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Autore: phenomenon    30/12/2012    3 recensioni
Messo nell'angolo dalla sua Casa, rispettato dalle altre tre, Harry poteva affermare con certezza che anche Malfoy si sentisse perso almeno quanto lui. Battibeccare ogni volta che si incrociavano era l'unico modo per potersi illudere che la loro vita in fondo non era cambiata poi così tanto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry si rigirò nel letto. Erano le 2 di notte, e nonostante fosse andato a letto molto presto, la rabbia e la delusione gli impedivano di prendere sonno, così iniziò a riflettere sugli eventi che avevano portato alla frattura tra lui e quelli che un tempo erano stati i suoi due migliori amici.

Quando Ron gli aveva salvato la vita durante il recupero della Spada di Grifondoro e il rosso aveva finalmente fatto pace con Hermione, aveva creduto che le cose si fossero messe completamente a posto, che non fosse rimasto alcun tipo di rancore, ma a quanto pare si era sbagliato di grosso.

Dopo la sconfitta di Voldemort, e il fidanzamento ufficiale di Ron e Hermione, la riccia si era lentamente allontanata da Harry, e quest'ultimo si era accorto dell'accaduto troppo tardi.
Ron, dal canto suo, all'inizio non aveva dato segni di antipatia o di volersi staccare, ma quando Harry aveva deciso di non voler tornare insieme a Ginny, aveva iniziato a prendere l'esempio della sua fidanzata, e Harry non aveva potuto farci nulla.
Osservando attentamente, si era accorto che perfino Ginny non gli avrebbe parlato, se non avesse sconfitto Voldemort. Così aveva iniziato a odiarla.
Quando si era visto costretto a vivere nella tenda insieme a Ron e Hermione, aveva avuto a sua disposizione molto tempo per riflettere sulla sua vita, ed era arrivato alla conclusione che Ginny in realtà non lo amava affatto.
Ginny non amava lui, ma Il Prescelto, con tanto di fama, soldi, potere, altrimenti non avrebbe saputo spiegarsi come fosse possibile che una ragazza si innamorasse della sua personalità quando si erano visti una sola volta, e per non più di due minuti al massimo.
Per tutti questi motivi, era arrivato alla conclusione che una ragazza così non gli interessava proprio, per quanto simpatica e bella. Era arrivato perfino alla conclusione che non gli piacevano solo le ragazze, ma anche i ragazzi.
Gli unici ad essere rimasti al suo fianco erano Luna e Neville, ma sembravano aver preso così tanta confidenza che spesso si sentiva il terzo incomodo.
Harry fissò le tende del baldacchino, assorto nei propri pensieri, e gli venne quasi da ridere. Lui, Il Prescelto, Colui-Che-Aveva-Sconfitto-Voldemort, era sdraiato sul suo letto nel dormitorio del settimo anno di Grifondoro, alle 2 di notte del 24 dicembre, consapevole di essere totalmente solo.
Era cambiato tutto.
Subito dopo averlo pensato, Harry si diede dell'idiota. In realtà, era cambiato quasi tutto. C'era una sola cosa che era rimasta la stessa, quasi identica a 7 anni prima: il suo rapporto con Draco Malfoy.
Harry sorrise, per poi ridacchiare stupidamente mentre pensava al biondo, incapace di capire come fosse possibile. Avevano affrontato una guerra, si erano salvati la vita a vicenda, si erano protetti il più possibile (Harry sentì torcersi le budella), avevano deciso di finire il loro corso di studi, tornando a Hogwarts per frequentare il settimo anno.
Normalmente si potrebbe pensare che fossero diventati più seri, più maturi, e in un certo senso lo erano, ma questo non li fermava dal farsi ancora i dispetti a vicenda, dal litigare e insultarsi, fino ad arrivare (a volte) anche alle mani o alle bacchette.
Harry si era accorto che non c'era più la cattiveria di prima, che lo facevano soprattutto per non lasciarsi andare alla deriva. Erano successe così tante cose tutte insieme, e per Harry il biondo era diventata la colonna che reggeva la sua sanità mentale. Harry in realtà era quasi certo che per il biondo fosse lo stesso.
Era riuscito, attraverso varie interviste, a riscattare l'immagine di Narcissa e Draco Malfoy, così che il Mondo Magico portava loro almeno un minimo di rispetto...
Tuttavia, i Serpeverde sembravano decisi a dimostrare di non voler avere niente a che fare con ciò che era stato Voldemort e con i suoi seguaci, così Draco era stato del tutto emarginato.
Messo nell'angolo dalla sua Casa, rispettato dalle altre tre, Harry poteva affermare con certezza che anche Malfoy si sentisse perso almeno quanto lui. Battibeccare ogni volta che si incrociavano era l'unico modo per potersi illudere che la loro vita in fondo non era cambiata poi così tanto.
Harry sospirò, si alzò dal letto e prese il Mantello dell'Invisibilità, pronto a fare un altro dei suoi giretti notturni per Hogwarts.
Normalmente avrebbe preso con sè la Mappa del Malandrino, ma quella sera non ne aveva bisogno, dato che la scuola era pressochè vuota.
Della casa di Grifondoro era rimasto solo lui, della casa di Serpeverde solo Draco e una ragazzina del primo anno che aveva perso entrambi i genitori durante la guerra, e della Casa di Corvonero e Tassorosso non era rimasto nessuno.
Harry non poteva biasimarli se i suoi compagni di scuola volevano trascorrere il Natale con i loro parenti dopo aver rischiato di perderli.
Uscì dal buco del ritratto, svegliando la Signora Grassa che borbottò: "Potter, solo perché tu non riesci a prendere sonno, non significa che devi disturbare tutti quelli che vorrebbero dormire!"
Harry rise suo malgrado, togliendosi il cappuccio del Mantello. "Mi scusi, è più forte di me."
Ma la Signora Grassa si era già riaddormentata.
Harry scosse la testa sorridendo, poi iniziò a vagare per quei corridoi che ormai per lui avevano ben pochi segreti.
Osservò ogni singolo dettaglio, commosso. Aveva rischiato di non poterli vedere mai più.
Era così concentrato a studiare i ritratti sulle pareti che dormivano, che andò a sbattere contro qualcosa - o per meglio dire, qualcuno.
Quest'ultimo lanciò uno strilletto acuto per lo spavento, e quando Harry vide a chi apparteneva, iniziò a ridacchiare senza ritegno, fino a scoppiare a ridere di gusto. Malfoy incrociò le braccia sul petto e mise il broncio, arrossendo, e per rimediare cercò di guardarlo malissimo (missione alquanto difficile visto che Harry aveva ancora il Mantello).
"Sì, molto divertente Potter. Me la sto davvero facendo addosso dal ridere" sibilò Malfoy, assottigliando gli occhi.
Quando Harry riuscì a smettere di ridere si tolse il cappuccio, e osservò attentamente Malfoy da capo a piedi, notando che sembrava stanco quanto lui, e di pessimo umore.
"Oh dai Malfoy, se avessi urlato io così mi prenderesti per il culo anche sul letto di morte" replicò Harry, cercando di reprimere un enorme sorriso. In realtà cercò di reprimere anche tutti i sentimenti e le emozioni che erano salite a galla mentre rideva, o il forte impulso di prendere Malfoy e stampargli un enorme bacione sulla fronte.
"E comunque che ci fai in giro a quest'ora?" chiese Harry incuriosito.
"Io sono Caposcuola, Potter" rispose Malfoy, evitando il suo sguardo.
"Sì, ma il tuo turno è finito due ore e mezza fa" rispose Harry, fissandolo.
"E tu come fai a sapere quando doveva finire il mio turno di oggi?" replicò il biondo, inarcando un sopracciglio.
Harry rimase a bocca aperta, ma la richiuse di scatto, arrossendo.
L'espressione ostile sul viso di Malfoy sparì, per fare spazio ad una assolutamente divertita e compiaciuta, che fece venire voglia a Harry di sotterrarsi.
"Conosci il tuo nemico è la prima regola per sopravvivere" rispose Harry, ma suonò patetico perfino alle sue orecchie.
Proprio in quel momento però videro arrivare la gatta di Gazza, Mrs Purr, ed entrambi presero a guardarsi intorno, agitati. Padrone e gatta sembravano collegati mentalmente, e sapevano entrambi che Gazza non ci avrebbe messo molto ad arrivare.
"Vieni sotto, presto!" sussurrò Harry, rimettendosi il cappuccio e sollevando il Mantello per fare spazio anche al biondo, che dopo un attimo di esitazione entrò.
Presero a muoversi molto lentamente, cercando di trattenere il respiro, e infatti pochi secondi dopo sentirono i passi strascicati di Gazza arrivare dal corridoio da cui era arrivato Malfoy.
Il custode osservò a lungo il corridoio mentre la gatta si strusciava contro le sue gambe, speranzoso di scorgere qualcosa, e nel frattempo Harry e Draco continuarono a dirigersi verso la direzione opposta. Arrivarono alle scale, ma avevano appena fatto in tempo a salirci che quelle decisero di cambiare direzione, facendoli sbattere contro il corrimano e facendo finire Malfoy tra le braccia di Harry, che lo strinse per non farlo cadere.
Una volta che le scale si furono fermate, si staccarono, arrossendo entrambi. Draco cercò di ignorare il groppo che gli si era formato in gola, mentre Harry il battito furioso del suo cuore. Salirono rapidamente, arrivando al settimo piano, imbarazzati come non mai.
Purtroppo però, le scale li avevano portati davanti alla porta d'accesso per la torre di Astronomia, dove era morto Silente. Il primo ad accorgersene fu Draco, che si immobilizzò, a disagio.
"Che c'è?" chiese Harry, irritato. Poi però seguì lo sguardo del biondo, e capì cosa lo turbava tanto. Anche quando c'erano state le riparazioni del castello, a cui avevano partecipato moltissimi volontari tra cui Malfoy, Harry aveva notato che il biondo si era sempre tenuto alla larga da quella torre, evitando di avvicinarsi anche solo per sbaglio.
Osservò il modo in cui il disagio e la mortificazione sembravano emanare da ogni poro del biondo, e provò un moto di tenerezza.
Lo prese per un braccio, tirandolo gentilmente verso la porta che tanto spaventava il biondo, che oppose resistenza.
"Che cazzo fai? Io non ci vado lì" esclamò.
"Invece ci andrai. Dai Malfoy, lo dovrai fare prima o poi" disse Harry, serio.
"Non dovrò fare proprio niente perché non c'è niente da fare, Potter. Ti diverti a vedermi a disagio, eh?". Malfoy cominciava ad arrabbiarsi, e Harry cominciò a entrare nel panico: non era decisamente l'effetto che sperava di ottenere.
"Malfoy, smettila di sparare stronzate! Tu adesso varcherai quella porta e affronterai quello che devi affrontare, e non ti permetterò di scappare!"
Detto questo, Harry si spostò dietro al biondo e cominciò a spingerlo a forza verso la porta, mentre quello si dimenava.
"Tu non mi costringerai a fare un bel niente, sono stato chiaro? Potter, smettila di spingermi cazzo!".
Malfoy era in evidente panico, ma ormai era troppo tardi. Harry aveva già aperto la porta e fatto entrare entrambi nella torre, per poi chiudere di nuovo la porta dietro di sè con un incantesimo.
Draco cominciò a imprecare, evidentemente incazzato, mentre Harry lo tirava verso la cima della torre... dove aveva disarmato Silente.
Una volta giunti in cima, a Draco sembrò di non riuscire più a respirare.
Le lacrime cominciarono a formarsi prepotenti, e Harry tirò giù il cappuccio dalla testa di entrambi. Draco iniziò a fissare il cielo, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Voleva fuggire via da lì e dimenticarsi dell'esistenza di quel posto per il resto della sua vita, ma le sue gambe non volevano saperne di muoversi, e, dannazione, Potter aveva ragione.
Non poteva fuggire dai suoi ricordi e dalla sua coscienza per sempre. Così smise di lottare contro se stesso, mentre le lacrime, finalmente, iniziavano a scorrere lente e calde sul suo viso.
"Se lo dici a qualcuno, Potter, ti Crucio" affermò, serio.
"Non avevo comunque intenzione di dirlo a nessuno" assicurò Harry.
Poco dopo, esitante, Harry iniziò ad asciugare le lacrime dal viso di Malfoy, mentre egli stava ancora immobile. Si spostò alla sinistra del biondo, mentre quest'ultimo fissava il punto in cui Silente era caduto, e lo abbracciò, posando la testa sulla sua spalla.
"Non ho mai avuto modo di dirtelo, ma Silente sarebbe morto comunque. Ha solo scelto come morire. Vedi, aveva indossato un anello maledetto, è per questo che aveva la mano annerita in quel modo. Piton aveva circoscritto la maledizione solo alla mano, ma l'effetto sarebbe durato poco. Quando siamo tornati-"
"Cosa?! Tu eri lì?"
Harry annuì, la sua fronte premuta contro il collo di Draco, mentre questi assumeva un'espressione incredula.
"Non ho potuto fare niente, mi aveva lanciato un Pietrificus Totalus poco prima che tu arrivassi, ed ero nascosto dal Mantello. Comunque sia, Silente stava morendo, e Piton gli aveva riferito il compito che Voldemort (Draco trasalì) ti aveva affidato. Silente sapeva che non sei un assassino, e che non sei tanto crudele da togliere la vita a una persona, così si erano messi d'accordo. Silente non ha pregato Piton di non ucciderlo, ma del contrario. Era debole e soffriva... era il momento giusto." concluse Harry, con amarezza.
Draco continuava a piangere, le spalle leggermente scosse dai singhiozzi.
"Ma tutti gli altri... li ho fatti entrare io. Bill Weasley..."
"Bill Weasley si è sposato con una donna che lo ama per quello che è, proprio come il resto della sua famiglia e dei suoi amici. Chi ti dice che non sarebbe stato attaccato nella battaglia che c'è stata esattamente un anno dopo?"
A quel punto Draco ammutolì, mentre gran parte dei tanti piccoli e sgradevoli nodi che sentiva nel petto si scioglievano.
"Non ti ho mai ringraziato per avermi salvato la vita, a casa tua" sussurrò Harry all'improvviso.
Draco ridacchiò tra le lacrime. "E io non ti ho mai ringraziato per avermi salvato la vita, nella Stanza delle Necessità."
Stettero in silenzio per un po', poi Malfoy disse: "Prego, Potter."
Harry scoppiò a ridere contro il suo collo, e Draco rabbrividì, non proprio per il freddo.
"Prego, Malfoy."
Rimasero in silenzio a lungo, assorti nei propri pensieri, mentre Draco iniziava a calmarsi.
Harry, intanto, pensava a quanto fosse strana quella situazione.
Harry Potter che abbracciava Draco Malfoy sulla cima della Torre di Astronomia, con la testa appoggiata sulla sua spalla, e Draco Malfoy che a sua volta appoggiava la testa su quella del moro, respirando il profumo dei suoi capelli, le tracce delle lacrime ancora presenti e gli occhi rossi, un braccio che accarezzava quello di Harry.
Eppure, pensò Harry, sembrava tutto così bello, così... giusto.
Come se avessero passato 7 anni a litigare solo per arrivare a quel momento e per poterlo assaporare al meglio.
"Oh guarda, nevica" sussurrò Harry all'improvviso, estasiato.
Draco si riscosse dai propri pensieri e guardò all'insù, notando che, in effetti, piccoli fiocchi di neve avevano iniziato a scendere.
Harry si staccò un po' per spostarsi di fronte al biondo, le braccia ancora avvolte intorno a lui, e iniziò a sua volta a guardare il cielo. Un fiocco di neve si posò sulla punta del naso di Harry, facendolo trasalire, e Draco scoppiò a ridere quando se ne accorse.
Harry lo guardò, sorpreso, consapevole che quella era la prima vera risata che sentiva provenire dal biondo. Fu ancora più sorpreso quando Draco si avvicinò e posò un bacio leggero sulla punta del suo naso, proprio dove era caduto il fiocco di neve.
Harry accarezzò i capelli di Malfoy con una mano e la sua guancia con l'altra, mentre l'altro appoggiava le mani sulla sua schiena e cominciava ad accarezzargliela.
Un attimo dopo, le loro labbra erano a contatto.
A Harry sembrò di diventare gelatina nell'esatto momento in cui Draco lo strinse più forte a sè, mordendogli gentilmente il labbro inferiore e premendo di più le sue labbra su quelle del moro. Durante il sesto anno, quando aveva avuto quell'ossessione per Malfoy, aveva immaginato più volte come sarebbe stato baciarlo, ma non immaginava che sarebbe stato così dolce e sensuale, e le sue labbra così morbide...
Harry gli accarezzò il labbro superiore con la punta della lingua, e Draco rabbrividì di piacere.
Il bacio presto divenne più travolgente, tanto che Draco infilò le mani sotto la maglia del pigiama di Harry per accarezzargli la pelle nuda, e Harry affondò le dita nei capelli del biondo, scompigliandoli.
Presto, però, dovettero separarsi per mancanza di fiato, entrambi con le labbra gonfie e rosse.
A un certo punto Harry scoppiò a ridere, appoggiando la fronte su quella di Malfoy.
"Giuro che non immaginavo questo, mentre ti spingevo fin quassù."
Draco sorrise, e appoggiò la testa nell'incavo tra il collo e la spalla di Harry, per poi posargli dei bacini proprio lì. Ridacchiò quando all'altro venne subito la pelle d'oca.
"Penso sia ora di rientrare" disse Harry, prima di dargli un bacio sulla testa.
"Dove andiamo?"
"Il dormitorio di Grifondoro è vuoto..."
"Io non ci vado nella Torre di Grifondoro!"
Harry alzò gli occhi al cielo. "Sì, proprio come non sei venuto sulla Torre di Astronomia".
"Che ne dici della Stanza delle Necessità, Potty?"
"Si può ancora entrare?" chiese Harry, esitante.
"Sì, credo che la Stanza delle Necessità sia stata creata con una sorta di incantesimo che le impedisce di essere distrutta dall'interno.."
"...Credi?"
"Sì Potter, credo, non lo sapremo mai per certo se non proviamo a entrarci" sbottò Draco.
Harry sospirò e annuì, deciso a provarci. Rientrarono nel castello dopo essersi rimessi il cappuccio, e una volta arrivati davanti al muro di pietra che in realtà nascondeva molto di più, si fermarono, uno accanto all'altro.
"Fai tu o faccio io?" sussurrò Harry.

"Faccio io" affermò Draco cercando di ostentare una sicurezza che non possedeva affatto. La mano che tremava intrecciata a quella di Harry ne era una prova, ma Harry decise di tacere al riguardo.
Draco iniziò a fare tre volte avanti e indietro e Harry dovette seguirlo, e con sua immensa sorpresa la porta apparve.
Si avvicinarono, esitanti, e quando Harry aprì la porta e guardò dentro, riprese a respirare. All'interno c'era una semplice camera.
Draco esultò trionfante. "Vedi che avevo ragione?"
"Oh, lei è così intelligente, mio ingegnoso Serpeverde" disse Harry ridendo tra un bacio e l'altro, mentre entravano.
Si girò ad osservare l'arredamento: di fronte alla porta c'era un letto a baldacchino con lenzuola e tendaggi azzurro chiaro, con due comodini di legno ai lati. Alla destra della porta c'erano un divano a due posti e una poltrona, beige, e di fronte ad essi c'era un camino, con un fuoco già scoppiettante.
Tra il camino e il divano c'era un tappeto, azzurro come le lenzuola. Alla sinistra del letto vi era una porta, che probabilmente, pensò Harry, conduceva al bagno, e un enorme albero di Natale, bello quanto i dodici che decoravano la Sala Grande.
"Strano che tu non abbia messo i colori verde-argento ovunque" disse il moro, togliendo il Mantello da entrambi e gettandolo sulla spalliera del divano.
"Avrei voluto, ma non ero sicuro che un rozzo grifondoro come te ne avrebbe apprezzato l'eleganza" replicò Draco, ma un sorrisino gli incurvava le labbra.
Harry rise, per nulla offeso, e lo abbracciò. Camminarono così fino al tappeto, dove si sdraiarono, Draco sulla schiena e Harry al suo fianco con la testa appoggiata sul suo petto.
Iniziarono a raccontarsi tutti i dispetti che avevano pianificato di farsi ma che per un motivo o per l'altro erano andati a monte.
Draco era sbiancato parecchio quando Harry gli aveva rivelato che al quarto anno aveva pensato di fargli bere una pozione che faceva diventare i capelli verdi in modo permanente, ma che aveva evitato di farlo perché aveva paura di sbagliare qualcosa e ucciderlo inavvertitamente.
Non molto tempo dopo si addormentarono con il sorriso sulle labbra, e Harry non potè fare a meno di pensare che non c'era nessun'altra persona con cui avrebbe voluto festeggiare il Natale, e che alla fine, con Draco, non era affatto solo.



Note dell'autrice:
Bene, questa è la primissima fanfiction che pubblico, primissima in assoluto, anche se ne ho altre in cantiere che -giuro- prima o poi finirò.
Spero davvero che a voi sia piaciuto leggerla quanto a me è piaciuto scriverla, e mi farebbe davvero molto piacere se mi lasciaste una recensione, anche piccola piccola :) Ciao!
  
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