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Autore: Lady Lestrange    21/07/2004    4 recensioni
Esiste una notte magica, una notte speciale, detta “ la notte dei desideri”. Si, una notte in cui nel cielo si concentrano migliaia e migliaia di sogni che vagano per anni e anni finché alcuni di essi non si realizzano. Già, solo alcuni si realizzano, mentre altri rimangono dispersi e vagano e vagano e vagano… La notte di S.Lorenzo è la notte delle stelle cadenti, la notte in cui ognuno può esprimere un desiderio, S.Lorenzo è la notte dei desideri… e anche Remus e Sirius esprimeranno il loro desiderio…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte dei desideri

TITOLO: La notte dei desideri

 

RIASSUNTO: Esiste una notte magica, una notte speciale, detta “ la notte dei desideri”. Si, una notte in cui nel cielo si concentrano migliaia e migliaia di sogni che vagano per anni e anni finché alcuni di essi non si realizzano. Già, solo alcuni si realizzano, mentre altri rimangono dispersi e vagano e vagano e vagano…

La notte di S.Lorenzo è la notte delle stelle cadenti, la notte in cui ognuno può esprimere un desiderio, S.Lorenzo è la notte dei desideri… e anche Remus e Sirius esprimeranno il loro desiderio…

 

Dedicata a Katrin

 

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Remus Lupin era seduto sull’erba ancora bagnata per la leggera pioggia di prima, appoggiato al tronco di un grande albero, con lo sguardo rivolto verso il cielo stellato.

Numerose stelle incastonate in quel cielo… come piccole gemme… ti viene voglia di rubarle… di afferrarle ad una ad una… di metterle via da parte e di tenerle nascoste… perché sono eteree… perché non si possono avere facilmente e tutto ciò che è impossibile ottenere ci affascina…

E lui le guardava incantato, come rapito, con una speranza nascosta…

Dalla tasca dei pantaloni estrasse una fotografia e posò fulmineo il suo sguardo su di essa.

“ E così ce l’hai fatta” disse rivolto alla fotografia di Sirius “ Sei scappato via da Azkaban e mi hai dimostrato la tua innocenza. Ma sei dovuto subito fuggire e ancora una volta mi hai lasciato da solo…”

Rimise in tasca la fotografia e rivolse nuovamente il suo sguardo al cielo.

“Quante stelle ci sono” pensò “ Chissà se una di queste stelle verrà ad esaudire il mio più disperato desiderio” si chiedeva perplesso.

Il suo più grande desiderio era rivedere la persona che amava. La persona con cui aveva condiviso i momenti più belli della sua vita. Quella persona che, ora, chissà dov’era. Ma lontana o vicina che fosse, la sentiva. La sentiva… come il mare sente le sue onde…  come l’aria sente il canto del vento… come il ghiaccio sente il caldo sciogliendosi… come la roccia sente il mare levigarla e ridurla in sabbia, in piccoli granelli… come tutto sente la sua fine…

Da un ramo scese una goccia, una reduce della passata pioggia, e cadde nel terreno. Altre gocce seguirono la prima, cadendo tutte nello stesso punto, fino a scavare un piccolo solco…

E dentro di lui quel solco aspettava di essere riempito…

Sirius Black camminava lento nell’oscurità che lo avvolgeva. Stava fuggendo da molto e tutto quello che voleva era riposarsi. Il luogo dove si trovava era deserto ed i suoi passi echeggiavano in quel vuoto mentre calpestava violentemente i fasci d’erba sottostanti. Scorse un albero in lontananza: l’ideale per riposarsi. Riuscì a ridurre la distanza tra lui e quell’albero e una volta raggiuntolo, si sedette a terra appoggiandovi contro la schiena.

“ Ah! Finalmente mi riposo” sospirò alzando bruscamente il capo per spostare indietro una ciocca di capelli che gli era ricaduta sulla fronte.

In questo modo il suo sguardo si spostò al cielo e rimase sorpreso nel vedere tutte quelle stelle.

“ Accidenti! Ce ne sono di stelle in cielo!” si meravigliò.

Tante stelle, fisse, immobili, come dipinte su quello sfondo blu-nero.

Gocce di tempera su di un’immensa tela…

Talvolta la mano del pittore giunge silenziosa a coprirle con un tratto di pennello, facendole rimanere così celate dietro un velo, nascoste tra le nuvole…

Tante e tante stelle… sembravano così piccole… così insignificanti… così inutili… eppure, così estremamente affascinanti. Molte di quelle stelle che erano in cielo potevano non esserci più e la luce che si scorgeva di esse non era che una replica. Anche le stelle muoiono. Anche esse si spengono, ma ce ne sono talmente tante che non ce ne accorgiamo. Nascono e muoiono… come noi… e cadono. Cadono per esaudire i nostri desideri… si spengono per esaudire un nostro desiderio come tante piccole candeline, la cui fiammella può anche svanire in un solo soffio… in un solo desiderio…

Ogni stella che cade, cade perché ha sentito un desiderio e vuole realizzarlo.

Ogni stella sceglie chi soddisfare…

Tutte quelle piccole luci si rispecchiavano negli occhi ambrati di Remus, il quale le pregava affinché ne cadesse una. Pur piccola che fosse, voleva che una stella cadesse per lui.

 “ Avanti, cadi stellina! Cadi” ripeteva, guardando in su, come fa un bambino quando supplica disperatamente la sua mamma di comprargli ciò che vuole. Le implorava, le scongiurava, le invocava, mentre un laccio gli stringeva il cuore. Glielo stringeva sempre più forte, sempre di più, e avrebbe finito col soffocarlo molto presto. E non poteva fare niente per liberarlo da quella stretta…

Soffriva… soffriva da molto tempo… e quando quell’incubo era sembrato essere cessato ecco che lo aveva perso per la seconda volta… aveva perso colui che amava un’altra volta…

Tra l’erba scorse una foglia secca… la afferrò e la sbriciolò facilmente stringendola in una mano… com’era fragile quella foglia… com’era fragile lui… si sarebbe sgretolato anche lui così?

Un lieve venticello caldo soffiò sul volto di Sirius scompigliandogli i lunghi capelli. Li riaggiustò tranquillamente con le mani. Quella notte faceva incredibilmente caldo… Si portò una mano in tasca alla ricerca di qualcosa che potesse legargli i capelli, ma vi trovò ben altro. Sul fondo della tasca vi era una vecchia foto stracciata a metà sulla quale vi era riportato Remus. La persona della foto gli indirizzava un sorriso smagliante. Sulla sua spalla vi era una mano, ma il proprietario di essa non si intravedeva poiché si trovava nell’altra metà. La metà che aveva Remus… Quella foto l’avevano scattata ai tempi di Hogwarts e l’avevano divisa a metà come pegno d’amore.

“ Remus” sorrise guardando la sua immagine “ Dove sei?” alzò gli occhi al cielo.

Era fuggito dalla prigione ed era riuscito a provare a Remus la sua innocenza. Durante la prigionia aveva sempre pensato ad un modo per farsi perdonare da lui. L’idea di averlo deluso lo faceva star male… l’idea che lui potesse detestarlo per un crimine che non aveva commesso lo faceva morire…

Si erano rivisti, finalmente, dopo tanti anni, ma era subito dovuto scappare via e non aveva potuto assaporare quel bel momento. Era fuggito, ma parte di lui era rimasta indietro… parte di lui era rimasta con Remus… era sempre rimasto con Remus… Ed ora era lì, stanco, ma non tanto da non pensare al suo amato. Voleva rivederlo più di ogni altra cosa, ma sapeva che era impossibile. Chissà dov’era ora il suo compagno… Chiuse gli occhi per vedere il suo volto e poi li riaprì fermando quell’immagine tra le stelle…

Anche quando era ad Azkaban e si sentiva triste bastava il volto di Remus a farlo sorridere. Disegnava il suo volto nella mente e subito stava bene. Ma ora, avrebbe voluto che quell’immagine si concretizzasse… si sentiva come la fotografia… stracciato a metà. Si sentiva incompleto come lei…

Il cielo è così grande ed ha così tante stelle… cosa gli costa dare via una stella se poi ne ha milioni che la sostituiscono? Probabilmente, non si accorge neanche di perderle…

O forse si… le stelle sono parte integrante del cielo… sono i tasselli di quel mosaico… cade un tassello, si rovina il mosaico… si stacca un tassello e il mosaico appare incompleto… si stacca una parte del cuore e la persona rimane incompleta…

Remus si guardava intorno. Davanti a lui solo erba e a colorarla non vi era che qualche fiore qua e là. Ogni tanto si alzava un po’ di vento che gli accarezzava dolcemente il viso e immaginava che fosse Sirius a toccarlo. Questo lo risollevava un po’. Pensare a Sirius lo tranquillizzava, anche se per poco. In lontananza vide un uomo dare ripetuti colpi d’ascia a un albero per abbatterlo. Colpi violenti. Si ripetevano di continuo e risuonavano ancora più forti in quel nulla. Ripetuti colpi d’ascia… sempre più brutali… ma quel rumore, per quanto forte fosse, non copriva il battito del suo cuore che pulsava nervosamente. Pulsava, pulsava, pulsava… sembrava volesse uscire fuori… che volesse esplodere… non trovava pace… e Remus con lui…

I suoi occhi ambrati tornarono a scrutare il cielo.

Altrettanto fecero gli occhi neri dell’altro.

Quegli occhi guardavano lo stesso cielo ed era come se si stessero guardando a loro volta…

Quegli occhi riflettevano la stessa immagine…

Quegli occhi cercavano la stessa cosa…

Sirius sentiva un grande dolore… si sentiva come un sasso che viene lanciato nel più profondo degli oceani e cade a picco verso il fondo senza poter mai più risalire… si sentiva laggiù, negli abissi… si sentiva spacciato. Avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere il suo innamorato, per sentire la sua voce, per sfiorarlo, sentirlo tra le sue braccia e farlo suo… ancora suo…

Scorse in lontananza del fumo uscire dal camino di una casa. Saliva su fino a disperdersi… avrebbe fatto la stessa fine anche lui? Afferrò un piccolo ramo che giaceva nascosto tra quell’erba. Lo rigirò fra le mani ed iniziò a sfaldarlo con le unghie in modo irrequieto. Neanche lui riusciva a darsi tregua…

Remus strappò un fiore ed iniziò a privarlo dei petali lentamente. Com’era bello quel fiore, ma senza petali non era niente… e lui non era niente senza Sirius.

In quell’istante una scia luminosa affiorò in cielo dando luce ai loro volti debolmente.  I loro occhi si spostarono di scatto e riuscirono a vederla.

“Una stella cadente” pensarono contemporaneamente Sirius e Remus.

Una fiammella si accese nei loro cuori. La speranza si accese in loro…

“ Vorrei poter rivedere Sirius” desiderò ardentemente il lupo mannaro.

“ Vorrei poter rivedere Remus” desiderò ardentemente l’ex prigioniero.

Passarono i secondi, passarono i minuti, passarono le ore, ma il desiderio di entrambi non parve esaudirsi.

“ Perché?” si disperò il giovane dai capelli ramati affondando le mani nel terreno e strappando con forza i fili d’erba.

“ Stupida stella” la insultò il moro scotendo la testa.

Stelle cadenti… esprimere un desiderio… tutte sciocchezze… ma per un istante quella sciocchezza aveva ridato loro speranza. Anche se solo per un istante.

Remus si mise le mani tra i capelli e per poco non li strappava. Sul suo viso vi era disperazione, angoscia… il cuore si era lasciato legare, si era abbandonato a quella stretta e non tentava più di fuggire, si era arreso ormai…

Sirius allentò la presa della foto che prima stringeva saldamente. Poter rivedere Remus con una stella… perché mai ci aveva creduto? Ci aveva creduto così tanto ed ora era rimasto deluso.

Era ancora lì, insieme a quel sasso, sul fondo del mare o forse era sceso ancora di più…

Il vento soffiò di nuovo, stavolta più forte di prima, e strappò la fotografia di Remus dalle mani di Sirius.

“ Oh no! Maledetto vento!” lo imprecò alzandosi di scatto e tentando di afferrare la foto che si era posata dall’altro lato dell’albero.

“ Ah! Eccola per fortuna!” esclamò afferrandola, ma, simultaneamente, anche un’altra mano si era mossa per prenderla e si trovavano ora l’una sopra l’altra.

Sirius alzò lo sguardo per capire di chi era quella mano e anche l’altro fece lo stesso. I loro occhi s’incrociarono.

Sirius avrebbe riconosciuto quegli occhi tra mille. Quegli occhi che si erano posati spesso su di lui, quegli occhi che a volte esprimevano dolcezza, altre volte dolore e altre volte ancora rabbia… quegli occhi che aveva tanto agognato e che ora lo fissavano con stupore misto a gioia…

“ Remus” gridò dopo un po’.

Remus era sconcertato. Quel viso, quegli occhi, quei capelli, quella bocca li stava immaginando da molto… quanto aveva voluto accarezzare quel viso, quanto aveva voluto perdersi nei suoi occhi, quanto aveva voluto passare le sue mani tra quei capelli e quanto aveva voluto sentire quella bocca premuta contro la sua… ed ora poteva…

“ Sirius” gridò anche lui.

Rimasero impalati a fissarsi. Non riuscivano a crederci…

“ Remus, sei proprio tu?” Sirius gli accarezzò il viso con la mano per assicurarsi che fosse davvero lui.

“ Si, sono proprio io” lo rassicurò prendendogli la mano tra le sue.

Era davvero lui. La sua pelle liscia e morbida, i suoi capelli lucenti e profumati che la luce delle stelle riempiva di riflessi dorati, era lui…

Erano di nuovo insieme…

Il cuore di Remus si era slegato di colpo poichè il laccio che lo stringeva si era spezzato…

Sirius era risalito dal fondo e finalmente rivedeva la luce…

In quella notte silenziosa solo gli irregolari battiti dei loro cuori facevano rumore.

Avvicinandosi pian piano, ancora increduli dell’accaduto, permisero alle loro labbra di toccarsi e di assaporarsi in un bacio pieno d’amore.

“ Ti amo Paddy” gli disse semplicemente dopo essersi distaccato da lui.

“ Ti amo anch’io Moony” gli rispose l’altro altrettanto semplicemente e coinvolgendolo in un altro caldo bacio.

La foto si sfilò dalla tasca di Remus e cadde a terra congiungendosi “come per magia” a quella di Sirius.

La notte di S.Lorenzo è davvero la notte dei desideri…

 

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