XII
EPILOGO
ovvero
TUTTO E' BENE CIO' CHE FINISCE
BENE
Milena fissò la shikon no
tama nelle sue mani, ancora profondamente confusa e si voltò verso i suoi amici,
non sapendo cosa fare. La miko le aveva affidato la sfera per portarla nel suo
mondo, però… quella sfera non apparteneva a lei e non aveva il diritto di
portarla via con sé prima di essersi consigliata con gli altri sul suo utilizzo
più appropriato.
"Ragazzi e ora cosa…?"
chiese senza sapere bene neanche lei cosa volesse dire.
Inuyasha e Kagome capirono e
le furono accanto: la giapponese prese la sfera nelle sue mani osservandola, per
la seconda volta nella sua vita, completamente integra, anche se sapeva bene che
quella tama era molto diversa da quella che lei e il mezzo demone
conoscevano.
"Non posso credere che sia
finita." Commentò continuando ad osservare il gioiello, non riuscendo in cuor
suo a credere che fosse VERAMENTE tutto finito.
"Io non credo che sia tutto così semplice." Controbatté acido Inuyasha, guadando in direzione del fratellastro.
I presenti si voltarono verso il principe dei demoni, che li
osservava freddamente.
Inuyasha sembrava irritato
dal suo comportamento così freddo e distaccato. "Allora Sesshomaru, che hai, non
vuoi più batterti? Ricordati che abbiamo una sfida da terminare!"
Il demone continuava a
fissarli come se non avesse sentito, poi si voltò deciso ad andarsene. Non era
quello il momento di combattere con Inuyasha, si disse. Ce ne sarebbero state di
occasioni.
Kagome osservò la schiena di
Sesshomaru allontanarsi e poi tornò a guardare la sfera. Il gioiello avrebbe
potuto realizzare un solo desiderio: riportare Milena nel suo mondo e
restituirle il suo corpo. Glielo dovevano visto che anche grazie a lei avevano
sconfitto l'odiato Naraku. Ma Alessio? Per causa loro e per colpa di Naraku, era
morto e loro non potevano non far qualcosa per lui. E l'unico che potesse
aiutarlo era…
"Sesshomaru!" chiamò la
ragazza e gli altri la guardarono sorpresi.
Il principe dei demoni si
voltò, mentre la ragazza lo raggiungeva di corsa. Lui la fissò impassibile, ma
il suo cuore batteva forte. Ma perché si era voltato? Perché non aveva
proseguito? Che diavolo gli era preso? La ragazza era a pochi centimetri da lui.
Volendo avrebbe potuto catturarla e averla per sé, così da suscitare le ire di
suo fratello. E in fondo era questo che lui voleva, no? La rabbia di Inuyasha e
lo scontro che ne sarebbe derivato. Eppure…
"Cosa vuoi?" chiese
brusco.
Kagome lo fissò, mentre le
lacrime iniziavano a spuntare dai suoi begli occhi nocciola, e prese una mano
del demone fra le sue, facendolo sussultare. Ma come si permetteva di toccarlo?
Avrebbe voluto scostarla, ma non ne ebbe la forza. Quegli occhi…. ne era rimasto
stregato. E purtroppo non era la prima volta.
"Ti prego Sesshomaru… io so
che tu puoi resuscitare i morti con la tua Tenseiga. Ti scongiuro, riporta in
vita Alessio… in fondo dobbiamo anche a lui e a Milena la morte di Naraku e la
sconfitta delle due divinità."
"E anche il loro arrivo."
Commentò acido.
Milena osservò la scena e
anche i suoi occhi si riempirono di lacrime. Kagome stava facendo questo per lei
e per Alessio… nonostante in realtà loro fossero stata la causa principale della
scampata catastrofe. Dubitava fortemente che il principe dei demoni l'avrebbe
aiutata, eppure… lo sguardo che vedeva nei suoi occhi in quel momento, l'aiuto
che aveva prestato a Kagome e al suo odiato fratello pochi attimi prima,
significavano che forse anche lui aveva un cuore.
"Ti prego…" esclamò
avvicinandosi a lui "ti scongiuro… se lo aiuti sono pronta a fare qualunque cosa
tu mi chieda."
Sesshomaru osservò la
ragazza implorante. Possibile che gli esseri umani avessero tutta questa forza
d'animo? Ricordò il suo incontro con Kagome nel bosco e il dolore che aveva
letto nei suoi occhi. li aveva sempre considerati esseri deboli e
insignificanti, eppure quando dovevano proteggere la persona che amavano, la
loro forza centuplicava."
"Da quanto tempo è morto?"
chiese allora scostando lo sguardo.
Milena alzò lo sguardo
speranzosa "Da… non lo so. Da ieri notte, credo… ma questa battaglia potrebbe
essere durata anche più di quanto sembra."
"E allora mi spiace non posso aiutarti. Per poter riportare in vita una persona non devono essere trascorse più di sei ore dal decesso. Ormai la sua anima ha raggiunto il Nirvana." *
Sesshomaru ricordava perfettamente questa regola fondamentale per l'utilizzo della sua spada. L'aveva imparata a proprie spese, quando si era ritrovato davanti il corpo di quella bambina di cui non sapeva neanche il nome, martoriato dai lupi. Si chiese ancora perché avesse cercato di resuscitarla, nonostante fosse solo una ningen. Non era da lui aiutare gli esseri umani, anche se lei si era adoperata per salvagli la vita dopo il famoso scontro con Inuyasha, Eppure, nonostante avesse tentato in tutti i modi di riportarla in vita, si era reso conto che anche la spada di suo padre aveva dei limiti. Soltanto dopo, era riuscito a comprendere in pieno quali essi fossero.
Milena cadde in ginocchio,
senza più sperando singhiozzando con forza. Ormai anche l'ultima speranza era
scomparsa. C'era ancora la sfera, è vero, però… doveva restituire a Kagome la
sua vita e non poteva certo essere così egoista. Che cosa poteva
fare?
"… ma forse c'è ancora una
possibilità."
Una luce si accese ancora
negli occhi di Milena. "Da… davvero?!"
"Per far tornare la sua
anima è necessario che almeno un'altra prenda il suo posto."
Spiegò.
"Allora prendi la mia!"
esclamò allora balzando in piedi. "Cosa mi importa di tornare nel mio mondo
senza di lui? Così Kagome avrebbe di nuovo il suo corpo e la sfera potrebbe
realizzare un altro desiderio!"
Sesshomaru improvvisamente
assunse un'espressione diabolica. "Non c'è bisogno di un tuo sacrificio. La mia
vittima è qui davanti a me!" E guardò Inuyasha.
L'hanyou indietreggiò
ponendo mano a Tessaiga, mentre i presenti rimasero scioccati. Allora Inuyasha
aveva ragione, non era ancora finita! Ma come poteva chiedere la sua anima per
salvare Alessio?
Un lampo di luce verdastra sfiorò il mezzo
demone, tuttavia non lo colpì; il raggio raggiunse un cespuglio alle spalle del
mezzo-demone e un urlo soffocato ruppe quel terribile
silenzio.
"Padrone
Sesshomaru!"
"Ja… Jaken?!" esclamarono
stupiti i presenti, mentre il rospaccio usciva dai cespugli, completamente
incenerito dal corpo ricevuto.
"Silenzio stupido rospo! Tu
hai osato tradirmi per allearti con Naraku! Il tuo gesto lo pagherai con la
vita!" e senza neanche aspettare ulteriori spiegazioni da parte del demone, lo
colpì con un'altra, potente, sfera di energia.
Inuyasha sembrava scioccato
dal rischio corso e Sango si portava le mani alla bocca,. In fondo, pensava, era
pur sempre un essere vivente. Kagome e Milena non dissero nulla, ricordando che
la principale causa del risveglio dei kami era stato lui; Miroku, invece, non
poté trattenersi dall'annuire, come se approvasse il gesto di
Sesshomaru.
"Mi era antipatico." Rispose
allo sguardo interrogativo e al contempo scioccato di
Sango.
La ragazza lo fulminò "Sai,
a volte sei peggio di Naraku!" commentò.
Sesshomaru, anche se alquanto
riluttante, prese il cadavere del demone e si diresse verso gli altri. "presto,
non perdiamo tempo!"
Sesshomaru sistemò il corpo
di Jaken accanto al cadavere di Alessio e si posizionò alle spalle dei due,
esattamente al centro fra i due corpi.
Tutti erano presenti: Milena
inginocchiata davanti al suo Alessio, teneva gli occhi chiusi e le mani giunte,
in una muta preghiera di speranza; Sango e il piccolo Shippo si facevano forza
l'un l'altro; la venerabile Kaede, Inuyasha e Miroku immobili osservavano la
scena.
Il principe dei demoni
estrasse Tenseiga e la mise in posizione orizzontale davanti al suo viso. Chiuse
gli occhi e iniziò a ruotarla di 90°, in modo tale che la punta si trovasse
esattamente sullo zenit, mentre recitava una strana formula in una lingua
sconosciuta, prima sottovoce, poi aumentando sempre di più il volume. I due
corpi senza vita lentamente iniziarono ad emanare una strana luminescenza che
divenne sempre più forte e, quando ormai sembravano brillare di luce propria,
si sollevarono da terra, raggiungendo l'altezza a cui si trovava la Tenseiga.
All'improvviso Sesshomaru spalancò gli occhi e alzò la spada verso
l'alto.
"Un'altra anima ti è stata
donata. Restituisci quella che non ti appartiene. Che ritorni in questo mondo e
si compia il suo destino!"
Alle
parole di Sesshomaru, il corpo di Jaken espose in mille pezzi, trasformandosi così in una sottile
polvere nera, che, guidata da un vento innaturale, si diresse verso il corpo di
Alessio spargendosi su tutto il suo corpo. Alessio lentamente ritornò sul tatami
su cui era stato appoggiato e la strana luminescenza che lo circondava scomparve
del tutto.
Ci fu silenzio surreale,
rotto soltanto dal canto degli uccellini all'esterno.
Alessio aprì lentamente gli
occhi. Sbatté più volte le palpebre per abituarsi alla luce. Dov'era? Cos'era
successo? Per qualche secondo non ricordò nulla, poi i ricordi, confusi,
iniziarono a farsi spazio nella sua mente. Nella sua mente, vorticavano le
immagini di lui e Milena
nel bosco alla ricerca di Kagome e del frammento della shikon, quando Naraku li
aveva attaccati. Nient'altro solo Milena a terra, mentre una sfera
di luce stava per colpirla. E la paura, la folle paura di non rivederla mai
più….
E ora? Dov'era lei? Cosa era
successo?
Si rizzò a sedere. "Cosa…
cosa è successo? Dov'è Milena?" chiese a nessuno in
particolare.
Non ebbe il tempo di capire cosa stesse
accadendo intorno a sé, che sentì due braccia cingerlo con forza e
lacrime copiose bagnare le sue braccia. Alessio, sorpreso, a stento riuscì a
mantenere l'equilibrio.
"Milena?!" esclamò quando
riuscì finalmente a capire cosa stesse accadendo. "Sei.. sei viva! Ma… cosa è
successo?"
Milena non smetteva di
singhiozzare, tanta era stata l'ansia, la paura, il dolore che aveva accumulato
in quelle ore. Con quel pianto dirotto stava scaricando la tensione che prima di
allora non aveva avvertito, ma che ora, fra le braccia del suo amato Alessio,
era esplosa come un fiume in piena.
"Alessio…" cercò infine di
rispondergli fra le lacrime "Tu… tu sei vivo.. VIVO! Ti sei sacrificato per
salvarmi la vita, per salvarmi da Naraku! Sapessi che cosa ho provato nel
vederti morto davanti a me! Avevo… avevo tanta paura di non rivederti! Di non
rivederti mai più!"
Alessio la strinse a sé protettivo. Non l'aveva mai vista così sconvolta, lei sempre così solare e piena di vita, e sarebbe morta piuttosto che mostrare le proprie paure e debolezze a chiunque. Ma in fondo anche lei era un essere umano e aveva delle emozioni come tutti.
Forse, si disse, quella situazione era servita ad ambedue per capirsi di
più, per rendersi conto che anche un carattere forte come quello di Milena può
nascondere paure e debolezze. Ed era per questo che l'amava. Per quello che
realmente era e sarebbe stata, ma anche per la sua voglia di vivere. Perché lei
era Milena, tutto qui. E avrebbe rischiato cento e mille volte ancora la sua
vita per lei.
"Non piangere Milena, ti
prego… io non potevo lasciarti morire…
sei troppo importante per me, e lo farei ancora se fosse necessario…
anche se vederti piangere è l'ultima cosa che vorrei…" bisbigliò cullandola
dolcemente fra le braccia.
Sesshomaru voltò lo sguardo
colpito, e silenzioso come sempre uscì dalla capanna per ritornare alla sua
solitudine. Nel suo cuore si agitavano strane sensazioni. Era quello l'amore? Il
desiderio di salvare a tutti i costi la vita della persona amata, di sacrificare
la propria vita per l'altro? La preoccupazione che la sua vita continui
nonostante tutto e tutti? Il lottare anche contro il destino? Quello era
l'amore? Quei sentimenti, quelle assurde sensazioni umane dovevano fargli
ribrezzo… eppure… eppure vedere quei due, abbracciati e felici gli aveva fatto
quasi piacere, perché in fondo quei due… quei due erano belli insieme… come suo
fratello e Kagome…
"Sesshomaru aspetta!" lo
chiamò una voce.
No, non doveva girarsi. Non
doveva parlarle. Non con lei. Non
doveva. E invece…
"Cosa vuoi?" chiese alfine
voltandosi verso di lei.
Kagome lo raggiunse e gli
sorrise dolcemente. "Ringraziarti. Se non fosse stato per
te…."
"Tse! E' solo che Jaken mi
aveva tradito e doveva essere punito!"
La ragazza sorrise. "Lo sai?
Per quanto tu e Inuyasha non vogliate ammetterlo si vede che siete
fratelli!"
In un'altra occasione, se
non fosse accaduto tutto quello che avevano vissuto, se non avesse provato
quelle strane sensazioni, Sesshomaru l'avrebbe uccisa per il suo commento;
tuttavia
questa volta si limitò a darle le spalle e ad allontanarsi, ma Kagome lo fermò
ancora.
"Mi piacerebbe sapere perché
hai salvato me e Inuyasha prima… in fondo tu vuoi la sua
fine!"
Il principe dei demoni si
voltò ancora una volta e fissò gli occhi nocciola della ragazza che gli stava di
fronte. Per un attimo, solo per un attimo, a Kagome parve di vedere uno strano
guizzo, ma subito questi si fecero freddi come il ghiaccio. "IO
devo far fuori Inuyasha e nessun altro! E ricordagli che nonostante lo abbia
risparmiato e che siamo stati alleati questa volta, noi restiamo nemici
mortali!" esclamò prima di balzare via.
Kagome lo vide allontanarsi,
poi si voltò per ritornare dagli altri. Per un attimo i suoi occhi incontrarono
quelli di Inuyasha, ma poi il mezzo demone distolse lo sguardo da lei e si
allontanò dalla parte opposta. Sorrise a se stessa. Quei due un giorno sarebbero
potuti andare anche d'accordo, ne era certa. Perché Inuyasha non era il crudele
mezzo demone che voleva far credere e lui, Sesshomaru, non era il freddo principe dei demoni che tutti temevano.
E mai come in quel momento Kagome si rese conto del profondo rispetto che in
fondo li legava.
Milena sorrise ai due ragazzi davanti a lei
mentre stringeva la mano di Alessio al suo fianco. Ripercorse tutti gli
avvenimenti che in soli tre giorni li avevano visti protagonisti: tre giorni in cui avevano sconfitto Naraku e avevano scoperto
l'esistenza della kaze no tama; tre giorni che avevano rischiato di divenire gli
ultimi dell'umanità; tre giorni in cui aveva capito cosa significhi perdere la
persona che più si ama; tre giorni che non avrebbe mai più dimenticato… e la nuova sfera che stringeva
nell'altra mano era il simbolo di tanta sicurezza.
Ma ormai era tempo di
tornare a casa, alla vita tranquilla di sempre, con i suoi semplici problemi
quotidiani. Sapeva che quel mondo gli sarebbe mancato, come era anche certa che
doveva ritornare nel suo mondo… perché era quella la sua
casa.
"La porterai davvero nel tuo
mondo?" chiese Sango, leggermente preoccupata che anche lì la sfera potesse
creare dei guai.
Milena annuì. "L'ho promesso
a Kikyo… e poi sta tranquilla, non creerà guai a nessuno!"
Kagome annuì sicura che
Milena avesse ragione. "Se poi ci sono problemi… facci un fischio! Verremo
subito da te!" scherzò, ben sapendo che era impossibile, ma i quattro amici
risero a questa impossibile eventualità.
Kagome e Milena si
guardarono per un lungo istante e si presero per mano, la sfera imprigionata fra
le loro dita intrecciate.
Milena guardò Inuyasha che
se ne stava un po' in disparte. Odiava il momento degli addii, lo sapeva, perciò
gli sorrise semplicemente. Con lo sguardo fissò tutti i suoi amici e per un
attimo si soffermò a guardare la natura incontaminata che la circondava, conscia
che non avrebbe mai più visto uno spettacolo del genere.
"Inuyasha, Kagome, Sango,
Miroku, Kaede-sama... grazie di tutto… e scusate per i guai che vi abbiamo
causato."
Kagome scosse la testa, le
lacrime che pungevano i suoi occhi.
Milena sorrise ancora e
guardò i due ragazzi "Kagome… Inuyasha… Issyo ni eien ni!" esclamò ormai fra le
lacrime, chiudendo gli occhi.
Una luce color ocra avvolse
Kagome e i due ragazzi, mentre gli altri assistevano alla scena
ammutoliti.
La luminescenza si affievolì lentamente, finché non scomparve del tutto.
Milena, Alessio e la shikon
no tama erano scomparsi.
Per
sempre.
Kagome e Inuyasha restarono
silenziosi osservando il punto in cui i due amici erano scomparsi. Miroku li
vide persi nei loro pensieri e, comprendendo il loro stato d'animo, fece cenno
a Sango i seguirlo per lasciare i due un po' da soli.
"Secondo te cosa succederà?"
chiese Sango al bonzo "Kagome potrà ancora attraversare il pozzo senza la
shikon? E che cosa avrà intenzione di fare? tornerà nella sua epoca o resterà
con noi?
"Dipende solo da lei, ma
non penso che ci saranno problemi per ritornare nella sua epoca… anche se la sfera
non c'è più, lei è pur sempre la reincarnazione di una miko! E poi una volta Inuyasha la rispedì nel suo mondo senza la sfera, per nnn farle correre altri
pericoli, eppure lei riuscì a ritornare indietro!"
Sango annuì. "Spero che non
decida di andare via. Io le voglio bene come ad una
sorella!"
"Credo che questo dipenda
essenzialmente da Inuyasha. Però…" lo sguardo del bonzo si fece malizioso e una
mano palpò il sedere della cacciatrice di demoni "Ci sono pur sempre io, Sango-chan!"
Sango lo atterrò con un
calcio nello stomaco. "Appunto per questo!"
Miroku stava per
controbattere, ma Sango gli sorrise e si chinò per aiutarlo ad
alzarsi.
"Beh, che hai, Sango-chan? Da
quando mi aiuti a rialzarmi?"
Sango sorrise e un leggero
rossore le colorò le guance. "Grazie per esserti preoccupato per me, prima,
durante lo scontro con Naraku. Questo significa che almeno un po' di bene me ne vuoi!"
Miroku strinse la sua mano,
fissando intensamente i suoi occhi castani. Restarono per qualche momento così,
poi l'houshi strinse la presa della
ragazza trascinandola con sé. Sango cadde su di lui, mentre i loro sguardi
sembravano incatenati da uno strano incantesimo.
Sango cercò di reagire, non
sapendo però in effetti cosa dire "Ma Miroku-san cosa…?"
Miroku continuava a
fissarla, uno sguardo dolcissimo che lei non aveva mai visto. "Io mi preoccupo
sempre per te, Sango-chan!" esclamò e lentamente avvicinò il suo viso a quello
della ragazza, incurante della sua, probabilmente violenta
reazione.
Sango sentì il cuore
accelerare i suoi battiti, mentre il viso di Miroku si avvicinava al suo, finché
le labbra del giovane toccarono dolcemente le sue.
Miroku era convinto che
sarebbe stato spedito direttamente da Milena e Alessio dalla stessa Sango, non
appena avesse realizzato cosa stesse succedendo e in cuor suo si preparò a
questa eventualità.
Rimase molto sorpreso,
tuttavia, quando si rese conto che la ragazza non lo stava respingendo, ma che
invece stava rispondendo con passione al suo bacio…
Inuyasha fissò un punto
imprecisato davanti a sé, mentre nella sua mente vorticavano mille pensieri.
Ormai la loro avventura era giunta al termine. Ora che la sfera era stata
ricomposta e che anzi era stata affidata a Milena dalla stessa Kikyo, Kagome non
aveva alcun motivo per restare nella Sengoku Jidai. Temeva di sapere cosa avesse
intenzione di fare. Voleva ritornare nel suo presente, come aveva minacciato
giorni prima, quando avevano litigato? Ma ora che avevano fatto la pace - anche
se in verità non avevano avuto ancora modo di parlarne - avrebbe seguito il suo
piano originale o sarebbe rimasta con loro? E lui? Le avrebbe rivelato i suoi
sentimenti o avrebbe taciuto? Cosa avrebbe fatto se Kagome avesse deciso di
andarsene? Ora che non poteva diventare più uno youkai, cosa avrebbe fatto? Sapeva che ormai la sua vita era giunta a una svolta, positiva o
negativa che fosse, ma temeva di scoprire quale sarebbe
stata.
"Kagome," chiese ad un
tratto facendosi coraggio "Cosa.. cosa hai intenzione di fare
ora?"
Kagome lo guardò incerta.
Non sapeva neanche lei cosa ne sarebbe stato di lei, se la soluzione
migliore fosse restare lì, oppure tornare nel suo mondo, sigillare il pozzo e
con esso tutti i suoi ricordi e i sentimenti che provava per Inuyasha. Se
soltanto lui le chiedesseo di restare! Se soltanto le avesse fatto capire
che provava un briciolo di affetto per lei! E invece lui amava Kikyo…
"Non lo so" fu franca
"Vorrei restare qui, però…"
"Però?" incalzò
lui.
Lo sguardo di Kagome si
velò di un'infinita tristezza: "Però oltre quel pozzo c'è la mia famiglia, i miei
amici, la mia casa… Perché dovrei restare ancora qui, ora che il mio compito è
terminato?"
Inuyasha saltò su "Ma come!
Qui ci sono Sango, Miroku, il piccolo Shippo…"
Kagome abbassò lo sguardo,
mentre una lacrima spuntava dai suoi grandi occhioni castani. Ma non c'era lui,
ecco cosa c'era. Lui non ci sarebbe mai stato. Sarebbe rimasto sempre con il
ricordo della sua Kikyo. E allora? Perché indugiare? Sebbene volesse bene ai suoi amici, non
poteva restare ancora lì. Doveva andarsene, andarsene e
dimenticare.
"Loro non hanno bisogno di
me." Rispose semplicemente.
Inuyasha le si piazzò
davanti. "Ma come ? il piccolo Shippo non ha nessuno al mondo! Lui ha bisogno di
te!"
'E anche io', avrebbe voluto
aggiungere, ma le parole non volevano uscirgli di bocca. Eppure se non fossero
uscite, se non avesse per una volta messo da parte il suo stramaledetto
orgoglio, lei se ne sarebbe davvero andata…. Per sempre!
Kagome sentiva le lacrime pungerle pericolosamente gli occhi, ma testarda, decise di ricacciarle indietro. Tuttavia non riuscì a trattenerle completamente, perché una lacrima solitaria, riuscì a bagnare la sua guancia. Abbassò il capo: non voleva che lui la vedesse piangere. Per lui.
Inutile.
"Kagome,
perché…?"
La ragazza alzò la testa e
incenerì il mezzo demone con lo sguardo. "A te non importa niente di me, vero?
Che io me ne vada o no, per te non fa alcuna differenza! Anzi ne saresti felice!
Perché ora che non ti servo più, per te sono solo un
peso!"
Inuyasha accusò le parole,
come se fossero state delle frustate. Allora… allora lei non lo aveva ancora
perdonato! Con il cuore gonfio di dolore e paura, le poggiò le mani sulle spalle
e la scosse con forza.
"Basta Kagome, ti prego! Non
puoi dire così! Non è vero che a me non importa nulla che tu te ne vada! Mi
credi così… così crudele!"
"E allora perché non mi
chiedi di restare? Perché non mi consideri mai una persona, ma mi tratti sempre
come un cerca sfere? Perché non mi dici che sono una tua amica, che mi vuoi
almeno un po' di bene?"
"Certo che te ne voglio, più
di quanto tu possa immaginare!" rispose allora lui, colpito nell'orgoglio "Più
di quanto IO potessi immaginare! Io che non avrei mai creduto di poter amare
un'altra donna oltre a Kikyo! Io sono innamorato di te, Kagome! Dannazione,
possibile che tu non riesca a capirlo?!" urlò tutto d'un
fiato.
Inuyasha indietreggiò
spaventato. Glielo aveva… glielo aveva detto! Era riuscito a dirglielo senza
neanche pensarci, così, semplicemente aprendole il suo cuore. Se avesse capito
prima quanto fosse semplice.. avrebbe risparmiato a se stesso e a Kagome tante
sofferenze… per colpa del suo stupido orgoglio…
Kagome, dal canto suo, non
riusciva a credere alle sue orecchie. Inuyasha le aveva detto che… che era
innamorato di lei! Non era stato un sogno! Per un attimo pensò addirittura che
le sue orecchie l'avessero tratta in inganno, però… però fissando i bellissimi
occhi ambrati del suo mezzo demone, così carichi di dolcezza e amore, capì che
era tutto vero.
Ora le lacrime, lacrime di
gioia, correvano copiose lungo le sue guance.
Per tutta risposta Inuyasha
si chinò e le diede un leggero, quanto dolce, bacio sulle labbra. "Mi credi
ora?" chiese, mentre un leggero rossore iniziava a colorargli le
guance.
Kagome scosse la
testa.
Inuyasha impallidì e il suo
cuore mancò un battito. Allora lei… lei…
Ma Kagome alzò lo sguardo e
lo fissò dolcemente "No, non credo che i miei mi vedranno tornare tanto
presto!"
Inuyasha l'abbracciò,
cercando di farle sentire tutto l'amore che provava per lei. Kagome si lasciò
cullare da quelle braccia, che per tanto tempo aveva sognato, ma mai sperato che
la cingessero con tanto calore.
"Aishiteru Inuyasha…"
bisbigliò semplicemente.
Gli occhi di Inuyasha
brillarono di gioia e strinse la ragazza ancora più a se. "Watashi mo Kagome ga aishiteru"
rispose.
I
ragazzi si staccarono e si fissarono per un lungo attimo, poi Inuyasha prese
Kagome fra le braccia facendola volteggiare nell'aria.
Kagome
rise, guardando il sole su di lei, assaporando il dolce profumo della Sengoku
Jidai così diverso da quello della sua epoca, imbevuto di smog e inquinamento...
un'aria pura, dolce… l'aria della sua vera casa.
OWARI
* Da questo momento in poi, potete notare una serie di elementi stravolti rispetto al manga. Il motivo è molto semplice: quando vidi la prima serie di Inuyasha, sulle cui conoscenze si basa questa storia, la mia conoscenza di molti personaggi si basava sulle fanfictoin, che spesso parlavano di personaggi e situazioni a me non chiare o del tutto sconosciute.
E' stato in questo modo che sono venuta a conoscenza del potere di Tenseiga, ma, non sapendo in che rapporto fosse questa con rRn, il personaggio della piccola non l'ho mai inserito; per questo motivo, ho dovuto ovviare a questa mancanza, facendole fare una brutta fine! ç_ç Gomen ne, Rin-chan!
Anche la fine di Jaken si basa su cosa ho imparato leggendo alcune fanfiction; in realtà, io adesso non lo trovo un personaggio così odioso, ma l'immagine che mi si era presentata davanti tramite le storie dei fan era molto diversa da quella attuale. Ragion per cui, avevo deciso di farlo fuori e di renderlo un traditore. Considerato che comunque una motivazione per la sua morte c'è, spero che la cosa non vi disturbi più di tanto.
Anche sul sentimento che Sesshomaru prova nei confronti di Kagome, vale lo stesso discorso: adesso, non mi sognerei mai di pensare una cosa del genere, ma questa idea all'epoca mi piacque tantissimo, quindi decisi di inserirla.
N dNaco: E finalmente anche questa avventura è finita!
Dopo.. quanti anni? Cinque, sei? Finalmente mi sono decisa a finire di postare questa storia. Ringrazio ancora tantissimo fairyelly83, che, con i suoi commenti mi ha esortata a postare questa storia.
Penso che tra un po' di tempo
riprenderò il lavoro di revisione di cui vi parlavo la volta precedente. So che
sarà un lavoro lungo, considerato come sono diventata perfezionista con il
tempo. Ho dovuto far davvero violenza su me stessa per non modificare gran parte
di questo racconto, mostrando quindi il mio nuovo stile di scrittura. Spero
davvero di esserci riuscita.
Spero anche di essere riuscita a spiegare tutte le questioni che avevo lasciato in sospeso nella precedente storia! ^^
Nel qual caso, commenti e critiche, ricordatelo, sono sempre ben accetti!
Alla prossima avventura! ^_^