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Autore: Caster_Gamer    10/01/2013    1 recensioni
Storia scritta a qattro mani, ovvero quelle di SpinellaTappo98 e Matt_Kun, è più comune di quanto si possa pensare, perché racconta di una ragazza che s'innamora di qualcuno che non ricambia i suoi sentimenti, ma gli starà vicino nel momento del bisogno.
Intorno ai due protagonisti ci sono vari personaggi che avrete modo di conoscere, e chissà se avranno ruoli importanti nella storia...
Lieto fine o no? Per saperlo basta leggere.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Prologo

 

In ritardo.
Mia madre è in ritardo.
Anche oggi che è il mio primo giorno di superiori.
Per fortuna le ho detto che l'appuntamento a scuola era alle 8:00. In realtà i nuovi arrivati entrano trenta minuti dopo, ma conosco i miei polli. Ero matematicamente certa che avremmo fatto tardi. Non che mi importi del primo giorno di scuola, ma per me è fondamentale non tardare agli appuntamenti: la puntualità è simbolo di rispetto.
Comunque, come ho già detto oggi è il mio primo giorno di scuola, quest'anno frequenterò il primo anno alla scuola. Ciò significano nuovi professori e nuovi compagni, ossia nuovi volti e nuovi nomi da memorizzare. Non solo, dovrò anche imparare a conoscere i caratteri delle persone che sto per incontrare. Lo faccio ogni volta che cambio compagni di classe, perché in questo modo posso evitare di litigare con qualcuno. Io di certo non ho un buon carattere e preferisco saper prendere le persone nel modo giusto, diciamo che mi adatto ai diversi ambienti...
So che in classe con me ci sarà anche Miranda, la mia migliore amica sin dall'asilo.
Ah, ma non mi sono presentata.
Io sono Samanta Caracciolo, ho quattordici anni e sono alta circa 1,65 m. Non sono bella, quindi potete mettervi l'anima in pace. Ho un fisico robusto e la pelle pallida. Attenzione, ho detto pallida e non bianca. Io infatti sarei di carnagione olivastra, ma ho un pallore costante che mi fa sembrare tremendamente scolorita. Ad accentuare il mio pallore, ci sono i capelli lisci e di un castano talmente scuro da sembrare nero, che circa due mesi fa ho deciso di tagliare poco più sopra delle spalle. Di certo non sono la classica ragazza bella, alta, magra, bionda con gli occhi azzurri.
Un tipo così sembra più che altro Miranda. Ok, forse non è proprio magra, alta e bella. Ha solo un lieve accenno di pancetta, è alta un paio di centimetri meno di me e più che bella si potrebbe definire molto carina. Ma del resto io non sono un ragazzo, quindi il mio giudizio non conta molto.
"Ciao Sam!" com'è che si dice? Parli del diavolo...
"Ciao Miranda. Come mai non hai detto buongiorno come fai sempre?" lei ha una fissazione per il buongiorno e se non lo dice è strano, fidatevi.
La biondina mi fissa "Scusami, ma cosa ci sarebbe di buono nel primo giorno di scuola?"
"Ok, hai ragione. Questo non è un buon giorno!" ammetto. Poi la guardo un attimo e noto un lampo di luce attraversarle gli occhi. "Va bene. Dai sfogo alla tua crisi isterica..." e parte il conto alla rovescia prima dell'apocalisse.
Tre...ci voltiamo a salutare le nostre madri.
Due...le nostre madri se ne vanno.
Uno...le madri sono lontane ed io mi preparo alla crisi.
"MI. STO. CAGANDO. SOTTO. CAZZO!!!" ed ecco qui la vera Miranda. Diciamo pure ciao alla ragazza tranquilla e posata che appare in presenza di adulti. "Merda! Uccido quella zoccola di mia sorella appena la vedo! È stata tutta la mattina a prendermi per il culo perché io ho cambiato scuola e lei no! Ma quanti cazzo di anni ha, poi?" Non ricorda mai nulla.
Le tiro uno schiaffo non troppo leggero dietro la nuca "Non essere così volgare di prima mattina, idiota! E poi tua sorella ha nove anni, deficiente!" le dico abbastanza calma. Non mi piace che dica tutte queste parolacce di prima mattina. Per quanto mi riguarda non ne dico, i miei genitori non sono molto severi ma vogliono che quelle poche regole che hanno vadano rispettate. Così, non dicendone a casa, mi sono abituata a non dire parolacce anche fuori.
"E va bene, ma solo perché mi sto cagando sotto dalla paura!" l'unica che può far ragionare Miranda sono io, praticamente. Neanche i genitori ci riescono quelle volte che da in escandescenze a casa sua. Ma sta molto attenta a non farsi scoprire dai genitori. La madre è rigidissima e severa.
"Oh, scema! Pronta per la nuova classe tu?" riprende poi la bionda. Non siamo quel tipo di amiche che si dice "amore", "bella", "ti amo", "t.v.b" e simili. Noi ci chiamiamo "stupida", "scema", "idiota", "ignorante", "imbecille", "deficiente" o altri aggettivi del genere.
Mi lascio sfuggire un sorriso. Questo è il nostro modo di dimostrarci affetto. "Ignorante, ma con chi credi di parlare?! Ovvio che sono pronta! Cosa completamente inutile, dato che poi mi prende un attacco di panico quando devo parlare davanti agli altri..." eh già. Il mio difetto più grande.
"Che palle!" esclama Miranda. Le lancio un'occhiataccia "Ok, ok, scusa! Però lo sai che non ricordo mai i nomi! Pensa un po' ora che ne devo imparare altri trenta a momenti!" Beh, su questo ha ragione. Lei non ricorda mai i nomi.
Mentre Miranda si fa assalire dal panico, io mi guardo intorno. Ci sono troppi volti per distinguerli distintamente, ma ogni tanto incontro qualcuno che conosco e mi intrattengo con qualche convenevole. Ho scoperto che nella mia classe c'è un gruppetto di ragazzi che frequentava la mia stessa scuola, con me e Miranda dovremmo essere in cinque...Questa cosa non mi piace.

Troppe persone che mi conoscono e che sanno che alle medie non contavo nulla. Non che mi aspetti di più dalle superiori, intendiamoci...solo che mi sarebbe piaciuto divertirmi e fare le cose così, come mi andava. Oh, beh, fa nulla. Se c'è qualcosa che però ho deciso di fare assolutamente, è aiutare chiunque ne abbia bisogno. Spero solo che me lo lascino fare.
" 'Fanculo alla campanella del cazzo!" ed ecco un'altra uscita di Miranda che ci delizia con la sua finezza... "Sam è suonata la nostra di campanella! Però facciamo ancora in tempo ad andarcene da questo carcere!" propone. Non sta scherzando, la conosco.
Prendo la mia amica per un braccio e la trascino nella scuola. Primo fatto positivo della giornata: dei ragazzi tengono in aria dei cartelli con sopra indicate le classi. Almeno non ci perderemo. Pochi minuti dopo, dietro di noi si è formata una piccola fila. Guardo un po' quelli che saranno i miei futuri compagni di classe.
"Cazzo quello Sam! È un bonazzo della miseria, oh!" esclama Miranda in modo che solo io la senta. Mi sta indicando un ragazzo che verrà in classe con noi ed i suoi occhi brillano. Avevo già detto che ha una fissazione per i ragazzi belli? Il problema è che i ragazzi in questione, gran parte delle volte sono tremendamente idioti.
Decido che osservare il ragazzo non costa nulla.

Vediamo...bassino ma fisico asciutto e muscoloso, viso squadrato, occhi scuri e dei capelli corvini con una cresta spettinata. Non mi piacciono i tipi così. Troppo...comuni! Non hanno nulla in particolare, che li distingua dalla massa. Ma obbiettivamente è carino, anche se non mi piace... "Mh, carino..." e dal mio tono chiunque capirebbe che qualcosa mi distrae. Infatti, non presto più attenzione a Miranda perché ho ripreso a guardare i miei futuri compagni.
La mia attenzione viene canalizzata da tre persone.
Un ragazzo alto con capelli corvini legati in un codino che ha un'aria distaccata e fredda.
Una ragazza dai ricci castani e meches bionde che non ha smesso mai di ridere.
Un ragazzo dall'aria ansiosa e preoccupata che scruta tutto e tutti con i suoi occhi scuri ed impenetrabili, posti al disotto di una ribelle chioma di bronzo.

Quest'ultimo ragazzo mi colpisce particolarmente, forse perché quel suo sguardo ansioso mi ricorda un po' il panico di Miranda, o forse è il suo aspetto diverso dai soliti ragazzi...
"Che stai guardando?" la mia amica cerca di intercettare il mio sguardo provando a capire chi sto fissando.
"Niente, piuttosto meglio prendere i posti prima che gli altri occupano i migliori." le consiglio mentre lei sta ancora cercando nell'aula, quando mi sente annuisce e punta subito agli ultimi banchi, già occupati ovviamente.
"Cazzo ora dove ci sediamo!?"
Fa la drammatica, fortuna che so sempre cosa dirle.
"Per oggi prendiamo il secondo banco, almeno i professori crederanno che abbiamo voglia di studiare", o almeno io non penso di farmi bocciare.
"D'accordo." riesco a tranquillizzarla, quindi prendiamo il secondo banco che capita.
Nemmeno il tempo di ascoltare un altro suo commento che entra già la professoressa.
Pronta per cominciare un nuovo anno scolastico, per quanto una comune ragazza possa realmente esserlo...

  
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