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Autore: Jocelyn Loxley    02/01/2013    1 recensioni
Ci sono cose in un silenzio
che non m'aspettavo mai...
Ed improvvisamente
ti accorgi che il silenzio
ha il volto delle cose che hai perduto
ed io ti sento amore,
ti sento nel mio cuore
stai riprendendo il posto che
tu non avevi perso mai.

Massimo Ranieri _ La voce del silenzio
Questa storia ha vinto il 'Memories Contest + alternativa' aggiudicandosi anche il premio speciale: Miglior Personaggio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Serpeverde
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Dame, cavalieri & intrighi amorosi a corte'
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Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.


 

Volgete lo sguardo un’ultima volta verso la vostra adorata Hogwarts ed osservate con ammirazione la perfezione della struttura: le guglie slanciate verso il cielo plumbeo, le possenti torri che svettano sopra i cortili interni, i ponti sospesi a far da collegamento fra le diverse ali del castello. I vostri occhi, infine, si posano sulla torre, cercando la finestra, ma ciò che trovano sono solo vetri chiusi che rimandano il riflesso di un cielo terso e grigio. Ciò che trovano, non è il suo volto.
Sapevate già che non l’avreste trovato; d’altra parte, nessuno degli altri - men che meno Godric - doveva sapere della vostra partenza. Ora però, una punta di pentimento per non averlo salutato si conficca nel vostro cuore e, pensando a lui, i vostri pensieri si fanno meno limpidi, la vostra mente meno lucida.
Con uno scatto deciso vi voltate, girando le spalle a quella che era la vostra casa; voltate le spalle al luogo in cui rimarrà per sempre racchiuso il vostro amore, la vostra vita.
V’incamminate lungo il sentiero che vi porterà via da lì, verso un orizzonte lontano dai ricordi e dai momenti vissuti insieme, ma soprattutto dalle liti e dalle discussioni. Giusto la sera prima ne avete affrontata una: l’ultima, la più spossante, quella che più ha ferito il vostro cuore – e il vostro orgoglio – facendovi capire che siete troppo diversi, che così, è impossibile proseguire oltre...

***


«Il vostro cuore è puro Godric, ma le vostre convinzioni sono aberranti.
Come potete pensare che alla mia scuola siano ammessi degli sporchi Nati Babbani? Come potete pensare che dei Mezzosangue impuri frequentino gli stessi corsi dei maghi Purosangue?»
 
«Siete impazzito Salazar? Come potete anche solo pensare queste cose? Innanzitutto è la nostra scuola, e noi nella nostra scuola non possiamo precludere l’insegnamento della magia ai Nati Babbani. Non possiamo accrescere il potenziale magico dei ‘Purosangue’, come dite voi, tralasciando i ‘Mezzosangue’… A chiunque si espliciti il dono della magia, noi insegneremo; coltiveremo le potenzialità di ognuno dei nostri studenti.»
 
«Basta! Non posso più sentire altre sciocchezze! Non posso ascoltare tali assurdità, che fuoriescono dalle labbra che ho appena baciato. La cosa mi disgusta!»
 
Urlate in preda all’ira e, pieno di risentimento, ve ne andate: uscite dai suoi alloggi per rinchiudervi nei vostri adorati sotterranei.
L’ultima cosa su cui inciampa il vostro sguardo è un’ombra di dolore, impressa sul volto di Godric: due occhi rubini, colmi di lacrime imploranti, che riflettono i vostri, colmi invece, di devastante disprezzo.

***


Il silenzio a volte, è peggio del rumore, perché almeno quest’ultimo coprirebbe il suono di quelle parole che ancora riecheggiano nella vostra mente.
Continuate ad ascoltare e riascoltare quella furiosa discussione sulla purezza del sangue e sui criteri di ammissione alla scuola. Continuate a rivedere i suoi occhi e ancora non riuscite comprendere come quell’uomo, nonostante il vostro disprezzo, riesca ad amarvi in maniera così incondizionata.
Le parole del vostro adorato, che tuttora vi risuonano nelle orecchie, feriscono ancora e ancora il vostro cuore, che ormai è a pezzi e sanguina copiosamente.
Proseguite lungo il vostro cammino, nella speranza che la natura che vi circonda vi assorba, in modo da poter restare solo con voi stesso, il vostro rancore e nessun altro.
Raggiunto un colle, stremato dal lungo viaggio e dai ricordi, sedete su un fazzoletto di erba.
Di fronte a voi una siepe e, alle sue spalle, l’orizzonte che vi attende.
Beandovi di quella quiete, assaporate il profumo del vento: odora di fiori di vaniglia e cannella…
Effluvi passati che il vostro cuore conobbe, in un tempo che adesso, sembra fin troppo lontano.

***


Tre colpi sul pesante portone dei vostri alloggi risuonano muti attraverso i corridoi. Andate ad aprire, non prima di esservi infilato la vestaglia da camera: «Salazar, scusate… Non volevo svegliarvi…»
Siete stato preso così alla sprovvista che, incuriosito da quell’apparizione notturna, rispondete: «Non stavo dormendo.»
E’ completamente buio là fuori, stentate a capire se tutto ciò sia un sogno, oppure stia accadendo realmente. I vostri occhi sono cechi, ma è l’olfatto che vi offre spunti sull’identità della persona che vi sta innanzi: un delicato profumo di vaniglia in perfetto amalgama con l’aroma speziato della cannella…Non può che essere Godric.
 
Improvvisamente il suo volto è illuminato dalla debole luce di un fiammifero, irresistibilmente vicino al vostro: «Salazar, sono innamorato di voi!»
Non potete credere di aver sentito quelle parole. I vostri occhi incontrano quelli del vostro amante, e, finalmente, siete felice di potergli attribuire il giusto nome che gli spetta.
Il fiammifero si esaurisce e l’oscurità insidia quel piccolo barlume di luce, che prima si offriva ai vostri occhi. Tuttavia, non v’importa molto di che illuminazione sono provvisti i corridoi dei sotterranei, perché siete troppo impegnato a cercare con le mani il viso di Godric, a trovare le sue labbra poggiate sulle vostre.
Uniti in un abbraccio appassionato vi addentrate nella stanza, richiudendo accuratamente il portone alle vostre spalle.[2]
 

***

Chi avete tanto amato, dal mare del silenzio, ritorna come un’onda nei vostri occhi.[3]

 
Una lacrima, triste figlia di una delle migliori memorie in vostro possesso, percorre imperterrita le vostre guance, scavando solchi salati che difficilmente riuscirete a cancellare.
Fissate estasiato il tramonto ed il sole, lentamente, va a nascondersi dietro quella siepe, che esclude il vostro sguardo dalla visione di tanta magnificenza.
La brezza del crepuscolo vi raggiunge ancora, accarezzando quel corpo che un tempo apparteneva a lui, e il mormorar del vento vi ricorda semplicemente la sua voce.
Così, in questa immensità, vi abbandonate all’irruenza delle vostre memorie, annegate nella consapevolezza che la distanza non potrà mai cancellare la vostra storia.
 

Ci sono cose in un silenzio che non v’aspettavate.

Improvvisamente, vi accorgete che il silenzio ha il volto delle cose che avete perduto.

Ma lo sentite l’amore, lo sentite nel vostro cuore,

sta riprendendo il posto che non potrà  perdere mai.[3]



 


 


Nda: [1] Poesia di Giacomo Leopardi ‘L’infinito
[2] Memoria ispirata alla Flasfic ‘I’m on the highway to Hell’ -->
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=956450&i=1
[3] Citazioni liberamente tratte, e riarrangiate, dalla canzone ‘La voce del silenzio’ di Massimo Ranieri.


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Correttezza grammaticale: 9/10
Correttezza ortografica: 4.75/5
Rispetto delle regole del contest: 4.5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10
Gradimento personale: 9.5/10
Uso del pacchetto: 9/9
Prompt: 1

Totale: 47.25/49
 
Premio Miglior Personaggio per l'ottima caratterizzazione di Salazar Serpeverde, oltre che quella di Godric Grifondoro.

Jane FeltbeatsDirnt: Ho adorato l'intera storia, dalla prima all'ultima parola. Mi è piaciuto moltissimo l'uso del "voi" e anche il (più o meno) continuo richiamo a "L'Infinito" di Leopardi. Le citazioni da "La voce del silenzio", anche se riarrangiate (e bene anche), sono state quel tocco in più alla storia. Amo questa canzone e trovo che non sia per nulla eccessiva all'interno della storia, o comunque che non la alteri in nessun modo. Anzi, ripeto, sono quel particolare che la rendono ancora migliore di quel che è.
Ho tolto 0.5 nella correttezza grammaticale e 0.5 in quella ortografica per qualche virgola di troppo che porta alla costruzione di periodi complessi che potrebbero risultare di difficile comprensione. Ho dato il massimo nella caratterizzazione dei personaggi anche se non ho termine di paragone dato da zia Row, che ci ha parlato di loro solo tramite il Cappello Parlante... I tuoi Salazar e Godric rispettano in pieno ciò che il Cappello ci dice su di loro, oltre che le caratteristiche delle case che portano il loro nome.

Nel gradimento personale, dato quel che ho scritto all'inizio, non potevo che dare il massimo.

Nel rispetto delle regole del contest ho tolto 0.5 punti perchè la storia non è scritta esattamente sottoforma di "memoria", anche se - certo - le memorie/ricordi sono ben presenti; pacchetto usato al massimo delle sue potenzialità, per non parlare del prompt, che si avverte chiaro e forte in tutta la storia. Complimenti!

Cabiria Minerva: Ho trovato la storia molto bella e poetica (a volte quasi troppo poetica, infatti ci sono dei punti in cui la liricità sembra avvolgere il racconto come una specie di bolla di vetro).
Non ti ho dato il massimo nella caratterizzazione dei personaggi (mea culpa) solo perché in alcuni momenti non mi convincevano al 100%, ma niente di eclatante.
L'unico vero problema in cui mi sono imbattuta è la quarta parte, in cui mi son ritrovata un po' spiazzata e ho fatto fatica a capire dove mi trovavo, dove, quando, come, perché...
   
 
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