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Autore: WordsEnchantress    31/12/2012    4 recensioni
La guerra è finita, è il momento di rimettere insieme i pezzi.
Ce la faranno ad andare avanti, lo faranno per chi non c'è più.
Perché la guerra è finita...
No?
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Chi controlla il passato controlla il futuro.
Chi controlla il presente controlla il passato.”
George Orwell, “1984”

 
Minerva McGranitt (31 Ottobre 2005)
 
Il giovane Harry stava ancora discutendo animatamente sul da farsi con Albus, quando un abbaiare profondo e spaventato li interruppe.
Riconobbi immediatamente il latrare di Thor e, subito dopo, un urlo animalesco fece trasalire tutti i presenti. Hagrid, il nostro fedele guardiacaccia. Tutti riconoscevamo quelle urla, tutti le potevamo ricondurre a una maledizione senza perdono. Lo stavano torturando, lì, in mezzo al giardino della mia scuola.
“Seguitemi”, ordinai loro e li condussi verso un passaggio segreto creato dopo la guerra.
Ci spostammo veloci e silenziosi, e piombammo in giardino pochi secondi dopo.
Hagrid si dibatteva per terra con tonfi sordi, soffrendo a tal punto che ormai si limitava a uggiolare come una bestia morente. Sopra di lui vi era una figura esile nascosta nell’ombra, rideva piano, rideva di lui.
“Incarceramus!” tuonai, interrompendo quella barbarie. Ci precipitammo chi verso il guardiacaccia, chi verso il mangiamorte. Era un ragazzo, giovane e talmente magro che gli zigomi sembravano voler tagliare la pelle delle guancie.
Poco dopo eravamo nuovamente nel mio ufficio, il mangiamorte legato a una sedia. Horace stava spingendo a forza, giù per la sua gola, una fiala di veritaserum.
“Chi ti ha mandato, lurido verme?” sbraitò Ronald fuori di sé dalla rabbia.
“Io non lo so.” Rispose ridendo.
“Perché sei qui?”
“Non lo so.”
“Bugiardo!” e, disperato, si buttò contro il suo collo stringendolo con tutta la forza che aveva.
Hermione si precipitò tra i due e calmò suo marito.
“Ron, fermati! Ma non capisci? Non si può ingannare una pozione veritaserum! Chiunque sia dietro a tutto questo gli ha cancellato la memoria, lasciando solo le informazioni che volevano trasmetterci. – poi si voltò brusca verso il prigioniero – dimmi tutto quello che sai, senza eccezione alcuna.”
Lui ricominciò a ridere e poi si contorse sulla sedia, voltandosi verso Harry.
“Lei è a casa tua. Oh, ma non è più la donna che hai sposato.” Detto questo, si fermò in preda a una risata isterica.
“Dobbiamo andare. Minerva, ti prego di portarlo al ministero, Kingsley saprà cosa fare di lui.”
Stavo per trascinarlo via ma lui richiamò Harry.
“C’è qualcuno per tutti voi, lì.”
“Cos’hai detto?” sussurrò Neville.
“Ce n’è uno per ciascuno di voi.” Ripeté più forte, ghignando come sfida.
Vidi con la coda dell’occhio una bacchetta guizzare e, prima che lo potessi impedire un lampo di luce verde colpì il mangiamorte in pieno petto.
Rimasi sconvolta nel sentire una voce così dolce pronunciare due parole di morte.
Luna rimase immobile per un po’, con occhi di ghiaccio, a guardare il cadavere.
“Luna?!” domandò sconvolta Hermione.
“Mi sono ricordata di averlo già visto. Nei miei lunghi viaggi, in paesi stranieri. Ora so. Mi spiava, raccoglieva informazioni sull’ordine. Tutto questo sarà colpa mia.”
“No.” Sussurrai io, prendendole la mano.
“Sarebbe morto comunque. I segni evidenti di deperimento e le dita ormai nere sono sintomi di un veleno molto potente. Ho avuto modo di studiarlo durante le mie ricerche, ma non se ne conosce ancora la cura.”
“E inoltre – aggiunse una voce strascicata alle nostre spalle – è meglio così. Non fidatevi di loro. Uccideteli tutti.” Concluse Piton, guardando con fierezza negli occhi verdi di Harry.
 
Harry (1 Novembre 2005)
 
La porta di casa mia era ancora lì, distrutta, simile a una nera voragine divoratrice. Ci avvicinammo cauti, ma scoprimmo presto che non vi erano mangiamorte in quel luogo. Quello che trovammo fu spaventoso.
Sul pavimento vi era una scia di candele che conduceva in salotto. I mobili erano scomparsi e, circondati da candele consumate ma ancora fiammeggianti, c’erano dei corpi e uno specchio. Sulle pareti alcune scritte di sangue richiamarono la nostra attenzione.
Per Neville, recitava la prima. Sotto di essa giaceva Hannah, immobile ed esangue. Lui si buttò verso di lei, chiamandola inutilmente.
Per Luna” sussurrò lei, mentre s’inginocchiava di fianco a Draco, piangendo lacrime silenziose.
Nulla di questo, però, mi fece tremare come quello che vedemmo dopo.
Ron urlava, pallido e sconvolto, guardando il corpicino del piccolo Fred Junior rannicchiato sotto il suo nome.
Hermione, poco distante, era immobile davanti allo specchio. Non riuscivo proprio a capire. Per tutti loro vi era qualcuno di caro, ma Hermione non era mai stata superba o innamorata di se stessa.
Mi avvicinai a grandi passi verso di lei, così come Ron, che stringeva il piccolo tra le braccia.
Sullo specchio era disegnato un grande cerchio, all’altezza del suo ventre.
Sotto vi era scritto: congratulazioni.
Dovetti sorreggerla e aiutarla a sedersi, prima che cominciasse a spiegare.
“Per questo non volevo venire da voi, questa sera. Volevo parlarne prima con Ron. Oggi ho ricevuto la lettera dal St. Mungo al lavoro.”
“Non sapevo avessi fatto una visita.” Borbottò Ron, completamente sotto shock.
“Avevo paura che fosse nuovamente negativo. Ci proviamo da quando siamo sposati ad avere un figlio, non volevo darti un’altra delusione.” Concluse lei, abbandonandosi contro il muro.
Luna interruppe cauta il nostro dialogo.
“Credo sia sangue animale.” Infatti così era. Seguimmo delle tracce che portavano in camera da letto e lì trovammo il cadavere di una giovane cerva.
Di Ginny, come sospettavo, nessuna traccia.
Chiusi il dolore al di fuori della mia mente, non potevo permettermi di perdere lucidità. Dovevo resistere per lei, dovevo rimanere calmo per trovare la mia dolce sposa.
“Tutto questo non ha senso!” ringhiò Ron.
“Invece sì.” Rispose Luna con voce quieta.
“Avrebbero potuto ucciderli ma non l’hanno fatto.” Ribadì lui.
“Invece sì. Presto saranno morti, Ron. Perché sono stati avvelenati di quello stesso veleno che tormentava il mangiamorte.”
Di tutta risposta lui strinse forte il piccolo Fred, sussurrando che sarebbe andato tutto bene.
Hermione parve combattere contro un demone che le stringeva la gola e si alzò in piedi, cominciando a fare avanti e indietro.
“Chiaramente stanno tentando di controllarci: è facile, una volta conosciute le nostre debolezze. Volevano che venissimo qui, ci volevano vulnerabili e sconvolti. Ci volevano impauriti e preoccupati. Il resto non è stato difficile.”
“Sì, ma rimangono dei dubbi – intervenne Neville – era chiaro che per me avrebbero scelto Hannah. Ma voi?”
“Inizialmente non lo capivo neanche io. La debolezza di Luna è la sua profonda umanità, la sua pietà. Stasera ha tolto la vita a un mangiamorte crudele, ma che altrimenti avrebbe patito dolori atroci. Lei è stata vicina a Draco, quando lui l’ha sempre schernita. Ron desiderava un bambino, più di ogni altra cosa. La cerva era il patronus della madre di Harry, ma l’hanno uccisa, come simbolo del fatto che Harry, ora, non è più protetto. E io… Ho sempre saputo che mi sarei interposta tra voi e la morte, in caso di pericolo. Non hanno avuto bisogno di alcun veleno, per me. Mi hanno tolto la possibilità di proteggere il mio bambino. Non posso sacrificare la mia vita per salvare la sua, non potrò mai spalancare le braccia davanti alla sua culla, regalandogli Amore e una protezione potente. – concluse interrompendo i sui passi. – Non sono mangiamorte allo sbando. Hanno un capo e mezzi potenti. Nessuno sapeva di quella lettera, nessuno a parte me. Fred era ben protetto. Draco e Astoria si trovavano in Germania.”
Detto questo contattò, tramite metropolvere, i nostri amici a Villa Conchiglia, mentre Neville spediva il suo patronus al ministero.
Era ormai l’alba quando tutti gli studenti di Hogwarts furono rispediti a casa per delle vacanze anticipate.
Il castello era l’unico luogo sicuro. Tutti coloro che si erano rifugiati a casa di Bill e Fleur ci raggiunsero immediatamente, seguiti da Astoria e Kingsley.
Portammo lì anche i corpi inermi.
Il Ministro Shaklebolt condusse con lui una squadra di Auror, il resto dell’Ordine e i migliori medimaghi del St. Mungo.
Luna li condusse subito dove si trovavano i feriti e parlarono fitto per parecchio tempo.
Dotammo la scuola di ogni protezione possibile, bloccando ogni via d’accesso.
In lontananza sentii Luna che provava a calmare Neville, Astoria e George: “Ci proveremo in ogni modo, troveremo qualcosa.” Disse, prima di correre a cercare Lumacorno e a parlare con Severus e Silente.
Io abbracciavo in silenzio James, cullandolo piano, come se fosse fragile. Sentivo il cuore pesante, sotto il grave fardello di non sapere cosa fare.
Dove sei, Ginny? Abbiamo tanto bisogno di te.
“Come?! Hermione non sai stata nemmeno tu a chiamarmi con la moneta dell’ES?”
“No Neville, davvero.”
I suoi occhi si fecero improvvisamente enormi. Corse via, ma tornò pochi minuti dopo. Mi strinse il braccio e quasi scoppiò in lacrime.
“I componenti dell’esercito sono tutti qui, vero?”
“Sì, ci siamo tutti.” Rispose Lavanda alle sue spalle.
“E nessuno di voi usa il Galeone incantato da parecchio tempo, vero?”
“Sicuro.” Confermò Dean.
“Manca solo una persona all’appello, - sospirò con una luce strana negli occhi. – Ginny è ancora viva.”
 
Ginny (31 Ottobre 2005)
 
La luce del sole era bianca e molto forte, si rifletteva sulla superficie del Lago Nero, come quei giorni di primavera in cui Harry ed io ci davamo appuntamento sotto quello stesso albero, l’anno della morte di Silente. Sorrisi beata, godendomi il mio paradiso.
“Bu! Buon Halloween!”
Sobbalzai al suono di quella voce scherzosa.
“Ciao, sorellina.” Aggiunse Fred. Provai un senso di gioia splendida e mi buttai  al suo collo.
“Fratellone! Anche tu in paradiso? Non l’avrei mai detto.”
“Paradiso? Sul serio credi che la riva del Lago Nero sia l’aldilà?” mi schernì crollando per terra e ridendo come un matto. Era strano vedere mio fratello maggiore più giovane di me.
“Allora dove siamo?”
“In mezzo, credo.” La sua espressione si trasformò subito, diventando pensieroso.
“Mi sei mancato, sai? E anche a George.”
“Anche lui mi manca, ma qui il tempo è molto diverso da quello terreno. Lo rivedrò quando sarà il momento. Ha un figlio meraviglioso, sicuramente ha preso da me tutta la sua bellezza.”
“C’è molta quiete, qui.”
“Non puoi rimanere.”
“Intendi dire che devo… Andare oltre?”
“No. Credo tu debba tornare indietro.”
“Fred, io sono morta. La maledizione mi ha colpita al cuore! Io non capisco.”
“Non eri sola.” Rispose una terza voce, più melodiosa che mai.
Lily Potter mi guardava con un mezzo sorriso sulle labbra.
“Ciao, Ginevra.”
Non riuscivo a muovermi confusa com’ero, ma lei si avvicinò imperterrita e mi strinse forte.
“Ginevra, coraggiosa donna. Splendida, splendida ragazza. Sapevo che Harry avrebbe scelto la donna giusta. Sei stata forte, ma devi essere forte ancora una volta. Il gesto che hai compiuto è stato così nobile da richiamare me e tuo fratello dal nostro riposo. Lo spirito di Fred vaga senza sosta, in attesa del gemello, io invece veglio su mio figlio. Per questo abbiamo potuto indebolire la maledizione.”
“Quindi devo risvegliarmi?”
“Puoi farlo, se vuoi.”
“Nella vita troverò dolore e paura.”
“Sì, Ginny, – intervenne Fred – ma soprattutto Amore.”
“Cosa ricordi di questa notte?” chiese tranquilla Lily.
“Ho spalancato le braccia, dovevo proteggere qualcuno… Io… dovevo proteggere James.” E improvvisamente gli occhi di mio figlio bruciarono vivi nei ricordi.
“Esatto, cara. La tua famiglia non sopravvivrà al dolore. Harry, lui impazzirà. Cercherà vendetta, cercherà una pace inesistente. E allora chi crescerà il tuo piccolo James? Sarà solo, con un padre che non potrà guardarlo negli occhi per timore di rivederti in lui.”
“Basta!” implorai vivendo nella mia mente tutto ciò che mi era detto.
Fred mi si avvicinò gentile e mi cinse la vita.
“Saluta George da parte mia, e bacia sulla fronte i miei nipotini. Noi ti saremo vicini.”
“Sempre” aggiunse Lily.
La luce si tramutò in buio, la brezza piacevole in un freddo tagliente. La pietra mi tagliava la pelle della schiena. Il seno nudo bruciava come se dita di ghiaccio l’avessero squartato.
Aprii gli occhi e cercai di scorgere qualcosa nella penombra della mia prigione. Mossi subito la mano verso la mia caviglia e vi trovai il galeone stretto da una catenella. Neville non lo lasciava mai, dovevano sapere che ero ancora viva.
Mi sentivo così debole, così stanca. I minuti parevano giorni, il silenzio mi feriva i timpani.
Erano passate non so quante ore quando il galeone tornò a scaldarsi contro la mia pelle martoriata.
Neville sapeva.
Questa consapevolezza mi diede la forza per combattere e alzarmi dal pavimento. Una luce fioca filtrò da non so dove. Per un attimo pensai di trovarmi nella camera dei segreti, come dodici anni prima, poi la luce scomparve.
Sola, disarmata, ferita. Potevo fare una sola cosa.
Raccolsi quanto più fiato potevo e urlai con tutte le mie forze.


Eccoci qui! Infine, superata la fase "sonotroppopienadiciboepandoroperscrivere", ci sono riuscita!!
Capitolo macabro, I know, perdonatemi ma era necessario :) Ringrazio tutti voi che leggete, commentate e mettete tra i preferiti!! Siete dolcissimissimi :)
Fatemi sapere che ne pensate!!! E buon anno a tutti!!!
   
 
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