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Autore: danyazzurra    06/01/2013    5 recensioni
E' Natale anche in casa Black e questo porterà Sirius a fare delle riflessioni e prendere delle decisioni che gli cambieranno la vita !!
Questa storia è arrivata terza al contest di Always 89 " crea la tua storia: mese, giorno, colore" vincendo anche il premio IC !! spero che leggerete e mi farete sapere !! un bacione !!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Black odiava l’ inverno.
Lui era una persona solare, allegra, piena di vita.
Una persona che si alimentava con il sole. Che si nutriva dei raggi che colpivano la sua pelle.
Odiava il freddo. Gli ricordava la sua famiglia.
Il gelo che c’era nel cuore di sua madre.
Sbuffò, sentendo la rabbia invadergli il cuore e bruciargli le vene, come se dentro di lui, fosse scoppiato un incendio.
Era sempre così, ogni volta che pensava a sua madre.
O almeno, ogni volta che pensava, a quella persona che si faceva chiamare madre.
Perché lui aveva visto una vera madre.
Aveva visto James con i suoi genitori ed aveva capito che Walburga, era ciò che di più lontano ci potesse essere, da una madre.
Essere madre non significa generare una persona.
Essere madre non vuol dire, educare il proprio figlio nel buon nome della propria famiglia e della supremazia dei maghi.
Cercare di inculcargli a forza le tue idee e farlo diventare un clone di te stessa.
Essere madre è amore. E’ protezione.
E’ accettare che il proprio figlio faccia le sue scelte e viva la sua vita da uomo libero.
Invece, adesso, lui era lì.
Prigioniero di una casa. A maledire il Natale che lo teneva lontano da Hogwarts e dai Malandrini.
A maledire sua madre e tutte quelle persone false e abbiette che stavano riempiendo il salotto di casa sua.
Come le sue cugine ed i loro mariti Mangiamorte.
Avrebbe potuto vomitare, pensando a come suo fratello pendeva dalle labbra di Lucius Malfoy. A come, fosse chiaro agli occhi di tutti, che non aveva altro desiderio che divenire come lui.
Aveva ancora nelle orecchie, le loro risate di scherno verso di lui e le loro, neanche troppo nascoste, allusioni al trionfo della supremazia dei Maghi e alla fine di tutti quei nati babbani che rubavano la loro magia.
Sirius sbattè con rabbia un pugno contro l’ albero e la neve deposta sopra le foglie gli ricadde addosso.
Si scosse leggermente per liberarsene. Avrebbe voluto potersi scuotere di dosso anche tutti i discorsi che aveva sentito.
I loro brindisi a quel folle di Voldemort e alla sua presa di potere che secondo loro sarebbe arrivata presto.
Rendendo giustizia a tutte le famiglie nobili e importanti come la sua, uccidendo tutti i ladri di potere.
Volevano uccidere persone che erano come lui.
Persone come Remus o come la Evans.
Ibridi, scherzi della natura. Quasi non credeva che quelle parole, potessero essere uscite dalle labbra di suo fratello.
Ancora ricordava la prima volta che Regulus gli aveva chiesto chi fosse un Mezzosangue, oppure, quando gli aveva chiesto, se essere Grifondoro era davvero così brutto e come poteva evitarlo e non fare arrabbiare la mamma.
Sembravano passati secoli, da quando quel bambino con i capelli neri come i suoi, ma tagliati in un perfetto caschetto, gli aveva puntato i suoi occhi grigi addosso.
Terrorizzato, ma composto ed elegante come tutti i Black, mentre saliva sullo sgabello e la McGranitt gli deponeva il cappello parlante sulla testa.
Adesso era il suo opposto. Il perfetto Black.
L’ orgoglio dei suoi genitori. Il trofeo da mostrare.
Il figlio sano di mente che non appende poster di Babbani nella sua camera o che non ostenta gli stendardi della sua casa, invece di nasconderla, come direbbe la ragione.
La ragione ?
Ma l’ aveva mai avuta ?
Sirius era sicuro di non averla mai avuta, altrimenti questo Natale lo avrebbe passato ad Hogwarts.
Sicuramente James sarebbe rimasto con lui e magari alla fine anche Remus e Peter e adesso sarebbe felice e non sarebbe, in quella trappola per nervi.
Invece il suo orgoglio Grifondoro glielo aveva impedito.
Non aveva mosso un muscolo. Non aveva emesso un fiato per lamentarsi della situazione.
Aveva lasciato che il Natale arrivasse e con lui la neve e il gelo portati dalla sua famiglia.
Che schifo.
Non poteva resistere.
Avrebbe voluto piangere. Sfogare tutta la rabbia, tutto il dolore che stava provando.
Ma non poteva. Non ci riusciva.
Un Black non piange.
Ma di una cosa era certo, non voleva diventare come loro.
Si sentiva soffocare.
Ogni volta che sentiva i suoi genitori fare un discorso sui Mezzosangue o sulla supremazia della loro famiglia, lui si inalberava.
Rispondeva. Scattava in piedi per difenderli.
Ma cosa otteneva? Niente.
Soltanto tanto disprezzo e successivamente, ancora disprezzo.
Fino a poco tempo prima, sperava di cambiarli, di far ravvedere almeno qualcuno.
Ma era una causa persa. Adesso doveva pensare a se stesso.
Non voleva che il suo cuore si inaridisse per sempre, che il gelo lo invadesse e piano piano e che non riuscisse più a liberarsene.
Lui era fuoco. Era istinto.
Prese una manciata di neve tra le mani.
Si sentiva esattamente come la neve sul suo palmo.
Lui era un Black ed il freddo e il gelo facevano parte di lui.
Ma il suo cuore era diverso. Batteva forte, riuscendo a permettergli di provare sentimenti, riuscendo in quel modo a sciogliere il gelo.
Scosse la mano per lasciare cadere l’ acqua che ormai aveva preso il posto della neve.
Sì, lui in quel momento, era esattamente come la neve e, proprio per questo motivo, doveva andarsene.
La neve se viene scaldata dai raggi del sole si scioglie e si trasforma, divenendo acqua vitale, ma se il gelo la invade sempre di più, è costretta a cristallizzarsi.
A morire piano piano.
Lui non voleva fosse il suo destino.
Doveva andarsene, proprio come aveva fatto Andromeda.
L’ unica sua cugina che avesse un po’ di cervello.
Prese lo specchio e chiamò James.
I suoi occhi nocciola e vivaci, apparvero subito al suo interno.
Sirius sentì come se il sangue gli circolasse di nuovo nella vene.
Il sorriso di James era stato come un raggio di sole.
Un sorriso sincero, pieno di amicizia, e non falso e gelido come quello delle persone attorno a lui.
“ Sir, Buon Natale” gli disse James allegro.
Sirius sorrise in risposta.
Vedeva la madre di James, passare ogni tanto dietro lo specchio e sembrava indaffarata.
“ Buon Natale, amico” gli rispose Sirius.
La nostalgia di James e dei Malandrini lo invase.
James, Remus e Peter.
Le loro Malandrinate. Le loro uscite notturne.
Possibile che pochi giorni in quella casa, fossero riusciti a relegare quei ricordi in un angolo del suo cuore ?
Forse, gli mancava persino la Evans, con le sue sfuriate contro di loro.
“ Cosa hai ricevuto per Natale ?” gli chiese James.
Sirius sorrise “  un fermacravatte” rispose semplicemente.
James inarcò le sopracciglia “ ah” disse leggermente deluso, ma non commentò, conosceva la famiglia di Sirius e non voleva farlo soffrire.
“ Fammi vedere il fantastico oggetto ” gli disse ironico.
Sirius scosse la testa “ Mi dispiace, ma volevo testare se poteva volare” gli rispose, con un occhiolino.
James scoppiò a ridere “ e vola ?” gli chiese complice.
“ Come un falco” rispose Sirius stando al gioco.
“ Dai, tra qualche giorno saremo di nuovo ad Hogwarts” gli disse James.
Sirius annuì “ tra sei giorni”
Sempre se non fosse impazzito prima.
“ Perché non vieni qua ?” gli chiese James, a cui probabilmente, non era sfuggito il cambiamento del tono di voce di Sirius.
“ Non sappiamo ancora smaterializzarci” si oppose Sirius con una punta di rabbia.
Non avrebbe potuto desiderare niente di più bello per Natale.
James strinse gli occhi e si perse per un attimo nei suoi pensieri e Sirius scoppiò a ridere.
La sua risata canina rimbombò per tutto il giardino.
“ Hai la stessa faccia da scemo, di quando pensi alla Evans” lo prese in giro.
James concentrò di nuovo lo sguardo su di lui “ io mi preoccupo per te e tu mi prendi in giro ?” gli chiese “ sei davvero un pessimo amico” gli disse, fingendosi offeso.
Sirius rise di nuovo “ ma se sono un amico perfetto” si oppose, inorgogliendosi.
James rise “ sì, quando sei un cane” replicò scherzoso “ sai, dovresti prendere in considerazione, l’ idea di una trasformazione permanente” continuò, scoppiando nuovamente a ridere.
“ Anche tu potresti rimanere sempre un cervo, forse in quel modo, avresti qualche possibilità con la Evans” replicò Sirius.
“ Ehy” si arrabbiò James.
Sirius scoppiò nuovamente a ridere.
“ E se facessi venire mio padre a prenderti ?” propose James tornando serio.
Sirius scosse la testa “ Sei pazzo ? Non chiederei mai al povero Charlus, di venire in questa gabbia di matti” ribattè Sirius.
La sua voce era ironica, ma James capì che parlava seriamente.
Non voleva che la sua famiglia e la famiglia Potter venissero in contatto.
Troppe volte aveva sentito sua madre e suo padre dire che i Potter erano persone da evitare.
Erano Purosangue che avevano perso la via.
Soltanto perché avevano deciso di non seguire Voldemort.
No. Doveva trovare un altro modo.
“ Dweppie” disse Sirius, illuminandosi in volto.
James lo guardò sorpreso “ Uno dei tuoi elfi domestici ?” chiese.
Non capiva le sue intenzioni.
“ Non uno dei miei elfi domestici, ma la più mitica, tra di loro” disse e improvvisamente il suo volto parve rischiararsi.
“ Non lo farà, deve eseguire gli ordini dei tuoi genitori “
Sirius sorrise “ a parte il fatto che Dweppie è pazza di me, come tutti gli esseri di sesso femminile sulla terra” disse.
James non sapeva se alzare gli occhi al cielo o sorridere.
Sirius era tornato se stesso.
“ Poi ormai è vecchia e sa che mio padre, le taglierà la testa da un giorno all’ altro” disse con una smorfia di disgusto.
Questa, era l’ ennesima follia della sua famiglia che non avrebbe mai capito.
“ Quindi farebbe di tutto per compiacermi” disse con semplicità e senza aspettare convocò il suo elfo domestico.
Come previsto Dweppie si prostrò subito ai piedi di Sirius “ Certo padroncino” disse con voce adorante.
Sirius sorrise, facendole un piccolo buffetto sulla guancia “ Grazie Dweppie” le disse e la vecchia elfa sembrò quasi divenire leggermente rossa, anche se in realtà, era difficile dedurlo tra tutte le rughe che coprivano il suo volto.
“ Ci vediamo tra un minuto” disse Sirius a James prima di riporre lo specchio dentro la sua giacca.
Era pronto.
Non voleva neanche prendere nulla o salutare nessuno.
Il suo pensiero andò di nuovo a suo fratello Regulus e a quello che avevano condiviso prima che tutto cambiasse.
A sua madre che non aveva mai capito che cosa volesse dire amare un figlio.
A suo padre. Un vigliacco spettatore.
Scosse la testa.
Non aveva bisogno di dire addio a nessuno.
Gettò un’ ultima occhiata, verso la casa, dove la sua famiglia, stava festeggiando il Natale.
Quella non era la sua casa.
Quella non era la sua famiglia.
“ Mi raccomando tu non mi hai visto” disse Sirius, rivolto all’ elfa, anche se sapeva che non si sarebbe comunque ricordata di niente.
L’ elfa annuì e poi si smaterializzò.
Quando arrivarono nel giardino di casa Potter, Sirius fu accolto da Dorea e Charlus che lo abbracciarono e lo condussero in casa.
Proprio come se con loro, ci fosse un altro membro della loro famiglia.
Sirius sentì il calore scaldargli il cuore.
Si rese conto che non aveva mai passato un vero Natale.
L’ affetto e l’ amore che si leggeva in ogni parola di Charlus o in ogni sguardo di Dorea, erano qualcosa di fantastico. Di irreale. Di incredibile per lui.
In un solo pranzo, capì come erano veramente le famiglie e cosa voleva dire scherzare, amare, accettarsi.
Cose che lui non aveva mai provato.
Quando il pranzo finì, James lo portò a vedere il suo mini campo da Quidditch.
Sirius rimase a bocca aperta. In casa sua, nonostante anche loro fossero molto ricchi, non sarebbe mai potuta esistere una cosa del genere.
Non si pensa al Quidditch in casa Black. Si pensa ad allevare piccoli Mangiamorte.
“ Dai facciamo un pupazzo” propose James.
Sirius rise “ Abbiamo sedici anni, non saremo un po’ grandicelli per un pupazzo ?” chiese.
James piegò la testa di lato, per guardare meglio il suo amico in volto “ Non hai mai fatto un pupazzo di neve, vero ?” gli chiese, continuando a studiarlo.
“ I Black non perdono tempo in queste cose” si giustificò Sirius, con un alzata di spalle.
James sorrise “ vorrà dire che ti insegnerò io, piccolo Sirius” lo prese in giro.
“ Vai a giocare con la piovra gigante” lo prese in giro Sirius a sua volta, usando le parole di Lily e sapendo di colpirlo su un nervo scoperto.
James gli saltò addosso facendolo cadere sulla neve “ maledetto canide da strapazzo” disse, cercando di affondargli il viso sulla neve.
“ Meglio che essere un cervo…almeno io non ho le corna” lo prese in giro.
James sbuffò “ Le ho mandato gli auguri” disse sedendosi sulla neve e tenendo gli occhi bassi.
Sirius si sedette accanto a lui “ e ?” gli chiese.
James continuò a raccogliere la neve vicino a sé, senza guardarlo negli occhi.
“ E niente, non mi ha risposto” disse sconsolato.
Sirius gli tirò una piccola spallata “ la giornata è ancora lunga, magari il gufo è in volo” gli disse per consolarlo.
Non avrebbe mai capito, come mai, James, che poteva avere tutte le ragazze che voleva, si era fissato con l’ unica che lo trattava come un’ idiota.
“ Oppure potresti fare un pupazzo di neve che la rappresenta e inviarglielo” propose, cercando di trattenersi dal ridere.
James parve riflettere seriamente, poi capì che lo stava prendendo in giro.
Raccolse un po’ della neve che aveva ammucchiato e dopo averne fatto una piccola pallina gliela gettò “ ma stai zitto” disse, accompagnando alla voce il movimento del suo braccio.
Sirius rise “ vuoi la guerra?” propose, nascondendosi dietro un albero e cominciando a preparare qualche pallina.
Guardò la neve mentre cercava di modellarla con le mani.
Sì lui era come la neve e aveva bisogno del calore per sciogliersi e trasformarsi in acqua.
Doveva tenersi lontano dal gelo e dal freddo.
Non sarebbe tornato in quella casa e con quella famiglia. Mai più.
COMMENTO : SONO ARRIVATA TERZA !! SONO EMOZIONATA E FELICE !! HO VINTO ANCHE IL PREMIO IC …AMO COSI’ TANTO SIRIUS CHE QUESTO MI RENDE ANCORA PIU’ FELICE !! SPERO MI FARETE SAPERE COSA NE PENSATE…UN BACIONE A TUTTE !! ECCO IL GIUDIZIO DELLA GIUDICIA ALWAYS, CHE RINGRAZIO ANCORA :
Grammatica: 7/10

- Sbuffò, sentendo la rabbia invadergli il cuore e bruciargli le vene, come se dentro di lui, fosse scoppiato un incendio. (Sbuffò, sentendo la rabbia invadergli il cuore e bruciargli le vene, come se dentro di lui fosse scoppiato un incendio. -0,2)

- O almeno, ogni volta che pensava, a quella persona che si faceva chiamare madre. (Non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere: O almeno, ogni volta che pensava a quella persona che si faceva chiamare madre. -0,2)

- Aveva visto James con i suoi genitori ed aveva capito che Walburga, era ciò che di più lontano ci potesse essere, da una madre. (Non va messa la virgola tra soggetto e predicato e non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere: Aveva visto James con i suoi genitori ed aveva capito che Walburga era ciò che di più lontano ci potesse essere da una madre. -0,3)

- Essere madre non vuol dire, educare il proprio figlio nel buon nome della propria famiglia e della supremazia dei maghi. (Non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere: Essere madre non vuol dire educare il proprio figlio nel buon nome della propria famiglia e della supremazia dei maghi. -0,2)

- A come, fosse chiaro agli occhi di tutti, che non aveva altro desiderio che divenire come lui. (A come fosse chiaro agli occhi di tutti, che non aveva altro desiderio che divenire come lui. -0,2)
- Quasi non credeva che quelle parole, potessero essere uscite dalle labbra di suo fratello. (Non va messa la virgola tra soggetto e predicato: Quasi non credeva che quelle parole potessero essere uscite dalle labbra di suo fratello. -0,2)

- la McGranitt gli deponeva il cappello parlante sulla testa. (Manca la maiuscola: Cappello Parlante. -0,2)

- adesso sarebbe felice e non sarebbe, in quella trappola per nervi. (Non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere: adesso sarebbe felice e non sarebbe in quella trappola per nervi -0,2)

- Soltanto tanto disprezzo e successivamente, ancora disprezzo. (Soltanto tanto disprezzo e, successivamente, ancora disprezzo. -0,1)

- Non voleva che il suo cuore si inaridisse per sempre, che il gelo lo invadesse e piano piano e che non riuscisse più a liberarsene. (Non voleva che il suo cuore si inaridisse per sempre, che il gelo lo invadesse e che piano piano non riuscisse più a liberarsene. -0,1)

- Sì, lui in quel momento, era esattamente come la neve e, proprio per questo motivo, doveva andarsene. (Sì, lui, in quel momento, era esattamente come la neve e, proprio per questo motivo, doveva andarsene. -0,1)

- I suoi occhi nocciola e vivaci, apparvero subito al suo interno. (I suoi occhi, nocciola e vivaci, apparvero subito al suo interno. -0,1)
- Sirius sentì come se il sangue gli circolasse di nuovo nella vene. (Sirius sentì come se il sangue gli circolasse di nuovo nelle vene. -0,1)

- Possibile che pochi giorni in quella casa, fossero riusciti a relegare quei ricordi in un angolo del suo cuore? (non va messa la virgola tra soggetto e predicato: Possibile che pochi giorni in quella casa fossero riusciti a relegare quei ricordi in un angolo del suo cuore? -0,2)

- dovresti prendere in considerazione, l’ idea di una trasformazione permanente (Non va apposta la virgola tra una preposizione reggente e una con funzione complemento oggetto o di altro genere: dovresti prendere in considerazione l’ idea di una trasformazione permanente -0,2)

- Non voleva che la sua famiglia e la famiglia Potter venissero in contatto. (Ripetizione di “famiglia”. -0,1)

- Poi ormai è vecchia e sa che mio padre, le taglierà la testa da un giorno all’ altro (Non va messa la virgola tra soggetto e predicato: Poi ormai è vecchia e sa che mio padre le taglierà la testa da un giorno all’ altro -0,2)

- L’ elfa annuì e poi si smaterializzò (Manca la maiuscola: Smaterializzò. -0,2)

Stile e lessico: 8/10

Come sempre, qualsiasi cosa scritta da tuo pugno è assolutamente coinvolgente. Mi piace moltissimo come giochi con le frasi corte, che danno un ritmo spezzato al capitolo, ma al tempo stesso scorrevole. È quasi impossibile non immedesimarsi nei personaggi e provare le loro emozioni, quando si legge qualcosa di tuo. Ti spiego perché ti ho tolto quei due punti. Innanzitutto uno è stato sottratto per via dell’utilizzo della d eufonica (esempio: Aveva visto James con i suoi genitori ed aveva capito). Non è un errore utilizzarla, ma è una forma piuttosto antiquata che, nella maggior parte dei casi, viene eliminata dalle case editrici. Si tende a lasciarla quando la parola che segue ha in comune la stessa iniziale. Poi, purtroppo tutti quegli errori con le virgole rendono alcuni punti un po’ difficili da leggere.

Originalità: 8/10

L’idea di parlare della fuga di Sirius da casa sua non è particolarmente originale, tuttavia è assolutamente innovativa la visione dei fatti che hai mostrato tu. Per questo motivo non ti ho tolto molti punti. Di solito si vedono liti furibonde, risse con il fratello, minacce di morte e chi più ne ha più ne metta! Mentre tu hai scelto una fuga silenziosa, proprio come la neve che cade (quanto sono poetica).

Caratterizzazione personaggi: 10/10

Non ho davvero molto da dire al riguardo, tranne forse: BRAVA! E se non è un Sirius ultra IC quello!! Non saprei davvero come altro definirlo. Sai quanto io apprezzi il canon e per questo ti ho premiata con il premio speciale ;) Per quanto riguarda la caratterizzazione del personaggio in generale, non hai lasciato nulla al caso. Riusciamo quasi a vederlo davanti i nostri occhi mentre prende la decisione di andarsene.

Giudizio personale: 9/10

La ff mi è piaciuta davvero molto! La mia parte preferita è quella in cui paragoni Sirius alla neve, a come lui abbia bisogno del sole (James e gli altri) per sciogliersi e debba scappare dal gelo della sua famiglia, dove rischierebbe di congelare e diventare come loro. Davvero bello. Sai quanto io ami questo personaggio e sono felice che tu gli abbia reso giustizia!

Utilizzo elementi dei pacchetti: 9/10

Forse avresti potuto sfruttare di più la neve che in alcuni momenti risulta solo uno sfondo, ma sei stata in ogni caso bravissima.

Punti Bonus: 1/1

Totale: 52/61

   
 
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