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Autore: SilviAngel    10/01/2013    9 recensioni
Qualcosa di assurdo era successo.
Per quanto Stiles fosse oramai avvezzo a considerare l’assurdo la sua quotidianità, quello era troppo anche per lui.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 12      
“Derek non porta le mutande”
 
Stiles, conscio di essere braccato, entrò nella propria stanza e attese fino a quando un botolo non attraversò la porta semiaperta come una saetta per arrestarsi trafelato accanto alla scrivania.
“Allora, Scott ha confermato che questa sera o al massimo questa notte tornerai normale, immagino che tu non veda l’ora che accada. Pensando a tutti i film e telefilm che conosco, di solito da una trasformazione del genere se ne esce, come dire, nudi e crudi. Ecco perché ora dovrai farmi capire dove sono rimasti i tuoi vestiti. Forza, al lavoro” e sedendosi al centro del letto, afferrò il cucciolo e lo posizionò davanti a sé.
“Allora suppongo che siano a casa tua”
Derek mosse il muso su e giù.
“Ok. È plausibile che gli abiti che avevi addosso al momento dell’abracadabra siano esattamente nello stesso punto”
Nuovo cenno di assenso.
“Bene, ora la parte difficile: dove è avvenuto il fattaccio? Piano di sopra?” tentò il castano, ritenendo che fosse collocata lì la stanza del moro, ma Derek negò con il capo.
“Quindi piano di sotto. Dimmi che eri sul divano e io e te dovremmo presentare un numero simile al circo”
Il cucciolo fece segno di sì, abbaiando contento, mentre il figlio dello sceriffo alzava le braccia in segno di vittoria e subito dopo agguantava di nuovo il telefono, richiamando l’amico e obbligandolo a recarsi a casa Hale a recuperare quanto necessario.
Nel corso della conversazione, Stiles si distese sulla schiena e non appena avvertì che il lupo si era coricato accanto a lui, prese a far scorrere le proprie dita nella sua pelliccia, dimentico dei suoi stessi gesti, come se oramai fosse un gesto abituale.
 
Quando Scott, circa mezz’ora dopo, entrò dalla finestra nulla era mutato, Stiles e Derek erano coricati al centro del letto, accoccolati uno all’altro.
Il suo compagno di scuola stava leggendo un fumetto e l’Alfa, in quel preciso momento, lungo e disteso si stava godendo i grattini sulla pancia.
“Ehm” cercò di richiamare l’attenzione l’intruso e infatti gli occhi di entrambi gli occupanti della camera scattarono verso la finestra.
“Ciao, allora hai trovato quello che ti avevo chiesto?” e adocchiando la busta marrone che Scott aveva poggiato sul tavolo, prese a curiosarci all’interno.
“Ho preso tutto ciò che ho trovato, così eviterai spiacevoli situazioni domani mattina”
“Cosa?” domandò il castano “Ah, sì, situazioni spiacevoli”
“Comunque io non riesco a capire come tu abbia fatto a sopportarlo e vorrei proprio sapere perché con te è tutto scodinzolii e carinerie mentre con me non faceva altro che mordere e ringhiare”
“Non lo so Scott, domani glielo chiederemo ok?” ammise candidamente, scoccando un’occhiata per nulla rassicurante al cucciolo che spaventato da quella prospettiva, deglutì vistosamente.
“Ok, allora io vado. Buonanotte e spero che, tornato umano, non ti morda” e sparì nel buio.
 
“Allora vediamo se c’è tutto” esordì il liceale infilando le mani nella busta e iniziando a tirare fuori pezzo dopo pezzo quanto era stato trovato e sistemandolo sullo schienale della seggiola “pantaloni, maglietta, un calzino, ah no, ecco il secondo, poi le scarpe” chinandosi per posarle a terra “e…” scrutando con attenzione non trovò null’altro e voltandosi con gli occhi sgranati, affermò “Non ci sono le mutande”
Derek fece di tutto per evitare il suo sguardo osservando prima le proprie zampe e poi zone indistinte dei muri.
“Derek Hale tu non porti le mutande!” mera affermazione e non domanda.
Un guaito spontaneo, forse di imbarazzata ammissione, lo tradì.
“Oh mio Dio! Lo credo che poi sei sempre nervoso e irritabile” asserì convinto e in quel momento Derek posò gli occhi su di lui, non avendo compreso evidentemente il suo ultimo ragionamento e per questo Stiles riprese a disagio “Certo con tutto che ti si muove e va in giro dove vuole e la stoffa ruvida… ahh, smettila di farmi parlare di certe cose. Allora i tuoi vestiti sono qui per quando ti serviranno, ora recupero il sacco a pelo che di solito usavo in campeggio e poi ce ne andiamo a dormire”
Facendo seguire alle parole le azioni, dopo un paio di minuti, il ragazzo era impegnato a srotolare sul pavimento quando prima nominato.
“È meglio che tu questa notte dorma lì, così potremmo evitare quello che ha detto Scott, le situazioni spiacevoli”
 
Certo spiacevoli! Come se fosse spiacevole trovarsi addosso Derek di nuovo umano tutto tutto nudo! Ma a chi voleva darla a bere! La sua mente cavalcava libera nelle praterie, dal momento esatto in cui aveva concretamente pensato alla trasformazione e anche se al momento si sentiva le gote in fiamme, e non solo quelle, doveva stringere i denti e andare avanti.
 
Senza badare allo spettacolo che stava concedendo a Derek, Stiles si spogliò e sempre perso nel suo mondo si infilò pantaloni e maglietta prima di riavvicinarsi al letto e cercare di afferrare il lupetto.
Il cucciolo indietreggiò di quanto gli fu possibile, scuotendo il capo e uggiolando infelice.
“Smettila di tentare di impietosirmi, non attacca” borbottò, circondandogli il torso,  portandoselo al petto, con l’intenzione di abbassarsi per adagiarlo sul sacco a pelo.
Quel subdolo di un lupo, messo alle strette, agì d’impulso e allungando il musetto iniziò a leccare il collo e il viso di Stiles continuando a produrre gridolini strappalacrime.
“De-Derek… fermo! Smettila, ti prego, fermo!” cercò di arginarlo Stiles, ma il piccolo fece così tanto rumore da attirare lo sceriffo – salito per usare il bagno – nella camera.
“Che diavolo gli stai facendo figliolo?”
“Niente papà, sto cercando di convincerlo a dormire per terra, ma non ne vuole sapere”
“Allora? Ieri lo hai lavato per benino, fallo dormire con te. Che sarà mai! Domani andremo a comprare una cuccia tutta per lui. Vero bello?” e accarezzando la testolina del cucciolo, se ne tornò di sotto.
Regalando un’ultima leccata al naso di Stiles, Derek attese il verdetto.
“E va bene! Puoi restare ancora un po’ sul letto, ma prima di metterci a dormire fili a terra”
Ritenendo che al momento quella mezza vittoria fosse più che sufficiente, il moro scodinzolò contento di ritornare sulle morbide coperte – anzi addirittura sotto le coperte – del letto.
Alla fine tra un fumetto e una serie completa di carezze e sprimacciate al pelo folto del cucciolo, l’irreparabile accadde!
Stiles si addormentò, lasciando cadere l’albo sul petto e lasciando la luce accesa, Derek neppure si accorse di questa congiuntura altamente favorevole, dato che era stato il primo a crollare vittima del sonno.
 
Parte della notte passò e quando d’un tratto Derek si svegliò per lo stridore dei pneumatici di un’auto in corsa, si accorse di non essere più il dolce cucciolo attira coccole.
Era tornato alla sua forma umana e, come aveva predetto il ragazzino che gli dormiva accanto, era completamente nudo. Alzando lo sguardo dal proprio petto, ecco che la sua attenzione si cristallizzò sul volto disteso e rilassato di Stiles.
Come diavolo era possibile che lo trovasse così attraente e accattivante, divertente e intelligente? Già prima di essere costretto, dalle circostanze, a passare così tanto tempo con lui, si era accorto che la prima impressione – quella di un adolescente stupido e sfigato – era quanto di più lontano dalla realtà vi potesse essere.
Stiles era mille cose tutte insieme, certo continuava a parlare troppo, ad avere un talento naturale per infilarsi nei peggiori guai disponibili su piazza, ma al tempo stesso era il primo a buttarsi a capofitto in qualunque ricerca o missione di salvataggio, poco importava alla fine chi fosse in pericolo.
 
Allungandosi, cercando di muovere il materasso il meno possibile, Derek spense la piccola luce che l’altro aveva utilizzato per leggere e nella penombra che ora avvolgeva entrambi, riprese a dissetare la propria smania, osservando tutti i più piccoli dettagli del viso, dato che le sue capacità glielo permettevano.
Sfiorò lieve, con la sola punta di un dito, il profilo del naso che curvava all’insù e subito sotto, seguì il contorno della bocca, troppo morbida e carnosa per appartenere a un ragazzo, davvero irresistibile. Senza neppure accorgersene il proprio capo aveva iniziato a scendere e ad avvicinarsi a quei favolosi cuscinetti, ma all’ultimo si fermò, aveva una maledetta voglia di baciarlo – farlo per bene e possibilmente per tanto tempo – ma non voleva che il primo fosse un bacio rubato, doveva essere sveglio e cosciente.
Poggiato su un fianco, dimentico di ogni altra cosa, adagiò un braccio sul suo addome, attirandolo lentamente, ma in modo costante, verso di sé e solo quando fu soddisfatto della vicinanza tra i loro corpi, decise di concedersi qualche altra ora di sonno.
 
La domenica mattina giunse tranquilla e silenziosa dato che nessun vicino di casa decise di falciare il prato o compiere qualunque altra attività eccessivamente rumorosa.
Stiles abbandonò lentamente il torpore rassicurante del sonno a causa di un calore eccessivo che lo circondava e aprendo e chiudendo più volte gli occhi per mettere a fuoco il suo campo visivo, scoprì che questo era completamente occupato da altri due occhi, chiari e dalle mille sfumature, occhi che da qualche giorno non vedeva, ma che aveva riconosciuto subito.
“Derek, dannazione” cercò di liberarsi da quel contatto, ben consapevole che il calore che sentiva addosso provenisse dal corpo svestito dell’altro.
“Buongiorno Stiles” suadente rispose all’imprecazione del castano, facendo seguire alle parole un lento, ma molto tangibile, affondo del proprio bacino sul fianco del padrone di casa.
“Fermo, fermo” prese a ripetere Stiles rosso in viso e visibilmente agitato, portando le mani sul torace di Derek cercando di spingerlo indietro, ma senza ottenere nessun risultato apprezzabile “Non ti strusciavi sulle mie gambe quando eri un cane e lo fai adesso?”
“Mi pare logico, ora e molto più divertente e piacevole” concluse ripetendo il gesto più e più volte, dando vita a un ritmo seducente.
Prendendo a muovere anche le gambe per tentare di liberarsi da quell’attacco, Stiles vide uno sbuffo nascere dalle labbra di Derek e lo sentì morire sul proprio viso.
“Eri tu a volere delle risposte per i miei atteggiamenti. Eccola qui la tua risposta: è grande, calda e al momento bisognosa di attenzioni. Ah” e abbassandosi così da parlare direttamente nell’orecchio del piccolo “dimenticavo si trova in mezzo alle mie gambe”
“Porco” una sola parola lasciò la gola chiusa di Stiles mentre le mani, ancora poggiate sui pettorali dell’Alfa, scivolavano sulle spalle e poi oltre, creando un non voluto abbraccio.
Il sorriso che ornava la bocca di Derek era quanto di meno rassicurante il giovane avesse mai avuto la sventura di trovarsi davanti.
 
In un baleno tutto ciò passò in secondo piano e, per essere precisi, nell’istante esatto in cui lo sceriffo pensò bene di informare il figlio che era pronta la colazione.
La porta si spalancò.
“Stiles la colazione è p… Oh ciao, ti chiami Derek, giusto?”
“Sì signore”
“Oh, beh scusate il disturbo”
“No, papà” quasi si trovò a supplicare il castano.
La porta si richiuse.
“E chi mai si sarebbe aspettato che tuo padre avrebbe reagito così bene! Ottimo” mormorò l’ultimo della famiglia Hale.
Come pochi istanti prima la scena si ripeté e la figura di James fece di nuovo capolino dall’uscio “Ripensandoci, Derek, perché non ti fermi da noi per colazione? Ho preparato una montagna di pancake”
“Con piacere”
“Fate pure con comodo, li terrò in caldo” e detto questo l’uomo spari.
 
Stiles chiuse gli occhi premendoci sopra i palmi delle mani “Ho un padre degenere! Non accorre a salvare la virtù del figlio”
“Tranquillo la tua virtù è al sicuro per ora, meglio raggiungerlo” e senza farsi alcun problema, Derek scostò le scoperte e scese dal letto.
   
 
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