Come un buco nel petto. Come una bianca lama avvelenata che ti trapassa il cuore. Questa è la più ricorrente sensazione che mi aggredisce durante il secondo giorno di maggior dimostrazione d'affetto verso la fonte di gioia e di rovina di ogni uomo.
Fin da quando ho memoria, ho sempre adorato quel giorno, forse più qualunque altro. Mi aiuta a rallentare il mio blocco. Di conseguenza, penso di riuscire a dimostrare un po' di più quanto tengo alle persone che amo, soprattutto a quelle fantastiche che meriterebbero tutto l'affetto del mondo. Forse anche di più.
Come tutti saprete, in questo particolare giorno, è usanza regalare un piccolo ramoscello di mimosa alle ragazze alle quali vogliamo bene. Per quanto mi riguarda, è un gesto che va oltre il semplice “regalare un fiore”.
Questo pensiero è una rappresentazione materiale del fatto che un frammento del nostro cuore è sempre con loro, una rappresentazione che ci fa rendere conto di una cosa. Nel momento in cui pensiamo: “Domani è la Festa della Donna”, chi è la prima persona che ci viene in mente? Chi è la persona verso la quale indirizziamo i nostri pensieri partoriti direttamente dal nostro cuore?
Ed è in quel momento, che senti il tuo cuore comprimersi, il battito aumenta, e torna la sensazione di quel buco nel petto, accompagnata da invisibili lacrime cariche di dolci parole mai pronunciate.