« Mamma... »
Kadaj abbracciò la scatola di metallo, stringendola al petto. Poteva sentire, nella caduta, il cuore di sua madre battere, all'unisono con il suo.
Non capiva perché nessuno volesse lasciarlo in pace.
Non comprendeva perché gli impedissero di riunirsi alla sua famiglia.
Lui, semplicemente non capiva perché ci fosse rabbia e odio e disperazione nello sguardo di tutti.
Non era forse un suo diritto, ricercare la felicità?
Non era forse ciò che tutti gli esseri umani facevano, dall'alba dei tempi?
Eppure... eppure a lui non era concesso.
Si rannicchiò ancora di più contro la scatola, e la presenza di sua madre lo rassenerò: « Sento il tuo cuore, mamma. »
Finalmente saremo di nuovo insieme.
Il sogno proibito di un bimbo che non aveva mai ricevuto amore.
« Ora finalmente non sarò più solo. »
« Sì. Figlio mio... »
E poi la caduta.
Quando Cloud lo raggiunse, gli parve di sentire il rumore del suo animo frantumarsi in tanti piccoli pezzetti.
Non poteva essere vero.
Non poteva essere vero.
« É da un po' di tempo che non ci vediamo Cloud...»