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Autore: Mrs Spoon    09/01/2013    5 recensioni
Era semplicemente un lavoro,tutto quello che facevano era solo ed esclusivamente per lavoro. Però il tempo passa e le cose cambiano,i sentimenti cambiano. Pian piano tutto quello che facevano,lo facevano per non lasciarli,per rimanere con loro,per vivere con loro. Ma quel lavoro che veniva svolto alle spalle di chi amavano,ferendo i sentimenti delle persone più importanti della loro vita,gli si rivoltò contro.
''Fuori tutto tace,non c'è neanche vento,nessun rumore..ma dentro di me,quell'urlo di dolore,l'urlo di Zayn,rimbomba freneticamente.
Oggi è la fine di tutto.''
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Happy ending?''


#Elisa

 

‘Hey’

In quanti modi si può interpretare questo?

Ora aiutatemi, mettete in caso che qualcuno.. l’abbia scritto a qualcun altro.. beh, quel qualcun altro, che dovrebbe fare? Se il qualcuno che gli ha scritto è il suo ex ragazzo con cui ha rotto per un suo personale sbaglio?

Sia chiaro, eh, è un consiglio per un’amica!

Non ha nulla a che vedere con me e Zayn..

No no!

Lui non mi ha mica scritto ‘hey’ il giorno della vigilia di Natale..

Nella maniera più assoluta!

.

.

..si, ok, l’ha fatto.

Ed io ora come mi comporto?

Sto andando in paranoia e non c’è neanche Sara ad aiutarmi, con quel cavolo di lavoro che si è trovata non sta mai a casa..

Ed Elisa soffre, come sempre.

Ho provato con forse ventimiladuecentocinquanta risposte, ma nessuna sembra quella giusta.

Sto per avere una crisi di nervi.

Prendo il telefono di casa e compongo velocemente il numero di casa di Ginevra, aspettando impazientemente che mi risponda.

Dopo appena tre squilli, una voce roca risponde dall’altra parte.

“ pronto?”

“Ciao Zayn, mi passi Gin?” rispondo secca mangiandomi le unghie nell’attesa.

“Mh, si certo” borbotta dall’altra parte e appena cinque secondi dopo sento un vociare indistinto.

“Vaffanculo Malik” sputa Ginevra prendendo il telefono. “Pronto?”

“Gin, ho bisogno d’aiuto! Zayn mi ha appena scritto ‘Hey’, che rispondo?” dico tutto d’un fiato, continuando a fissare quelle tre lettere nella casella dei messaggi ricevuti.

“ mmh, rispondigli ‘Hey’” fa lei dall’altra parte, con tono disinvolto.

“Ah, perfetto, grazie” rispondo digitando velocemente sul mio cellulare.

“Di niente, ciao”

Invio il messaggio soddisfatta e dopo neanche quattro secondi, mi arriva la risposta.

‘Ti sei accorta che ho risposto io poco prima, si?’

 

 Ci penso un po’.

‘In realtà no ahah’

Passano di nuovo pochi secondi dall’invio, che il mio cellulare vibra di nuovo.

Mh, bene.. come va?’

Ecco, sto di nuovo in crisi.

Questa volta non mi do neanche il tempo di pensarci su, che compongo di nuovo il numero di Ginevra.

“Pronto?”

“Ciao Zayn, mi passeresti di nuovo Ginevra?” domando grattandomi la testa.

“Si” sbuffa.

“Te l’ho già detto una volta Zayn, ci vai a fanculo?” sbotta Gin dall’altra parte. “Pronto?”

“Gin, sono io. Zayn mi ha scritto ‘come va’.. che rispondo?” domando attendendo una risposta.

“Scrivigli ‘tutto bene, a te?’” risponde lei masticando qualcosa.

“Certo! Sei un genio. Grazie, ciao”

Riattacco e digito velocemente quello che mi ha detto lei per poi inviare.

 

L’hai fatto di nuovo’ mi risponde quasi immediatamente il moro.

 

‘cosa?’ invio non capendo.

 

Lascia perdere, và.. che fai oggi?’

 

Porca troia, di nuovo.

Il telefono squilla due volte.

“Pronto?”

“Ciao Zayn, mi passeresti ancora una volta Gin?”

“Si..aspetta, no cazzo! facciamo che parli direttamente con me?” sbotta lui.

“Oh, d’accordo” rispondo titubante, mentre al cellulare digito un messaggio per Ginevra.

 

mi ha chiesto di parlare al telefono.. che dico?’

Dopo pochi secondi arriva la risposta.

digli ‘okay’’

 

“Okay” ripeto ad alta voce, come da suggerimento.

“Okay cosa?” risponde Zayn, visibilmente turbato.

“Me lo sono dimenticata.. è stata Gin a dirmi di scrivertelo!” farfuglio grattandomi il mento.

Minchia, oggi mi prude tutto.

“Gin! Smettila di dire ad Elisa quello che deve fare!” urla il moro alla brunetta.

“Fottiti Zayn” risponde lei in lontananza.

“Stronza..” mugugna il moro. “Okay, mi sono allontanato.. ora possiamo parlare”

Sorrido al telefono, ma mi rendo conto che lui non può vedermi, perciò smetto di colpo.

“Ah, buona vigilia” sbotto poi riuscendo finalmente a tornare in me ed a dire una cosa sensata.

“Grazie, anche a te..” risponde lui mestamente.

Ci sono alcuni attimi di silenzio.

“Prima non mi hai risposto.. che farai oggi?” domanda dopo un po’ per rompere il ghiaccio.

“Penso che andrò al centro commerciale.. ho ancora dei regali da fare” rispondo mordicchiandomi il labbro.

“Ah..”

Ancora silenzio.

“Beh, allora.. ci sentiamo” mi congedo io per prima, mentre mi prendo a pugni mentalmente.

Stupida,

stupida.

“Va.. bene..” risponde lui con una pesante nota di delusione nel tono della voce.

“Ciao”diciamo all’unisono, ma quando sto per farglielo notare, sento il ‘tu tu’ della linea libera farmi da sottofondo.

 

# Ginevra

 

“Mooo” ulula Niall strofinando il naso alla mia spalla.

“Che cosa cazzo vuoi, Niall?” sbotto scocciata, dopo la undicesima volta che mi chiama in quel modo.

“Mooo sta per aMooo” fa lui mordicchiando il tessuto del mio maglioncino.

“c’ero arrivata” mugugno concentrandomi sulle unghie smaltate di un rosso particolarmente natalizio.

“Sto per chiederti una cosa, ma trattieni le tue emozioni, ok?” farfuglia lui facendo una strana espressione da papera con la bocca.

“Vuoi chiedermi di sposarti? Davvero? Ma non sarà troppo presto?voglio dire, ti direi di si, ma abbiamo ancora così tante cose da fare: io devo laurearmi, tu dovrai far si che ‘V’ stia solo per la lettera con cui inizia il mio organo riproduttivo, dovrei farmi un intervento per ingrandire il seno e poi dovremmo farci un tatuaggio con scritto ‘she’s my Harry’ e ‘he’s my Louis’” sbotto tutto d’un fiato voltandomi di scatto verso di lui.

Il biondo inarca un sopracciglio. “In realtà volevo chiederti se hai visto il mio pullover grigio”

“CHE COSA?” sbotto alzando così tanto il tono di voce, che per un attimo vedo Harry affacciarsi dall’altra stanza per controllare che la testa –o le palle- di Niall siano ancora al loro posto.

“IO PENSO AL NOSTRO FUTURO E TU MI CHIEDI DEL TUO PULLOVER?” continuo, facendo sbucare anche la testa di Lou.

“ NO CHE NON L’HO VISTO QUEL PULLOVER DI MERDA!”

E quando sbuca anche la testa di Zayn, gli lancio contro un soprammobile.

Non lo reggo proprio il pakistano, oh!

“ma, moo, me l’hai regalato tu” ammicca Niall arricciando le labbra.

“ah, giusto..” borbotto dandogli le spalle. “e stai fermo con quelle cazzo di labbra, sembra che tu stia imitando gli animali della fattoria di Celestino e Celestina!”

La faccia di Niall si irrigidisce e lui si impegna per non fare alcun tipo di smorfia.

“Ora sei rigido come la tavoletta del mio cesso” ringhio tirandogli un colpo in testa.

“Aia, cazzo, ma che ti prende?” sbotta lui iniziando ad agitare le braccia come un polpo impazzito.

“Sono nervosa, si può?” borbotto abbassando lo sguardo.

Lui non risponde, ma le sue braccia mi avvolgono il corpo ed il suo mento si incastra nell’incavo del mio collo.

“Sei bella quando ti arrabbi” mugugna contro la pelle sensibile di quel punto.

“E tu sei un rompicoglioni, ma ti amo tanto” rispondo buttandolo sul materasso, per poi iniziare a lasciargli una scia di baci su tutto il collo.

“Ecco i porcellini d’india” ci canzona Zayn, ancora affacciato.

Lo ignoro e la cosa sembra meravigliarlo.

“Ho detto P.O.R.C.E.L.L.I.N.I” ribadisce sottolineando ogni lettera di quel nomignolo.

Comincio a sbottonare la camicia di Niall sotto gli sguardi sconvolti di entrambi e gliela tolgo del tutto baciandolo con foga.

Zayn resta sulla soglia senza parole, ma quando accenno a sfilargli i boxer, scappa urlando per il corridoio.

Missione compiuta, posso rivestire il mio povero ragazzo.

“Mi hai usato!” sbotta lui offeso mentre gli riabbottono la camicia.

“era per una buona causa, fagiolino” cinguetto dandogli un bacino sulla punta del naso.

“ora come minimo per farti perdonare devi farmi un p…”

“NIALL!”

“scherzavo, scherzavo.. intendevo dire che devi aiutarmi a cercare il mio pullover”

Lo guardo riducendo gli occhi a due fessure e poi sbuffo.

“okay”

Lui sorride vittorioso e mi da un bacio veloce sulle labbra.

“Ho il sospetto che sia in garage nella macchina” fa stiracchiandosi goffamente.

“perfetto, andiamo” mugugno alzandomi in piedi. “Muovi quel culo secco!”

“Ehi, il mio culo non è secco!” sbotta lui offeso mentre usciamo dalla stanza.

“volevo evitare di chiamarti culetto d’oro, ma se ci tieni..” ridacchio strizzandogli una chiappa.

“sempre meglio di culo secco!” farfuglia percorrendo il corridoio. “noi andiamo in garage!” urla poi riferito agli altri due.

“okay, ma non chiudetevi dentro, che la saracinesca con questo freddo si ghiaccia” risponde Louis in lontananza.

“che ha detto?” domando a Niall una volta fuori dalla casa.

“Boh” risponde lui facendo un’altra delle sue smorfie.

Devo reprimere il mio istinto di sferrargli un gancio destro in bocca, mentre facciamo il giro della villetta, arrivando al garage posizionato sul retro.

La neve ed il ghiaccio rendono scivoloso il terreno e per poco non mi rompo l’osso sacro con una caduta.

“ridi, ridi, che domani muori” borbotto alzandomi in piedi.

Niall apre la saracinesca col telecomando e lei fa un po’ di fatica, ma comunque si tira su.

“Tu controlla avanti, io dietro” ordina lui dirigendosi verso l’auto.

“Niall, chiudi la saracinesca, con tutta questa neve che entra rischiamo di allagare il garage” rispondo aprendo la portiera dell’auto.

Lui fa come gli ho detto ed iniziamo la ricerca.

Dopo venti minuti buoni, riusciamo a trovare quel fottuto pullover.

“ce l’ho!” sbotto sollevandolo come un trofeo.

“ooh, San Patrizio, grazie” impreca lui alzando le mani al cielo.

“Niall, l’ho trovato io, non San Patrizio” borbotto inarcando un sopracciglio.

“..ooh, Santa Ginevra, grazie” ripete lui balzandomi addosso e iniziando a seminarmi una miriade di baci ovunque la pelle non sia coperta dal tessuto dei vestiti.

“okay, ora possiamo andare” faccio il alzandomi in piedi, visto che mi ha praticamente atterrata.

“Si, aspetta” risponde Niall prendendo il telecomando.

Preme il bottoncino e la saracinesca fa uno strano rumore, ma non si alza. Ci prova ancora, ma continua a restare calata.

“oh oh” rantola il biondino voltandosi verso di me.

“Cosa cosa cosa?” sbotto strappandogli il telecomando dalle mani “non è possibile!”

Inizio a premere il tastino convulsivamente.

“smettila, così lo rompi” mi rimprovera lui riprendendoselo, poi sentiamo il rombo di un motore sempre più forte e ci ricordiamo che Louis, Zayn e Harry devono andare a fare una commissione.

Ci guardiamo pensando la stessa cosa e corriamo fino alla saracinesca cominciando a tirare calci e pugni urlando i nomi di quei quattro cazzoni, che tanto per cambiare, non sentono e se ne vanno.

Mi tasto le tasche dei pantaloni alla ricerca del mio cellulare, ma poi mi viene in mente come un flash l’immagine di me, mentre esco dalla stanza con Niall, che do un’occhiata alla stanza e lo individuo posato sulla scrivania, insieme a quello del biondo.

Lascio le braccia cadermi lungo i fianchi e sbuffo, sconfitta.

“ e ora?” domando guardando Niall che ha gli occhi sbarrati.

“e ora aspettiamo” risponde sedendosi per terra.

“fa freddo..” mi lamento accoccolandomi vicino a lui.

Le sue braccia mi cingono le spalle. “già..” soffia pensieroso stringendomi forte a se.

Bella vigilia di merda.

Prima mandiamo a fanculo il pranzo coi miei e mo rimaniamo chiusi nel garage.. no, carino..

 

 

#Sara

 

Mi sorprendo di come la gente possa passare anche la vigilia di Natale a fare shopping.

Capisco chi deve fare ancora qualche regalo, ma mi sembra assurdo vedermi passare metà della popolazione Londinese sotto gli occhi, al negozio.

Ebbene si, io, Sara Lewis,  lavoro anche il ventiquattro dicembre, per portare un po’ di cibo alla bocca di quella sfaticata di Elisa.

Che vita (mo ci vuole) de mierda.

Passa l’ennesima cicciona con una collana di swarovsky in mano che mi chiede di farle un grazioso pacchetto regalo per quella sottospecie di lampadario che chissà chi dovrà accettare con un falso sorriso, fingendo che gli piaccia.

Che poi, parliamoci chiaro, non può piacere a nessuno una simile schifezza! Sembra il brillocco di carta stagnola di Willwoosh nella parodia di Titanic!

Incarto il gioiello con un sorriso falso e lo rendo alla donna che fa assumere una strana forma a quelle labbrone contornate da uno spesso strato di matita troppo scura.

“Arrivederci e grazie per averci scelto” biascico a denti stretti, trattenendo a stento un conato di vomito.

Passano le ore ed io mi riduco ad essere ancora lì, alle quattro del pomeriggio.

“Sara” mi chiama il gestore del negozio facendomi segno con una mano di avvicinarmi.

“comincia a sistemare la cassa.. oggi è la vigilia e sembra iniziare una bufera di neve, chiudiamo in anticipo” mi annuncia facendo finalmente prendere una piega positiva alla mia giornata.

L’idea di dover restare lì fino alle otto di sera mi seccava abbondantemente ed ora mi si è aperto tutto un mondo.

“d’accordo” rispondo con un sorriso andando ad aggiustare la casa, come ordinato.

Dopo un quarto d’ora appena, è già tutto pronto per la chiusura ed io vado a raccogliere la mia roba.

“Buon Natale” saluto posando una mano sulla maniglia della porta d’ingresso.

“buon Natale cara” risponde la moglie del gestore mandandomi un bacio a distanza.

Ricambio il sorriso ed apro la porta guardando le mie scarpe ricoprirsi della neve sporca presente per strada, ma sollevando lo sguardo al cielo, mi rendo conto che ne sta scendendo di nuova.

Il signor Harrison aveva ragione, sta per arrivare una bufera.. dovrei tornare a casa.

Punto per la prima volta lo sguardo davanti a me ed incontro per la seconda volta nella giornata, la persona più inaspettata fra tutte.

Quegli occhi rabbiosi intrisi nel cioccolato, le guance leggermente arrossate per il freddo e le labbra violacee strette ed arricciate.

“Liam” soffio sorpresa creando una fitta nuvoletta di condensa che si disperde subito nell’aria.

“Sara..” mi imita lui restando però immobile, senza cambiare di una virgola neanche quell’espressione corrucciata.

“Che sei venuto a fare?” domando riprendendo possesso del mio corpo e facendo qualche passo in un’altra direzione, ma facendogli capire che mi aspetto mi segua.

“Dovevo parlarti” risponde lui apparendo al mio fianco pochi attimi dopo, mentre tiene il passo.

“allora parla” ammicco cercando con tutte le mie forze di continuare a guardare di fronte a me.

“Non avrei dovuto portarti Claire.. oggi..” sussurra lui facendo lo stesso.

“non è un problema” mento, affondando le mani nelle tasche del cappotto di panno verde acqua.

“ah..” risponde abbassando lo sguardo, senza smettere di camminare. “meglio così..”

Si crea un imbarazzante silenzio e mi obbligo a dire la prima cavolata che mi viene in mente per spezzarlo.

“Sai, qualche giorno fa è entrato in negozio un bambino che ti somigliava davvero tanto” sussurro al pensiero di quel bambino grassoccio dagli occhietti dolci che è venuto la settimana scorsa al negozio, chiedendo un consiglio per un regalo da fare alla sua mamma.

La sua risata esplode nell’aria ed al suo suono, il mio cuore fa una capriola.

Mi è mancato così tanto sentirla ogni mattina, sentilo ridere per le mie frasi senza senso e le minacce di morte che gli mormoravo contro quando cercava di svegliarmi, sentirlo ridere quando in pullman sale una persona buffa e quando i miei capelli prendono una forma strana.. mi manca sentirlo ridere quando non ho bisogno d’altro, se non del suo sorriso.

La sua risata gutturale, insieme ai suoi vecchi ‘Ti amo’ pronunciati con voce roca e graffiante, è la colonna sonora dei miei sogni.

Sono così felice di risentire quel suono, che non mi accorgo di quanta tristezza stia sfogando con quella risata.

Scuoto la testa, imponendomi di scacciare quelle fantasie dal mio stupido cervello, per poi rendermi conto che ha smesso di ridere e che ora mi sta guardando con un sorriso amaro appena accennato sulle labbra.

“e.. che cosa ha fatto?” domanda guardando il sottile strato di neve fresca che si è già formato al suolo.

“Ha cercato di comprare una collana a sua madre con dieci sterline” ridacchio grattandomi la nuca.

“Un bimbo ingenuo..” risponde lui alzando gli occhi al cielo. “Hai ragione, mi somigliava” mormora poi, con una pesante impronta di tristezza nel tono della voce.

Senza capire quello che sta cercando di dire, poso lo sguardo di lui, aspettando che si volti..

Ma non lo fa.

“Sono stato ingenuo perché ho pensato che tu fossi sincera quel giorno, mentre provavi davanti allo specchio mille modi per dirmi che mi amavi..” iniziò ad ululare a bassa voce, ferendomi dritta al cuore.

“Sono stato ingenuo, perché ti ho dato fiducia”continua incrinando la voce, per via delle emozioni.

Ed arriva la seconda pugnalata, dolorosa e inaspettata come la prima.

“Sono stato ingenuo perché credevo che con te avrei trovato un porto sicuro..” mormora poi abbassando di colpo lo sguardo.

Sento il mio cuore fermarsi, quando vedo delle lacrime gelide scivolare giù dalle sue ciglia lunghe, fino alle guance arrossate per il freddo.

Lo sto facendo soffrire, ancora una volta.

“Liam..” tento di dire, sentendo anche io le emozioni premere forte contro ogni parete del mio corpo, rivestendo i miei occhi di uno strato di lacrime che ben presto avrei versato.

Tu mi hai rovinato la vita!”urla lui con voce incredibilmente dura. “e continui a farlo ogni giorno!” continua.

La terza, dolorosa pugnalata raggiunge il mio povero cuore agonizzante ed in questo momento, sento tutto ciò che sono andare in pezzi.

Fa questo l’amore?

Ti rende così tanto dipendente dalle labbra dell’altro, da farti spezzare per due semplici frasi?

Si, lo fa. Questo è il mio amore.

“Claire mi ha appena lasciato, perché si è accorta che sono ancora innamorato di te!” urla ancora non rendendosi conto di quanto mi stia uccidendo quella sua espressione, quelle sue parole.

Tuttavia mi fermo e realizzo.

Lui ha detto che..

“Sono ingenuo” interrompe di nuovo i miei pensieri. “ perché Sara,  nonostante io mi sia impegnato per non farlo, per odiarti e per dimenticarti.. ti ho perdonata”

Può l’amore, annullarti, distruggerti, toglierti la vita.. e restituirtela appena un attimo dopo?

Fa questo l’amore?

Si, lo fa.

A quelle parole, sento le mie ginocchia cedere e, incapace di evitare in qualunque modo di cadere, scivolo verso Liam e la mia faccia sprofonda contro il suo petto, mentre mi esibisco in un pianto liberatorio, che serve solo a smaltire tutte le cose brutte che mi ha detto prima.

Le sue mani mi hanno raggiunto i fianchi da subito ed ora mi circondano la schiena, spingendola contro il suo busto ed imprigionandomi in quell’abbraccio pieno di dolore, ma che rappresenta il nostro ritorno alla vita, all’amore.

“Liam..” rantolo fra i singhiozzi ed i lamenti di un pianto che non riesco ad interrompere.

Lui freme e respira affannosamente contro la mia spalla.

Sta piangendo insieme a me.

Sento le sue braccia stringere più forte la mia schiena e le sue labbra calde premere contro il mio collo.

“..ti amo” sussurro beandomi del suo tocco.

 

#Elisa.

 

Sono le sette del pomeriggio ed il centro commerciale ancora è pieno di gente che corre da una parte all’altra, senza sosta.

Donne che entrano al supermercato, uomini con grandi buste piene di regali e bambini che fanno la fila per sedersi sulle gambe di un uomo con la barba bianca adesiva ed un costume rosso.

Ogni giorno è una specie di agonia, da quando tutto per me è cambiato..

Ho cercato di nasconderlo, di concentrarmi su altro.. ma appena mi distraggo, i miei pensieri finisco lì.

Da Zayn.

Io l’ho tradito, l’ho deluso.

Non merito di aspettare con lui la mezzanotte, per abbracciarci forte e sussurrarci gli auguri di Natale.

Non merito di sedermi con lui ai piedi dello stesso albero e scartare i regali

E lui insiste con questo suo ‘non farmi sentire in colpa’, che è la tortura peggiore che si possa infliggere ad un essere umano.

Perchè, dopo tutto quello che gli ho fatto, lui non mi tratta male, non mi ferisce e non mi dice le cose brutte che Liam ha detto a Sara?

Perché non si arrabbia e non mi urla contro?

Perché non fa nulla che possa scatenare in me una reazione di qualunque genere?

non fa tutto questo, perché vuole farmela pagare.

Perché sa che se mi attaccasse io troverei un pretesto per arrabbiarmi, così da giustificare le mie azioni passate con un ‘tanto era un coglione’.

Perché sa che sarebbe la via più semplice verso la mia liberazione dai sensi di colpa e dal dolore.

Lui non mi ha affatto perdonata.

Le idee che mi frullano in testa sono talmente strane che se le scrivessi su un foglio e rileggessi in seguito, mi darei da sola della pazza.

E la più folle in assoluto, è guarda caso quella che al momento mi pare più ovvia e giusta.

Senza darmi il tempo di esitare e ripensarci, digito il numero di Zayn sul cellulare ed aspetto impaziente di sentire la sua voce.

Dopo appena tre squilli, lui risponde tranquillo con la voce leggermente impastata.. oserei dire che si è appena svegliato.

Subito balenano nella mia mente le immagini di pochi mesi prima, quando mi bastava voltarmi nel letto per vedere il suo viso rilassato e le palpebre calate in una tenera espressione di pura tranquillità, immagini che faccio il possibile per scacciare dalla mia mente, dal momento che lui è dall’altra parte del telefono ed aspetta che io parli.

“..Eli?” azzarda dopo un po’, come se il mio nome non mi apparisse sul display del telefono!

Dio che commediante!

“oh” rispondo secca, dimenticandomi per qualche attimo di averlo chiamato io.

“Dimmi”  sussurra rauco.

“Volevo dirti che..” inizio, sentendo piano piano le parole aumentare di peso nel mio petto e trasformarsi in macigni. “ io non ti merito.. non merito il tuo amore, la tua amicizia.. io non merito neanche di pensarti”

Lo sento sospirare.

“..Eli..” cerca di calmarmi, ma le parole escono dalla mia bocca come fiumi le cui acque instancabili trascinano tutte le emozioni ed i miei ultimi pensieri.

“no, ascolta. Io e te c’abbiamo provato, tu sei sempre stato fantastico, mentre io ero solo una stronza codarda e continuo ad esserlo, perché dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutte le notti in cui ho pianto perché ti avevo perso, io non sono riuscita a dirti ‘ti amo’! Tu per me sei troppo perché mi hai perdonata, mentre io con te non l’avrei fatto! Sei troppo perché sei un ragazzo d’oro e sei bellissimo, mentre io faccio schifo sotto ogni punto di vista. Sei troppo per me perchè quando tu hai fatto lo sforzo di perdonarmi, io ho saputo solo ripetere a me stessa che lo facevi per punirmi, perché sapevi che era l’unico modo per non farmi trovare pace. Io sono troppo poco per te, perché sono una squallida stronza che dopo tutto quello che hai fatto, ti lascia per telefono e ti dice che non può funzionare, anche se è innamorata di te.

Non possiamo stare insieme, né come amici né come amanti, perché l’amore non è una cosa fatta per quelli come me.

L’amore è un sentimento puro, bello e Dio solo sa come mi sono sentita quando l’ho assaporato con te, ma io sono marcia ed infetto tutto quello che tocco, voglio essere sicura di preservarti dal mio veleno, di proteggerti.

E questo è il modo migliore.” Dico tutto d’un fiato, non curandomi del tombale silenzio che c’è dall’altro lato.

Non aspetto che risponda, riaggancio e spengo il telefono, mentre sento ammontare dentro di me un profondo senso di disperazione.

Quelli come me, sono senza speranza..

Noi non abbiamo alcuna chance di essere persone migliori, siamo destinate a vivere nel nostro dolore ed in quello che provochiamo agli altri.

La mia fiaba preferita?

A Christmas Carol.

Perché parla di un uomo avaro e povero d’animo che cambia solo dopo aver visto quello che gli sarebbe successo se non l’avesse fatto.

Non lo fa perché capisce di sbagliare, non lo fa per aiutare gli altri.

Lo fa perché è ciò che più gli conviene e così sarà per me.

Sarò una persona migliore solo quando mi converrà, ma le cose per me non cambieranno mai, perché questo è il mio cruccio, questo è il mio castigo.

“Dì un po’, ragazzina. Hai finito?”

Una voce profonda, roca e matura mi fa quasi sobbalzare dalla panchina su cui sono seduta.

“Porca pu.. e lei da dove diamine è uscito?” sbotto sconvolta, alla vista di un uomo barbuto e vestito di rosso che è seduto al mio fianco.

“sono venuto perché ti ho sentito dire delle cose orribili!” risponde lui, con un non so che nel tono che mi sa di rimprovero.

“Adesso i babbi natali del centri commerciale origliano anche?” schiamazzo atterrita da quella situazione che ha interrotto i miei depressissimi monologhi interiori.

“Sei una ragazza orgogliosa, Elisa, ma sei anche dotata di buon senso e capirai sicuramente che io non sono una persona da cui bisogna difendersi con denti ed unghie” risponde lui, rivolgendomi un sorriso premuroso.

“Ehi aspetta, come sai il mio nom… ahh, vabbè, lasciamo stare” mugugno sconfitta afflosciandomi su quella panchina.

Dire che ho l’umore sotto i piedi è un eufemismo, davvero, non rende affatto l’idea di come mi senta in questo momento.

“Sono solo un uomo travestito da babbo natale, ma sono anche un ottimo ascoltatore e non ci vuole una laurea per capire che hai bisogno di sfogarti..” afferma guardandomi intensamente.

Gli lancio uno sguardo che sa di supplica.. non so se lo prenderà come un modo bizzarro per chiedergli di andarsene, o di restare.

Mi sorride dietro quella barba che però non sembra adesiva come quella degli altri.

La mia aspettativa migliore per questo Natale era passarlo da sola a casa aspettando che quella microcefala di Sara tornasse a casa, sfogarmi con un babbo natale del centro commerciale almeno servirebbe a rendermi più originale.. perciò cazzo, perché perdere una simile occasione per sfogarmi?

“C’è questo ragazzo che sta cercando di riallacciare i rapporti con me, nonostante io lo abbia tradito e deluso.. la cosa mi rende felice, ma non fiera di me! Perché non è giusto che io non paghi per quello che ho fatto, non è giusto che io venga perdonata senza neanche aver fatto chissà quale sforzo.. è.. ingiusto” mormoro sconsolata, guardando il pavimento, quasi come se potessi trovarci scritta una risposta, un suggerimento per scappare via da quella situazione e non doverla affrontare mai più.

“Qual è il tuo rimpianto più grande?” domanda poi voltando completamente il busto verso di me e fissandomi dritta negli occhi con quelle sue iridi blu elettrico, che trasmettono gli stessi brividi di quando vai sulla neve a piedi nudi.

“oh, ne ho così tanti.. ma suppongo che sia..” inizio sorridendo per la caterva di risposte che mi passano davanti agli occhi, tuttavia una sola sembra la più intensa.. il mio rimpianto più grande. “non avergli detto che lo amo” ammicco senza riuscire a interrompere il contatto visivo con quegli occhi dal colore gelido, ma abbastanza caldo per dare sollievo ai cipigli del cuore.

“E allora che aspetti? Diglielo!” risponde lui, come se fosse una cosa più che ovvia.

Distolgo lo sguardo, sentendomi incredibilmente stupida.

Lui non poteva aiutarmi, è solo un uomo con un costume rosso che viene pagato per far sedere sulle sue gambe dei bambini, anche i più obesi, a costo di rimetterci entrambe le ginocchia.

“oh, ma non dica stronzate” mugugno tornando a puntare lo sguardo sui passanti che si fanno i beati cazzi loro, al contrario di ‘sto pagliaccio seduto vicino a me.

“Ascolta, Dio traccia personalmente le strade che percorreremo nella nostra vita, ma non si cura delle piccole cose che ci impediranno di procedere, di quei piccoli ostacoli come l’amore.. in certi casi bisogna uscire dagli schemi e non aspettare che si spostino da soli, non cercare di aggirarli…in questi casi bisogna dimostrare che l’orgoglio è solo una piccola sfaccettatura del nostro carattere di cui non siamo schiavi ed abbattere i muri che ci ostacolano!” sbotta lui, diventando subito incredibilmente serio, ma anche premuroso. “non arrenderti, dimostra a te stessa che quello che provi per lui è più forte dell’odio che nutri verso te stessa”

Non è niente di nuovo quello che gli sto sentendo dire, eppure in questo preciso istante quelle parole sembrano avere un significato diverso.. non sono poi così stupide.

“Lei crede che io dovrei.. dirgli che lo amo nonostante non sia il momento perfetto che ho sempre sognato?” domando insicura, voltandomi di nuovo verso di lui.

“e me lo chiedi? Si cazzo!” sbraita lui agitando le braccia.

Un babbo natale che dice le parolacce non l’avevo mai sentito, ma suvvia, c’è una prima volta per tutto!

In fondo ha ragione.. io Zayn lo amo alla follia, penso che darei la vita anche solo per un suo sorriso.. per quanto ciò che ho fatto mi disgusti, il mio amore per lui è più forte di qualunque tipo di odio e lui non merita di stare male per un castigo che io mi auto infliggo.

Credo sia la cosa giusta..

Magari dopo le cose non cambieranno, magari mi allontanerò comunque da lui, ma a costo di morire questa stessa notte, Zayn saprà che lo amo.

 

#Ginevra.

 

In questo dannato posto di gela!

Perché sono dovuta uscire solo con una misera ed inutile felpa? E soprattutto, perché quel cazzone del mio ragazzo non si mette il maglione, dato che si sta congelando anche lui le chiappe?

Siamo sdraiati insieme per terra e lui mi tiene la mano, senza riuscire ogni tanto a contenere i tremolii del suo corpo messo a dura prova dal freddo.

Mi ha dato il suo pullover, vi rendete conto di quanto è tenero?

“Così morirai di freddo..” ammicco controllando appena la mia mascella indolenzita ed i miei denti che continuano a battere senza sosta.

“ abbracciami, così almeno morirò felice” biascica sorridendo della sua stessa frase mielosa, per cui in un altro momento lo avrei di sicuro rimproverato.

Non me lo faccio ripetere due volte e prima ancora che lui possa rendersene conto, sono già stretta al suo petto e sto già cercando di riscaldarlo con il mio stesso corpo.

“Sei tenera mentre cerchi di scaldarmi” sussurra guardandomi con quei suoi due pozzi azzurri.

“e tu sei un cazzone.. non dovevi darmi il tuo maglione!” sbotto acidamente, mentre gli strofino le mani contro le sue braccia ed il suo petto per produrre calore.

“Sai, credo di non piacere a tuo padre..” ridacchia lui creando tante piccole nuvolette di condensa nell’aria.

“è geloso.. quando eravamo migliori amici diceva che eri il suo preferito” rispondo rimuginando sui tempi passati e su come mio padre fulminasse la mamma con lo sguardo, quando lei mi diceva di fidanzarmi con il piccolo irlandese.

“Davvero?” domanda lui seriamente sorpreso.

“Già.. lui non credeva che ci saremmo mai messi insieme, perciò gli piacevi” sospiro il nell’incavo del suo collo e lui trema leggermente.

Abbiamo provato a stare in auto con l’aria condizionata calda a palla, ma dopo un po’ la benzina è finita ed il motore si è spento e poiché i sedili dell’auto sono in pelle, lì dentro farebbe ancora più freddo.

“Neanche io lo credevo..” sussurra lui mestamente.

Scorgo un pochino di tristezza nei suoi occhi, è naturale che ripensare a quei periodi difficili gli faccia ancora male..

“Però ora stiamo insieme, questo è l’importante, no?” mi affretto ad aggiungere io, per tirargli su il morale.

Anche se non sembra, se passo quasi tutto il mio tempo ad insultarlo e se più che una coppia di fidanzati sembriamo due coniugi reduci da millenni di convivenza e intolleranti l’uno verso l’altro, io il mio Niall lo amo. Il suo sorriso è capace di scaldarmi il cuore anche in situazioni gelide come questa, vederlo triste invece mi preme così tanto il cuore, da farmi provare del vero male fisico.

Se lo vedessi piangere probabilmente ci rimarrei secca.

Già vedo i manifesti funebri: ‘stroncata da un infarto, il suo cuore si è spezzato alla vista delle lacrime del suo fidanzato’

Tò, fa anche rima!

“Si, infatti” sorride lui sollevandosi sui gomiti.

Inizialmente non capisco cosa ha intenzione di fare, ma quando vedo il suo volto avvicinarsi al mio gli getto le braccia al collo e lascio che le nostre bocche si incontrino e si modellino l’un l’altra.

Ben presto la sua lingua prende a picchiettare contro il mio labbro, chiedendomi insistentemente il permesso per incontrare la mia.

Naturalmente gli viene accordato anche troppo velocemente e le nostre lingue possono finalmente sfiorarsi ed accarezzarsi a vicenda.

Inizialmente è un bacio delicato e dolce, ma lentamente si trasforma in qualcosa di più.

La delicatezza si trasforma in passione e la dolcezza in foga. Praticamente stiamo facendo sesso con i vestiti.

Improvvisamente, mi si accende una lampadina.

Credo di aver capito dove sta cercando di arrivare l’Irlandesino..

Niall allaccia le sue braccia alla base della mia schiena e capovolge la situazione, dando una chiara risposta alla domanda che mi sta frullando in testa:

‘Cercherà di fare sesso?’

Beh, direi proprio di si.

Sento le sue mani risalire i miei fianchi da sopra i vestiti e soffermarsi sul punto vita, per poi riscendere ed andare a premere contro il mio sedere per farmi allacciare le gambe alla sua schiena, tutto senza staccare un attimo le sue labbra ansiose dalle mie.

Sono felice di essere ad un passo da quel grande passo (?) eppure c’è qualcosa che mi infastidisce.. come un peso sullo stomaco o un’incertezza, che mi impedisce di partecipare come di solito facevo.

Evidentemente Niall se ne accorge e mette una mano dietro la mia nuca, spingendomi verso di lui per invogliarmi o per chissà quale altro motivo.

Mi sforzo proprio tanto di soddisfarlo affondando le dita nei suoi capelli biondi e accarezzandogli le fasce muscolari tese da sotto la maglietta, ma mi riesce tutto così difficile e non capisco neanche il perché.

Non vedevo l’ora di essere sola con lui, di sentire il suo respiro sulla mia pelle e le sue mani sul mio corpo, di unirmi a lui nel nostro momento perfetto, in un posto perfetto e ora che ci sono?

Ora che..

Io..

Io non ci sono.

Questo non è né il momento, né il posto perfetto.

Niall è perfetto, si.. lui lo è sempre.

Ma..

Non sono sicura di volere che la mia prima volta sia semplicemente come le altre.. deve essere speciale e in questo posto, al freddo, la sera della vigilia.. non lo è affatto..

“Amore, cosa c’è?” sbotta Niall esasperato, resosi conto della mia difficoltà. “Ho fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho toccato male o che ne so, ti ho forse..”

“Niall, non hai fatto nulla di sbagliato” mi affretto a rispondere, evitando che si faccia qualche sega mentale. “tu sei perfetto come sempre” 

La mia risposta sembra non soddisfarlo e i suoi occhi mi fissano attentamente, opacizzati da un velo di preoccupazione.

“è solo che.. non credo che questo non sia..”
“né il posto né momento giusto?” mi interrompe lui completando la mia frase. “L’ho pensato anche io..” completa sospirando.

Lo guardo perplessa.

“A-allora perché tu..?” tento di farmi capire indicando noi due ed il pavimento.

“Pensavo che lo volessi tu..” risponde lui facendo spallucce.

Rimango in silenzio per qualche attimo e poi gli getto le braccia al collo facendolo cadere all’indietro ed iniziando a schioccargli una serie di baci per tutta la faccia.

“Avresti fatto sesso con me quando non ne avevi voglia, solo perché credevi che lo volessi io?” domando fra un bacio e l’altro. “MA QUANTO SEI TENERO?”

Niall ride ed inizia anche lui a schioccarmi qualche bacio a tradimento, poi entrambi sospiriamo e ci sdraiamo nella stessa posizione in cui eravamo quando ci siamo scambiati quel bacio da cui ha avuto inizio tutto il resto e restiamo abbracciati per un sacco di tempo, beandoci ognuno della presenza dell’altro.

Alla fine un passo avanti l’abbiamo fatto, certo, non del tipo che intendevo prima, ma abbiamo entrambi capito che la prima volta insieme è troppo importante per improvvisarla, solo perché non si ha altro da fare.

Quando arriverà il momento, noi ci saremo, ma intanto possiamo continuare ad amarci come abbiamo sempre fatto.

 

#Sara.

 

Liam ha portato Claire nel mio negozio per comprarle un regalo, Claire ha lasciato Liam, Liam è venuto da me e mi ha urlato contro, io sono stata male, Liam mi ha detto che mi ama ancora e mi ha perdonata, io e Liam ora siamo insieme al parco.

Quante cose possono essere successe in una sola giornata?

Se ripenso a quello che ho passato in quest’ultimo mese quasi mi si blocca il respiro.

È stato un periodo orribile in cui io ed Elisa eravamo da sole con noi stesse ed i nostri sensi di colpa. Niente abbracci di gruppo, niente cene in casa tutti insieme, niente più Zayn e Liam.

C’era solo il dolore a farci compagnia ed a riempire le nostre giornate.

Ora invece è tutto diverso.

So che siamo ancora lontani dal rapporto, so che lui ci impiegherà tanto a fidarsi di me.. ma so anche che l’amore è restato ed è probabilmente più forte di prima, bisogna solo dargli il tempo di unirci ancora una volta.

Il cielo è coperto ed i raggi del sole filtrano appena attraverso quella coltre di nubi, tuttavia Londra splende per la neve bianca che la ricopre ed abbellisce.

Il piccolo parco in cui mi trovo è pieno di bambini che giocano a palle di neve e si rotolano sul manto bianco che ricopre il terreno, sprizzando energia e felicità da tutti i pori.

Anche io sono felice se li guardo, sento finalmente che qualcosa nella mia vita incasinata sta tornando al suo posto, dandomi la possibilità di ricominciare.

Mi volto verso Liam e lo scopro sorridere dolcemente con quelle sue guance arrossate dal freddo e gli occhi di cioccolata rivolti verso il cielo.

Sento che in quest’istante per me il mondo potrebbe scomparire, purché lui rimanga fermo in quella posizione ancora per qualche momento, così che io possa ammirare la sua sconfinata bellezza e sentirla ancora una volta mia.

Sul suo mento e la linea della mascella c’è un accenno di barba ed i capelli, tagliati un po’di tempo fa, sono ancora molto corti, ma mi piace anche così.

Liam non è il classico ragazzo che cattura il tuo sguardo giusto per il tempo in cui ti sta vicino, il suo volto dolce e l’espressione da bambino spensierato ti entrano in testa e fanno sì che tutti i tuoi pensieri ruotino tutti intorno a loro per giorni e giorni, fino a quando non lo rivedi di nuovo.

La seconda volta smetti di pensarci, ma te ne innamori.

Liam è bello, ma la sua è una bellezza che ti trafigge come una freccia in pieno petto, ti lacera e consuma come un uragano, ti colpisce dentro come il gelo invernale.

È come una sorta di malattia, se lo vedi, non lo scordi più.

Termino le mie riflessioni, ma quando riporto la mia attenzione a lui, mi rendo conto che i suoi occhi ora non sono più proiettati verso il cielo, ma dritti nei miei.

Ho quasi un colpo al cuore quando mi accorgo che sta ancora sorridendo e che le sue iridi brillano di meraviglia e ammirazione anche ora che sono posate su di me.

Ah, quasi dimenticavo.. quando ti guarda, senti di essere più grande, senti di avere il mondo in tasca, di essere tu la più bella sulla faccia della terra..

Catturare il suo sguardo e farsi sorridere da lui in quel modo, è un po’ come vincere alla lotteria: non capita a tutti, ma quella fortunata persona che ci riesce, si sente una vincitrice per tutta la vita.

Al pensiero di poterlo ammirare ancora una volta e non più da lontano, sento nel mio cuore farsi una crepa, eppure sorrido come se non ci sia null’altro al mondo di più bello che mi possa capitare, null’altro al mondo per cui rimanere in vita, se non lui.

“Oggi sei..” ammicco senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo da quegli occhi di cioccolata. “bellissimo”

Sarà l’ironia del destino, sarà che a Londra il tempo no né mai stabile, ma il questo preciso istante, mentre un sorriso esplode sul suo volto, le nuvole si spostano ed un raggio di sole colpisce proprio il parco in cui ci troviamo.

Lui solleva ancora una volta il viso verso il cielo e questa volta lo seguo a ruota.

C’è un piccolo spiraglio fra le dense nubi che ci coprono la testa e proprio in quel piccolo punto, il sole fa capolino, sorridendo a questa ridotta porzione di Londra.

Istintivamente gli sorrido a mia volta, ma quando abbasso nuovamente lo sguardo, sento un incredibile gelo colpirmi il viso, accompagnato da una leggera spinta.

Senza capire inizialmente che cosa sia successo, mi tocco, sconvolta, la faccia e guardando le punta delle dita scopro che c’è  sopra della neve.

Sollevo lo sguardo verso Liam, giusto in tempo per vederlo sorridere dispettosamente, prima di beccarmi una nuova palla di neve in faccia.

“TU!” sbotto incredula togliendomi la neve dal viso. “MI HAI TIRATO UNA PALLA DI NEVE?”

Il castano aggrotta la fronte ed incrocia le braccia sul petto arricciando le labbra.

“Può darsi..” risponde con nonchalanche dondolandosi sui talloni.

“Beh, può darsi, che io ora te ne tiri una per vendetta” mormoro stringendo gli occhi a fessura e simulando perfettamente un’arrabbiatura.

Liam non mi da nemmeno il tempo di chinarmi a raccogliere della neve, che me ne tira un’altra sul petto, per la quale quasi non cado a terra.

“Ma le tue sono palle di cannone!” sbotto massaggiandomi il petto dolorante.

“Tutto è lecito in guerra, babe” ridacchia lui stringendo fra le mani una manciata di neve.

Questa volta però sono più veloce io e con una palla di neve improvvisata lo colpisco ad una gamba.

“Mi stai dichiarando guerra?” domanda spalancando occhi e bocca.

“Ehi, ma sei stato tu a cominciare!” mi difendo piegandomi leggermente per farmi delle munizioni, praticamente certa che prima o poi mi arriverà una cannonata a tradimento.

“Zitta, donna” sbotta lui secco, stringendo gli occhi a fessura.

Spalanco la bocca, atterrita, ed inizio a lanciargli contro a raffica tutte le munizioni, finendo, come evidentemente si aspettava lui, a mani vuote.

Appena un sorriso malefico si stampa sul suo viso, capisco quali sono sempre state le sue intenzioni e farfuglio fra le labbra un ‘oh, merda’, quando lo vedo prendere la rincorsa nella mia direzione.

Cerco inutilmente di sfuggirgli, facendo galoppare le mie gambe nella direzione opposta alla mia, ma dopo appena qualche secondo sento il terreno mancare sotto i miei piedi e una salda presa stringermi i fianchi.

Appena riprendo coscienza, mi rendo conto di essere accasciata sulla sua spalla come un sacco di patate, con il petto premuto contro la sua schiena, il bacino contro la sua spalla e le gambe al suo petto. Per non parlare poi della testa a penzoloni.

“Avrai la giusta punizione, signorina” borbotta lui dirigendosi verso un cumulo di neve non molto lontano da noi.

“Oh, no.” Mugugno, vedendo al contrario la mia fine avvicinarsi sempre di più. “no, no,no!” continuo.

Lui ride e pochi attimi dopo, il mio timore diventa realtà e Flick mi scarica senza un briciolo di delicatezza nella gelida neve che, ovviamente, mi entra persino nelle mutande.

Sollevo a fatica la faccia da quel cuscino gelido di ghiaccio e neve e fulmino Liam con lo sguardo, mentre lui è troppo occupato a ridere per accorgersene.

Allora, mi viene il colpo di genio.

Noto il sottile strato di ghiaccio che ricopre il terreno sotto i suoi piedi e, per far si che ci scivoli sopra, lo tiro per il bordo del pantalone, ottenendo il suo immediato capitombolo, proprio su di me.

Liam rimane immobile per qualche attimo e il pensiero che sia morto mi balena nella mente, poi però estrae la faccia dal cumulo e mi guarda, con il viso completamente ricoperto di neve e ghiaccio.

Ci fissiamo impassibili per qualche secondo e poi scoppiamo a ridere entrambi come dei matti, mentre tutti i bambini del parco giochi iniziano a guardarci di sottecchi.

 

#Elisa.

Corro, corro come una matta per minuti e minuti, senza fermarmi neanche un attimo.

Ho scritto un messaggio ad Harry, chiedendogli dove si trovi Zayn in questo momento, e lui mi ha risposto che è ad una conferenza e che sono tutti disperati perché Liam e Niall non si trovano.

‘Perfetto’ penso fra me e me. ‘glielo do io uno scoop a quei giornalisti’

Il luogo in cui è stata fissata l’intervista è la sala conferenze dell’hotel Palace.

Ma io dico.

Prima il babbo natale mi parla di Dio, del futuro e di tutte quelle altre cose ed ora che sto correndo disperatamente verso il ragazzo che amo, per dirgli appunto che lo amo, scopro di non aver idea di dove si trovi il posto in cui devo andarlo a pescare?

Bella merda!

Sto per andare in iperventilazione, me lo sento.

Sempre correndo, fermo qualche passante chiedendo indicazioni e per primo, becco un tedesco che mi fulmina con lo sguardo e dopo aver arricciato naso e bocca, si tocca le parti basse.

Maniaco.

Poi becco una tipa con tutti i capelli all’aria che sembra uscita da un manicomio e mi urla contro che la fine del mondo è vicina.

Malata.

Arriva il turno della vecchia che sputa per terra imprecando, manco portassi sfiga.

Megera.

Mi metto le mani ai capelli continuando a correre, fino a che non intravedo un taxi in lontananza e sono costretta a spingere qualche bambino e vecchietto per arrivarci prima che salga qualcun altro.

“Hotel Palace” mugugno annaspando per il fiatone.

“Ma è dall’altra parte della città!” protesta l’autista guardandomi attraverso lo specchietto retrovisore.

“Ti pago il doppio, basta che muovi il culo!” sbotto esasperata, estraendo cento sterline dal portafogli.

Alla vista di tutti quei soldi, al tassista brillano gli occhi e dopo averli afferrati avidamente, mette in moto e parte a tutta birra verso la destinazione richiesta.

Durante il viaggio gli spiego la mia situazione e lui pare molto interessato e sceglie di prendere anche qualche scorciatoia per arrivare in fretta.

Minchia, non esagerava quando diceva che è dall’altra parte della città, ci arrivo dopo venti minuti buoni con tutte le scorciatoie!

Finalmente il taxi si ferma e l’autista mi augura buona fortuna mentre scendo dall’auto.

Rispondo con un ‘grazie’ veloce e tento di entrare nell’albergo, ma due omoni giganteschi mi si piantano davanti.

“Ha il pass?” domanda uno dei due, che sotto quegli occhiali scuri non si capisce se stia guardando me, visto che non ha neanche mosso la testa.

“Ehm, no.. ma sono la ragazza di Zayn!” sbotto convinta cercando di avanzare, ma quei due non accennano a spostarsi.

Entrambi scoppiano a ridere ed uno dei due si asciuga una lacrima da sotto gli occhiali da sole.

“Ma non avete neanche un po’ di fantasia, voi fan?” domanda quello che non aveva ancora mai parlato.

“Dite tutte la stessa cosa” aggiunge l’altro.

“Per prima cosa io non sono una loro fan e poi non sto mentendo!” sbotto gonfiando le guance per la rabbia.

Non posso rischiare che Gozzilla e King Kong mi rovinino tutto, non posso.

Prendo il telefono con mani tremanti per il nervosismo e digito il numero di Harry, aspettando impazientemente che mi risponda.

“Harry, sono io. Sono all’entrata dell’Hotel, ma ‘sti due scimmioni non mi fanno passare! Parlaci tu, ma non farti sentire da Zayn!” sbotto tutto d’un fiato, senza neanche dargli il tempo di dire ‘pronto’.

“okay, aspetta un attimo” risponde lui dall’altro lato, poi sento delle voci indistinte e le due guardie del corpo si posano un dito sull’auricolare, con il quale gli stanno sicuramente comunicando di farmi passare.

“Okay” risponde uno dei due, parlando col tizio dell’auricolare, poi lo sguardo di entrambi si posa su di me e si spostano leggermente facendomi cenno di entrare.

 Non me lo faccio ripetere due volte e corro dentro, seguendo le indicazioni che conducono alla sala conferenze.

Percorro un lungo, lunghissimo corridoio, che termina con una porta enorme a due ante.

Senza pensarci due volte le spingo, facendo irruzione con molta poca (?) grazia nella sala, dove tutti gli sguardi si concentrano improvvisamente su di me.

Vedo in lontananza Louis, Harry e Zayn su un palchetto e mi rendo conto improvvisamente di non aver neanche preparato un discorso da fare.

Mi limito ad attraversare velocemente la sala e fermarmi praticamente davanti al palco, attirando finalmente lo sguardo sconvolto di tutti e tre i ragazzi.

“Elisa?” domanda Zayn, incredulo. “Che ci fai qui?” aggiunge poi indurendo leggermente lo sguardo.

“Zayn ho detto delle cose terribili oggi al telefono, scusami, non avrei dovuto..” sbotto tutto d’un fiato, imponendo al mio cuore di rallentare il suo ritmo. “l’ho fatto perchè mi sentivo male per quello che avevo fatto e non capivo a cosa fosse dovuta la tua disponibilità a perdonarmi..

Ho sbagliato tanto con te, Zayn, e credevo che il modo migliore per farla pagare a me stessa fosse separarci, ma senza rendermene conto in quel modo stavo commettendo l’ennesimo sbaglio.

Credevo di essere abbastanza forte da farcela da sola, credevo che senza i sensi di colpa che affioravano i me con il solo guardarti sarei stata meglio, ma ora mi sono resa conto che lo ‘stare bene’ in una frase in cui non ci sia anche il tuo nome, per me non esiste.” Sussurro, con l’attenzione di tutta la stanza proprio su di me.

La tensione è alle stelle.

“Una persona mi ha fatto capire che l’amore è più forte di qualunque tipo di odio, che se si ama davvero bisogna saper dimostrare di non essere schiavi del proprio orgoglio, saper osare pur di raggiungere il proprio obbiettivo e non aspettare che sia il tempo a gettare acqua sull’incendio che si ha dentro al cuore. Ed io lo sto facendo Zayn. Sto mettendo la mia faccia, il mio nome e la mia vita davanti a giornalisti e telecamere, per dirti ciò che sento, ciò che penso e ciò da cui sono terrorizzata.

Per dirti a cuor leggero, quelle due famigerate paroline che per me hanno sempre avuto il peso di macigni..

Per dirti, Zayn, che io ti amo.”

Concludo senza riuscire in alcun modo a contenere quel sorriso spontaneo che al suono di quelle due parole ha cercato di esplodere sul mio viso.

Ho fatto quello che mi è stato detto, ho osato ed ho amato.

Ora posso anche andare via.

Senza aggiungere altro, mi volto ed inizio a camminare a passo svelto nella direzione da cui sono venuta sperando, pregando, di sentirlo urlare il mio nome e chiedermi di fermarmi.

Ma non arriva il benché minimo rumore alle mie orecchie, se non quello provocato dai giornalisti ed il loro fastidioso vocio.

Sono a pochi passi dalla porta e sento che appena la varcherò, il mio cuore farà trac e si spezzerà a metà.

Sono a pochi passi dalla porta e gli occhi punzecchiano fastidiosamente.

Sono a pochi passi dalla porta e tutti si chiedono cosa succederà.

Sono a pochi passi dalla porta, quando sento due braccia cingere il mio corpo da dietro.

Rimango immobile e chiudo gli occhi, ispirando quell’inconfondibile profumo di menta e tabacco riempirmi le narici.

Il mio cuore non fa trac mentre mi volto, ma boom.

I suoi occhi, quei pozzi dorati, traboccano di lacrime ed un indefinito sorriso gli attraversa il volto, mentre le sue mani salgono ad accarezzarmi il collo.

anch’io” sussurra enfatizzando entrambe le parole.

 In tutto quel tempo aveva potuto dirmi ‘ti amo’, ma mai ‘ti amo anch’io’.

Non faccio in tempo a sorridere anche io, che le sue labbra sono sulle mie ed iniziano a modellarle lentamente, chiedendomi ed ottenendo il permesso per accarezzare la mia lingua con la sua  e racchiudere in quel bacio, tutto ciò che abbiamo conquistato grazie a quelle due semplici parole.

 

#Sara

 

Torniamo a casa nostra..

Questa è la frase perfetta che io e Elisa abbiamo aspettato di pronunciare anche per troppo tempo.

Nel momento in cui ci siamo ritrovate davanti alla villetta dall’aspetto così familiare, è stato difficile trattenere le lacrime.

Stiamo tornando e questa volta senza alcun segreto da nascondere.

Ci siamo solo noi.

Io, Liam, Eli, Zayn, Louis, Harry e..

Aspetta, dove cavolo sono Niall e Ginevra?

 “Niall!” chiama Zayn girando per i corridoi della casa.

“Sorellina!” lo segue Louis.

“Ma dove diavolo sono?” domanda Liam, abbattuto.

Improvvisamente, Harry si blocca.

“Lou, dov’erano Gin e Niall quando siamo usciti?” domanda il riccio cercando di far arrivare l’amico alla risposta.

“In.. garage?” risponde lui senza capire.

“Esatto, cosa gli hai detto tu prima che uscissero?” continua Harry gesticolando come un malato.

“Di non chiudere la saracinesca perché altriment...” Anche Louis ha la fatidica intuizione “Oh porca merda” sbotta schizzando fuori dalla casa come un proiettile, seguito da tutti noi altri.

 

#Elisa

Mancano pochi minuti alla mezzanotte, mancano pochi minuti al Natale..

E quei due cazzoni non si trovano.

Dovevano per forza rovinare qualcosa, figuriamoci!

Il castano tenta di usare il telecomando, ma la saracinesca non si apre.

Mancano due minuti alla mezzanotte, spero davvero che siano lì.

I quattro ragazzi si piegano insieme e prendono l’estremità della porta metallica , pronti a sollevarla.

“Al mio tre” annuncia Liam, mandando uno sguardo d’intesa agli altri tre.

“Uno, due, tre!”

La saracinesca si tira su tutta d’un tratto, rivelandoci l’interno del garage.

Sul pavimento, al centro della stanza, ci sono sue persone sdraiate apparentemente addormentate.

Persone che tutti riconosciamo subito.

“GIN!” urliamo in coro io e Sara.

La brunetta sobbalza ed apre di scatto gli occhi, guardandoci con aria spaesata, seguita a ruota dal biondo.

“Ragazzi?” domanda stropicciandosi gli occhi, poi improvvisamente, le si illumina il volto. “RAGAZZI!” sbotta allargando un sorrisone.

Tutti quanti ci riversiamo nel garage per andarli ad abbracciare.

“Niall, sei ghiacciato!” constata Zayn strofinandogli le mani sulle fraccia infreddolite.

Il biondo fa spallucce ed io tono a concentrare la mia attenzione su Ginevra.

“Da quanto siete qui?” domanda Sara abbracciandola e tentando di riscaldarla.

“Circa sette ore e mezza” ammicca lei senza controllare i denti che le battono.

“Vieni qui..” mormoro io stringendola forte, poi, mentre siamo unite in un abbraccio di gruppo, la sento sussurrare.

“Come mai siete venuti tutti insieme?”

Io e Sara ci stacchiamo, lanciandole insieme uno sguardo d’intesa e lei si mette ad urlare e saltellare, abbracciandoci di nuovo.

Mi volto verso Zayn e lo vedo sorridere, mentre mi guarda.

Sono felice.

Dopo tanto tempo di buio sono felice di vederci tutti insieme, è.. meraviglioso.

“Ragazzi” ci interrompe Harry guardandosi il polso. “è mezzanotte ed un minuto”

Tutti ci guardiamo senza spiccicare parola e solo dopo un lunghissimo silenzio, la voce stridula ed acuta di Louis irrompe nella stanza.

“BUOOOOOON NATALE BELLI!”

Meccanicamente anche gli altri ragazzi si mettono a ridere ed a saltare.. e penso che non ci potrebbe essere cosa più bella di loro al mondo.

 

#Ginevra.

Non abbiamo né un cenone pronto, né l’atmosfera giusta per festeggiare il Natale, ma la nostra presenza ed il fuoco del camino, bastano a riempirci il cuore.

Alle prime ore del venticinque dicembre, noi siamo qui tutti insieme, a casa nostra.

“E signori e signore, abbiamo altre due cose per festeggiare!” schiamazza Harry in piedi sul tavolo, dopo essersi scolato un’intera bottiglia di vino.

“Fate uno speciale applauso alle coppie che sono state e che da oggi, sono di nuovo!” urla sollevando verso il cielo la bottiglia praticamente vuota.

Tutti ridiamo per il discorso sgrammaticato e privo di logica di Hazza, ma poi, lentamente, tutte e coppie della casa si uniscono in un tenero, perfetto bacio Natalizio.

Ilda è arrivata qualche minuto fa ed ora è accoccolata fra le braccia di mio fratello, mentre si scambiano un bacio decisamente casto, mi sembra assurdo realizzare che quello lì in piedi è il mio fratellone.. è davvero cresciuto..

Liam e Sara si abbracciano ed accarezzano il viso a vicenda, mentre si muovono lentamente su della musica che non avevo affatto notato prima.

Zayn ed Elisa stanno parlando, mentre ballano anche loro lentamente e si stringono reciprocamente, con una dolcezza che non credevo avrei mai potuto attribuire ad Eli, eppure sono così perfetti insieme.. il loro rapporto ‘travagliato’ per me è sempre stato un mistero, dato che sono fatti praticamente l’uno per l’altra.

Poi c’è Harry, che se ne sta lì sul tavolo e..

Suona il campanello.

“è arrivata!” sbotta il riccio saltando giù dal tavolo e correndo verso la porta.

Tutti ci voltiamo nella direzione verso cui è sparito e dopo qualche secondo, lo vediamo tornare mano nella mano con una ragazza dai lunghi capelli scuri ed una dolcissima espressione imbarazzata in viso.

“Ragazzi, lei è Francesca” Ci informa lui, che pare improvvisamente tornato sobrio. “L’ho conosciuta qualche settimana fa ad un meet&greet.. ci siamo innamorati al primo sguardo” sussurra, non curandosi di impedire ai suoi occhi di brillare come vere pietre preziose.

Tutti ci precipitiamo da lei a stringerle la mano calorosamente, presentandoci, ed ad abbracciarla.

“Posso chiamarti Cesky?” domando quando arriva il mio momento di presentarmi.

“In realtà tutti mi chiamano Cesca..” sussurra lei picchiettandosi un dito sul mento, poi sorride. “ma anche Cesky va bene”

Dopo un po’ di convenevoli, tutto ritorna alla situazione iniziale, beh, con la differenza che anche Harry ora ha una sua dama con cui ballare.

Sorrido guardando quella scena e mi volto verso Niall, che è rimasto con me per tutto il tempo, a guardare gli altri ballare.

“Ti va se..” sussurra lui accarezzandomi la mano.

“Balliamo?” lo interrompo stringendogliela forte.

Lui sorride radioso ed annuisce energicamente, portandomi al centro del salone, come tutti gli altri.

Siamo tutti un po’ cambiati in questi mesi.

C’è chi ha superato una sua paura e si è aperto all’amore,

c’è chi ha trovato il coraggio di perdonare,

c’è chi ha saputo cambiare opinione,

c’è chi è cresciuto,

c’è chi è riuscito a riparare a ciò che in passato era andato storto,

c’è chi è arrivato da poco, ma fa già parte di noi..

C’è così tanto, in questo anno ormai quasi al termine, che lasciarselo alle spalle è quasi triste..

Ma c’è un pensiero che ci consola:

dovesse arrivare una tempesta e portarci via, dovesse succedere un cataclisma, dovesse perfino finire il mondo.. noi non smetteremo di amare.

Noi non smetteremo di amarci.

HOLA CHICAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAASSS!

..
This is the end,maybe.


Tadaaa'. E questo è l'ultimo capitolo,pre-epilogo.  Triste,lo so çç Mi viene quasi da piangere.
Beh..che ne dite? E' vero,l'abbiamo pubblicato tardissimo,ma ci siamo
fatte perdonare,dai. Sono diciotto pagine,diciotto fottutissime pagine.
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Allora,devo andare tipo più veloce della luce perché ho il computer scarico e non trovo il caritore,yuppi.
Allora,vi piace?
Non so davvero cosa dire,il capitolo esprime già tutto.
Elisa è riuscita a dire ti amo.
Ginevra e Niall hanno capito che il momento giusto arriverà da solo.
Sara e Liam si sono aperti del tutto.
Harry ha trovato un nuovo amore.
CIAO CEKSY,DICIAMO A TUTTI CHE TU ESISTI,CHE SEI UNA NOSTRA AMICA E CHE SEI UNA LETTRICE. 
FATE SCIAO BELA A FRANCESCA c:
Okay,basta.
Non so più cosa dire..è tutto così triste çç
10%..devo muovermi lol
Ci vediamo al prossimo e ultimo capitolo ed hola chicas,che per la felicità di Paison,sarà scritto da tutte e tre.

#muchlove.
Elisa,Sara e Ginevra.

 

  
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