Il ballo volgeva al termine.
Bellatrix, bellissima nel suo vestito rosso, sedette con grazia su uno degli eleganti divanetti di velluto espressamente pretesi da sua madre in vista della festa da ballo.
Aveva danzato con Severus, Rodolphus, Lucius e persino con Rabastan e Regulus.
Ma Lui non si era fatto vedere, l'unica persona che lei sperasse di vedere non aveva fatto la sua comparsa.
La ragazza sospirò tristemente.
«Balli?»
Ebbe un sussulto, avrebbe riconosciuto tra mille quella voce, capace di scatenare tutti i demoni che teneva rinchiusi nel cuore, capace di spezzarle il respiro, di non farla più somigliare a se stessa.
Si perse in quegli occhi grigi, poi, lentamente, annuì.
Per tutta la durata del ballo i due non scambiarono neppure una parola, si guardavano fissamente [disperatamente?] negli occhi, cercandovi forse oscuri segreti e confessioni ad un tempo amare e sincere, la verità di un amore negato e incatenato alla colpa.
Non trovarono nulla di tutto questo, soltanto una dolorosa consapevolezza.
«Sei mio» disse lei pacatamente «Un giorno ti ucciderò», e non era quello che lei diceva a spaventarlo, era come lo diceva, dolce e sorridente «Ma fino a quel giorno appartieni a me»
«E tu a me» ribattè lui poco prima di rubarle un bacio a fior di labbra.
Poi, così com'era venuto si smaterializzò.
Bellatrix sorrise e come se nulla fosse stato tornò a sedersi.
Sirius e Bellatrix Black, in seguito divenuta Bellatrix Lestrange, non si riincontrarono che molti anni dopo.
Per l'ultima volta.