“Avanti!” Era la voce di mio padre, mi incitava ad entrare. Aprii la porta con timore, davanti a me c’era mio padre seduto su una sedia girevole davanti alla scrivania, intento a leggere dei fogli; seduta sulla scrivania una donna in minigonna, per finire in piedi a scrutare la libreria c’era Albert, il migliore amico di mio padre. “ Zio?” Gli chiesi, “ Sherry, sei proprio tu?” Mi chiese lui con una voce tenebrosa. “ Non ti vedo da 15 anni” Continuò lui, “ Sei una donna ormai!” Affermò lui, io mi avvicinai imbarazzata. “ Mi dispiace, papà ti ho disturbato?” Gli chiesi. “ No, siediti, siediti qui!” Mi fece segno di salire sulle sue gambe, ma io disgustata mi rifiutai. “ Hai conosciuto mio figlio! Jake!” mi disse Albert, “ Sì, è un caro ragazzo!” Gli risposi. “ Non penso, vuole trovarmi e uccidermi.” Rimasi scioccata. “ Vuole ucciderti?” Sì, da quando a scoperto tutto attraverso Carla Radames mi sta cercando.” Rispose lui. “Posso farti una domanda? Come sei scappato dal disastro in Africa?” Gli chiesi curiosa. “ Sono scappato in tempo, l’uroboros è stato fermato, ma io e Excella siamo fuggiti!” Mi spiegò lui. “ Sherry, potresti andare?” Mi chiese mio padre, facendomi capire che dovevo andarmene. Io salutai Albert e tornai al piano di sopra. “ L’hai visto?” Mi chiese mia madre. “ Sì, mi ha fatto uno strano effetto, me lo ricordavo diverso.” Gli spiegai. “ Andiamo, il pranzo è pronto.” Mangiai pensando ad Albert, era il padre di Jake, eppure Jake voleva ucciderlo. “ Sherry, devo parlarti.” Mi disse Albert, davanti la porta d’uscita. “Arrivo!” Andammo in cortile, “Tu ci tieni a Jake?” Mi chiese lui. “Sì, molto.” Gli risposi. Mi prese la mano. “Solo tu puoi salvarlo.” Provavo a liberarmi, ma la sua presa mi teneva la mano legata. “In che senso?” Gli chiesi, non capivo bene, sapevo solo che servivo ad Albert e indirettamente anche a mio padre. “Devi riportarlo sulla buona strada!” Mi ordinò lui. “La Neo Umbrella ha bisogno di lui!” Mi disse. “Cosa devo fare?” Gli chiesi. “Devi seguirmi nella missione per riprenderlo, l’hanno avvistato in Russia.” Riuscii a liberarmi dalla sua presa, poi le feci cenno di sì con la testa. “Sapevo che avrei potuto contare su di te.” Mi abbracciò in una presa stritolante. “Ok, quando andiamo?” Gli chiesi. “Non prima di domani mattina all’alba, ti verrò a prendere io!” Ad una velocità impercettibile sparì da davanti a me e salì in macchina. Andò via con la sua Lamborghini nera. “Com’è andata?” Mi chiese mio padre appena entrata. “Domani andrò a prendere Jake, costi quel che costi.” Gli risposi fiera di me. “Albert ha 53 anni, eppure ha l’energia di un ventenne, forse è il t-virus?” Chiesi a mio padre, anche se già sapevo la risposta. “ Sì, gli anni gli passano più lentamente, per questo più passa il tempo più sembro più vecchio di lui.” Questa cosa mi affascinava, avrei voluto anche io essere giovane per molto tempo come lui. “Io vado a letto, domani mi aspetterà una giornata difficile!”