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Autore: mella_f    10/01/2013    1 recensioni
"Ho sempre creduto che avrei dimenticato ogni cosa. Avrei lasciato precipitare nell’ oblio assoluto i ricordi: era questo che mi ripetevo continuamente, era questa la mia intenzione. Ma si sa, spesso ciò che si vuole non è ciò che si ottiene e nemmeno ciò che è giusto."
Dal secondo capitolo "Non c'era. Davvero, non c'era più! Scaraventai via le coperte , il cuscino, il tappeto, il comodino.. no aspetta il comodino no.
Ma non c'era. Per un attimo mi convinsi di aver sognato tutto, di non averlo preso. Così mi tranquillizzai. Tranquillizzai in senso ironico ovviamente."
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Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stesa sotto le pesanti coperte lo rigiravo tra le mani. Non sapevo che significato avesse. Non avevo mai visto un ciondolo di quella forma. Avevo gli occhi gonfi per quanto avevo pianto e solo quando fui abbastanza stanca da porre una pietra almeno per quella sera sull' immagine di loro due, chiusi gli occhi e sognai. Un sogno strano, uno di quelli avvolgenti e delicati. Mi trovavo lungo una spiaggia, il mare che con le sue onde metteva in disordine le pietroline colorate sulla riva: poi in mezzo a quelle pietroline vedo il ciondolo, mi chino per prenderlo sorridente ma ad un tratto mi sento chiamare. E mi sveglio, senza vedere il suo volto ma solo con la sua voce nella mia testa. 


Ok. Posso farcela. Io posso afftontarla. Perchè sono così in ansia? E' lei che dovrebbe esserlo, non io... ripeto non io.
Adesso che faccio, cerco pure di autoconvincermi? Parlo sola? Sto diventando pazza. Io.. aspetta ma dov'è? 

Non c'era. Davvero, non c'era più! Scaraventai via le coperte , il cuscino, il tappeto, il comodino.. no aspetta il comodino no. 
Ma non c'era. Per un attimo mi convinsi di aver sognato tutto, di non averlo preso. Così mi tranquillizzai. Tranquillizzai in senso ironico ovviamente. 
Mi tolsi il pigiama e scelsi distrattamente una felpa ed un paio di jeans, poi passai alle calze...


Entrata in classe sentii tutti i loro sguardi interrogativi su di me. 
Ok cari compagni, posso spiegarvi tutto.
Ma non ora, non oggi. Ho qualcosa di più importante per la testa credetemi. Miri non c'era, ma anche se fosse venuta non avrei percepito niente, c'era una nuova sensazione in me che stava cancellando ogni emozione, ogni tristezza. Un' adrenalina strana, frizzante, ma allo stesso tempo ero terrorizzata. Dopo nemmeno un quarto d' ora chiesi il permesso per andare ai servizi, lì chiusi la porta e mi tolsi la scarpa, dopo la calza. Volevo rivederlo, per constatare che ci fosse davvero e c' era. 
Era una scena comica. Io con la schiena al muro per non cadere in equilibrio su un piede mentre tenevo l' altro in modo distorto per riuscire a vedere quella sorta di tatuaggio che mi era magicamente spuntato. Risi, mentre lo guardavo con gli occhi sgranati. Era il ciondolo, cioè quel disegno sulla mia pelle era lo stesso disegno del ciondolo, lo stesso blu accesissimo. Risi ancora. Si, ero diventata pazza, sicuro, ero sotto qualche sostanza che qualche simpaticone aveva messo nel mio cocktail la sera prima. Magari zia Letizia...


Bussarono alla porta. 
-"Occupato"-. In fretta mi rimisi il calzino ma distrattamente persi l' equilibrio dando una testata al muro.
Ancora bussarono. 
-"Occupatooooo!"- 
Bussarono ancora una volta. 
-"Insomma chi è?"- 
Aprì la porta. Non c'era nessuno, nessuno. S'ì perchè non bussavano alla porta, ma al muro..
  
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