoi piani e… presto, prima della fine di quest’anno.»
«Se esistesse un modo per cambiare gli eventi… io non so quale sia» disse la ragazza.
«Scusatemi.» si voltò verso le due Cacciatrici, come se avesse fatto loro un torto.
«C’è un modo ed è proprio nella tua testa. Sei una strega e, come tale, puoi fare tutti gli incantesimi esistenti. Per favore, cerca chi le sta cercando.»
Amira guardò accigliata Eleni, facendo esplodere dai polmoni le parole.
«Qualcuno ci sta cercando?» Eleni annuì solo.
«Non ce lo potevi dire prima? Ti abbiamo chiesto più volte di dire la realtà.»
«Potevo dirlo solo con voi tre riunite.»
Amira sbuffò un riso nervoso e sarcastico.
-E’ assurdo.- pensò, calciando un piccolo sassolino che era accanto al piede.
«Mi metto al lavoro.» Sky, prese dei barattoli da uno scaffale polveroso e disegnò dei segni strani con la polvere di semi di papavero.
Iniziò a bisbigliare, in modo quasi impercettibile, delle parole in latino.
Valerie e Amira riuscirono a capire solo sanguis, facem e veritas, cioè: sangue, volto e verità.
Negli anni di caccia, Valerie e Amira, erano riuscite a comprendere le varie sfaccettature magiche del loro mestiere. Ed ogni volta rimanevano affascinate.
-Forse il destino c’entra davvero. Ci ritroviamo a lavorare così all’improvviso.- pensò Amira, guardando Eleni che non aveva smesso di guardare al di là della finestra, come se stesse aspettando qualcuno.
«Ho finito.» Sky si tolse un ciuffo di capelli da davanti agli occhi e soddisfatta diede il suo responso: «Demoni, demoni di ogni genere. Ho percepito qualcosa di strano, come se stessero progettando qualcosa nelle viscere di questa città.»
Le due Cacciatrici parvero innervosirsi.
«Cosa facciamo?» chiese Valerie, assicurandosi di avere sotto la giacca la pistola.
«Aspettiamo e combattiamo.» Eleni rispose con un mezzo sorriso.
«Combattere? Hai sentito cosa ha detto Sky? Demoni, demoni di ogni genere. Ci uccideranno.» disse sfiduciata Amira.
«Sono qui per proteggervi. Nessuno vi ucciderà.»

  
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