Promettilo.
Tick-tack, tick-tack, tick-tack...
Un paio di scarpe con il tacco si avvicinano velocemente.
Tick-tack... ogni passo è un secondo perso. Ogni passo un secondo in meno alla fine.
Un grande orologio, anzi, un congegno esplosivo già innescato.
La porta si apre e la proprietaria delle scarpe col tacco viene investita da un colpo di vento fresco.
Dopo tutte quelle scale è piacevole essere accarezzati dalla brezza notturna.
Eccolo, vicino al parapetto, che la aspetta sulla terrazza sul tetto del centro-addestramento.
Lei si avvicina.
-Puntuale come sempre.- la figura maschile si staglia nera contro le luci scintillanti di Capitol City.
-Naturalmente. Ora mi vuoi dire che cosa ti prende? Mi hai fatta preoccupare, sembrava che fosse scoppiato un incendio...- dice la donna perplessa.
-È proprio così. Da una scintilla all'incendio che presto brucerà Capitol.-
-Di cosa...?-
-Ascoltami. Non abbiamo molto tempo. Qui nessuno ci può sentire: vogliamo farli uscire dall'arena.-
Solo il vento fischia forte e violento tra l'uomo e la donna. Sbatte le lunghissime ciglia finte e schiude le labbra rosa confetto.
-Come... uscire dall'arena?! E come pensate di fare?-
-Effie- dice lui guardando l'espressione sconvolta sul viso di lei -devi fidarti. Abbiamo un piano, ma tu... non potevo non dirtelo.-
Effie volge lo sguardo sulla città che da sempre riteneva perfetta.
Non è più splendente e rassicurante. Un mostro luminoso pronto ad aggredire chiunque gli si metta contro.
-Haymitch... siamo tutti in pericolo, non è così?-
Annuisce. Il suo sguardo è più duro del solito. Guarda in basso, preoccupato.
Effie Trinket piange, lacrime vere, di paura e dolore. Odia tutto di Capitol City ora.
Haymitch Abernaty la abbraccia.
-Quando?- chiede lei soffocando la voce incrinata nella camicia di lui.
-Domani. Devi scappare, se ti prendono ti faranno del male. Non voglio che ti facciano del male.-
Effie alza il viso e guarda Haymitch.
Lui guarda lei e vede la paura.
-Io... mi dispiace...-
-No, Effie. Tu non hai fatto niente di male. Eri solo una pedina dei loro giochi, come tutti noi del resto.-
Silenzio. Violento e cupo.
-Promettimi che...-
-Te lo prometto. Se dovessi venire catturata farò il possibile per salvarti.-
-No... prometti che tu sarai salvo. Promettilo.-
-Sì. Ma tu scappa. Andrà tutto bene.-
Effie lo abbraccia più forte e gli da un bacio appena sfiorato, staccandosi dolcemente da lui.
-Effie- chiama Haymitch. Lei si gira verso la sagoma nera di lui -Resta viva.-
Si sorridono nel buio.
-Possa la buona sorte essere sempre a tuo favore.- risponde lei con un sussurro.
Chiude la porta alle sue spalle e si precipita giù per le scale.
Tick-tack, tick-tack...
Poco tempo, pochissimo.
Angolo dell'autrice
Hey... sono viva! Dopo mesi di assenza, rieccomi!
*la gente se ne va indispettita*
Ok, parliamo di cose serie.
Come avete potuto capire i fatti si svolgono la notte prima della fuga di Katniss e degli altri tributi dall'arena-orologio dell'edizione della Memoria.
Ho mantenuto la narrazione al presente come nel libro, ma stavolta è in terza persona e il punto di vista cambia di continuo.
Bene, io li trovo PERFETTI insieme. La Collins avrebbe dovuto renderli canon. Hayffie forevah!!!Vabè.
É la mia prima fic su Hunger Games, quindi leggete e lasciate un commento (perfavore)!
Alla prossima, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore! *saltella via tutta felice*